Albrecht Dürer, Navis Stultorum (in S. Brant, Narrenschiff - 1497)

mercoledì 28 dicembre 2011

Fine anno senza botti? Il sogno di una specie più progredita...

Leggiamo che il comune di Torino ha proibito i botti di Capodanno, approvando la scorsa primavera un’ordinanza per proteggere cani e gatti da questa tortura. L’Associazione italiana difesa animali e ambiente, Aidaa, ha denunciato che 5 mila animali domestici muoiono di paura tra il 31 dicembre ed il 1 gennaio ogni anno. Che il dato sia preciso o meno, questa ordinanza appare comunque un piccolo passo di civiltà. Senza contare che, il giorno dopo, i notiziari immancabilmente si dilettano a raccontare quanti altri animali (genere Homo, sapiens di nome se non di fatto) restano feriti o peggio grazie all'idiozia di manipolatori inesperti o criminali. Certo, molti protesteranno, o più italianamente si sentiranno in diritto di trasgredire. Ma non è che il fracasso a tutti costi e in ogni luogo, il casino (preferibilmente notturno) come cifra dell'esistenza, valgono a mascherare un vuoto che portiamo dentro di noi?

martedì 20 dicembre 2011

Dal Consiglio Comunale: siamo scappati, siamo penosi. Lui, no.

Titolo della notizia: "Maggioranza sotto, salta il villaggio dello sport di Muggiò". Ieri sera in aula è mancato il numero legale sulla delibera presentato dal sindaco Stefano Bruni (delega all’Urbanistica) per l’approvazione definitiva della cittadella dello sport a Muggiò. L'ennesima batosta di chi inanella un fallimento dopo l'altro.
Ma non basta, la disfatta di questa amministrazione sciagurata si converte in un capolavoro umoristico. Per l'ennesima volta la maggioranza non esiste, "davanti a delibere così importanti" e il sindaco Bruni cosa dichiara? Che la minoranza scappa, che è penosa. Merita davvero il titolo di Gran Barzellettiere. Dimettersi no, eh?

domenica 18 dicembre 2011

Corporazioni, politici e panzane

Evviva le corporazioni! Sappiamo che è solo per la rigidità anticoncorrenziale delle procedure per possedere un taxi che le nostre strade sono sicure, e le tariffe convenienti. Solo grazie al cartello “farmacia” siamo certi che la nostra salute non sia messa a repentaglio, come avverrebbe invece nella grande distribuzione, pur in presenza di un professionista laureato. Ma lì non c'è l'insegna, il bollo, l'investitura da parte di quegli Ordini che, quasi fossero la cavalleria medioevale, attestino la purezza delle intenzioni e la conformità ai loro dettami, incassando al contempo il meritato balzello dalle nostre tasche.
Se ne è accorto pure il capo del governo, cui tanti mettono i bastoni tra le ruote: le liberalizzazioni in Italia le vogliono tutti, ma solo sulla carta. Le lobbies sono attivissime, non volendo rinunciare alle rendite di posizione: ammettono solo una concorrenza finta, e per affossare quella vera foraggiano politici che canzonano il popolo raccontando di “rivoluzioni liberali” mentre consolidano oligopoli e caste. Alla faccia delle uguali possibilità per tutti, e anche di quel mercato che dichiarano di idolatrare, mentre lo vincolano soltanto alla legge del più forte.
È solo un caso, allora, che il governo “dei professori” sia particolarmente inviso a gente che non sembra aver dimestichezza con la competenza e lo studio approfondito dei problemi? Vi è infatti un manipolo di parlamentari, vera casta nella casta, che compie una protesta sguaiata contro le riforme, semplicemente in base al calcolo che, se c'è da pagare per gli sbagli di tanti anni, la cosa non può certo piacere alla gente. Per un lunghissimo periodo, al governo, non hanno fatto alcunché per ristrutturare equamente il sistema, preferendo ricorrere a parole magiche che spostavano sempre in là le soluzioni. E quindi anche oggi sperano. Non nella ripresa dell'Italia, di cui poco gli importa: sperano che le poltrone gli vengano ancora una volta garantite dalle chiacchiere a vuoto e dalle urla scomposte che piacciono ai tanti “furbi” amanti delle risposte semplicistiche. Ancora non si sono resi conto che il tempo delle farse è finito, e che dietro l'angolo ci attende la tragedia?

lunedì 12 dicembre 2011

CoCoCo46 - Censura preventiva alla Circoscrizione 3

Già sul notiziario comunale del 2 dicembre 2011 questa Amministrazione pubblicizzava l'incontro: “Profughi: quali prospettive? La situazione degli immigrati dalla Libia, tra presente e futuro” annunciato per lunedì 12 dicembre alle 20.45 nella sede della Circoscrizione 3(via Varesina 1) a Camerlata.
Previsti gli interventi di Corrado Conforto Galli Capo Gabinetto Prefettura di Como, Franca Gualdoni Responsabile Servizi Sociali e Politiche Educative Comune di Como, Roberto Bernasconi Direttore Caritas Diocesi di Como, Marco Servettini Coordinatore Profughi Acli – Caritas, Luigi Capiaghi Responsabile Centro di Accoglienza di Prestino, Luciana Spalla Responsabile CRI Profughi MiniHotel Baradello, Piero Camporini Coordinatore Corsi di Lingua Italiana, Don Giusto della Valle Parroco di Rebbio. Moderatore: Marco Gatti, giornalista de Il Settimanale della Diocesi.
Ora, incredibilmente, veniamo ad apprendere di una lettera del 9 dicembre, con la quale l’Ufficio di Presidenza della circoscrizione diffida dall’iniziativa gli organizzatori per presunte “gravi difformità organizzative”.
A leggere l'elenco delle motivazioni si rimane seriamente perplessi. Alcune forse potrebbero indicare qualche piccola dimenticanza o un minimo difetto di comunicazione tra le parti, facilmente sanabile tra persone civili. Ma quando si vede rimproverata una “mancata comunicazione sull’organizzazione dell’evento in generale” ci si chiede: e come può allora il notiziario comunale annunciarlo con dieci giorni di anticipo? Se si rimprovera la “mancata condivisione della scelta dei relatori”, si crede forse di avere un'investitura divina oppure poteri dittatoriali per sindacare l'esercizio della libertà di parola in questa città? Si crede davvero che gli inviti ai relatori non siano validi poiché “senza il benestare della Circoscrizione”?
Ammesso e non concesso che i reclami avanzati dall'ufficio di presidenza abbiano qualche fondamento, ci si chiede perché allora non si sia cercato un chiarimento preventivo, senza arrivare al fatto compiuto della minaccia di annullamento. E la risposta difficilmente può essere diversa da: “siamo in campagna elettorale”. Battiamo ogni grancassa che ci capita a tiro, per far comprendere bene chi sono i paladini dell'intolleranza e del rifiuto. Dei profughi non si vuole neppure sentire parlare. Ma perché? Per dare un messaggio simbolico, per innalzarsi a riferimento per la parte più gretta della cittadinanza, o anche per la più ingenua e spaventata dai “professionisti della paura”, che ancora una volta si apprestano a lucrare montando casi inesistenti o gonfiando problemi facilmente risolvibili col buon senso.
Questa è una politica di infima lega, che disonora la nostra città, e dalla quale noi ci dissociamo fermamente. Non a caso in questi stessi giorni i “barbari” dichiarano spavaldamente di essere tornati per urlare in modo scomposto contro l'Europa, contro gli stranieri e anche contro il nuovo governo. Voglia il cielo che una buona volta queste pantomime squallide cessino di produrre consenso al ribasso, e che la politica cominci a lavorare con autentico senso di responsabilità sui problemi. A cominciare dalla conoscenza degli stessi, per la quale incontri come quello di cui si minaccia la soppressione sono invece i benvenuti.

lunedì 5 dicembre 2011

CoCoCo45 - Progetto di pedonalizzazione dei Portici Plinio

Sono lieto della presenza in aula dell'Assessore Molinari, cui mi rivolgo a proposito del progetto di pedonalizzazione dei Portici Plinio. Visto che la giunta avrebbe dovuto occuparsene proprio in queste ultime ore, sono curioso di sapere, al di là dei resoconti giornalistici di questi giorni, che hanno descritto lo scontro in atto nei termini di un accanimento degno di miglior causa, se alla fine questa iniziativa potrà vedere una, magari parziale, attuazione.
Sarebbe un peccato che raccolte di firme e controfirme che vedono coinvolti assessori e coordinatori provinciali non bastino ad avviare un percorso virtuoso, utile a riqualificare un'area di grande pregio storico.
Tra i tanti, sono qui anche a riportare il parere favorevole del gruppo dei Giovani Democratici di Como, che giudicano favorevolmente ogni intervento diretto alla pedonalizzazione di aree del centro città, rendendole così più vivibili da parte della popolazione e più attraenti per i flussi turistici. Va ricordato come analoghi interventi, in passato, pur avendo fatto discutere, siano stati poi riconosciuti in modo pressoché unanime come una valorizzazione significativa del tessuto urbano.
È un'idea da non deporre. Se presenta parziali inconvenienti, si lavori per risolvere i problemi. Non si dia l'impressione del solito conflitto per ragioni di posizionamento elettorale, che andrebbe a scapito per l'ennesima volta, dell'interesse pubblico.

martedì 29 novembre 2011

CoCoCo44 - Mancata pubblicazione dei redditi dichiarati dai consiglieri

Un brevissimo intervento per constatare come la pubblicazione dei redditi dichiarati dai consiglieri veda, anche quest'anno, diversi rifiuti a consentire di attuare questo dovere di trasparenza. Non della mia parte politica, per fortuna.
Da cittadino, non riesco a cogliere alcun motivo plausibile per un simile diniego. Se qualcuno però vede una sola valida ragione per escludere dai doveri di ordine etico imposti dal ruolo di rappresentante dei cittadini questo esercizio di chiarezza, lo prego di farmelo sapere. Sarà un prezioso spunto di meditazione, di cui ringrazio in anticipo.

lunedì 28 novembre 2011

CoCoCo43 - Intervento sulla variazione di assestamento generale al bilancio di previsione 2011

Di seguito alcune osservazioni sintetiche alle diverse voci, trascurando alcune riduzioni di minore entità ma certo non senza conseguenze:
1. Si tolgono cospicue risorse alla ristrutturazione del patrimonio abitativo. Sono forse quegli interventi che in commissione IV vengono periodicamente assicurati come imminenti? Si agevolail degrado, che oggi ci fa risparmiare qualche spicciolo e domani causa dissesti ben più onerosi e anzi, già da ora procura condizioni tutt'altro che decorose?
4. Incredibile ed inaccettabile il taglio di oltre 1.352.000 euro al capitolo istruzione. Si cancella di fatto ogni traccia di manutenzione straordinaria e di adeguamento tecnologico; si eliminano gli interventi sui giardini (il verde che ovviamente è un accessorio superfluo, nella città del cemento!),
ma soprattutto si cancellano i 149.000 euro previsti alla voce sicurezza, cioè ad adeguamenti che tutelano l'incolumità degli utenti. Una vera assurdità.
5. Si cancellano tutti gli interventi sui beni culturali: niente manutenzione per i monumenti (-250.000), le torri (- 110.000), Villa Olmo (-50.000), niente tecnologia per i musei (-80.000)
8. Terribile lo stato degli interventi sulla viabilità, ove si evidenzia (cosa già preannunciata nella vostra risposta alla mia interrogazione): meno 870.000 euro per gli asfalti e quasi altri 400.000 in meno per lavori e opere stradali. Come si ridurranno i nostri automezzi? Quanti incidenti evitabili si produrranno così? Non è questa una tassa occulta ma pesantissima che facciamo gravare sui cittadini?
9. Si penalizza infine pesantemente anche il territorio. Confidando evidentemente nella fortuna, sperando che in questi pochi mesi non accada nulla di grave, si decurta la voce dei dissesti idrogeologici di 150.000 euro. Togliere alle tombinature 500.000 euro vuol dire però avere molte strade trasformate in torrenti, con prevedibili danni alle abitazioni, in particolare per cantine, seminterrati e piani terra. Anche i 900.000 euro in meno sui giardini a lago cosa rappresentano, se non una pietra tombale sulla vocazione turistica della città?
Ho colto che molte di queste voci vengono riportate agli anni futuri. Peccato che quel bilancio non dipenderà più da voi. Quindi in pratica dichiarate “faremo mutui”, e cioè in realtà “faremo fare mutui ad altri” (o forse no, ma chiaramente che voi non siate più al governo per questa cattiva, insostenibile gestione è l'auspicio mio e quello di moltissimi cittadini comaschi). In ogni caso, è evidente che altro non state facendo, se non cercare di nascondere la polvere sotto i tappeti... futuri, solo che questi, purtroppo, non riescono a nascondere le magagne. Il fallimento di un'esperienza amministrativa troppo lunga e troppo costosa per la città.

lunedì 21 novembre 2011

CoCoCo42 - Mancato appalto dei rifiuti e mancato governo della città

Dal 19 al 27 novembre 2011, in tutta Europa si tiene la Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti, giunta quest’anno alla terza edizione. Solo in Italia, 900 tra enti della Pubblica Amministrazione, Associazioni, Imprese e Scuole hanno aderito, con l'intento di testimoniare che, nonostante tutto, c’è un Paese che funziona, per proporre uno stile di vita più attento ai consumi e all’ambiente, che non si ferma ai buoni propositi, ma chiede ai sottoscrittori azioni creative per migliorare la situazione, in particolare evitando gli sprechi e promuovendo il riciclaggio.
Non mi risulta che il Comune di Como abbia aderito, ed è un peccato. Ma è molto più grave che non si veda neppure traccia di quanto già deliberato, con le migliori intenzioni, tre anni fa. Allora, poco prima che scadesse l’appalto per la “raccolta rifiuti e pulizia strade” fu approvata all'unanimità una delibera d’indirizzo che istituiva la raccolta differenziata “spinta” in tutta la città e una migliore pulizia delle strade. E da allora che cosa è successo? Siamo ancora in una fase di proroga del vecchio contratto. Il Comune ha bandito due gare che sono entrambe fallite per la bassa qualità delle offerte rispetto alle richieste del capitolato.
Anche questa vicenda conferma una terribile coerenza: quella del disastro che avete imposto alla città. Per totale inefficienza. O siete vittime di una maledizione, campioni del mondo della sfortuna, visto che non va in porto nulla di quanto avete pomposamente annunciato. E ora persino le imprese vi evitano come la peste: nessuno vuole più assicurare le nostre strade, nessuno fa la raccolta differenziata secondo criteri moderni ed efficienti. Ovviamente non siamo così ingenui da pensare che questa situazione di inazione non porti un qualche tornaconto proprio a nessuno, anche se evidentemente è di danno alla città.
Purtroppo questa serie di inspiegabili coincidenze negative suscitano nella mente tante ipotesi; come minimo è sintomo di un'incapacità di proporzioni inaudite, per non pensare il peggio e cioè che le operazioni vanno in porto solo di fronte a presenze amiche o gradite, solo quando la cordata è costituita, quando i referenti trovano l'accordo sulle lottizzazioni ...
È sintomo dell'atteggiamento per cui le cose devono essere fatte come e quando lo dite voi, infischiandovene delle leggi elementari della logica. Lo ha ben detto il presidente di CSU Montini, quando ha annunciato che l'autosilo della Valmulini andrebbe abbattuto per risparmiare. Ha dimenticato forse di aggiungere che il vero abbattimento utile alla città sarebbe quello di questa giunta in agonia. La stessa giunta che ha deciso di spostare fuori città un ospedale adatto, e ne ha costruito un altro chiaramente sottodimensionato, perché così doveva essere, come le segrete stanze avevano deciso: ed è questo pressapochismo progettuale che in conseguenza ha fatto dell'autosilo la classica cattedrale nel deserto.
L'incapacità a governare, è vero, è anche il risultato della vostra divisione e sfilacciamento, macroscopici anche nella vicenda della Ca' d'Industria. È semplicemente assurdo questo continuo rinvio delle nomine: per colpa di Regione Lombardia, ci si dice. Ma chi diamine la governa questa Regione? Non siete forse dello stesso partito e della stessa corrente? Forse non vi parlate, vi tenete il broncio o vi fate dispetti? Perché non ci vengono dette apertamente le ragioni vere di questo inspiegabile ritardo? Gli interessi di chi sta servendo questa classe politica? Ce lo dica Formigoni, ce lo dica il sindaco, e la finiscano di prenderci in giro.
O magari se ne vada a casa questa giunta, subito, senza trincerarsi dietro un improbabile male che un commissariamento di poche settimane prima delle elezioni porterebbe a Como: peggio di così è impossibile fare. Un poco di dignità conclusiva: è chiedere troppo? Dimissioni, subito.

martedì 8 novembre 2011

Colpi di stato

In questi giorni convulsi, in cui se ne sentono davvero di tutti i colori, prende la parola anche un alto esponente del governo per dichiarare che l'ipotesi di una maggioranza allargata o di un governo tecnico equivale “a un colpo di stato”. Parere rispettabilissimo, ma da quale pulpito viene questa predica? Non c'è stata forse, in questo sciagurato ventennio, una forza politica che ha di volta in volta minacciato la secessione attentando all'unità del Paese, evocato torme di Bergamaschi armati pronti a colpire lo stato, esibito metaforici proiettili pronti per certi magistrati, affermato che con il tricolore ci si pulisce non diremo cosa, e cento altre volgarità come proprio peculiare armamentario dialettico? Politici, peraltro, tanto ribelli da sottomettersi sempre agli interessi particolari di chi ha governato senza mantenere alcuna delle roboanti promesse elettorali, e però ha impinguato enormemente i propri patrimoni e le proprie posizioni dominanti, alla faccia dei ceti medi e popolari?
E non dobbiamo proprio a questo esimio politico la più immonda legge elettorale della storia repubblicana, che promuove in parlamento i servi più fedeli dei capi di partito? Ora si arriva persino a negare la crisi, con la più classica faccia di tolla, perché la gente va ancora al ristorante e in vacanza. Ma come pensare di uscirne, con personaggi di tale qualità, incapaci di realizzare le necessarie riforme, impopolari e troppo impegnative per la loro limitata visione, gente che sinora ha solo cercato di restare a galla considerando i cittadini dei creduli babbei?

lunedì 7 novembre 2011

CoCoCo41 - Parco di Villa Olmo, illuminazione pubblica e stato delle strade

Vari cittadini mi chiedono di segnalare la situazione del parco di Villa Olmo, in specie per quanto riguarda la circolazione sui sentieri pedonali. Già altri consiglieri hanno periodicamente sollevato questioni relative ad altre parti del complesso, tutte bisognose di intervento. Anche per i camminamenti, che sono oggetto del mio intervento, il livello del degrado è ormai insopportabile; non si tratta solo di sedi più o meno dissestate, ma di buche che sempre più numerose e trascurate, non fanno che allargarsi e moltiplicarsi. Immaginiamo facilmente quale situazione di disagio si crei per i passanti, soprattutto se anziani, e il rischio di incidenti connesso a questa situazione; ma è altrettanto importante considerare che si tratta anche di un ulteriore messaggio negativo lanciato dall'amministrazione della città ai turisti in visita.
Viene spontaneo ricordare come fossero diversamente sistemate questo ed altri luoghi caratteristici della nostra città in un passato neppure troppo lontano, per non riandare ai ricordi d'infanzia. Perché si è lasciato degradare il quadro a questo punto? È davvero solo una questione di soldi?
Segnalo la necessità di intervenire, associando anche il recente suggerimento di un lettore della "Provincia", che indica come sarebbe sufficiente ripulire i percorsi destinati alle carrozzelle dei disabili, aprendone la percorribilità anche alle biciclette, per realizzare un tratto di pista ciclabile che consentirebbe una passaggio in sicurezza all'interno del parco.
Speriamo che l'avvicinarsi delle elezioni risvegli in qualcuno degli amministratori il desiderio di porre mano, sia pure in extremis, a queste vistose manchevolezze. Non è importante chi vorrà prendersene il merito, l'importante è che le cose si facciano.
Purtroppo anche la risposta, appena pervenutami, alla nostra interpellanza sul risanamento dei manti stradali non fa che alimentare lo sconforto. Devo dare atto agli uffici comunali della chiarezza e della sincerità con la quale hanno quantificato la misura finanziaria di quanto non è stato fatto (“a causa del pagamento in tempi troppo lunghi che avrebbe potuto comportare danni all'Ente per l'eventuale richiesta di interessi per ritardato pagamento”), e di quanto non si farà in ogni caso (un programma risolutivo prevederebbe interventi “da qui a cinque anni, di almeno 2,5 milioni di euro all'anno”). Abbiamo quindi l'ufficializzazione di un dissesto cronico, che non potrà che peggiorare nel tempo in maniera sempre più disastrosa!
Segnalo infine la necessità di intervento in una serie di vie che in questo momento lamentano un guasto all'illuminazione stradale (Briantea, Piadeni, Petrarca, Dottesio, Bari, parzialmente via Ciceri); e che paradossalmente, il lampione n. 1156 di via Zezio resta da tempo acceso per l'intera giornata, determinando uno spreco che va immediatamente corretto.

mercoledì 2 novembre 2011

Postille (a volte) logiche di un cinquantenne sulla pioggia di critiche alla Leopolda

1. Non le ho mica lette tutte, le critiche. E non ne ho l'intenzione, ho un certo rispetto del mio tempo. Ma è certo che non si assisteva a un dibattito simile, e soprattutto, meno stucchevole dell'ordinario, da quando esiste il PD. Poi le formule rischiano di rimanere tali. Ma intanto si riflette: grazie.
2. Il top: Renzi è di destra? Malafede di brontosauri, per cui scattano gli automatismi difensivi. Ricorda tanto i metodi di un partito del passato. Ma qual era?
3. Renzi, così com'è, è perfetto? Il nuovo leader? Entusiasmi di carta velina. Ma si vada almeno a vedere il gioco.
4. Renzi di certo non “scalcia”, che comunicatore sarebbe? Forse, pur sorridendo, “scalpita”. E tanti altri con lui. E tu, da quando sei in politica, sei mai stato giovane?
5. Avete voluto un PD “contendibile”? E perché vi lamentate della competizione, specie se parte dal confronto di idee?
6. A proposito di PD, che dire del divieto di cumulare incarichi previsto dallo statuto, tanto più disatteso quanto più ci si avvicina ai vertici? Lasciamo perdere.
7. Cari giovani, ci vuole pazienza... Ah, la santa pazienza di chi era già in sella prima che cadesse il Muro!
8. I cento punti della Leopolda? Populismo irrealizzabile. Ossia, quello che una volta si chiamava creare una prospettiva. O almeno, provarci.
9. A proposito: quello di Renzi sarebbe populismo, quello di Vendola invece no. Un sincero Democratico, a cui tanti Democratici guardano con speranza. E allora prego, consegnategli il partito chiavi in mano. A lui che ne è fuori.
10. Renzi è andato da Berlusconi a casa sua. Una sciocchezza politica, è vero: ma è anche un atto di sottomissione? E per le disparate reazioni ricorda un'altra cosa; come si diceva un tempo, épater le bourgeois...
11. I riferimenti sociali della Leopolda sono “incerti”. E quelli del PD, sinora, sono stati inappuntabilmente chiari?
12. L'azione di Renzi non è dissenso, ma “alterità” dal PD. Davvero intollerabile. Peccato che non sembri tale – né dissenso né alterità, ma proposta, oltretutto emendabile e discutibile – a molte migliaia di militanti. Come si spiega?
13. Se è vero che la versione finale del cento punti è uscita dal pc di Giorgio Gori, conviene ricordare all'Anticristo di usare il correttore ortografico, prima.
14. Chi propone il diritto di voto a 16 anni (rottamatori o dinosauri, non fa differenza) farà bene a parlare tutti i giorni con i sedicenni e rendersi conto dei termini reali della questione. E magari aiutarli a capire la politica, con altri linguaggi e altre pratiche. Prendendo seriamente i cento punti, da cittadini responsabili, per esercitare il diritto di voto sarebbe opportuno aver praticato il (sacrosanto) servizio civile obbligatorio. Mi scuso per la consequenzialità logica, che però qualche volta aiuta.
15. Una critica feroce? Steve Jobs e Marchionne saranno tanto ispiratori, ma davvero stanno – legittimamente – da un'altra parte. E non sembra abbiano saputo in vita loro cosa fosse la partecipazione. Il rap, invece, fa proprio cascare le braccia. È un giovanilismo vecchio, già visto e già più volte sfruttato anche dai dinosauri. Qualche volta, si può anche privilegiare la bellezza e la cultura, a queste riunioni politiche, rispetto ai modelli imperanti. Volare un po' più alto è già osare.

giovedì 27 ottobre 2011

CoCoCo40 - Resoconti del Consiglio e confusione delle responsabilità

I commenti alla scorsa seduta del Consiglio sono stati di varia natura, com'è ovvio. Quelli più efficaci e corretti colgono appieno il significato politico della mozione di sfiducia, che può piacere o meno, essere condivisa o no, addirittura essere posta in atto oppure no, come il sindaco, more solito, ha annunciato di voler fare. Ma qualcosa ha pur voluto dire, anzi molto.
Altri purtroppo hanno cercato di sminuire questo forte giudizio politico, che è anche una valutazione dell'operato e insieme un'esibizione della reale compattezza e della convinzione che sorreggono (si fa per dire) l'attuale maggioranza.
Questi ultimi anno purtroppo avuto gioco facile per le intemperanze di qualcuno, che possono aver trovato appiglio in atteggiamenti discutibili, ma non si giustificano mai in una sede come questa. Sono spettacoli ai quali purtroppo abbiamo dovuto abituarci e che non giovano purtroppo al decoro di quest'aula né all'immagine che la cittadinanza ne riceve.
Sarebbe però corretto che le valutazioni su quanto accade, nelle ricostruzioni offerte al pubblico, evitassero di coinvolgere il Consiglio in quanto tale, ossia tutti i consiglieri, che non hanno tutti lo stesso atteggiamento, non tutti affrontano le questioni con lo stesso “piglio”, diciamo così, non tutti si lasciano andare, non tutti usano lo stesso linguaggio, non tutti considerano l'aula allo stesso modo, non tutti attentano alla dignità dell'istituzione. Ed è un fatto evidente, niente affatto difficile da cogliere.
Non voglio certo dire che non si possa esprimere un giudizio sull'utilità o meno di certe sedute, sulla produttività stessa del Consiglio, sull'efficacia del lavoro complessivo, naturalmente anche sulle capacità dell'opposizione. Bisognerebbe però essere capaci di distinguere il giudizio politico, che andrebbe espresso chiaramente come tale, non come una sorta di resoconto obiettivo, dal resoconto altrettanto obiettivo di quanto accaduto, attribuendo perciò le responsabilità individuali a coloro cui competono. A ciascuno il suo: non una melassa nella quale gli atteggiamenti si confondono, una notte in cui tutti i gatti sono bigi – e così, alle prossime elezioni, tutti potranno presentarsi come nulla fosse, perché “mal comune mezzo gaudio”. Non è così, e bisogna dirlo.
A me ad esempio appare chiaro di chi sia la responsabilità della situazione quasi disperata, certamente disperante, nella quale versa la nostra città. Il Consiglio qui c'entra poco: magari avesse avuto la possibilità di intervenire in maniera determinante, o perlomeno di esercitare una forte e stabile funzione d'indirizzo. Ma anche questa funzione, lo sappiamo bene, può essere esercitata efficacemente solo se c'è una controparte disposta ad ascoltare.
Non c'è stata, in questi anni: e forse anche qui, in questo atteggiamento si trova la spiegazione di certi episodi comunque deprecabili, la radice di uno svuotamento di senso di tante sedute poco consone alla dignità della nostra funzione.

lunedì 17 ottobre 2011

CoCoCo39 - Transito pedonale pericoloso in via Pasquale Paoli

Segnalo la situazione determinatasi in questi giorni in via Pasquale Paoli, subito oltre la confluenza di via Cuzzi. Sono infatti in corso dei lavori per circa una cinquantina di metri sul marciapiede, la cui percorribilità è perciò del tutto impedita dalla presenza di una recinzione metallica che, opportunamente, delimita la zona di cantiere.
Tuttavia, in assenza di una regolamentazione adeguata o almeno di apposite segnalazioni pedonali, il transito a piedi avviene ora direttamente sulla sede stradale.
Dato che la via Paoli è ben nota a tutti coloro che vi transitano per la dimensione non propriamente ampia delle corsie, si può ritenere la situazione determinatasi essere oggettivamente pericolosa.
Il fenomeno risulta particolarmente grave alla mattina presto e a metà giornata, per la presenza di numerosi studenti che arrivano o escono dal liceo Giovio.
Chiedo pertanto che si provveda con urgenza, prima che per incuria si verifichino incidenti facilmente evitabili.

lunedì 10 ottobre 2011

CoCoCo38 - Interpellanza sullo stato delle strade ed assicurazioni relative

È sotto gli occhi di tutti il riprovevole stato di manutenzione della rete viaria cittadina. Indipendentemente dalle giustificazioni addotte – “non ci sono soldi”: ma la scarsità di risorse da destinare al capitolo dipende comunque da scelte della Giunta nella ripartizione decisa in bilancio – si deve considerare che questa situazione non fa altro che scaricare sulla cittadinanza costi aggiuntivi ingenti, legati al maggior logorio prodotto su auto e moto dalle buche continue. Altro che “non mettere le mani nelle tasche dei cittadini”! Li si costringe a metterle loro, le mani al portafoglio, per provvedere alle riparazioni dei mezzi, che si rendono necessarie con frequenza innaturale.
Si determina poi un vistoso danno di immagine, specialmente avvertito da chiunque provenga dalla vicina Svizzera, il quale non ha bisogno neppure della segnaletica stradale per rendersi conto di essere arrivato a Como: glielo annuncia la sofferenza delle sospensioni. Altro che “città turistica”: questa è sì una località amena, ma con strutture viarie degradate a livello di terzo mondo. Ma soprattutto, ed è inaccettabile, si determina in tal modo un incremento sensibile degli incidenti e degli infortuni di varia entità a danno di pedoni, ciclisti, automobilisti.
Se si pensa così di risparmiare, ci si sbaglia di grosso! A sua volta, infatti, il Comune deve accollarsi gli oneri di risarcimento dei danni provocati dall’incuria, aumentando il numero dei contenziosi, dato che non tutte le richieste vengono accolte, ed è nella necessità di pagare anno dopo anno rilevanti premi assicurativi.
È perciò preoccupante che la compagnia assicuratrice che ha garantito sinora la copertura dei danni abbia manifestato la sua volontà di non procedere al rinnovo contrattuale per il prossimo anno, evidentemente valutando come eccessivo il rischio economico da assumere di fronte al degrado crescente delle strutture da assicurare; e la gravità del fatto è tanto maggiore, se si considera che la predetta compagnia non copriva in effetti tutta una serie di risarcimenti minori, rimasti a carico del Comune, avendo stabilito una franchigia pari ad euro 26.000.
“Seguite le vostre ambizioni”, recita proprio oggi la pubblicità di Chartis sui quotidiani economici. Tragica ironia, il fatto che quelle della Giunta di Como, verificate alla prova dei fatti, non siano neppure più reputate degne di supporto da una compagnia assicuratrice.
Il futuro è inquietante, in quanto è logico presumere che il degrado crescente non farà che aumentare gli oneri delle richieste di risarcimento.
Lo ribadiamo, la situazione descritta è anzitutto grave per l’oggettiva e sempre crescente incidenza sui futuri bilanci comunali. Ecco perché, con questa interpellanza, intendiamo costringervi a chiarire con assoluta urgenza quali interventi, quali provvedimenti immediati la Giunta Comunale voglia assumere per risanare in maniera funzionale e duratura tanto il manto stradale quanto i marciapiedi, onde prevenire il verificarsi di ulteriori incidenti e, insieme, quali misure intenda adottare la Giunta al fine di garantire una adeguata copertura assicurativa in merito.
Non potete rifiutarvi di dare risposte precise e di assumervi un un impegno che si traduca in fatti, non in chiacchiere o scuse. Manca poco alla fine del vostro mandato, che avreste dignitosamente dovuto concludere già da più di un anno, per offrire alla città una possibilità di ripresa. Non lo avete voluto, ed è una pesante responsabilità. Cercate almeno di provvedere a questa emergenza in modo decente. Non aggravate l’eredità già catastrofica che state lasciando.

testo dell'interpellanza:

I sottoscritti consiglieri
- premesso che
1. il disdicevole stato di manutenzione della rete viaria cittadina ha concorso a determinare, negli ultimi anni, un incremento sensibile degli incidenti e degli infortuni di varia entità a danno di pedoni, ciclisti, automobilisti e dei loro mezzi;
2. la compagnia assicuratrice Chartis, che ha garantito sinora la copertura dei danni, ha manifestato la sua volontà di non procedere al rinnovo contrattuale per il prossimo anno, evidentemente valutando come eccessivo il rischio economico da assumere di fronte al degrado crescente delle strutture da assicurare;
3. la gravità della situazione appare ancora più evidente qualora si consideri che la predetta compagnia non copriva in effetti i risarcimenti minori, avendo stabilito una franchigia pari ad euro 26.000, il che lascia presumere che sia prevedibile nel futuro un incremento delle richieste di risarcimento per importi ben superiori;
- ritenuto che
la situazione descritta prefiguri una oggettiva lesione del diritto alla sicurezza dei cittadini e, insieme, la prospettiva di domande di risarcimento sempre crescenti, a detrimento del bilancio comunale già in precarie condizioni,
- chiedono di conoscere
quali provvedimenti concreti intenda immediatamente assumere la Giunta per risanare in maniera funzionale e duratura tanto il manto stradale quanto i marciapiedi, onde prevenire il verificarsi di incidenti ai danni dei cittadini;
quali misure intenda adottare la Giunta Comunale al fine di garantire una adeguata copertura assicurativa in merito.

mercoledì 28 settembre 2011

Tunnel da ridere... o da piangere

Fa ridere mezzo mondo la dichiarazione del Ministro Gelmini che si congratula solennemente coi ricercatori italiani del Cern e dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare per la straordinaria dimostrazione che la materia possa viaggiare più veloce della luce. Afferma infatti che l’Italia ha contribuito con uno stanziamento “stimabile intorno ai 45 milioni di euro” alla costruzione di un fantomatico “tunnel tra il Cern e i laboratori del Gran Sasso”, il quale, se esistesse, misurerebbe 750 chilometri. Di fronte alla valanga di sarcastici commenti, il ministero replica qualificandoli una “polemica ridicola e strumentale”, essendo ovvio che non si tratti di un tunnel materiale. Esistono cioè gallerie senza consistenza fisica? Non lo sapevamo.
Eppure è così: per certi politici è tutto ovvio, nella favolosa “realtà virtuale” che hanno costruito sulla base di una competenza non proprio di prim’ordine. Peccato che proprio adesso il “miracolo italiano” si stia completamente sgretolando, rivelandone la natura fasulla e l’inaffidabilità di chi lo ha proclamato per anni. C’è da chiedersi poi se non sia “strumentale” piuttosto l’affanno con cui questa classe dirigente (si fa per dire) cerca di intestarsi i meriti altrui. Gli scienziati italiani sono sostenuti dai finanziamenti del governo in misura minimamente adeguata, o non sono forse in gran numero costretti all’emigrazione, privandoci della risorsa più preziosa per costruire il futuro? Le forze dell’ordine, ancora capaci di contrastare il crimine ed arrestare i mafiosi, devono forse ringraziare i tagli al bilancio che li privano persino del carburante per le vetture di servizio, molte delle quali ormai logore? Quanto al “ridicolo”, non c’è bisogno di commento, pensando ai titoli che consentono di diventare ministro nell’Italia del ventunesimo secolo.

martedì 27 settembre 2011

CoCoCo37 - Colpi di coda

La notizia di oggi - la possiamo ricavare dalla penna di uno dei più prolifici giornalisti cittadini - è a mio parere il varo, da parte della Giunta, del piano attuativo in via Torriani, quello bocciato dal Consiglio l'11 ottobre scorso ed ora approvato, sia pure con qualche limitazione, sfruttando ogni recesso consentito dal cosiddetto “piano sviluppo”.
Oltre all'altro intervento di via Castellini, già approvato anch'esso, apprendiamo poi delle altre vostre prossime “grandi manovre”: venerdì dovrete correre per approvarne altri sette, se non qualcuno in più, entro le scadenze consentite.
A parte l'avere letto vostre smentite preventive nelle settimane scorse (che questa situazione non si sarebbe verificata), ora puntualmente smentite dai fatti, nel vostro modo di procedere troviamo la perfetta conferma del metodo di governo che ha contrassegnato questi mandati, ossia il passare soddisfatti sopra la testa del fastidioso consiglio, di cui peraltro questa maggioranza stenta ad mantenere il controllo.
Correte, perciò, ad approvare altre volumetrie, utili senza dubbio a chi costruisce, molto meno probabilmente alla città. Correte a realizzare ulteriori spazi abitativi vuoti, montagne di invenduto, realizzando per certo un deprezzamento generalizzato del mercato immobiliare per eccesso di offerta per una città che non attira certo nuovi cittadini.
È giusto d'altronde che approfittiate delle ultime occasioni che avete per lasciare la vostra impronta sulla città futura. Probabilmente non nel segno dell'armonia e della qualità della vita, ma che importa?
Vediamo in questi mesi penosi il massimo responsabile del dissesto politico, culturale e morale nel nostro paese che si sta abbarbicando tenacemente alla gestione del potere fine a se stessa, o più ancora alla propria autoconservazione, del tutto incurante delle conseguenze per la collettività, del prestigio e della credibilità nazionale, ormai privo di direzione, e forse ulteriormente compiaciuto del fatto che con Sansone potranno perire anche molti Filistei, cioè noi. Così a Como, nel nostro piccolo, sembra emergere da questi piccoli atti la continuità di un metodo sciagurato e insensibile. Ancora una volta ignorate il dovere del confronto, modificando quanto già deliberato per assestare un ultimo colpo di coda ad una città che sotto la vostra gestione ha sempre più perso identità e bellezza, dopo avere aggravato con le carenze sempre più vistose nei servizi le condizioni di tutti e dopo avere contribuito al dissesto del bilancio con operazioni grandiose nelle intenzioni, che però non avete saputo gestire con la diligenza non dico dei grandi manager, ma neppure del buon padre di famiglia.

venerdì 23 settembre 2011

Sopravvivere a malapena...

La durezza della crisi economica ha almeno un merito: anche i più distratti si stanno rendendo conto che per anni la politica (con la p minuscola) ha creato l'illusione di un paese di Bengodi, dove ci si poteva sistemare vita natural durante a spese della collettività, purché si entrasse in una delle tante consorterie: la "casta" e i suoi numerosi stuoli di servitori e raccomandati.
Quantificazioni eccessivamente generose, per non dire sconsiderate, hanno rappresentato non il giusto compenso per il tempo speso al servizio della "casa comune", bensì una sorta di beneficio perpetuo del tutto indipendente dalla qualità del lavoro svolto. Spregiudicati approfittatori hanno trasformato il decoro dell'istituto parlamentare in un’occasione di privilegio ingiustificato, che non tocca i soli politici, ma anche una pletora di inservienti gallonati, di camerieri e barbieri: ad esempio, gli uscieri dei palazzi romani guadagnano quattro volte di più rispetto agli omologhi degli altri grandi paesi europei. L’assistenza sanitaria riservata in cliniche private a qualche centinaio di onorevoli, familiari e conviventi, evidenzia bilanci milionari. I costi per il funzionamento delle strutture si sono dilatati in modo inverosimile, e non sembra proprio che in compenso si sia lavorato più di tanto per risolvere i problemi strutturali del paese. Per gran parte del tempo ci si è invece concentrati sui problemi giudiziari di un condottiero onesto, casto e puro, e sulla spartizione dei posti tra personaggi spesso inconcludenti, ma ben capaci di cumulare massicciamente incarichi e stipendi (Expo docet). Ovvio che la prima preoccupazione dei privilegiati sia quella di sistemare anche i propri rampolli, per risparmiare loro la precarietà che attende gli altri giovani, i figli dei fessi.
Ora, di fronte alla notizia che un'attempata pornodiva ex parlamentare sta per ricevere la pensione dopo essersi fatta vedere in aula alcune volte in un solo mandato quinquennale, mentre ai normali cittadini ormai non bastano nemmeno 35 anni di contributi, si sprecano i commenti. Forse i più significativi sono quelli dei protagonisti stessi, riassunti con raffinata improntitudine da Gerardo Bianco, secondo cui è impensabile un ridimensionamento delle pensioni dorate, perché "bastano appena a sopravvivere". Non ci rimane dunque che augurare buon riposo a tutti i sopravvissuti, cominciando da Vittorio Sgarbi, che prende 8455 euro al mese da quando ha compiuto 54 anni, o Alfonso Pecoraro Scanio (8836 euro al mese dai 49 anni), e tanti altri che, con loro, possono dire di essersi ben meritati l'accostamento a Cicciolina. Come noi elettori meritiamo il cappello da somari, in parte responsabili di aver determinato con le nostre scelte e la nostra credulità l’ascesa di simili personaggi.

giovedì 15 settembre 2011

CoCoCo36 - Delibera sul reinserimento sociale di detenuti al termine della pena presso il “Bassone”

Come hanno rilevato anche gli interventi che mi hanno preceduto, non si può certamente essere contrari ad una deliberazione che propone interventi di alto valore sociale e umano. Un suo indubbio pregio, ai miei occhi, è rappresentato dalla corretta concezione della pena che la anima.
Infatti la punizione, il valore deterrente del carcere non devono essere disgiunti da una serie di interventi volti al reinserimento del detenuto, in modo che una volta scontata la pena, egli possa reintegrarsi nella società come un suo membro attivo e non come fonte di ulteriori problemi. Tutto questo non può avvenire per magia, né per semplice inerzia, ma richiede programmi ed investimenti coordinati fra tutti i soggetti che a vario titolo si occupano del problema. Ed è una cosa che la deliberazione mette in campo, benché quello del sostegno finanziario sia un tasto dolente, soprattutto di questi tempi.
Gli aspetti carenti della politica carceraria in Italia, negli ultimi anni, mostrano purtroppo proprio questo ordine di incapacità e di velleitarismo. Sono fioccati i proclami di severità, durezza, “tolleranza zero” nei confronti del crimine, nonché, ancor più importante, di costruzione di nuove carceri per accogliere tutti i soggetti che sarebbero stati puniti da questo “nuovo corso”.
Si è assistito poi alla creazione di nuovi reati senza alcun senso logico, come l'immigrazione clandestina, con l'unico risultato di ingrossare le fila dei detenuti per pure ragioni di propaganda,
e soprattutto al conseguente aumento dell'invivibilità dei luoghi di detenzione, che non di rado dà origine a tragedie, con estremi gesti di disperazione. Un sovraffollamento inaccettabile alla coscienza civile, la quale sa che la punizione inflitta dallo Stato non può mai trasformarsi in tortura.
Questa drammatica situazione, mal governata, porta poi a periodiche richieste d'indulto, anche in buona fede, che vanificano sempre più la concezione che sola può valere a garantire il rispetto della legge, ossia proprio la certezza della pena, come insegnava già il pensiero illuminista, e segnatamente Cesare Beccaria.
In un paese come il nostro, tale prassi risulta tanto più deleteria, quanto più siamo pieni di furbi che cercano di farla franca (e spesso ci riescono), quanto più la cosa pubblica è retta da politicanti senza troppi scrupoli, che dell'impunità personale fanno un obiettivo dell'azione parlamentare ed un vanto, riservando il carcere ai ladri di polli, ad esempio, ma non ai falsificatori di bilanci.
Perciò ritengo che, pur nell'orizzonte, necessariamente limitato, della proposta espressa la deliberazione che ci troviamo a votare abbia un carattere di concretezza e di operatività che – se alle parole seguiranno i fatti – va nella giusta direzione, in quanto pone l'intervento in una prospettiva di speranza e di motivazione al reinserimento da parte dei soggetti coinvolti, che può giovare alla loro esistenza già durante il periodo di espiazione.
Si evidenzia inoltre un'opportuna valorizzazione dell'azione meritoria delle associazioni tramite una regia che coordini gli interventi e promuova un arricchimento dell'offerta attuale.
E però: progetti personalizzati, soluzioni abitative, borse lavoro, sono tutti impegni di rilievo, che non potranno prescindere da un finanziamento robusto e non irrisorio, che richiede impegno all'Amministrazione. Ma questa non sarebbe comunque una valida ragione per non sposare convintamente questa proposta, che si presenta come un investimento sul futuro, il quale si ripaga in termini di inclusione sociale e di diminuzione di altri costi, che non si fatica ad immaginare.
Perciò ripeto: questo atto è pienamente condivisibile, ma solo se alle parole seguiranno i fatti. Sarebbe assai grave, infatti, se nel futuro queste parole dovessero trovarsi disattese da una pratica di bilancio che con scuse più o meno plausibili fa di fatto cadere nel dimenticatoio gli impegni precisi assunti dal Consiglio in questa sede.
La responsabilità che ci assumiamo in questa sede sia tale da trovare concreta realizzazione nell'operato della giunta, dell'assessorato e degli altri soggetti menzionati: in caso contrario questo documento si trasformerebbe in un prendersi gioco della sofferenza e delle difficoltà delle persone, oltre che in un oggettivo lasciar andare le cose, con un aggravamento dei costi sociali di medio e lungo termine.

mercoledì 31 agosto 2011

Raccomandazioni per futuri nani e ballerine

Pochi giorni or sono è stata pubblicata da Universinet.it un'indagine tra gli studenti che si accingono ad entrare all'università, dalla quale risulterebbe che è più importante trovare una raccomandazione (86% degli intervistati) che studiare (13%), e addirittura che il 48% sarebbe disposto a concedere favori sessuali in cambio di ammissioni e promozioni. Il dato, in aumento rispetto allo scorso anno, è in sé opinabile: personalmente, confesso che mi riuscirebbe difficile crederlo per l'enorme maggioranza degli studenti che ho conosciuto nella mia attività professionale, ma ammetto che potrei peccare di ingenuità.
Lasciando ai sociologi riflessioni più circostanziate, la notizia non lascia comunque indifferenti, perché sembra confermare il radicamento di una deleteria tradizione nazionale, l'istituto della raccomandazione, quale via considerata ormai la sola efficace per raggiungere i propri scopi, anche da parte di chi, per la giovane età, dovrebbe essere meno portato al cinismo e magari, disgustato, saper contestare il cattivo esempio di tanti adulti.
Forse una certa disattenzione di educatori e famiglie, l’abitudine a lasciar correre, il pensare in termini sostanzialmente egoistici e privatistici, finisce per giustificare, agli occhi di molti, compromessi sempre meno degni della dignità della persona: non è un caso che il rispetto di essa sia ormai sistematicamente assente dalla comunicazione televisiva, la quale è in grado di proporre modelli di comportamento “al ribasso” con una forza impareggiabile.
Perché infatti meravigliarsi della diffusa propensione a vendersi, quando uomini vistosamente corrotti, ricattatori condannati dai giudici, prostitute cinematografiche e non, vengono accolti tra mille applausi nei cosiddetti salotti televisivi (non usiamo termini più appropriati, perché qualcuno sarebbe capace di offendersi)? Lo sterminato numero di coloro che una volta si definivano “nani e ballerine” se la passa tanto male, nel nostro paese? E la stessa legge elettorale in vigore per le politiche non è forse un grandioso inno alla raccomandazione, alla nomina dall'alto di candidati, eseguita sulla base di non ben chiarite fedeltà e promesse di sottomissione ai vertici?
È francamente ridicolo che l’esaltazione di comportamenti propri degli animali (per quanto riguarda la soddisfazione di istinti primordiali) e dei servi (per il procacciamento di vantaggi e privilegi a scapito dei “fessi”) sia a volte spacciata per un corollario del pensiero liberale da uomini di modesto comprendonio. In fondo, se “io sono mio”, perché non dovrei fissare un prezzo per quello che sono disposto a concedere? Cosa c’è di male?
In termini rozzamente individualistici, forse niente. Sul piano della vita comune, però, sembra ovvio che chi è incline a vendere se stesso, ancor di più sarà incline a vendere gli altri. È questo il futuro che stiamo preparando?

venerdì 12 agosto 2011

Squali

Ebbene, dopo anni di gestione spensierata è giunto il momento di valutare appieno l'opera di governo di un centrodestra illusionista, oppure no? Meno tasse, promozione dell'impresa, sostegno della famiglia: ecco le balle più clamorose, fra le tante promesse mai realizzate. Si accompagnano a cose meno confessabili, come lo scarso contrasto alla corruzione e all'evasione fiscale, e ancor più al costante rigonfiamento delle spese correnti, con l'obiettivo principale di mantenere consenso e di continuare ad impinguare amici, clienti e cricche varie.
Ora, però, sembra che il limite del baratro sia stato raggiunto e non resti che mettere mano a provvedimenti straordinari. Lacrime e sangue saranno ripartiti in egual misura per tutti? In realtà il sospetto è che operai e ceto medio, la gente comune, resteranno fregati per bene: continuano a dir loro che in sostanza non cambierà nulla, prendendo tempo per studiare il modo di far pagare la massa dei fessi e lasciare intatti i grandi patrimoni e i traffici degli speculatori. Spolpato per bene l'osso della cosa pubblica con cattive gestioni ed infiniti sprechi, strombazzano per bocca di economisti mignon e giornali-megafono la ricetta miracolosa: è indispensabile vendere tutti i beni dello stato. Tutti, senza esclusione: non c'è che dire, è una bella sparata per tempi di crisi.
Suona come un meraviglioso progetto liberista. Forse un atto di ravvedimento, per un governo che in tanti anni non ha saputo liberalizzare nessun settore, e che la concorrenza vera, la competizione ad armi pari l'ha sempre avversata, tutelando allo spasimo le corporazioni e il duopolio televisivo? O non è magari l'occasione propizia per svendere gli ultimi gioielli di famiglia, consegnando un patrimonio pubblico nelle mani dei più furbi, degli intrallazzatori che sanno coltivare le amicizie politiche, delle cordate e degli squali che poi – come avviene nel caso di tanti uffici ministeriali, costretti a versare affitti esorbitanti – fanno pagare a caro prezzo l'utilizzo degli stessi beni alla collettività?
Fissare lo sguardo sulla condizione attuale del paese è difficile, e può essere veramente sgradevole; ma continuare a fidarsi di chi ci dice che realizzerà il miracolo “senza metterci le mani in tasca” e tenta di operare un incanto, sia pur meno spiacevole, proiettando miraggi nelle nostre menti, è solo un inconsapevole suicidio.

venerdì 29 luglio 2011

Attori

Sin dall'epoca della Commedia dell'Arte, l'Italia ha visto cimentarsi nella pratica della recitazione gran quantità di persone. Anche in tempi recenti, produciamo eccellenti attori di teatro, che purtroppo non raccolgono in genere gli stessi riconoscimenti di quelli, solitamente mediocri, che si dedicano al cinema, o alla banalità assoluta delle fiction televisive.
Vi è però un'ultima categoria di attori, che sembra quella meglio sistemata di tutte. Lo possiamo constatare facilmente in quella serie di episodi sempre più farseschi che la politica nazionale ci sottopone, culminata ora nell'istituzione di pseudo-sedi ministeriali nella Villa Reale di Monza. Vi è il fondato sospetto che ci costeranno care senza servire a niente, ma chi saprebbe rinunciare al quadretto di una classe politica che celebra se stessa e la propria capacità di incantare le masse? I salamelecchi della circostanza, e soprattutto la foto di Bossi che sventola una mazzetta di denaro millantando di “portare i soldi al Nord” ci rivelano meglio ancora delle tante contraddittorie dichiarazioni delle pagine politiche, che alla guida del paese si è installata da anni una simpatica compagnia di guitti in grado di recitare meravigliosamente “a soggetto”, secondo l'estro del momento, nonché abilissimi nell'aggirare sistematicamente i nodi irrisolti di un paese in crisi. E nel piazzare intanto i “figli d'arte” su remunerate poltrone nei vari Consigli politici ed amministrativi, restando sempre in sella e raccontandoci che va tutto per il meglio. Le claques che ancora li applaudono, presumono davvero che l'illusione durerà per sempre? O si ricrederanno, una volta che il sipario sarà bruscamente calato?

lunedì 25 luglio 2011

Show volgari alla festa PD di Campiano

http://www.zeroviolenzadonne.it/rassegna/pdfs/1389c426fa20a85c5a599bd300ecc3e1.pdf
Leggiamo anche che secondo il Pd locale ''le polemiche dei giorni scorsi hanno prodotto un'immagine distorta e sbagliata della festa e delle iniziative che contiene'' e ''la moralita' e coerenza con i valori del partito dei volontari non possono essere messi in discussione'' anzi ''dopo 65 anni di storia la festa di Campiano, cosi' come la dignita' dei volontari che la realizzano, sono un patrimonio di cui il Pd e' orgoglioso e che intende salvaguardare''. Da qui il richiamo agli organizzatori, nato dalla ''necessita' di mantenere lo spirito di aggregazione e di partecipazione della comunita' che ha sempre contraddistinto la festa, ed evitare situazioni che producono divisioni, lacerazioni e contrasti''.
In effetti, era proprio difficile pensarci prima... Se queste fossero le capacità di leggere la società e di affermare valori del PD, saremmo a posto! Questo episodio, come la più lieve - ma non indifferente - vicenda del manifesto con le gambe femminili in bella vista, testimoniano che per "esser come la gggggente", spesso si rinuncia a riflettere, facendo prevalere una assoluta superficialità che sconfina nella stupidità politica, prima ancora che umana. La mercificazione del corpo femminile (indipendentemente dal consenso prezzolato dell'interessata) non è stato forse il tratto più caratterizzante della subcultura berlusconiana, in lunghi anni di TV ben prima che nelle ville sarde o tra le mura di Palazzo Grazioli? Ci vuole un master in scienze della comunicazione per capirlo? Il rimedio tentato di fronte alle sacrosante proteste delle donne del PD (uno spogliarello maschile) appare poi come una piena convalida del fatto che la grossolanità era intesa, voluta, difesa.
Che idea della persona, quale progetto di società ne emerge? E ai vertici del partito, costa tanto mostrarsi un poco più incisivi, richiedendo almeno pubbliche scuse di fronte a queste offese alla dignità umana? Temono di essere qualificati come bacchettoni?

lunedì 18 luglio 2011

Corporazioni + privilegi = declino inarrestabile

Se il paese un giorno andrà a fondo, è ovvio, le responsabilità saranno molteplici. Sembra tuttavia che in questi giorni una discreta parte se la siano voluta assumere quei rappresentanti di corporazioni seduti in Parlamento a difendere interessi e rendite di una ristretta parte di Italiani, contro gli altri. Come definire altrimenti l'atteggiamento di quelle decine di avvocati-parlamentari della maggioranza che hanno minacciato di non votare la manovra finanziaria se non si fossero azzerate le liberalizzazioni riguardanti il loro Ordine? E cosa pensare di quella quindicina di sindaci e presidenti di Provincia-parlamentari, che hanno annunciato un'analoga, cieca opposizione pur di non perdere il diritto al cumulo delle cariche e degli emolumenti?
Già, perché a motivare la difesa con fiero cipiglio della categoria cui appartengono questi illustri rappresentanti del popolo (ma, nella sostanza, lo sono davvero?) è soprattutto l'intoccabilità del privilegio di continuare a esercitare la professione o le altre cariche amministrative anche durante il mandato elettivo, in spregio a qualunque conflitto di interessi, cumulando reddito e indennità, e anzi incrementando il volume dei clienti e degli affari grazie alla carica ricoperta, a differenza di quanto avviene ad esempio per professori e magistrati che devono andare in aspettativa. E un avvocato può addirittura legiferare sulla materia delle cause di cui si sta occupando!
Ma perché stupirsi? In un frangente tanto grave come l'attuale, la maggioranza al completo è stata lesta nel caricare gli Italiani dei necessari sacrifici, guardandosi bene però dall'annullare spese che non portano alcun beneficio alla collettività, come i vitalizi degli ex parlamentari, e dall'approvare la tante volte promessa riduzione degli emolumenti di quelli in carica, con il taglio delle auto blu e di altri privilegi. Chissà se, per costoro, siamo davvero tutti sulla stessa barca?

giovedì 14 luglio 2011

CoCoCo35 - Mozione sulle persecuzioni religiose

Voglio premettere che lo spirito che anima la mozione è ampiamente condivisibile. Tutte le persecuzioni dovute a motivi ideologici, religiosi, all'orientamento sessuale o all'esercizio della libertà di coscienza che spetta ad ogni persona vanno condannate senza alcuna riserva, ed è in tale spirito che gli attentati e le persecuzioni anticristiane sono da considerarsi esecrabili. Ed è giusto attivarsi con ogni mezzo per denunciare, sensibilizzare e, possibilmente, modificare questa situazione. Non certo con uno spirito di parte: gli atti di islamofobia o di antisemitismo sono altrettanto esecrabili di quelli compiuti contro le minoranze cristiane in altri paesi. Il riconoscimento delle sofferenze degli uni non deve avvenire al prezzo della negazione di quelle degli altri.
Troppi sono i luoghi in cui si continuano le persecuzioni religiose, nonostante i governi abbiano a suo tempo firmato la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo; in molti casi il rispetto di questi diritti è stabilmente ignorato, o si registrano peggioramenti, come appare dall'ultima edizione della World Watch List, la lista nera dei paesi ove la persecuzione è reale. Vediamo ai primi posti Corea del Nord, Iran, Afghanistan, Arabia Saudita, Somalia, Maldive, Yemen, Iraq, Uzbekistan, Laos, Pakistan, registrando purtroppo peggioramenti assai sensibili in Afghanistan, Pakistan, Nigeria, Marocco.
"In Iraq ormai rimangono solo circa 334.000 cristiani a causa della persecuzione e della generale situazione di violenza e disperazione, meno della metà delle presenze registrate nel 1991. Dalla caduta di Saddam Hussein, la loro condizione si è considerevolmente deteriorata. I cristiani pagano il prezzo dell’atmosfera anti-occidentale che si respira nel paese e sono visti come collaborazionisti dell’Occidente.
In Afghanistan si è intensificata la persecuzione dei cristiani ex mussulmani da parte del governo. I cristiani afghani non vengono accettati nella loro società prevalentemente islamica e la legislazione non è chiara in merito ai loro diritti religiosi, determinando manifestazioni di violenza incontrollata nei loro confronti e la richiesta della condanna a morte di questi apostati dall’Islam.
In Pakistan le leggi anti-blasfemia vengono di continuo applicate ingiustamente a danno dei cristiani, principalmente per redimere questioni personali. L’arresto della cristiana pakistana Asia Noreen (Bibi) nel 2009 e la sua successiva condanna all’impiccagione per blasfemia in novembre hanno attirato l’attenzione dell’opinione pubblica internazionale, ma è solo uno dei tanti casi. La gravità della situazione è testimoniata dalla recente uccsione di Shahbaz Bhatti, Ministro per le minoranze religiose del Pakistan, cattolico, preceduta da quella del governatore del Punjab, Salmaan Taseer, colpevole di aver messo in discussione la legislazione vigente, che ho anche ricordato a Marzo in questa sala.
Anche nella Nigeria del Nord la condizione dei cristiani è notevolmente peggiorata in quest'ultimo anno. Le violenze hanno portato alla morte di circa 2.000 persone, alla fuga di altri 4.000, alla distruzione di migliaia di abitazioni di cristiani. Sono state distrutte varie chiese, incarcerato un certo numero di cristiani e rapiti almeno 100 bambini, sequestrati a quanto sembra affinché siano poi educati come musulmani".
Sempre consultando la World Watch List, emerge con tutta evidenza che la matrice persecutoria è variegata, a seconda delle aree geografiche, con un integralismo non solo islamico, ma anche indù e persino buddista, oltre alla tradizionale cecità antireligiosa dell'ateismo comunista, nei paesi in cui questa ideologia è rimasta a paravento di dittature schiavistiche e di oligarchie, che a tutto mirano fuorché all'eguaglianza tra gli uomini.
In molti paesi peraltro comincia a destarsi la coscienza che le cose non possono più restare così come sono, così come si è anche coscienti che di fatto l’Islam è la prima vittima dell’integralismo islamista.
Saremmo dunque stolti a connotare la difesa dei diritti contrapponendoci ad altre tradizioni culturali e religiose, tentazione alla quale le posizioni neoconservatrici non sono sempre state aliene, nei casi peggiori proponendo un ipotetico diritto ad essere intolleranti a casa nostra finché in tutti i paesi di altra matrice non cessi l'intolleranza anticristiana. Negli USA sono emerse addirittura posizioni dementi di fanatici che si dilettano a bruciare corani o ad esaltare all'odio religioso e allo “scontro di civiltà”. Vanno condannati senza appello, per evitare degenerazioni sempre in agguato.
Dobbiamo invece invocare con forza le conquiste della laicità rettamente intesa, aperta e intelligente, che serve a proteggere noi da ogni involuzione, e ad offrire ai paesi in corso di modernizzazione una solida prospettiva democratica. Per fare un solo esempio, si potrebbe chiedere alla Turchia, che aspira a diventare un ponte con l’Europa, di cancellare la voce “religione” dalla carta di identità, ove oggi ha una potenziale funzione discriminatoria. Se sapranno trovare la necssaria coesione, la comunità internazionale, l’Unione Europea, l’Unesco, e gli altri organismi sovranazionali potranno contribuire a far cambiare le cose e le mentalità anche con pressioni economiche e interventi sull’educazione, così da fermare l’esodo e salvaguardare la sopravvivenza delle comunità cristiane locali. In questo contesto, anche una voce modesta come quella del nostro Consiglio Comunale può portare il proprio contributo.
Difendere i cristiani oggi vuol dire perciò difendere la libertà religiosa di tutte le altre comunità religiose perseguitate e i diritti umani in genere. Ricordo en passant che è in attesa di essere qui discussa una mia mozione per la concessione della cittadinanza onoraria al dissidente cinese e premio Nobel, Liu Xiaobo, che tra parentesi è lui pure cristiano. Detenuto dalla fine del 2008, Liu Xiaobo è stato condannato il 25 dicembre 2009 a undici anni di prigione e a due anni di privazione di diritti politici per "aver incitato alla sovversione contro lo Stato", nonostante il suo impegno sia sempre stato caratterizzato da un atteggiamento rigorosamente propositivo, non violento ed orientato al bene del suo paese, e si trova attualmente rinchiuso nella prigione di Jinzhou, provincia del Liaoning. Spero si possa arrivare presto anche ad una nostra decisione in tal senso.

lunedì 4 luglio 2011

CoCoCo34 - Sui cumuli di cariche dei consiglieri

La presenza dei consiglieri comunali nei vari CdA è questione di rilevanza giuridica, indubbiamente, ma è anche e soprattutto una questione di metodo: se si fosse convinti della bontà di questa procedura, la si dovrebbe istituzionalizzare, magari sostenendo che il Comune debba avervi un suo rappresentante diretto sempre o quasi sotto forma di consigliere: il che appare sommamente discutibile anche alla luce di quanto appena precisato da parte del vice Segretario generale. Argomentazioni solide in proposito non si riescono a vedere; non sembra un caso che alcuni degli interventi infastiditi della maggioranza altro non ripetano in sostanza che “è così perché così deve essere”, ossia “decidiamo noi a prescindere”.
Non si è realizzato un chiarimento introducendo nuove disposizioni all'interno dello Statuto consiliare, per cui mancano ulteriori riferimenti; ma è soprattutto è una questione di sensibilità politica, riassumibile in una domanda. Il mandato di consigliere comunale non è già sufficientemente impegnativo per non cumularsi con altri incarichi?
Non si tratta certo di questioni che abbiano a che fare con la simpatia o antipatia, né di un giudizio sulle capacità di coloro che occupano questi posti, ma di una riflessioni in termini di opportunità e sul significato generale dell'attività pilitca e sulle prerogative di chi la esercita. Il vostro atteggiamento è un chiaro segno della prassi debordante della politica, che tende a favorire l'“allineamento”, l'appartenenza alla scuderia, la spartizione correntizia dei posti, piccoli e grandi. A livelli superiori si moltiplicano gli esempi nefasti, su su per li rami, riproducendo spartizioni e lottizzazioni di cui evidentemente il malgoverno italiano non riesce proprio a fare a meno (e certo, sono sempre meno preoccupanti di quei settori grigi che periodicamente vengono ad essere scoperti dalla magistratura, su settori di faccendieri che condizionano le nomine e gli appalti grazie proprio alle connivenze politiche), ma è una magra consolazione.
Vogliamo una buona volta cambiare? È semplice: le nomine devono avere come criterio esclusivo la competenza e la non sovrapposizione degli incarichi a destra come a sinistra. I cumuli di poltrone sono simbolicamente significativi di una autoreferenzialità e in fondo di una carenza della politica, che non sa attingere ad ulteriori risorse della società civile.
Proprio per questo lo spirito di servizio rischia di non essere visibile anche quando fosse presente, soffocato dalla sensazione strabordante che la casta voglia occupare tutti gli interstizi, escludendo chi non è inserito o sottomesso. Si tratta di un segnale preoccupante e certamente avverso alla sensibilità generale.
Se foste accorti, leggendo il recente voto di Milano potreste trarre una grande lezione, ma sono certo che non riuscirete a farlo. I cittadini riescono a leggere, alla fine, la qualità di un'amministrazione. Qui, nonostante la promessa dell’Expo (non a caso caratterizzata dal poltronismo e dall'arroganza più sfacciati) gli elettori di centrodestra non si sono più identificati in questo sistema chiuso. Governare una città non è possibile senza la capacità di “governare consapevolmente” la dimensione simbolica delle azioni e degli accadimenti, la loro capacità di creare senso. Emerge in pieno l'errore di chi governare con logiche chiuse, che non si fanno carico di rappresentare il sentire diffuso.
E questo caso, se permettete, ne è l'ennesima, triste manifestazione, di cui dovete assumervi la responsabilità di fronte alla cittadinanza.

CoCoCo33 - Speculazione e gestione del territorio

Non intendo entrare nel merito delle tante critiche rivolte da varie associazioni di categoria nei confronti dell'amministrazione comunale, in gran parte condivisibili anche se non sempre attente nel distinguere le responsabilità delle parti in causa. Mi hanno però colpito alcune affermazioni recenti del presidente dei costruttori edili, che mi offrono lo spunto per uno di quegli interventi autorevolmente qualificati come “inutili” in questa sede preliminare, e che tuttavia qualcuno si ostina a considerare propri dell'attività politica, la quale – se non sa tracciare direzioni ed obiettivi – finisce poi per impantanarsi nelle risultanze del caos, dei pasticci a ripetizione e del malgoverno tanto accoratamente denunciato. Quel malgoverno che punta disarmonicamente a monetizzare e basta, quello che ci rovescia addosso la valanga di piani attuativi dei prossimi mesi, e che sembrerebbe, dalle anticipazioni, trovare piena espressione anche nel futuro PGT che non so, sinceramente, quanto intenda “governare” sul serio il territorio.
Il presidente ANCE fotografa correttamente una situazione di crisi, rafforzata dall'eccesso di costruzioni negli anni definiti “dell'euforia” e ora sanzionata dalle massicce percentuali di invenduto, se la prende a ragione con il “cattivo cemento”, a suo dire consentito dagli errori nel concedere i permessi delle amministrazioni pubbliche accompagnato da progettazioni talora di cattiva qualità: “noi costruiamo come ci dice il progettista e quanto ci permette la politica”, quasi che nessuna responsabilità competa ai costruttori per eventuali scempi. Purtroppo qui il ragionamento ha una terribile caduta, perché di questo passo dovremmo ritenere valide anche le giustificazioni a suo tempo fornite dagli imputati al Processo di Norimberga: “non abbiamo fatto altro che obbedire agli ordini”.
Vorrei però riscattare il nucleo condivisibile dell'argomentazione ora esposta: il ruolo della politica, nel concedere più o meno spensieratamente – o interessatamente? – permessi anche là dove non se se sente la necessità, oppure andando ad appesantire situazioni urbanistiche già al limite dell'ingestibilità, è stato fondamentale e va radicalmente ripensato. I piani attuativi bloccati, forse, lo saranno anche per l'inerzia dell'amministrazione: ma la soluzione non può e non deve essere quella di autorizzazioni sconsiderate con la debolissima scusa di “far ripartire l'economia”. Dalla palese contraddizione che ho evidenziato discende piuttosto una conseguenza che invito il Consiglio a far propria in maniera rigorosa, quella 1) di vigilare affinché quanto viene concesso risponda ai criteri dell'esclusivo interesse della città e di una preservazione del territorio là dove ancora non è stato invaso dal cemento, anche contro amicizie e pressioni di vario genere, nonché 2) del carico abitativo che si tende con noncuranza a rovesciare sui quartieri nell'assenza pressoché totale di interventi infrastrutturali, in primo luogo quelli riguardanti la viabilità.
È senz'altro vero che la politica deve operare per non farsi “scappare risorse e opportunità, mentre altre città costruiscono campus universitari e infrastrutture” (vedi il caso di Lecco), ma è proprio per questo che la speculazione dev'essere considerata come un avversario comune, concentrando sforzi e risorse su obiettivi condivisi.

sabato 2 luglio 2011

Lamentarsi o agire?

Sono sempre più frequenti le lettere e i discorsi che testimoniano la profonda insoddisfazione dei cittadini per l'amministrazione comasca, le cui cause sono sotto gli occhi di tutti. Non di rado, la conclusione si riassume in una previsione comprensibile, ma inquietante: la prossima volta, queste persone non si recheranno a votare.
In democrazia, un tale atteggiamento è certamente rispettabile. Ma è anche razionale? Se voglio dare una lezione a chi ha governato male, non posso farlo semplicemente disertando le urne: infatti, questo non gli impedirebbe affatto di essere rieletto e di continuare come prima. I mugugni, da soli, non gli saranno graditi, ma non producono alcuna conseguenza pratica sul suo operato.
Perché allora si dovrebbe rinunciare a priori a sperimentare un'alternativa? È ovvio che non ci siano garanzie totali di un buongoverno futuro semplicemente cambiando gli uomini, ma forse qualcuna in più rispetto a chi ha profondamente deluso. Come posso essere assolutamente sicuro che in città non vi siano altre energie, altre competenze, altri programmi, capaci magari di lavorare per un suo rilancio? Forse credendo ancora alla propaganda interessata di coloro che ho visto portare la città al degrado? Concedendo loro la possibilità di essere riconfermati al potere dai loro clienti e dalle loro “truppe cammellate”, anche se non più da me? Sarebbe proprio un bel modo di punirli per l'incapacità di cui hanno fatto mostra!

lunedì 20 giugno 2011

CoCoCo32 - Interpellanza sul trasferimento del laboratorio chimico dell’ARPA

I sottoscritti consiglieri
- premesso che
1. il laboratorio chimico dell’ARPA - Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente della Lombardia, sito in via Cadorna 8, svolge da decenni controlli e analisi su acque potabili, scarichi, acque di fiume e di lago, terreni contaminati, tracce di stupefacenti, qualità dell'aria, offrendo agli enti pubblici un servizio efficiente e tecnicamente qualificato nonostante una parziale carenza di mezzi;
2. la direzione dell’Arpa ha manifestato l'intenzione di concentrare tutta l’attività laboratoristica in due sole sedi, una nel milanese e una a Brescia, prevedendo di dismettere i laboratori attuali e trasferire il personale nell'arco di trenta mesi;
3. un simile provvedimento rischia di avere conseguenze negative sul territorio comasco: infatti il personale del laboratorio di Como, dotato di esperienza pluridecennale, è prevalentemente femminile e non più giovane per il sistematico blocco del turnover, e pertanto incontrerebbe gravi difficoltà a trasferirsi in una diversa sede a 40 chilometri di distanza; si rischia pertanto di disperdere professionalità specialistiche già acquisite, di dover assumere altro personale per le nuove sedi, e soprattutto di interrompere i legami e gli scambi di utili informazioni tra operatori di laboratorio e addetti alle attività di controllo, nonché di spendere ingenti risorse per il trasporto refrigerato su strada di tutti i campioni dall’intero territorio provinciale alla nuova sede,
- ritenuto che la sede del laboratorio Arpa di Como non debba essere soppressa ma adeguata ed eventualmente potenziata, anche come riferimento sovra-provinciale,
- chiedono di conoscere quali misure intenda adottare l'Amministrazione Comunale al fine di scongiurare il predetto allontanamento e tutelare i livelli di servizio fino ad oggi garantiti alla collettività.

giovedì 16 giugno 2011

CoCoCo31 - Tutti in coda!

Preliminarmente, apprendo della richiesta di istituire in Comune un ufficio per i diritti degli animali con finanziamento regionale, e mi associo con convinzione, pregando il sindaco di legare il suo nome ad un provvedimento utile.
Quanto al tema principale del mio intervento: 1) La giornata di sabato scorso ha evidenziato ancora una volta come basti un acquazzone di particolare intensità per mandare in tilt il traffico in varie zone della città. In particolare, grazie al famigerato tratto subacqueo dello svincolo di Lazzago, a metà pomeriggio la fila si estendeva per chilometri quasi fino a San Fermo, come ho avuto modo di constatare personalmente. Varie repliche a inizio settimana, ad esempio lunedì pomeriggio.
2) L'evento è almeno servito a rendere ancora più chiaro che il divieto di transitare in discesa per via Risorgimento, dove con una decisione incomprensibile ai più avete voluto realizzare la più inutile delle corsie preferenziali per autobus, è un'autentica assurdità di cui i residenti si stanno ancora lamentando. Se il tratto fosse stato percorribile, in questa occasione di caos il traffico in direzione Como avrebbe avuto una via di sfogo, attenuandosi. E invece no.
3) Ringrazio il sindaco, poiché un mese fa ho presentato un'interrogazione relativa al ritardo dei lavori sul ponte per il km della conoscenza a Villa Olmo, e l'altro ieri mi è arrivata via mail la risposta, peraltro anticipata di qualche giorno attraverso i giornali.
Grazie quindi anche per la pronta comunicazione alla stampa, che è lo stesso canale attraverso il quale possiamo cominciare ad apprendere qualcosa sul PGT in largo anticipo rispetto alle sedi istituzionali. Forse sarà il caso di non presentarci più in Consiglio, ma di recarci direttamente in edicola?
4) E infine: proprio dai primi lacerti del Documento di piano del PGT veniamo a sapere che la città è chiaramente destinata ad espandersi. Vai coi piani attuativi! Sono cioè garantite tante nuove costruzioni – forse destinate ad essere abitate in futuro, certamente utili a rassicurare le lobbies oggi. Sembra chiaro, tra l'altro, che non si pensi affatto ad una riqualificazione a verde o a servizi di tante delle aree produttive dismesse, per migliorare significativamente la qualità della vita di quartieri già sottoposti a forte tensione abitativa.
Inoltre da tanta spensierata progettualità non sembra emergere un piano adatto a proporzionare la crescita prevista alla fluidità di una circolazione che è già al collasso. O meglio, le misure proposte sembrano prefigurare il consueto libro dei sogni, ossia provvedimenti costosissimi e tecnicamente impegnativi, localizzando oltretutto ulteriori nuovi parcheggi in pieno centro, destinati ovviamente ad attirare traffico, anziché allontanarlo. In ogni caso, più residenti, più auto, più traffico. Non è certamente con la ripetizione di schemi obsoleti, né tanto meno con le capacità da voi mostrate in questi anni che la città può sperare di risollevarsi. È veramente un peccato dover sprecare un anno prima di vedervi abbandonare il campo per sperare nell'avvio di una diversa idea di città. Nel frattempo... stiamo in coda.

sabato 11 giugno 2011

Miracolo (ministeriale) a Milano

Finalmente i nostri problemi cominciano a risolversi. Era ora che l'alta politica partorisse una geniale soluzione a tutte le inefficienze italiane, semplice oltretutto: basta portare due ministeri a Milano, lontano da "Roma ladrona". Si realizzerà un evidente aumento della produttività, un'evidente gratificazione dell'orgoglio padano, e soprattutto un evidente risparmio dei costi. Dite che non è vero?
Ma l'impulso all'economia è garantito: infatti ogni sede pubblica richiede adeguata dignità, quindi posti di lavoro nell'edilizia per creare tanti nuovi palazzi governativi. A meno che, sull'esempio romano, non si preferisca prenderli in affitto a prezzi esorbitanti, beneficando imprenditori senz'altro meritevoli agli occhi di chi decide. Comunque, il denaro gira...
E si vuol negare la possibilità di distribuire nuovi posti di lavoro sui luoghi raggiunti da questa nuova manna? Dato che una parte dei dipendenti romani si accomoderebbe in qualche altro ufficio della Capitale, le strutture milanesi per funzionare dovranno operare indispensabili assunzioni. Il tutto, ne siamo sicuri, senza aggravi per i contribuenti. A chiacchiere: esattamente come è avvenuto negli scorsi decenni con la proliferazione di tante nuove province, che si vede bene quanto abbiano migliorato l'efficienza amministrativa. E infatti da decenni i governi promettono solennemente di abolirle, ovviamente guardandosi bene dal farlo per non provocare la rivolta di tanti professionisti della politica che non saprebbero altrimenti come impiegare il tempo.
A Como, possiamo verificare questa particolare modalità di gestione della cosa pubblica guardando il "Pirellino", il palazzo che la Regione Lombardia ci ha generosamente regalato (coi nostri soldi). Le attività fervono, gli uffici sono gremiti, ogni problema dei cittadini viene tempestivamente risolto presentandosi agli sportelli. Non è assolutamente un mero ufficio di rappresentanza e di distribuzione di prospetti, paragonabile a quello che la stessa regione ha aperto a Bruxelles.
Ma a noi comaschi è altrettanto indispensabile. Dite che non è vero?

martedì 31 maggio 2011

L'alternanza come arma

Sembra dunque che dovremo “pregare il buon Dio” perché ci protegga dalle catastrofi che, a dire di qualcuno, i risultati delle urne produrranno. Che paura! Ma in realtà, questo voto non è stato l’espressione di una delusione diffusa? Da parte sia di strati popolari, sia borghesi, che evidentemente si sono stufati di sentir promettere cambiamenti miracolosi, trovandosi poi di fronte a mere enunciazioni, a rinvii e a manovre ossessive per tutelare interessi particolarissimi, anche e soprattutto processuali, che con il bene del Paese avevano poco a che fare?
Non si è avuta l’impressione che la riconferma fosse stata chiesta, da alcune parti, soprattutto per continuare a spartirsi poltrone e affari, per tutelare interessi non sempre trasparenti? Per gestire tutto come prima, infischiandosene dei numerosi errori, anche se (a parole) tardivamente riconosciuti?
In fondo, la sostanza della democrazia è tutta qui: se mi hai deluso, se non hai mantenuto gli impegni, ti rimando a casa. Da cittadino, non posso pretendere l’assoluta perfezione degli amministratori, ma un minimo di onestà e di qualità sì. E ho un’arma, quella dell’alternanza di governo, che è la forma meno inefficace di controllo e insieme, per un politico, il migliore stimolo a cambiare registro, in meglio qualora ne sia capace.
Un’arma pacifica che i cittadini dovrebbero sempre preferire all’acquiescenza, al sonno, all’indifferenza, alle morte ideologie, valutando i candidati più che le alleanze. Nel loro esclusivo interesse.

lunedì 30 maggio 2011

CoCoCo30 - Intervento sulla Relazione della commissione sulla Ca' d'Industria

Ho trovato personalmente condivisibile la relazione della commissione, frutto di un impegno tangibile, lavoro ampio e documentato che perciò condivido. Come condivido la censura all'operato del consiglio d'amministrazione che data all'aprile 2010 - di cui da tempo abbiamo chiesto la rimozione senza tentennamenti (e quindi è inutile farne una polemica politica del tutto sterile).
Venendo in particolare ad un punto specifico, in riferimento anche al punto 6 della relazione, posso circostanziare ulteriormente la descrizione fornita sui punti critici segnalati dagli ospiti e dai familiari delle strutture grazie alla testimonianza diretta di cittadini interessati a riguardo della sede delle “Camelie”.
Si tratta di episodi riferiti direttamente da parenti che visitano ed assistono i loro cari, soprattutto su problemi del servizio di alimentazione destinato alle persone non autosufficienti e su specifici fatti recenti, riferiti alle ultime settimane:
- per una decina di giorni, sino a questo fine settimana, non sono più stati disponibili prodotti omogeneizzati (un problema paragonabile a quello di un reparto neonatale privo di latte in polvere), e questi sono stati portati da casa dai parenti dei ricoverati;
- in certi giorni le porzioni appaiono assolutamente inadeguate (ad esempio, lunedì 23 maggio);
da due anni, alla sera, il secondo piatto è costituito da prosciutto cotto frullato – possibile che non si riesca a variare?
- di recente la platessa compare con impressionante continuità, in pratica un giorno sì e l'altro no;
- si evidenzia un'assistenza al pasto per le persone costrette a letto caratterizzata da presenza scarsa di operatori e conseguentemente da tempi lunghi, così da costringere a consumare pasti anche freddi, pur con lodevoli eccezioni dipendenti da una maggiore sensibilità di alcuni operatori;
- nel giardinetto, le piastre della pavimentazione sono sconnesse e procurano a chi transita in sedia a rotelle scossoni fastidiosi, ma anche dolorosi per talune patologie
Con ciò non si vuole assolutamente denigrare la struttura, o l'impegno di tanti operatori, quanto segnalare l'evidente permanenza di spazi di miglioramento; si tratta indubbiamente di problemi organizzativi, piccoli o meno, che naturalmente si possono ritrovare anche in altre strutture.
Tuttavia è il confronto con gli oneri che fa di queste, ed altre, carenze organizzative un problema di oggettiva rilevanza:
- con questo onere di spesa, cui si aggiunge oltretutto un significativo aumento delle rette in questi anni, come possono essere i pasti – anche solo in modo occasionale - così evidentemente carenti?
- si pagano oltre un centinaio di pasti in più di quelli che effettivamente si consumano e poi le razioni sono non di rado giudicate insufficienti dagli ospiti?
- è in questo modo che si accumula un probabile buco di bilancio per circa 700.000 euro, di cui hanno parlato gli organi di stampa?
- perché i turni di lavoro non presentano per alcune mansioni un numero adeguato di lavoratori, dato che questo finisce per influire sulla qualità del servizio?
- e le domande rimaste del tutto senza risposta – che si trovano a pag. 41 della relazione?
1. La ditta FMS aggiudicatrice dell’appalto, aveva mai fatto prima dell’aggiudicazione ristorazione o catering?
2. Le referenze e le qualità prospettate nell’offerta tecnica da FMS, sono direttamente possedute da FMS o da altra società?
3. In merito al gruppo FMS - Serist, è stata verificata in sede di commissione di gara l’effettiva esistenza del “gruppo”?
4. Dato che FMS per i due terzi risulta di intestazione fiduciaria, la Fondazione ha mai chiesto di conoscere la identità dei titolari di queste quote?
5. Nel contratto d’appalto è previsto un prezzo minimo garantito per quanto riguarda il numero delle giornate alimentari: cosa avviene se le giornate sono inferiori? Ovvero, se i pasti consumati sono superiori?
6. Tenuto conto che la durata dell’appalto è decennale, risponde a verità il fatto che sia riconosciuta a FMS la possibilità di poter recedere liberamente, sulla base di una semplice comunicazione, prima della scadenza? La stessa facoltà è stata riconosciuta anche a Cà d’Industria?
Chiedo quindi con urgenza che il presidente di Ca' d'Industria si presenti all'intero consiglio comunale per rendere ragione sia dei tanti punti inevasi, sia della voragine di bilancio che si è determinata. Oppure, se non lo ritiene opportuno, ha un'alternativa: con un briciolo di residua coerenza, di fronte a questi risultati di gestione, può dimettersi.

CoCoCo29 - Comportamenti in aula e vandalismo sulla targa dedicata a Falcone

“Senza un giornale non si tiene unita una comunità”: sono parole di un grande scrittore, avvocato e giornalista, e insieme del più grande politico che il XX secolo abbia conosciuto, il Mahatma Gandhi. Ci ricordano insieme l'importanza e la delicatezza di una professione indispensabile allo sviluppo della collettività, naturalmente in proporzione alla coerenza deontologica che vi si esercita: non è un caso, che la censura sull'informazione sia ritenuta incompatibile con gli ordinamenti democratici in tutti i paesi avanzati.
Tanti, ormai troppi episodi di intolleranza si sono verificati di recente nell'aula del Consiglio Comunale, sia tra i consiglieri, sia nei confronti della stampa. Non si può più rinviare una seria riflessione sui comportamenti che ciascuno assume, ricordando che il rispetto delle persone e delle istituzioni non può mai venire meno per effetto del dissenso sulle posizioni di merito e sui giudizi politici. Questa non è una componente accessoria dell'impegno che ci siamo assunti con il nostro mandato rappresentativo, ma un obbligo morale fondamentale. Offendere la dignità delle persone – quali che siano i motivi – comporta inevitabilmente un'offesa dell'istituzione, ed altresì una diminuzione della nostra stessa dignità, che va stigmatizzata ora, di fronte a una serie di fatti incresciosi, e che va evitata in futuro con il massimo impegno.
Fermiamoci, finché siamo in tempo. Tratteniamo le intemperanze e le manifestazioni plateali di insofferenza, consapevoli che questo dovrebbe essere il luogo in cui dare il meglio, e non il peggio di noi stessi. Cerchiamo magari minore visibilità, per concentrarci sull'essenziale: il molto lavoro da fare per evitare il declino della città. Non dico, purtroppo, per rilanciarla, poiché è evidente che non potrà essere questa amministrazione a farlo.
E a proposito del ferimento della dignità umana, il grave episodio avvenuto con lo sfregio della targa dedicata a Giovanni Falcone posta nei giardini a lago, lo scorso 23 maggio, ritengo meriti una presa di posizione ufficiale anche da parte del Consiglio Comunale, dopo quella di tante altre autorità che sono tempestivamente intervenute. Chiedo che possiamo esprimere il profondo dolore per l'accaduto, e insieme la totale condanna dell'episodio ignobile, con questo mio intervento o anche in altre forme, se Lei presidente lo ritenesse opportuno, in modo tale da ricordare, assieme a quello di Giovanni Falcone, anche il sacrificio di tanti magistrati che hanno dato la vita per difendere lo stato dall'aggressione della criminalità.

giovedì 19 maggio 2011

CoCoCo28 - “Io speriamo che me la cavo”

Intendo formulare una breve riflessione sul fatto che nella discussione del bilancio non sia stato approvato neppure un ordine del giorno fra quelli proposti in tema di finalizzazione dei proventi dell'edilizia residenziale comunale alla manutenzione degli edifici stessi. Sono stati respinti senza che sia stata avanzata neppure una ragione, un'obiezione, un'alternativa programmatica, in modo da rendere comprensibile l'atteggiamento di questa – sia pur ridottissima – maggioranza.
Evidentemente la linea è già stabilita a priori: sono arrivati i tagli, perciò proviamo a cavarcela vendendo i beni di famiglia piano piano. “Io speriamo che me la cavo”, appunto. Quanto a quelli che seguiranno, non stiamo a preoccuparcene, si arrangeranno come potranno.
Non si tratta in questo caso di una politica liberale di dismissioni mirate, quanto del sintomo di un atteggiamento incapace di guardare al futuro, e perciò miope, ma anche che non fa nulla per togliersi di dosso le perplessità che inevitabilmente genera.
Miope: perché ciò che viene alienato, evidentemente, non tornerà indietro. È chiaro dove condurrebbe una politica del genere, se portata alle estreme conseguenze. Con quale coscienza la si persegue?
Non si pone in essere un'etica della convinzione, evidentemente. Se ci si basasse su ragioni ideali, di principio, non si potrebbe evitare di destinare i proventi di un'attività a forte componente sociale, com'è quella dell'edilizia gestita dal Comune, reinvestendoli nella manutenzione e in una migliore qualificazione del patrimonio stesso.
Né, tanto meno, si segue un'etica della responsabilità, in quanto non ci si preoccupa affatto di quanto lasciamo ai cittadini della Como di domani, o, più semplicemente, alla prossima amministrazione. E quando non ce ne sarà più, come si potrà andare avanti? E le conseguenze sulla possibilità per chi ha pochi mezzi di abitare decorosamente?
Ma si alimenta purtroppo anche una sgradevole sensazione, insistendo sulle alienazioni con la motivazione di finanziare una manutenzione le cui risorse potrebbero essere integralmente fornite dagli affitti attuali. Tanta insistenza sulle cessioni può far sorgere il dubbio che esse siano, in sé, un obiettivo. Cui prodest? A favore di chi tanta determinazione? Materia, forse, per un'inchiesta di giornalismo investigativo: dove vanno a finire alcune parti del patrimonio immobiliare già ceduto e da cedere?

martedì 17 maggio 2011

CoCoCo27 - OdG Destinazione canoni patrimonio comunale abitativo

Il seguente Ordine del Giorno è stato respinto con 18 voti favorevoli, 19 contrari. Peccato, un'occasione perduta...

Oggetto: Destinazione canoni patrimonio comunale abitativo

IL CONSIGLIO COMUNALE
Premesso
- che il Comune di Como possiede 792 alloggi, di cui 755 rientranti nell'Edilizia Residenziale Pubblica (ERP) e 37 extra-ERP;
- che il ruolo principale di riscossione abitazioni, box e posti auto per l'anno 2010, al lordo delle morosità recentemente calcolate in euro 209.369, risulta pari ad euro 1.115.814;
- che nel contempo la manutenzione ordinaria del patrimonio abitativo ha comportato impegni, negli anni dal 2007 al 2010, da un minimo di euro 81.787 (2007) a un massimo di euro 188.105 (2009), e che la manutenzione straordinaria nello stesso periodo è ammontata a euro 993.900, pari ad una media inferiore a euro 250.000 annui;

Considerato
- che il reperimento di risorse da utilizzare per ristrutturazioni e manutenzione è stato invocato dalla Giunta a ragione fondamentale e necessaria per l'alienazione di una quota del patrimonio abitativo comunale;
- che le cifre riportate in premessa evidenziano invece che i canoni introitati sarebbero stati ampiamente sufficienti alla copertura di spese nella misura sinora realizzata;
- che le previsioni in ordine alle necessità impellenti di manutenzione e recupero inducono a reperire risorse in misura maggiore rispetto al recente passato, onde evitare situazioni di degrado;
- che appare incongruo destinare i canoni di unità abitative che hanno in massima parte una destinazione d'uso sociale ad impieghi di natura differente;

IMPEGNA
Il Sindaco e la Giunta della Comune a destinare alle attività di ristrutturazioni e manutenzione del patrimonio immobiliare in oggetto una quota non inferiore all'80% di quanto viene annualmente introitato con la riscossione dei canoni in oggetto.

I consiglieri
Andrea Luppi e altri

lunedì 16 maggio 2011

CoCoCo26 - Sprechi "indecenti e vergognosi"

Prendo la parola anzitutto per ricordare che le affissioni abusive della lega sui tabelloni per i Referendum in località Prestino, da me segnalate lo scorso Consiglio, sono ancora al loro posto. Con l’occasione chiedo se il Comune abbia intenzione di conteggiare a tempo il costo di questa pubblicità illegale, e farla pagare ai diretti interessati.
Infatti potremmo così recuperare i soldi necessari al pagamento delle possibili spese di ospitalità in albergo a Camerlata di una trentina di migranti in arrivo a Como nei prossimi giorni, contro la quale pare sia insorto il presidente leghista della Circoscrizione, dichiarando che «l’ipotesi dell’albergo a tre stelle è indecente e vergognosa».
Non sono d’accordo, e lo dico a nome di quella parte numerosa della cittadinanza che non si rassegna a rappresentare la nostra città come il luogo della grettezza, del rifiuto dell’accoglienza e della solidarietà in situazioni di emergenza. Sappiatelo, non tutti a Como siamo così! Non tutte le parti politiche speculano sulle paure, alimentandole a bella posta, creando allarmismi risibili di fronte a meri problemi logistici. Non tutti sono irresponsabili al punto da presentarli come invasioni, la cui soluzione si cerca di rinviare il più a lungo possibile, per ottenere la massima risonanza facendo cagnara, mobilitazioni e raccolte di firme sul nulla, mentre i veri problemi del territorio sono ignorati o affrontati malamente.
A proposito di soldi da non sprecare in modo, questo sì, indecente e vergognoso, viene infine da chiedersi: dov’erano i parlamentari leghisti quando si votò quella legge truffaldina, nota sotto il nome di ex-Cirielli che ha dato un taglio netto ai tempi di prescrizione? A votare con il PdL, obbedienti ed ossequienti, come con le altre 36 leggi escogitate per salvare il premier dai processi.
Ora ne paghiamo le conseguenze, dato che il processo iniziato oggi a Milano a carico di una banda di importatori illegali di prodotti hi-tech, che operava sul territorio comasco, non ha potuto che prendere atto della prescrizione di praticamente tutti i reati contestati, caduta per giunta da pochi giorni.
Non ci fosse stata questa norma insensata e votata da lacchè senza dignità, forse l'erario oggi potrebbe ancora sperare di incassare i 25 milioni di euro evasi. Ma al paese i soldi non servono, dato che possiamo permetterci di gettare nel tombino 300 milioni di euro per evitare di accorpare i referendum alle amministrative in una sola giornata. E poi siamo qui a lesinare le risorse agli enti locali! A invocare il patto di stabilità e il rigore nella finanza pubblica!
Ai ciarlatani che ci governano, a tutti i livelli, resta allora una sola domanda: quando la finirete di prenderci in giro?

giovedì 12 maggio 2011

Volgarità

Saranno anche intemperanze da campagna elettorale, ma un giorno si sente un leader (mi scuso per il vocabolo non padano) bofonchiare un insulto irriferibile nei confronti di un altro con il quale era al governo fino a poco fa, il giorno dopo un tizio da un palco che, mentre ingiuria altri organi dello Stato, accusa addirittura gli avversari politici... di non lavarsi! E sorride, come se dicesse qualcosa di sensato, che riguarda la conduzione del Paese.
Che cosa è diventata la politica? Nelle mani di chi l'abbiamo messa? E della pulizia interiore, questi signori si sono mai preoccupati?

mercoledì 11 maggio 2011

CoCoCo25 - Affissioni abusive (questa volta) a Prestino

Transitando a Prestino sulla via per San Fermo, è ormai possibile vedere installati i tabelloni per la pubblicità elettorale. Ma per quali elezioni? Mi sono chiesto di primo acchito. Poi mi sono rimproverato, considerando che i Referendum di Giugno sono stati ampiamente illustrati, pubblicizzati, spiegati alla popolazione da un governo provvidente, educatore, sollecito che l'esercizio dei diritti e doveri democratici avvenga nella massima informazione.
Comunque non è della campagna referendaria che intendo parlare, bensì del fatto che quei tabelloni cui accennavo, appena posti, erano comprensibilmente intonsi, tranne che per una primizia: l'ennesima affissione selvaggia e contro la legge, di cui ho raccolto le prove fotografiche sul mio cellulare.
Si tratta di quattro manifesti a sfondo giallo con la scritta “Vota Lega Nord - Bossi” posti a sandwich tra altri due riportanti una scritta “stop immigrati”. Tutti comprendiamo facilmente l'assoluta incongruità di queste comunicazioni, pur chiare, immediate, dirette ed inneggianti a buoni sentimenti. E soprattutto la loro totale illegalità. Dichiarassero pur anche “ama il prossimo tuo come te stesso”, nondimeno sarebbero manifesti apposti illegittimamente.
Per questo rivolgo un appello al Sindaco e all'assessorato competente, perché provvedano immediatamente a decretarne la rimozione e a comminare le relative sanzioni. Consapevole peraltro che i partiti, oltre a praticare disinvoltamente l'illegalità in proposito, si sono poi sempre inventati opportuni condoni ad hoc, per sgravare le proprie casse dalle conseguenze di atti incivili ed antidemocratici, e caricare nel contempo quelle degli enti pubblici preposti a ristabilire la legalità.
Non è la prima volta che succede a Como, anzi si è sviluppato negli anni un andazzo preoccupante, quasi che occupare la maggiore superficie possibile degli spazi altrui sia una meritoria prova di forza, l'indice di un più ampio controllo del territorio, ricordando quasi le pratiche di quegli animali selvatici che “marcano” l'ambito che considerano proprio con vari segnali che non è qui opportuno descrivere.
Dato però che stiamo parlando di esseri dotati di ragione, e quindi educabili, rivolgo altresì un appello ai politici della Lega presenti (come avrei fatto se si fosse trattato di qualsiasi altro partito), che so essere persone corrette, affinché si adoperino per istruire i militanti più focosi al rispetto della legge e della correttezza democratica a proposito di spazi pubblici, evitando il ripetersi di simili comportamenti.
Altrimenti sarà difficile pretendere che i cittadini, in tutti gli altri spazi pubblici di cui usufruiscono, non si comportino talvolta in maniera del tutto incivile e giustamente meritevole della deplorazione degli amministratori che si sforzano di mantenerli in ordine.

lunedì 9 maggio 2011

CoCoCo24 - Km della Conoscenza a rischio?

Credo che tutti quelli che hanno a cuore le sorti della città abbiano accolto con favore la realizzazione del cosiddetto "Chilometro della conoscenza".
Per questo abbiamo appreso con preoccupazione che, mentre i restanti lavori sono già sollecitamente avviati, il ponte che dovrebbe collegare il parco di Villa Olmo con le vecchie serre della medesima, e da lì con il Grumello e la Sucota, a scavalco della via per Cernobbio, sembra essere ancora bloccato dalla mancanza di iniziativa del Comune. Vogliamo conoscere l'effettiva situazione ed essere informati del perché, dopo aver appaltato i lavori lo scorso agosto alle Officine Manganiello di Napoli, non sia ancora stato dato il via libera al cantiere.
Il fatto è doppiamente preoccupante perché, se il blocco si protraesse, vi è il concreto rischio di dover pagare le relative penali alla ditta appaltatrice, e ciò a fronte del finanziamento dell'opera al 50% dalla Camera di commercio e al 50% con fondi europei (nell'ambito del progetto della Provincia «Ecolarius»), per un totale di 224mila euro, quindi senza alcun aggravio per le casse comunali.
Presento pertanto un'interpellanza per chiedere che si proceda urgentemente nella direzione da tutti auspicata.

[testo]

OGGETTO: Interpellanza ai sensi dell’art. 28 del Regolamento per il Consiglio Comunale.


Per richiedere, premesso che la realizzazione del cosiddetto "Chilometro della conoscenza", a collegamento del parco di Villa Olmo con le vecchie serre della medesima, e da lì con le ville del Grumello e Sucota, ha preso avvio in questi ultimi mesi; e che lo scorso agosto l'Amministrazione Comunale ha appaltato alle Officine Manganiello di Napoli i lavori di realizzazione del ponte che dovrebbe collegare il parco di Villa Olmo con le vecchie serre, ma il cantiere non ha ancora preso avvio;

- quali siano le ragioni che non hanno sinora consentito il sollecito inizio delle opere;
- se corrisponda al vero che, in caso di ulteriori ritardi, si profili il rischio di pagamento di penali nei confronti della ditta appaltatrice;
- di intraprendere con urgenza le azioni più opportune per evitare che il progetto complessivo venga rallentato o differito,

confidando nel rispetto rigoroso del termine di venti giorni previsto dal Regolamento.

Cordialità
IL CONSIGLIERE
Andrea Luppi