Albrecht Dürer, Navis Stultorum (in S. Brant, Narrenschiff - 1497)

venerdì 23 settembre 2011

Sopravvivere a malapena...

La durezza della crisi economica ha almeno un merito: anche i più distratti si stanno rendendo conto che per anni la politica (con la p minuscola) ha creato l'illusione di un paese di Bengodi, dove ci si poteva sistemare vita natural durante a spese della collettività, purché si entrasse in una delle tante consorterie: la "casta" e i suoi numerosi stuoli di servitori e raccomandati.
Quantificazioni eccessivamente generose, per non dire sconsiderate, hanno rappresentato non il giusto compenso per il tempo speso al servizio della "casa comune", bensì una sorta di beneficio perpetuo del tutto indipendente dalla qualità del lavoro svolto. Spregiudicati approfittatori hanno trasformato il decoro dell'istituto parlamentare in un’occasione di privilegio ingiustificato, che non tocca i soli politici, ma anche una pletora di inservienti gallonati, di camerieri e barbieri: ad esempio, gli uscieri dei palazzi romani guadagnano quattro volte di più rispetto agli omologhi degli altri grandi paesi europei. L’assistenza sanitaria riservata in cliniche private a qualche centinaio di onorevoli, familiari e conviventi, evidenzia bilanci milionari. I costi per il funzionamento delle strutture si sono dilatati in modo inverosimile, e non sembra proprio che in compenso si sia lavorato più di tanto per risolvere i problemi strutturali del paese. Per gran parte del tempo ci si è invece concentrati sui problemi giudiziari di un condottiero onesto, casto e puro, e sulla spartizione dei posti tra personaggi spesso inconcludenti, ma ben capaci di cumulare massicciamente incarichi e stipendi (Expo docet). Ovvio che la prima preoccupazione dei privilegiati sia quella di sistemare anche i propri rampolli, per risparmiare loro la precarietà che attende gli altri giovani, i figli dei fessi.
Ora, di fronte alla notizia che un'attempata pornodiva ex parlamentare sta per ricevere la pensione dopo essersi fatta vedere in aula alcune volte in un solo mandato quinquennale, mentre ai normali cittadini ormai non bastano nemmeno 35 anni di contributi, si sprecano i commenti. Forse i più significativi sono quelli dei protagonisti stessi, riassunti con raffinata improntitudine da Gerardo Bianco, secondo cui è impensabile un ridimensionamento delle pensioni dorate, perché "bastano appena a sopravvivere". Non ci rimane dunque che augurare buon riposo a tutti i sopravvissuti, cominciando da Vittorio Sgarbi, che prende 8455 euro al mese da quando ha compiuto 54 anni, o Alfonso Pecoraro Scanio (8836 euro al mese dai 49 anni), e tanti altri che, con loro, possono dire di essersi ben meritati l'accostamento a Cicciolina. Come noi elettori meritiamo il cappello da somari, in parte responsabili di aver determinato con le nostre scelte e la nostra credulità l’ascesa di simili personaggi.