Albrecht Dürer, Navis Stultorum (in S. Brant, Narrenschiff - 1497)

giovedì 27 giugno 2013

CoCoCo 2013-12: Concessione palestra scolastica per il Ramadan

Pochi minuti fa ho avuto l'annuncio che anche quest'anno sarà possibile per la comunità islamica celebrare il Ramadan, dal 6 luglio all’11 agosto, presso le scuole di via Cuzzi. Volevo perciò esprimere pieno appoggio e soddisfazione per l'iniziativa della Giunta, che replica quella dello scorso anno, dagli esiti pienamente positivi: essa testimonia la capacità di accoglienza e l'impegno fattivo per l'integrazione della città di Como. È quasi superfluo ricordare come la preghiera rappresenti un'esigenza spirituale fondamentale della persona umana, e sia da ritenersi tra i punti d'incontro privilegiati quando si tratti di rispondere ad esigenze di parti significative della nostra comunità cittadina.
Naturalmente ciò deve avvenire, come in questo caso, con la presenza di regole certe, che includono un deposito cauzionale e il pagamento di un canone che fornisce anche un (contenuto) introito per una palestra che durante l’estate non avrebbe avuto utilizzo. È una concessione temporanea, che potrà essere replicata solo se non ci saranno interferenze con l’attività scolastica e se le predette condizioni saranno rispettate.
Inoltre, anche sulla scorta dei risultati assai favorevoli dello scorso anno, sottolineo come il quartiere di Rebbio abbia dato valida prova di un spirito collaborativo, di saper praticare l'accoglienza, non solo a parole, senza che siano sorti futili dissidi o gesti di incomprensione da parte dei cittadini. È un esempio molto importante, che qualifica e valorizza il quartiere e i suoi abitanti, rendendolo meritevole dell'ammirazione degli altri comaschi che – ne sono certo – in altre occasioni, anche in differenti zone della città sapranno essere all'altezza delle sfide costruttive di civiltà e progresso che i nuovi tempi pongono.

lunedì 17 giugno 2013

CoCoCo 2013-11: Linguaggio incontrollato e rispetto delle persone

Prendo la parola per stigmatizzare il grave episodio verificatosi con la diffusione dell'intervista di un consigliere comunale, che preferisco non nominare, rilasciata a Radio Ciao Como Martedì 11 Giugno 2013, la quale è evidentemente irrispettosa della dignità di molti di coloro che siedono in quest'aula.
Tralasciando buona parte delle esternazioni politiche, quantomeno discutibili e a mio avviso inficiate da un soggettivismo mal controllato, ma che in democrazia vanno evidentemente accolte e valutate per quello che sono, ho trovato veramente inaccettabili gli attacchi personali (si badi bene, non politici) costantemente rivolti al sindaco, oltre alla valutazione perlomeno fantasiosa dei rapporti interni alla maggioranza.
Per quanto riguarda il primo punto, basterà ricordare che attorno al min. 6 dell'intervista il sindaco Lucini è ripetutamente definito "aborto della democrazia" (un modo alquanto incivile per dire votato da una minoranza di comaschi), nonché "bugiardo" (min. 26.00) e "seminatore di odio" (min. 7.35), che peraltro regala "mazzette elettorali" sotto forma di posti auto (min. 22.41); ovviamente sia lui, sia i membri della giunta sono brave persone solo in apparenza, ma in realtà sono degli ipocriti, dei "chierichetti che tirano sassi" oppure "si ubriacano" (minn. 9.43, 10.37).
Inoltre “è una vera anomalia che tutta la maggioranza voti allo stesso modo” (min. 2.45): si spiega solo con “l'inesperienza di alcuni soggetti” chiaramente limitati, nell'esercizio della libertà di pensiero, dalla “loro matrice cattolica”, per cui “accettano il dogma di Lucini” senza discutere, anche se “al loro interno ci sono parecchie discussioni” (min. 3.12). Sfugge forse al consigliere che una maggioranza che condivide un programma, e in cui le persone si confrontano e si rispettano, cerca di avere dei momenti di condivisione, da cui uscire con una posizione comune che sia possibilmente sintesi e mediazione dei pareri di tutti, ma tant'è.
Riprendiamo: quest'ultima evidente contraddizione non è nella mente dell'intervistato, ma nella nostra, dato che (min. 7.20) ci viene spiegato come i consiglieri che siedono in maggioranza siano "gente che non ha ancora capito cosa sia il consiglio comunale" né tanto meno la differenza tra potere esecutivo e legislativo, "e mi creda, siamo a questo livello"!, pensiamo anzi "di essere al grest" (min. 21.58) anziché in consiglio: ma non disperiamo, perché viene profetizzato che un giorno capiremo di essere umiliati dalla giunta e ci ribelleremo...
Questo non è un linguaggio colorito: è semplicemente un linguaggio incontrollato, che non si preoccupa né della verità di quanto dice, né dell'offensività di giudizi personali vistosamente infondati, e che appartengono alla soggettività di una persona che già più volte ha offeso il Consiglio Comunale nel precedente mandato, ricevendo ammonizioni ufficiali e arrivando anche a pubbliche scuse per cercare di rimediare al male fatto.
Porto quindi a conoscenza dell'intero consiglio questo comportamento perché ciascuno ne tragga le valutazioni che la sua coscienza gli detta. Personalmente mi dichiaro estremamente deluso da questa modalità di condurre il confronto politico, perché ne rappresenta un oggettivo imbarbarimento e contribuisce a deteriorare i rapporti tra le persone. Non esprimo ulteriori giudizi, anche se ritengo che chi conosce il significato delle parole che adopera con tanta leggerezza debba pensare di assumersene la responsabilità umana, prima che politica. Una responsabilità non leggera, che richiederebbe una riflessione seria sulle trasformazioni che questo atteggiamento determina nella propria interiorità, prima ancora che nelle relazioni interpersonali.