Albrecht Dürer, Navis Stultorum (in S. Brant, Narrenschiff - 1497)

mercoledì 28 gennaio 2009

Alle armi!

Come mai, in un Paese dove la criminalità è in costante calo dalla metà del 2007, con la firma dei patti per la sicurezza ad opera di un governo superficialmente denigrato come inefficace, e dopo che per i cinque anni del "buon governo" precedente il dato era stato invece in costante ascesa, si continua a paventare un allarme sociale sul tema della sicurezza, amplificando delitti esecrabili, certo, ma che sono sempre stati compiuti?
Come mai, per fronteggiare le difficoltà strutturali delle forze dell'ordine, non si aumentano le risorse che ne consentirebbero un adeguato funzionamento, ma si parla invece di inviare in pattuglia la cifra esorbitante di 30mila militari?Perché mai, quando percorriamo le strade di paesi europei a ragione o a torto considerati più ordinati e sicuri del nostro, non incontriamo divise mimetiche e condizioni da stato d'assedio? Si sceglie questa strada in quanto si valuta così efficace la sperimentazione già messa in atto con tanto clamore o, come sembra testimoniare la cronaca, essa non ha sortito alcun apprezzabile effetto, a parte gli scontati annunci e dichiarazioni dei ministri di turno?
A cosa servono, infine, i soldati di pattuglia, se non come "placebo" per colpire e rassicurare l'immaginario pubblico e spendere comunque molto più denaro di quanto comporterebbe un oculato rafforzamento di Polizia e Carabinieri, i quali peraltro garantiscono una professionalità assai più mirata al mantenimento dell'ordine e della sicurezza? Perché poi i soldati dovrebbero svolgere un mestiere diverso da quello per cui sono stati addestrati, rimane per me un mistero: spero non sia soltanto un trucco da illusionisti per "far numero" in luoghi pubblici privilegiati, mentre altrove tutto continua come prima, o forse peggio di prima, visti i tagli della Finanziaria.

giovedì 8 gennaio 2009

Toh, nevica...

Chissà perché l'efficienza amministrativa a Como, a confronto con quella delle province vicine, sembra spesso di un livello diverso, e non certo per il meglio. Anche il caso di quest'ultima nevicata lo conferma. Parlo per esperienza personale: il 7 gennaio, al ritorno dall'Epifania, le scuole superiori sono state lasciate aprire, con notevoli disagi ed enormi assenze, per poi chiuderle dopo un paio d'ore, vista la situazione prevedibilmente caotica. Per fortuna che, almeno nelle primissime ore, i mezzi pubblici hanno fatto il loro dovere, altrimenti sarebbe stata una nuova paralisi generale, vista anche la consueta scarsa pulizia delle strade.
Perché in questo caso i conti non tornano? Perché la sera prima, senza incertezze, si era affermato perentoriamente di ritenere la situazione "sotto controllo", per essere smentiti a poche ore di distanza. Come mai Varese aveva già disposto la chiusura degli istituti nel pomeriggio del 6? Guardavano nella sfera di cristallo o, semplicemente, agivano in base ad un principio di sensatezza e prudenza, ammaestrati anche dalle recenti esperienze?
Il tardivo rimedio comasco, in compenso, ha evidenziato la sua ulteriore inefficienza disponendo anche la chiusura delle scuole giovedì 8, quando invece si sarebbero potute svolgere le lezioni senza problemi.
Si sono accusate spesso le amministrazioni comasche di non avere vision, di non saper immaginare in maniera sistemica e coerente un futuro per la città e il territorio, per il rilancio delle attività e il miglioramento della qualità della vita. Non torniamo a parlare della Ticosa, con relativi buchi in bilancio, e di altre cose che sono sotto gli occhi di tutti. A volte, con rassegnazione, mi trovo a pensare che mi accontenterei che si sapesse guardare con lungimiranza almeno… al giorno successivo.