Albrecht Dürer, Navis Stultorum (in S. Brant, Narrenschiff - 1497)

mercoledì 27 gennaio 2010

Politici stizzosi (la colpa, si sa, è dell'opposizione...)

A Como può capitare, guardando alcune trasmissioni televisive locali, di vedere non pochi esponenti locali della maggioranza al governo posti in serio imbarazzo dall'evidenza dei fatti (palesi difficoltà nell'amministrare correttamente la città, contrasti interni per ragioni a volte neppure confessabili, figuracce per le cento promesse elettorali non mantenute, e via discorrendo), che reagiscono stizzosamente, ribaltando sulle opposizioni accuse di divisione, di non avere idee né proposte, di non formulare progetti condivisibili.
Magari sarà così. Tuttavia a un attento osservatore dei consigli comunali degli ultimi mesi sembrerebbe piuttosto che dai banchi delle opposizioni si sia giocato un ruolo assai più attivo nel dibattito che non da quelli della maggioranza, a prescindere naturalmente dalla valutazione degli esiti più o meno efficaci di queste sedute. Come giudicare, ad esempio, il fatto che le mozioni approvate dal consiglio rimangano a tutti gli effetti lettera morta, come nel caso del sostegno agli studenti comaschi delle scuole medie per l’acquisto dei libri di testo? E cosa pensare di un sindaco che, nell’ultima votazione sul famigerato muro a lago, dichiara che non darà corso a quanto approvato perché a suo dire è contra legem? Forse che è destinato a passare alla storia, oltre che dell’ingegneria, anche della giurisprudenza…
A parte il merito delle proposte, tuttavia, sconcerta il metodo del ribaltamento dei ruoli, oltretutto fastidiosamente vittimistico e non di rado maldestramente eseguito. Grande merito, quello di dire a chi non governa che deve tacere perché non sarebbe comunque capace di governare… senza l’onere della controprova! Chi ha vinto le elezioni dovrebbe invece ricordare che ha voluto la bicicletta, l’ha ottenuta, e adesso il suo compito è quello di pedalare, non tanto di additare ai comaschi la presunta inefficacia dell’opposizione: la quale avrà le sue colpe, e sarà ad ogni modo schiacciata dalla legge dei numeri in consiglio, ma non risulta in alcun trattato di politica che abbia il compito di togliere le castagne dal fuoco alla maggioranza, né di fare solo proposte che risultino ad essa gradite.
Piuttosto, essa deve saper vigilare a difesa degli interessi della cittadinanza tutta (e davvero non la soccorrono gli scarsi poteri d’intervento del consiglio nei confronti di una giunta sostanzialmente sorda a ogni proposta di correzione). Come un bravo “cane da guardia” - gli anglosassoni usano l’espressione watchdog, anche se con primario riferimento agli organi d’informazione - quando fa il suo dovere, sarà così sopportabile anche qualche latrato di troppo. Mentre chi governa dovrebbe pensare a tirare la slitta nella direzione che ha pubblicamente dichiarato agli elettori, anziché grattarsi di continuo le pulci, azzannarsi con gli altri componenti della muta, prendere vistose sbandate, e dichiarare stonate le voci – pardòn, gli ululati – fuori dal coro. In ogni caso, dovrebbe smetterla di chiamare a pietoso paravento del proprio operato il fatto che i colleghi del posto di guardia non tirino la slitta in vece sua.