Albrecht Dürer, Navis Stultorum (in S. Brant, Narrenschiff - 1497)

venerdì 9 dicembre 2016

Quello che manca... è la fantascienza

La gente, come ampiamente previsto, si riversa massicciamente nella città di Como in un giorno di festa tradizionalmente dedicato a passeggiate e acquisti prenatalizi.
La gente non è sprovveduta: non è la prima volta ma la centesima, e quindi sa bene che si ritroverà ad intasare le vie d'accesso al centro, se utilizza l'automobile. Che ci saranno ingorghi a prova di qualsivoglia vigile e semaforo, che i motori saranno a lungo accesi con ottimo contributo all'inquinamento cittadino, e che si passeranno decine di minuti in coda per trovare un parcheggio.
La gente è sovrana, e non è tenuta a usare strategie di buon senso. Può tranquillamente ignorare la possibilità di parcheggio fuori dalla convalle, con mezzo pubblico incluso a prezzi stracciati. Persino se ad invitare le persone a usufruirne sono, in modo lungimirante, le stesse associazioni dei commercianti.
Forse non sa, però, la gente, che si trova sempre qualche politico locale il quale, con toni rabbiosi e accusando di arroganza gli altri (ovviamente!) rivela che i problemi sono in realtà creati dall'amministrazione, la quale deve aver modificato l'orografia e la conformazione urbanistica nottetempo: prima c'erano a Como i grands boulevards, ora strette strade di ingresso. Inoltre l'assessore evidentemente è incapace di moltiplicare le superfici non costruite con opportune deformazioni ad hoc dello spazio-tempo, ed è sadicamente votata a progettare piani del traffico futuri, capaci però di determinare nefaste conseguenze retroattive sul presente. Roba che neppure H.G. Wells avrebbe osato immaginare: insomma, quello che manca, per i contestatori dell'ultima ora, non è la scienza, è proprio la fantascienza.
Sarà forse contenta, la gente, che qualcuno soffi sul fuoco delle polemiche elettorali. Di certo ne comprenderà tutta l'utilità.
Peccato che l'arma vincente non siano le sparate di chi presume di avere in tasca tutte le verità (è il suo mestiere, se fa il propagandista politico, ma la sua dubbia dialettica non incide sui flussi viabilistici, ammesso che li comprenda): è il semplice buon senso di lasciare altrove l'auto e di usare le alternative a disposizione. Cosa che la gente sa già. O no?

mercoledì 2 novembre 2016

Che paura! (di cambiare)

Leggo e riporto: «Cara Italia, vuoi accentrare il potere su un premier che avrà in mano il Quirinale, la Corte Costituzionale ed il Parlamento?». Noooooooo, risponderei anch'io terrorizzato. Ma mi chiedo: sarà davvero così, o si considerano la "cara Italia" ed il sottoscritto come babbei suggestionabili?
La seconda che hai detto, rispondono 50 e passa costituzionalisti per il no, che nonostante l'avversione hanno già decisamente negato che questa riforma sia «l’anticamera di uno stravolgimento totale dei principi della nostra Costituzione e di una sorta di nuovo autoritarismo». Com'è ovvio, ci sono persone corrette in entrambi gli schieramenti. Ma una proliferazione così massiccia di propagandisti sguaiati e in malafede mi era capitato di rado di vederla.
Devo confessare che in particolare questo, ed altri simili appelli per il no, gentilmente conditi di "servi del potere", "culto della personalità" (di Renzi!), presunta illeggibilità del testo degli articoli (va bene che stiamo diventando analfabeti funzionali, ma insomma...) e contumelie varie, fanno venire più di un dubbio sul vero significato politico del voto.
Poi, quando sento parlare Brunetta e Salvini, maestri di eloquenza e di abilità dialettica, i dubbi scompaiono del tutto.

lunedì 24 ottobre 2016

CoCoCo 2016-3: Mozione su gestione dell'emergenza migranti

Mi fa piacere che nel corso del dibattito sia emersa a più riprese la vera caratteristica della gestione complessiva della questione recente (sia o non sia “emergenza” nel senso classico del termine, è certo che ha presentato molti aspetti nuovi rispetto a situazioni passate, e che la portata in termini di difficoltà operative non è stata certo lieve): per come la si è condotta sino a qui, e per l'intenzione profonda della mozione che stiamo ora discutendo.
Il termine chiave è: collaborazione. Nessuno spirito oppositivo, ma la volontà di cooperare per assicurare una sempre più efficace soluzione alla complessità e alla novità dei problemi; sono segnali che la realtà globale non consente più isolazionismi, chiusure e ripiegamenti tanto illusori quanto poco consoni alle nostre tradizioni di civiltà e di accoglienza.

L'efficacia degli interventi passa anche attraverso una piena trasparenza: trasparenza che è una regola fondamentale dell'amministrazione pubblica, un principio che va applicato e reso il più possibile operante, magari grazie anche al coinvolgimento degli amministratori pubblici che rappresentano la cittadinanza. Opportuni, senz'altro, gli interventi di parlamentari nazionali ed europei, ma non meno motivata la possibilità di un accesso conoscitivo per i componenti di questo consiglio.
La conseguenza? Una migliore comprensione dei problemi, che aiuti ad articolare le soluzioni nel presente, ma serva anche a costruire un patrimonio di esperienze, una memoria storica che non potrà non rivelarsi utile in casi futuri più o meno simili, e che in tal modo la città sarà ancora più pronta ad affrontare, promuovendo come si è detto le sinergie, lo spirito di collaborazione.
A questo riguardo vorrei anche richiamare che la cittadinanza, attraverso noi consiglieri, non può che esprimere la sua riconoscenza ai tanti che, con diverse competenze, hanno operato per rendere gestibile la complessità: le istituzioni pubbliche deputate, ma anche Croce Rossa Italiana e Caritas, che certo non sono state le sole ma organizzativamente più in vista, e poi l'azione di un volontariato che nobilita la città di Como per qualità dell'intervento e per lo spessore umano messo in campo.
La comprensione dei fenomeni che questa mozione chiede di allargare, da un lato, e questa generosa disponibilità di chi si è fatto coinvolgere ad ogni livello, dall'altro, rappresentano anche il miglior antidoto contro le voci fantasiose e le vere e proprie strumentalizzazioni di chi (senz'altro, lo credo) non è razzista, ma... specula politicamente lo stesso sulle preoccupazioni della gente, magari rinfocola le paure, entra nelle questione pesantemente armato dei propri pregiudizi e li vuole per forza vedere confermati.
Ecco, la gestione tranquilla e ordinata che la città ha saputo esprimere - lo ripeto - tanto sul versante istituzionale che su quello associativo, costituisce un'esperienza da non perdere, ma semmai da rafforzare: ed è proprio con questo spirito che abbiamo sottoscritto la presente mozione, per la quale preannuncio sin d'ora il voto favorevole del Partito Democratico.

Mi sia consentito infine di rimarcare il ruolo che il Governo ha responsabilmente assunto in queste circostanze recenti e la posizione nuova e ferma che viene rivolta all'Unione Europea, proprio come appello affinché questa ricordi i suoli valori fondamentali e li traduca in atti concreti, vincendo egoismi nazionalistici e giocando fino in fondo il ruolo che la storia contemporanea le assegna su queste fondamentali questioni di umanità.
Lo faccio con le parole del sindaco di Prato e delegato Anci all'immigrazione, Matteo Biffoni,
la decisione del Governo di riconoscere ai Comuni che hanno risposto all'emergenza migranti un contributo di riconoscenza dallo Stato italiano ovvero 500 euro, una tantum, per ogni persona accolta entro il 15 ottobre 2016.
«È un riconoscimento vero e positivo per i Comuni che hanno fatto lo sforzo dell'accoglienza. È chiaro che sono ancora tante le questioni aperte, ma questo è un gesto importante, un segnale che indica un reale cambiamento di clima e la reale intenzione di onorare il patto siglato su un tema complesso, poco popolare ma doveroso come l'accoglienza dei migranti tra Comuni e Stato nel corso dell'assemblea dell'Anci appena conclusa».
«I Comuni hanno un grande bisogno di risorse che vadano a rafforzare gli interventi a favore della cittadinanza. Mentre, con il Governo, Anci ha definito misure di sistema che faranno ordine nell'impianto dell'accoglienza nel suo complesso, questo intervento è un'importante segnale di comprensione dello sforzo di chi è in prima linea su questo tema, oltre che un elemento che, siamo certi, faciliterà la decisione da parte dei Comuni di entrare nella rete Sprar. Voglio ringraziare ancora una volta Piero Fassino, senza la cui energia e impegno anche personale gli importanti risultati raggiunti in questi giorni non sarebbero stati possibili.»

domenica 23 ottobre 2016

Servi del regime e maestri di democrazia

L'attuale dibattito referendario, evidentemente, consente a tutti di dare il meglio di sé.
Preso dallo sconforto, vorrei limitarmi a dire a tutti coloro che accusano Tizio e Caio di essere "servi del regime" in Italia che sono solo dei (miseri) antidemocratici. E che è possibile ravvedersi e smetterla. Se reputano il contrario, è solo per difetto di consapevolezza.

giovedì 21 luglio 2016

CoCoCo 2016-2: Azioni di contrasto al gioco d'azzardo patologico


Il Comune di Como ha realizzato nel corso dell'ultimo anno una importante serie di iniziative per prevenire e contrastare le forme di dipendenza dal gioco d’azzardo, con una campagna che ha preso il via a settembre 2015, e ha visto un significativo esito ieri, con un seminario conclusivo sulla tematica.
“Quando il gioco si fa duro”, questo il titolo del progetto, ha ottenuto un finanziamento dalla Regione di 50mila euro (quando non si occupa di smembrare il lago...) e ha visto appunto il Comune di Como quale capofila di svariati partner istituzionali, a cominciare dalla Asl e diversi altri comuni. L'azione è stata coordinata dall'Assessore Magni e dal dottor Patrignani, dirigente del settore Servizi Scolastici, Politiche Giovanili e Partecipazione, e si è attuata tramite il coinvolgimento di una rete molto ampia e qualificata di soggetti pubblici e privati che hanno messo a disposizione tempo e competenze.
Molti gli interventi di formazione per docenti, studenti ed operatori di Polizia Locale e Polizia Stradale, di informazione/comunicazione per tutta la popolazione e per target specifici (con conferenze-spettacolo), di ascolto e orientamento, di stimolo nei confronti degli esercenti a non installare o dismettere le apparecchiature per il gioco d’azzardo. Cito solo alcune tappe. Si è partiti il 26 ottobre con la conferenza-spettacolo “Fate il nostro gioco”, intervento formativo dedicato alle scuole secondarie; a maggio 2016 lUniversità Popolare di Como ha ospitato un incontro rivolto alla popolazione, nel quadro delle iniziative dedicate alla promozione sociale e nell’ambito del progetto; il convegno “Il gioco d’azzardo patologico in Provincia di Como”, svoltosi il 10 giugno scorso ha riunito i 5 progetti attivi sul territorio provinciale, Si è anche prodotto un opuscolo che contiene alcuni dati, spunti di riflessione e soprattutto riferimenti operativi utili a fornire un primo aiuto a chi rimanesse vittima della dipendenza da gioco d'azzardo.
Do brevemente conto di quanto si è presentato nell'interessante incontro di ieri, che ha spaziato dal quadro di riferimento storico e giuridico a livello nazionale, alla presentazione della mappatura realizzata sul territorio comasco la quale, unitamente alla geolocalizzazione che si è completata, potrà consentire una più efficace azione di controllo della regolarità di quanto avviene.
Non mi diffondo sui dati dell'ambito provinciale, ma limitandoci alla città di Como, sono stati rilevati in città 128 esercizi, di cui 17 dedicati alle macchine da gioco, 74 bar, 2 tabaccherie, 28 bar-tabaccherie, 6 centri scommesse. Censite 557 slot machines e 103 videolotterie. In pratica, una macchina ogni 590 abitanti in città (cifra molto più alta nel complesso del territorio in ragione della minore densità abitativa: una ogni 124 abitanti!). Segnalo anche il fatto che circa la metà degli esercizi sono situati in prossimità di quelli che sono classificati come luoghi sensibili (le normative di contenimento regionali pare possano diventare operative solo dal 2022, al termine delle attuali concessioni, ma già c'è chi briga per ottenere una sospensiva), e anche il fatto che sono stati rilevati anche alcuni profili di illegalità, con la presenza di più di tre slot nella sala principale.
Molto lavoro rimane da fare su tanti diversi livelli, ma va dato atto che si è partiti in modo serio e determinato, con l'apporto di tante valide professionalità. Il mio personale auspicio è che si rafforzino le competenze di controllo e di filtro ad opera dei comuni, il che richiederebbe un cambiamento legislativo tanto coraggioso, quanto pienamente consapevole delle ricadute drammatiche che il fenomeno assume sia sul piano sociale e delle relazioni, sia su quello economico e legale.
Comunque, durante il convegno del mese scorso è stato realizzato un workshop tematico dedicato al “ruolo dei Comuni: quadro normativo, esperienze di rete e buone prassi”, nel quale l’esperto Avv. Mambrini ha presentato una bozza di ordinanza - tipo per la limitazione degli orari di esercizio dell'attività di sala gioco e degli orari di utilizzo degli apparecchi di intrattenimento e svago con vincite in denaro, collocati in altre tipologie di esercizi.
Il documento progettuale prevedeva di elaborare con modalità partecipative, che coinvolgeranno gli esercenti, le loro rappresentanze e gli amministratori locali, [….] un’ordinanza – tipo per la regolamentazione dell’orario di esercizio delle sale giochi, compiendo un bilanciamento tra esigenze di liberalizzazione, di tutela della salute, della quiete e del decoro dei luoghi”
Le buone prassi già adottate, e gli studi condotti anche in riferimento alla giurisprudenza che si è andata via via consolidando in materia, portano a ritenere ormai confermate le linee guida di un a simile ordinanza, che interpreti in modo adeguato il combinato disposto di norme nazionali e regionali.
Auspico quindi che, con il pieno coinvolgimento di tutte le parti interessate, a cominciare dalle associazioni di categoria e dagli operatori sociali, la bozza alla quale gli uffici stanno con alacrità lavorando possa compiere i necessari passaggi e vedere l'approvazione in tempi brevi. Per tutto l'impegno profuso va anche il ringraziamento personale del sottoscritto e credo anche dell'intero consiglio, che nell'ottobre 2012 diede mandato alla giunta di lavorare in tale direzione con l'approvazione della mozione da me allora sottoposta all'aula.



lunedì 22 febbraio 2016

CoCoCo 2016-1: Sul Documento unico di programmazione del Comune di Como

Il documento oggetto della nostra votazione è organico e ben redatto, com'è stato ammesso nel corso di qualche intervento. È di per sé una smentita a quanti dall'opposizione lamentano una
mancanza di visione. Non manca la visione, forse è assente la “visionarietà”, la volontà di stupire con effetti straordinari, che del resto le condizioni concrete del nostro bilancio non consentirebbero; dunque non è un libro dei sogni, ma la traduzione di una progettualità seria e concreta.
Inoltre, ha dato modo di ascoltare il consiglio e le proposte di integrazione, accolte in buon numero; e anche così si smentisce quella comoda e pigra litania della mancanza di ascolto e di confronto, che non vuol dire accettazione passiva delle proposte, ma neppure rifiuto pregiudiziale. In particolare, va dato atto che in molti casi i pareri della giunta non si sono limitati ad una secca indicazione di congruenza o meno con l'impianto generale del documento, ma hanno confermato un atteggiamento di attenzione sia nel recepire proposte, sia nel fornire ulteriori indicazioni che rendessero più comprensibili i vari passaggi.
Il documento illustra prospettive che possono essere criticate, ma che di certo sussistono (non sono assenti) e sono in piena continuità con l'operato recente; in effetti molte sono le realizzazioni in corso, e il documento è anche l'attestazione del cammino fatto sin qui e della direzione che si intraprende nell'immediato futuro. Tante, anche troppe in questo dibattito sono state le critiche ingenerose, mosse da svegli e anche da addormentati, ma la sostanza non cambia, poiché da anni sono a senso unico: nulla va bene, nulla funziona, siete incapaci, andate a casa… È una sistematica enfatizzazione delle difficoltà che si incontrano, ma è comprensibile, nell'ottica dell'opposizione, presentare gli eventuali intoppi dell'attività amministrativa come degli insuccessi definitivi. Ma non è così, o comunque è un po' presto per concluderlo. In una fase di passaggio vi sono infatti traguardi divenuti più vicini, e altri purtroppo che si allontanano. Il vostro giudizio non può essere considerato come l'ultima parola, e non si è certo presentato come la sentenza di un arbitro imparziale: si è infatti andati dal rilievo critico, che può anche fungere da stimolo per migliorare l'azione di governo della città, alla faziosità spinta e inconcludente, alla quale siamo del resto abituati, e per la quale non può che esservi una sola risposta: quella che, per un giudizio davvero equanime, la parola passerà alla fine agli elettori.
Saranno loro a decidere della competenza della giunta e a valutare quanto sarà stato fatto e quanto rimarrà da fare. Gli stessi elettori potranno decidere come giudicare la costante attenzione per le voci della spesa sociale, l'impegno per la riqualificazione di aree cittadine, la ztl con le sue ricadute sulla vivibilità degli spazi urbani, l'efficacia della raccolta differenziata dei rifiuti, e tanti altri aspetti, tante cose fatte e ancora da fare. Va tenuto in considerazione che molte delle cose che in quest'aula vengono dipinte come fallimenti, non risultano essere tali agli occhi di molti altri comaschi; e che alcune dichiarazioni sulla totale incapacità di questa giunta sono semplicemente fuori dal mondo: bike sharing, Villa Olmo, Trevitex, PGT, ZTL, raccolta differenziata sono alcuni dei risultati significativi che potranno non piacere a qualcuno, ma sono altrettanti passi avanti per la città; per non dire dell'impresa di tenere in piedi un bilancio nonostante i tagli enormi ai trasferimenti che abbiamo dovuto subire, mantenendo una spesa sociale di livello non inferiore e qualificata, in un momento di particolare difficoltà per molti cittadini.
Perciò saranno i cittadini e decideranno se concedere fiducia a chi non si è tirato indietro di fronte a sfide terribilmente impegnative, o se preferire chi mostra maggiore talento nelle chiacchiere vuote e ripetute, nell'opposizione a prescindere, nell'invocare cavilli o magari nel mimetizzarsi, per chi avesse condiviso la responsabilità del dissesto che ci è stato lasciato in eredità.
Per il tempo che resta alla conclusione del mandato, il presente documento vale perciò come segno di un impegno che non è mai venuto meno e di una direzione che ci sentiamo di sottoscrivere convintamente. Il voto è perciò favorevole.