Albrecht Dürer, Navis Stultorum (in S. Brant, Narrenschiff - 1497)

lunedì 20 febbraio 2012

CoCoCo50 - Costruzioni inutili, consumo del territorio e PGT

Repetita iuvant, recita un antico adagio. Prendo solo un minuto per ribadire un concetto che ho espresso più volte, nelle sedute di questo Consiglio. E lo faccio con le parole di un esperto, il dirigente provinciale del settore Territorio, che valuta la scelta del PGT in dirittura d'arrivo, riguardo alla costruzione di ulteriori unità abitative, del tutto "illogica, irrazionale e immotivata".
Se fosse correttamente riportata dai giornali, la vostra replica che il PGT opera un rigoroso contenimento del consumo di suolo e ridimensiona volumetrie esistenti, non apparirebbe in sé molto credibile. Ma quel che è peggio, è che non viene considerato in misura minimamente adeguata il fabbisogno di edilizia sociale o convenzionata, sempre secondo la relazione del dott. Cosenza, che riprende anche i dati di una recente ricerca del Dipartimento Architettura e Pianificazione del Politecnico di Milano, commissionata dalla CISL.
Oltre a non presentare alcuna capacità di visione in ordine allo sviluppo della città, questa disattenzione nei confronti dell'housing sociale è tanto più controproducente, quando si considerano le migliaia di abitazioni costruite in questi anni e rimaste invendute nella nostra città.
Urge correre ai ripari, cambiare rotta.
Ma non sembra proprio che questa amministrazione sia in grado di cambiare prospettiva. Perciò, non lasciate ai comaschi altra scelta che cambiare in toto l'amministrazione. Dico l'amministrazione, naturalmente, non solo qualche faccia. O neppure quella, ma solo l'etichetta, come sembra che il centrodestra sia intenzionato a fare, tramite primarie che l'on. Butti si affanna a dire che "non si possono paragonare a quelle del centrosinistra".
Premesso che le primarie, seriamente condotte, sono sempre un esercizio di democrazia e in quanto tali vanno accolte con favore, mi dichiaro d'accordo con lui: non mi sognerei mai di proporre un paragone tanto inappropriato...

martedì 14 febbraio 2012

Como: guardare al futuro

C'è un punto in particolare, nella lettera di Gianstefano Buzzi recentemente ospitata dalla “Provincia”, che è da accogliere e condividere in pieno, e cioè il richiamo al senso di responsabilità individuale e collettiva necessario a salvare la città da una decadenza senza prospettive.
Quello che più importa è il futuro e la capacità di attivare le migliori energie sui temi dello sviluppo, non c'è dubbio. E il fatto che appaiano sulla scena tante ipotesi di liste più o meno “civiche” è anche il segnale di un possibile slancio di partecipazione diffusa, di una volontà di cambiare che è condivisa dalla maggior parte dei Comaschi. Con un rischio, lo dico subito: quello di produrre frammentazione, di disperdere energie o addirittura di contrapporre in modo poco produttivo le esperienze e le capacità di molti, scimmiottando a volte i lati peggiori della politica nazionale: gazzarre, cortine fumogene, esaltazione di problemi minuti oltre la loro reale portata, ideologie tirate in ballo a sproposito, eccetera. Purtroppo le campagne elettorali rischiano di accentuare aspetti deteriori della legittima competizione, e di vanificare gli appelli alla collaborazione tra quanti sono sinceramente animati dal desiderio di fare qualcosa di buono per la loro comunità, pur provenendo magari da prospettive differenti. E dovrebbe essere l'impegno di tutti i candidati quello di condurre il confronto sempre sul piano della proposta, mai della rissa.
Sinceramente mi auguro che ci possa essere la capacità di tutti i soggetti, oltre che di mettersi in gioco, anche di voler trovare un modo di confrontarsi che possa vicendevolmente arricchire le proposte, e porre le basi di una possibile sinergia futura, senza necessariamente annullare le differenze. Giustamente è stato detto che il futuro Consiglio comunale non dovrà avere una natura frammentaria, non ridursi a teatro di quei personalismi piccoli e grandi i quali hanno sin qui nuociuto gravemente alla politica comasca, e che dovrà recuperare un alto profilo istituzionale. Aggiungo che l'Amministrazione dovrà esprimere visibilmente e nei fatti – non solo a parole – una capacità di relazione costante con tutte le forze sane e attive della città, con le esigenze primarie dei cittadini e con un associazionismo che è tra noi ancora vitale e propositivo.
Le energie a Como ci sono, e in tanti, ogni giorno, ne facciamo esperienza. Ma occorre sapere non respingerle e non mortificarle. Per questo la via maestra per costruire relazioni, non solo tra partiti ed esperienze civiche, ma con tutte le componenti della città è rappresentata dell'ascolto, dalla disponibilità all'incontro, ad accogliere il punto di vista dell'altro per confrontarlo con le proprie visioni e per elaborare progetti quanto più possibile condivisi.
Personalmente, ritengo un segnale incoraggiante il fatto che Mario Lucini, avendo iniziato per tempo un cammino di proposta alla città, non intenda tirarsi indietro di fronte al confronto con nessuno. Ed il confronto tra le decine e decine di persone che stanno partecipando ai gruppi di lavoro sul programma mi sembra il segno di un metodo di partecipazione che si potrà non condividere, ma è almeno più genuino e più significativo di molte ricette calate dall'alto.
Sono certo che una simile disponibilità non potrà se non favorire l'incontro tra le forze economiche, professionali, sociali e culturali della nostra città. Sempre che si tratti non di “alleanze strategiche”, ma di una condivisione di percorsi. Di rivolgere lo sguardo alle soluzioni, e non alle poltrone.

lunedì 13 febbraio 2012

CoCoCo49 - Nuovi consigli di amministrazione e "occupazione" dei posti

Vengo a sapere della recente pubblicazione del bando per la nomina dei nuovi rappresentanti del comune nei consigli di amministrazione di Acsm-Agam, Spt Holding e di altri consigli direttivi. Viene spontaneo chiedersi se vi sembri davvero una scelta opportuna, intelligente (in senso proprio: di “leggere” e comprendere la situazione concreta di questo periodo) quella della designazione dei membri dei consigli delle partecipate proprio quando il vostro mandato è agli sgoccioli. Oltretutto, proprio nel momento in cui si discute se il Comune sia legittimato a mantenere quote nelle società medesime, se sia opportuno e strategico rispetto ai suoi scopi statutari? O meglio, prima ancora di avere deliberato in proposito?
Forse mi sbaglio, ma non mi risulta sia in essere una stringente tempistica basata su obblighi di legge tassativi. Obblighi che comunque, in molti casi, vengono disinvoltamente prorogati con deboli motivazioni. E qui si investe oltretutto una questione spinosa, molto dibattuta nel Paese, quella del ruolo della politica in questo genere di operazioni.
L'unica motivazione che regge nel disporre nomine su basi di collegamento politico è che il Comune viene direttamente rappresentato nei vari enti sul piano decisionale, di indirizzo. Pertanto potreste sostenere che questi consiglieri, in quanto di nomina politica, devono godere di un rapporto fiduciario con la guida dell'amministrazione.
E allora perché li si dovrebbe designare proprio ora, che siete ormai “terminati”, più o meno metaforicamente; proprio da voi, che avete illustri precedenti di decisioni improvvide, prese proprio alla viglia di un appuntamento elettorale senza volersi confrontare con nessuno?
Certo è commovente vedere quanta fiducia deponete nella continuità della vostra guida; ma è un giudizio che non depone molto favorevolmente nella capacità dei comaschi di trarre le conseguenze da quanto vedono, o che postula una loro completa perdita del senso della realtà. Chissà se vi basterà una nuova sfilza di promesse elettorali a far dimenticare lo scempio che la città ha dovuto subire in questi anni?
È anche una questione di valutazioni, direte. Vediamo le cose in modo differente.
Non è soggettiva, però, l'impressione di occupazione spietata dei centri di potere che dareste, una volta di più, con questa azione poco equilibrata. Una prova di forza, tale da condizionare operativamente la giunta futura, qualora i designati si trovassero a dover rispondere ad un'amministrazione di segno politico diverso dall'attuale.
Vi invito pertanto a sospendere questa procedura politicamente azzardata, mantenendo in essere le candidature legittimamente presentate e prorogando però i tempi della decisione al futuro mandato. La vostra credibilità non ne risentirebbe, anzi. Cogliete l'occasione che vi si presenta.