Albrecht Dürer, Navis Stultorum (in S. Brant, Narrenschiff - 1497)

lunedì 12 ottobre 2015

CoCoCo 2015-7: Una mozione dal territorio per non vanificare la Tangenziale di Como

L'argomento che affrontiamo stasera è – o dovrebbe essere – uno di quelli che raccolgono un consenso politico pressoché unanime. Prova ne è che proprio in quest'aula, con deliberazione n. 6 del 27.1.2014 venne approvata una mozione che impegnava il Sindaco “ad adoperarsi presso il Ministero delle Infrastrutture, anche attraverso i Parlamentari comaschi, affinché non venga previsto alcun pedaggio per l’attraversamento del primo lotto della tangenziale di Como, almeno fino al completamento dell’intera opera”.
La mozione di oggi, dunque, non può che incontrare il sostegno di tutti coloro che hanno realmente a cuore l'interesse del territorio, ed è ancora più significativa per noi in quest'aula, che ci preoccupiamo delle sorti del suo capoluogo. Infatti, non si tratta di agire spinti da un basso tornaconto, perché a nessuno piace pagare un pedaggio, e quindi, con italica furbizia, si cerchi di scansare un onere che invece andrebbe correttamente corrisposto. No, qui stiamo parlando di mostrare una capacità autenticamente politica di gestire le grandi questioni strategiche, senza nascondere la testa sotto la sabbia delle convenzioni poco ponderate definite in passato, del conformarsi ad accordi sostanzialmente illogici. Una politica, cioè:
- che sappia orientare correttamente i flussi di traffico e favorire la scorrevolezza dei transiti;
- che liberi per quanto possibile il capoluogo da un sovraccarico di passaggi inutili e dannosi, alleggerendo così anche le altre direttrici;
- che promuova, o almeno non ostacoli, la ripresa economica del territorio;
- e ciò che è forse più importante, che influisca almeno un poco sull'impatto ambientale dei veicoli in transito consentendo di evitare rallentamenti e congestioni, e riducendo in parte le emissioni inquinanti.
Stiamo parlando di un'opera che è già stata realizzata, e perciò di una situazione di fatto che la politica deve dimostrare di saper gestire al meglio; quello che altri interessi rappresentano, in particolare la comprensibile esigenza di trarre la remunerazione dagli investimenti effettuati, non può essere giudicato prevalente rispetto alla valutazione corale che l'intera comunità locale esprime, da un comune all'altro. E per giunta questa è un'opera ampiamente incompleta rispetto ai progetti e alle promesse, che deve dunque essere valutata per quello che essa è effettivamente ad oggi, non per l'ipotetico prolungamento che non sappiamo se vedrà mai la luce.
Con questa mozione, del resto, non si chiede neppure di venir meno alla sostanza degli accordi economici previsti, ma – in modo semplice, realistico e tutt'altro che cervellotico – di rimodulare il processo di riscossione sulle tratte autostradali che si raccordano alla tangenziale per assorbire in esse l'ammortamento e la conduzione di una arteria che a conti fatti è poco più di un raccordo. Utile, necessario anzi, ma proprio nella funzione di alleggerimento dei volumi di traffico prima descritta, con la finalità primaria di migliorare la qualità della vita degli abitanti dei nostri territori. Ma non è certo un'arteria faraonica che possa presentarsi allo stato come una “grande opera” che risolve da sola i problemi della circolazione lombarda. Sacrifici di territorio attraversato e di capitali pubblici abbondantemente messi a disposizione si giustificano solo in un'ottica di utilità pubblica, e quindi di servizio al territorio stesso, a disposizione della maggior parte dei cittadini.
Viceversa, sono numerose, se non unanimi, le valutazioni che indicano come, con i livelli di pedaggio annunciati, l'unico effetto che si potrà raggiungere sarà la disincentivazione dell'utenza. Non so se sia realistica la previsione di un meno 90% che ho visto pubblicata su alcuni organi di stampa, ma è certo che l'esito non si discosterà significativamente da quello che tutti temiamo. In luogo di una finta “grande opera”, ci ritroveremmo con una autentica “cattedrale nel deserto” secondo la peggiore tradizione che la prima repubblica ha illustrato in tanti decenni passati, facendo pagare a noi cittadini gli oneri di una cattiva programmazione e di una pessima gestione, per non dire di peggio.
Il tema è di una semplicità evidente: la priorità riguarda il come possiamo indurre i veicoli ad utilizzare l'opera il più possibile? In seconda battuta, altresì, come remunerare l'investimento del capitale privato? La mozione che stiamo discutendo ha il merito di tracciare una soluzione anch'essa semplice e lineare, una volta che le parti in causa non si sottraggano alle loro responsabilità e sappiano dialogare per trovare un punto di equilibrio equo e condiviso. Una soluzione che, oltretutto, risolve alla radice le enormi complicazioni che sono poste dalla gestione della riscossione del pedaggio nella tratta interessata, ove sono assenti i caselli e che si affida interamente al progresso tecnologico. Nessun dubbio che il procedimento free flow rappresenti un'interessante innovazione ecc. Inoltre, sulla carta, tutto funziona sempre bene, in genere. Ma è pur vero che le criticità legate ai costi e alla difficoltà, se non all'impossibilità, di ottenere il pagamento da coloro che hanno una concreta possibilità di evaderlo, visti anche gli importi di entità risibile rispetto all'onere dei procedimenti, sembrano profilare seri problemi anche in ordine alla redditività.
Sembra dunque sensato ed estremamente razionale chiedere una revisione complessiva dei processi sin qui previsti, ricordando ancora che la nostra priorità deve essere quella di invogliare i veicoli a precorrere la tangenziale in luogo dei percorsi alternativi più o meno urbanizzati. Lo chiediamo anche in nome dell'ingente quota di capitale pubblico che ha reso possibile la realizzazione dell'opera. Ad avere voce in capitolo non possono essere i finanziatori dei due terzi, deve contare solamente l'interesse del privato che ha contribuito per la parte rimanente? Senza presentare uno studio credibile sui flussi e sul rapporto tra costi (del pedaggio a questi livelli assurdi), effetti indotti e benefici (per la circolazione), e senza essere disposti a ridefinire radicalmente la tariffazione in caso di una prevedibile drastica diminuzione degli ingressi, chi prendesse decisioni sciagurate come queste mostrerebbe solo quanto gliene importi realmente del territorio, dell'ambiente e dei cittadini. Tutto ciò non sembra molto giusto; e in ogni caso, ciò ripropone con forza il ruolo e la capacità dell'iniziativa politica, al di là delle appartenenze di partito.
Noi, insieme agli altri consigli comunali, stiamo facendo, per quanto ci compete, la nostra parte. Ma è chiaro che la palla passa ora al ministero, come interlocutore di Autostrade, e soprattutto a Regione Lombardia, che si rapporta con Pedemontana, e non può far finta di niente. Comprendiamo che senta il peso della decisione che rivede un accordo già stabilito (accordo, peraltro, che al territorio non è mai stato illustrato con la necessaria chiarezza su questo punto). La esortiamo però a intervenire tempestivamente, seguendo le indicazioni offerte dalla presente mozione, comprendendo anzitutto
- che non si tratta di una regalìa populistica, ma di una dimostrazione di ascolto e di sinergia col territorio;
- che in un momento come l'attuale, la sua funzione le impone di tentare ogni via per favorire il rilancio dell'economia locale, e non di ostacolarla o soffocarla con un altro balzello;
- che miglioramento della qualità della vita e contrasto del degrado ambientale non sono obiettivi impossibili, ma si possono perseguire con una ragionevole politica di incentivazione, non con ristrette logiche da gabellieri.
Insomma, perdere questa occasione chiave per svolgere un ruolo di regia sarebbe imperdonabile. Noi stasera diamo alla Regione e agli altri soggetti coinvolti l'impulso ad agire con buon senso e in vista di un obiettivo che è facile condividere, e che non sembra divisivo delle differenti sensibilità politiche. Basta ora trovare la volontà di sedersi ad un tavolo e far valere la propria credibilità istituzionale, dimostrando di possederla, non di esserne drammaticamente carenti.

mercoledì 7 ottobre 2015

Un pedaggio assurdo per la mini-tangenziale: nocivo all'ambiente e all'interesse pubblico


Gli aumenti del pedaggio di Pedemontana, in vigore dal primo novembre, ufficializzati dalla società. e di fatto avallati dalla maggioranza che guida Regione Lombardia, con in testa la Lega, sembrano usciti da una favola scritta male. Come si possono accettare i pedaggi più alti d’Italia sulle tangenziali di Como e Varese e sul tratto autostradale Cassano Magnago – Lomazzo? Come dichiarano i consiglieri regionali del Pd Alfieri e Gaffuri "questi rincari disincentiveranno l’utilizzo dell’opera di cui, peraltro, non si sa ancora se verrà terminata. Rischia di essere una beffa per i lombardi”.
Una follia totale, che rende addirittura ridicoli i decisori regionali, bravi solo a rimangiarsi la parola. Ma poi, questi fini analisti del traffico pensano davvero che si genererà un flusso tale da giustificare le spese di costruzione (in massima parte sostenute col denaro nostro) e assicurare introiti non irrisori? O non faranno altro, com'è intuibile a tutti, che lasciare una situazione più o meno uguale ad oggi, con la massima parte delle auto che entra in città e vanifica tutta l'iniziativa? Senza presentare uno studio credibile sui flussi e sul rapporto tra costi (del pedaggio a questi livelli assurdi), effetti indotti e benefici (per la circolazione), chi prende decisioni sciagurate come queste mostra solo quanto gliene importi realmente del territorio, dell'ambiente e dei cittadini. Li sfido ad argomentare con numeri verificabili alla prova dei fatti (cioè dopo pochi mesi di utilizzo) la reale compatibilità dell'opera con gli interessi della cittadinanza e soprattutto con il buon senso. Altrimenti è chiaro che seguono altre logiche, altri interessi. 
Anche a Como, come nella maggior parte del comuni coinvolti, verrà discussa e approvata una mozione che richiede un radicale ripensamento e la gratuità del passaggio con una razionale suddivisione dei costi sui percorsi autostradali adiacenti. È una proposta intelligente e realistica, per questo forse, sentendosi con le spalle al muro, ne hanno paura e fanno finta di niente. Ma se tutto un territorio si esprimerà in questi termini, come potrà la Regione contraddirne le indicazioni? Con quale faccia ci racconteranno che pensano all'interesse comune? Ci ripensino in fretta, finché sono in tempo. O perderanno ogni residua traccia di credibilità politica.