Albrecht Dürer, Navis Stultorum (in S. Brant, Narrenschiff - 1497)

venerdì 7 maggio 2010

Andare a fondo, con il fondo

La crisi greca sta mostrando in maniera agghiacciante tutta la sua gravità. Non meno inquietante, perciò, risulta la notizia che la Regione Lombardia ha sottoscritto dal 2002 un particolare strumento finanziario gestito da UBS, un fondo di ammortamento (tecnicamente sinking fund) con ben 115 milioni di euro impegnati in titoli ellenici e quasi altrettanti in titoli del Lazio e della Sicilia, regioni non precisamente da portare a modello di stabilità contabile.
A riferirlo non è una maligna propaganda delle opposizioni, bensì l’analisi autorevole quanto impietosa del Sole 24 Ore, al quale peraltro la Regione si è rifiutata di indicare con precisione la tipologia dei titoli coinvolti ed i codici identificativi. Alla faccia della trasparenza, dato che si gioca con i soldi dei cittadini! Ancora peggiore, in modo quasi incredibile, è il meccanismo dell’operazione, congegnato in modo tale che, se si generano profitti, questi vengono direttamente incamerati dalle banche, mentre le eventuali perdite graveranno interamente sulle casse della sola Regione Lombardia.
Quale privato cittadino sano di mente, viene da chiedersi, accetterebbe di sottoscrivere un simile contratto? Com’è possibile che l’infallibile governatore lombardo, assieme a quello stuolo di politici che a chiacchiere fa del senso pratico, della concretezza, del mettere le mani in pasta il proprio credo, si sia fatto infinocchiare così? Si tratterà solo di incompetenza, di trascuratezza o di qualcosa d’altro?
Di governare, questi politici-feudatari sono senz’altro capaci, come si vede anche a Como, dove le prove di genialità si susseguono incessantemente. Governare bene, però, sembra essere qualcosa di molto diverso. Evidentemente non importa a chi per la quarta volta ha rieletto lo stesso personaggio, o forse si tratta di un elettorato che preferisce non porsi questioni troppo difficili e conferma la fiducia a scatola chiusa. Bravi, per non farsi venire il mal di testa è meglio vivere di illusioni e seguire un capace imbonitore, proprio come sembrano aver fatto i nostri vicini greci.
Resta sempre aperto l’interrogativo se quando andiamo alle urne noi, cui alla fine tocca pagare il conto di questa come di altre castronerie, ci poniamo davvero il problema delle effettive capacità degli eletti di operare per il bene comune, se siamo capaci di tracciare un bilancio realistico delle politiche degli anni trascorsi – che non è cosa semplice – oppure preferiamo scegliere il contaballe più simpatico, il più “ganassa”, il più “baüscia”?