Albrecht Dürer, Navis Stultorum (in S. Brant, Narrenschiff - 1497)

lunedì 21 gennaio 2013

CoCoCo 2013-2: Segnaletica orizzontale delle nostre strade

Mi soffermo brevemente sullo stato delle strade di Como, che è ben noto a tutti ed è una storica quanto sgradita eredità lasciata alla nostra amministrazione, per segnalare una reale urgenza.
A parte la manutenzione almeno dei tratti più ammalorati, che sarà certamente disposta quando il clima lo consentirà, credo sia di particolare importanza privilegiare il rinnovo della segnaletica orizzontale, e soprattutto degli attraversamenti pedonali. Constato personalmente, raccogliendo anche molte segnalazioni in proposito, la pericolosità degli attraversamenti ormai quasi cancellati, in particolare nelle strade di forte circolazione, che sono soggette a maggiore usura, e che proprio per le loro caratteristiche richiedono una piena e costante visibilità. È questa ad esempio la condizione del tratto dalla fine di via Bellinzona sino al piazzale S. Teresa e via Masia. Si deve tenere presente che uno di questi passaggi pedonali ormai non più discernibile è utilizzato negli orari delle funzioni religiose da molte persone anziane, che non possono usufruire del sottopassaggio di Villa Olmo. Mi capita molte volte di vedere automobili che non si fermano. Il che pone anche l'ulteriore problema di evidenziare le "strisce" con una colorazione adeguata per dare loro maggiore risalto e aumentare la sicurezza degli attraversamenti.
Parlo naturalmente da pedone ma anche da automobilista, in quanto la visibilità e la sicurezza sono un binomio indissolubile anche nella circolazione cittadina. È poi vero che una chiara segnaletica orizzontale nella separazione delle corsie non è una garanzia automatica contro l'inciviltà di taluni guidatori, che sembrano ignorare la necessità di rispettare gli spazi assegnati nonché la funzione degli indicatori di direzione; ma certamente è di aiuto a scongiurare incidenti dovuti alla natura "complessa" di molti tratti della nostra rete viaria. Confido perciò che a questo problema si vorrà dare una soluzione efficace e rapida, anche là dove le ristrettezze di bilancio imporranno di differire una nuova asfaltatura.

lunedì 14 gennaio 2013

CoCoCo 2013-1: Trasferimento dell'archivio storico dell’Ospedale Psichiatrico Provinciale di Como

Nei padiglioni di San Martino fino allo scorso anno si trovavano le circa 40.000 cartelle cliniche delle donne e degli uomini che tra il 1882 e il 1998 sono state ricoverati nell'Ospedale Psichiatrico Provinciale di Como. Si tratta di un Archivio preziosissimo, indispensabile per studiare la storia sociale del comasco attraverso un secolo. Il prof. Gianfranco Giudice, che ha pubblicato nel 2009 una importante ricerca storica su quello straordinario archivio (Un manicomio di confine. Storia del San Martino di Como, Laterza), denuncia ora di aver appreso che dallo scorso anno quell'Archivio non è più a Como, ma, per volontà della Direzione dell'Ospedale Sant'Anna, legittimo proprietario dell'Archivio, e col beneplacito dell'Autorità pubbliche deputate alla conservazione dei Beni culturali, si trova depositato come una merce qualunque in un magazzino presso l'interporto di Parma. Sembrerebbe che in pratica l'Archivio non potrà più essere consultato da nessuno studioso, o visionato da privati cittadini eredi di ex ricoverati nel manicomio di Como.
È della massima importanza che tutti i cittadini interessati, a cominciare dall'Amministrazione Comunale che li rappresenta, si attivino per contestare pubblicamente questo fatto incredibile ed inammissibile, che depaupera la cultura della città di Como e del suo territorio.
Non so quali ragioni abbiano spinto la nuova direzione del Sant'Anna a disporre in questo modo del patrimonio storico che ha in gestione, che include tra l'altro anche la biblioteca del vecchio manicomio con circa 3.500 volumi di grande pregio di cui ignoriamo ad oggi la destinazione; forse anch'essi sono stati depositati insieme al resto. Inoltre, al di là degli aspetti culturali rilevantissimi, si prefigura anche una possibile lesione di diritti individuali, quelli dei parenti degli ex ricoverati che chiederanno i documenti relativi ai loro familiari. In queste condizioni, come riusciranno ad averli? E in tal caso quanto tempo dovranno aspettare, e con che costi?
Mi auguro che, magari anche con la collaborazione degli organi di informazione, siano forniti al più presto dalla direzione del Sant'Anna non solo tutti i chiarimenti relativi all'attuale sistemazione, ma anche le rassicurazioni sul fatto che saranno disposte quanto prima le misure necessarie a garantire la conservazione del patrimonio culturale dell'ex OPP nella città di Como, con una sua piena accessibilità, riservandomi di investire il Consiglio Comunale dell'argomento in maniera più formalizzata qualora venga confermata la realtà del rischio che la città non rientri mai più in possesso di una parte essenziale della sua storia.