Albrecht Dürer, Navis Stultorum (in S. Brant, Narrenschiff - 1497)

mercoledì 27 marzo 2013

Lo streaming del poco o nulla

Giornata notevole, oggi, e non solo per la semi-bufala dello "streaming epocale" dell'incontro tra Bersani e i due rappresentanti del M5S (cfr. http://www.europaquotidiano.it/2013/03/27/lincontro-tra-bersani-e-il-m5s/).
Sono davvero impressionato dall'atteggiamento di Crimi (quello dei due che, almeno, si sforza di argomentare): dato che non ci sentiamo responsabili [per il passato, imputato non senza ragione alle altre forze politiche], allora non ci assumiamo responsabilità [per il presente ed il futuro, per il quale però sarebbero stati eletti].
Assenza di logica (o di comprensione dei termini) atta a tradursi in un tatticismo già troppe volte visto, sin dalla prima repubblica. Anche se qui l'esito potrebbe essere il crac, chi se ne importa.
Quando poi Grillo distribuisce la patente di "Padre Puttaniere" anche a chi visibilmente non lo è, la disonestà intellettuale raggiunge l'apice, mostrando insieme quale sia la considerazione, da parte di chi lancia simili messaggi, delle capacità mentali di coloro che li raccolgono e li fanno propri.
Di fronte a QUESTO nuovo, mi preparo al peggio.

giovedì 21 marzo 2013

CoCoCo 2013-4: Iniziative di contrasto alle ludopatie

Riferisce oggi il quotidiano "La Provincia" che salgono a 80 i bar "slot free" che hanno deciso di evitare la presenza delle macchinette nei loro locali. Il sindaco Mario Lucini, interpellato, appoggia l'iniziativa e parla anche di un intervento del Comune di Como attraverso qualche forma di incentivazione, pur senza voler «dare patenti di buoni e cattivi».
Concordo con questa ulteriore manifestazione d'interesse e me ne rallegro, avendo anche sottoposto all'esame dell'aula la mozione per il contrasto alle ludopatie che abbiamo approvato insieme lo scorso ottobre. Vi si prevedeva tra l'altro il raccordo con "altri attori istituzionali e soggetti competenti al fine di monitorare l'incidenza delle ludopatie nella città di Como ed eventualmente di organizzare di un convegno istituzionale con contributi qualificati e analisi di percorsi di prevenzione già avviati da altri comuni italiani", nonché "la costituzione di partenariati con le scuole al fine di istituire un percorso di prevenzione per sensibilizzare i giovani alle caratteristiche potenzialmente negative delle attività ludiche on line, soprattutto se legate alle scommesse".
Ritengo perciò di cogliere l'occasione anche per sollecitare un rafforzamento della collaborazione con l'Asl e proseguire nell'opera di conoscenza del fenomeno e di contrasto già in corso.
A proposito di prevenzione, inoltre, constatato che la Federazione Gioco di Confindustria annuncia di voler creare un osservatorio con appoggio di Comuni, associazioni, Caritas, parrocchie, medici, proponendo di destinare dei fondi alle amministrazioni comunali che dovranno curare le ludopatie. Mi sembra una posizione responsabile, e mi sembrerebbe perciò opportuno destinare parte di questo contriubuto ad un'azione di sensibilizzazione nelle scuole (dove non dovrebbe mancare la sensibilità su queste ed altre tematiche attinenti le dipendenze), ad esempio con la stampa di materiale informativo, utile a proporre una riflessione nelle classi. Confido anche nella sensiblità dell'assessore ai servizi sociali per riprendere il discorso e realizzare il più ampio coinvolgimento attorno all'iniziativa.

domenica 17 marzo 2013

Comincia l'epoca delle scelte: per o contro il Paese?

Sono impressionato dalla vistosa assurdità della lettura che Crimi dà oggi del voto al Senato. Ogni opinione è certamente legittima, ma solo menti ottenebrate dallo slogan farlocco che PDmenoelle e PDL sono uguali (complimenti per l'intus-legere) possono bersi la fesseria della foglia di fico, e soprattutto del complotto che ha messo in crisi gli animi ingenui e puri.
Chi non capirebbe infatti che i due "cattivi" si sono messi d'accordo per candidare l'impresentabile Schifani, in modo da costringere i più coscienziosi dei "buoni" a votare per il meno peggio? Si fatica a non ridere. L'unica cosa rispettabile di questo sproloquio è il riconoscere la sincerità e la sofferenza di chi ha scelto Grasso e, bontà sua, il supplicare i supporter del movimento di non coprirli di contumelie o peggio, anche se "chi viola il regolamento del gruppo automaticamente si può ritenerne escluso".
"Gioco di forza" dei partiti? "Ricatto morale"? Ma smettiamo di raccontar balle!
Può esser vero che "noi siamo così, ingenui, entusiasti, pensiamo di poter scalare l’everest con le infradito…", ma forse non guasterebbe cominciare a capire per quale ragione è stato chiesto il voto, e soprattutto perché è stato concesso.
Per autorappresentarsi come una setta succube di pensieri farneticanti sul nuovo ordine mondiale? Per mandare il paese alla malora allo scopo di punire gli altri partiti dall'essere men che perfetti? Per avere in futuro il 100% di una scatola di tonno rivoltata e via sbrodolando? Un'azione politica del tutto inutile, se non contraria al bene comune, può dirsi migliore delle prassi disoneste che si dice di voler combattere?
Temo che i cittadini onesti vogliano risultati, non panzane, slogan, nuovi duci esaltati e neppure una mera funzione di controllo (in sé necessaria e auspicabile). Anche paralizzare un paese per superbia, senza neppure eliminare le maggiori storture presenti, potrebbe essere un atto malvagio.

lunedì 11 marzo 2013

CoCoCo 2013-3: Solo mozioni "comasche"?

Devo esprimere un ringraziamento sincero ai proponenti la mozione, soprattutto perché ci danno modo di ripensare al significato del nostro lavoro d'aula. Si tratta di una riflessione certamente necessaria, in quanto abbiamo assistito, in questi primi mesi, non tanto alla presentazione di problematiche che con la città avessero poco a che fare, quanto piuttosto al prolungamento spesso poco costruttivo dei tempi delle nostre sedute, tramite una pletora di emendamenti solo in parte giustificati, e soprattutto con la proliferazione di questioni procedurali sollevate speciosamente, nonché di "fatti personali" a prescindere, derivanti dall'aver colto la pronuncia del proprio nome sulle labbra di un altro, incauto consigliere.
La mozione in sé, lo dico subito, mi appare irricevibile tanto per la casistica che pretenderebbe di istituire, restringendo l'attività consiliare ad argomenti e temi strettamente legati alla città, quanto per la penalizzazione che intenderebbe imporre ai presunti trasgressori, privando l'intero consiglio del gettone di presenza.
Potrebbe persino far sorridere, questo modo di porre la questione. Infatti lascia spazio a due fondamentali interpretazioni, l'una più risibile dell'altra.
1) O siamo di fronte ad un'esaltazione del provincialismo più sfrenato, e perciò grottesco, dovendo oltretutto immaginare una sorta di tribunale che ogni volta stabilisca il grado di "comaschità" degli argomenti, e ogni volta istituire un'apposita istruttoria, con complesse operazioni di cronometraggio dei tempi effettivamente dedicati agli argomenti "alieni" per determinare la corresponsione economica ai consiglieri che vi si sono impegnati.
2) O si immagina di rendere più efficienti ed utili alla città i lavori, finendo per espungere tutte quelle tematiche che abbiano qualche attinenza con il mondo esterno. È però chiaro a tutti che, nel XXI secolo, nessuna città, tantomeno se è caploluogo di provincia, può sensatamente "chiamarsi fuori" dai problemi della realtà circostante, per la semplicissima ragione che i suoi abitanti sono già investiti, quali cittadini della Repubblica Italiana, di una serie di carichi e di oneri che non è illegittimo cercare di alleviare anche con l'appoggio politico del proprio consiglio comunale.
Essere un organo amministrativo non esime infatti dall'assumere funzioni di indirizzo politico (che come tali, sono anche richiamate espressamente dal nostro Statuto), e quindi i dibattiti su temi che riguardino la collocazione della nostra città nel contesto politico ed istituzionale del nostro paese sono tutt'altro che incongrui. E come potrebbero, del resto, approdare all'aula simili argomenti, se non fossero stati ammessi dall'ufficio di presidenza, e quindi già preliminarmente valutati come pertinenti?
Le conseguenze paradossali di un cieco atteggiamento di chiusura, poi, emergerebbero chiaramente che, senza una precisa volontà politica, non sarebbe mai stato possibile istituire né rapporti di gemellaggio, né interventi di solidarietà come quelli anche di recente deliberati, perché riferiti a realtà distanti centinaia o migliaia di chilometri dal nostro beneamato capoluogo. Ecco perché una mozione come questa non si può considerare fondata e va respinta, a meno di voler instaurare una tradizione di chiusura assai poco lodevole e che comunque non appartiene allo spirito del centrosinistra.
Se, viceversa, l'opposizione ritiene che in questo consiglio si presentino troppe mozioni, potrebbe dare una pratica soluzione cercando di coordinarsi meglio e di concordare al proprio interno una riduzione di questi interventi.
Se i tempi del dibattito su ogni singola questione apparissero eccessivamente lunghi, basterebbe evitare che ogni singolo membro di ogni singolo gruppo si sentisse in dovere di intervenire, spesso dichiarando "di non averne avuto intenzione, ma..." di essersi ricreduto, e magari solo per ribadire gli identici argomenti dei suoi predecessori.
Le critiche costruttive giovano sempre, e la maggioranza ha il dovere di tenerle in debito conto, anche se non si può chiederle di concordare automaticamente; e forse con un minimo di intelligenza le si possono anche rendere più facilmente accoglibili, come del resto mi sembra si sia già dimostrato talvolta di saper fare.
Mi auguro che sapremo rendere più costante questo atteggiamento di collaborazione; in ogni caso, cominciamo con l'evitare a tutto il consiglio, respingendo questa mozione, il paradosso che la gran parte dei consiglieri si costringa ad ascoltare con pazienza e con il dovuto rispetto argomentazioni a volte interessanti, a volte un po' meno, su temi ammessi come legittimi dall'ufficio di presidenza, e poi venga trattata come se non avesse fatto il suo lavoro.