Albrecht Dürer, Navis Stultorum (in S. Brant, Narrenschiff - 1497)

lunedì 25 giugno 2012

CoCoCo 2012-2: Costi della politica e trasparenza

Parliamo brevemente di cifre e di soldi. Leggo sui giornali che per il nostro dibattito sugli indirizzi di nomina nelle partecipate avremmo speso finora 10.000 euro, corrispondenti a due sedute, anche se a dire il vero il 18 giugno non si è parlato solo di questo argomento. Un titolista che la sa lunga si è portato avanti, arrivando già a quota 15.000.
Ma un giornalista che preferisce non essere menzionato mi ha fatto presente un fatto, che è ben difficile sia passato inosservato: il numero dei consiglieri comunali è diminuito, rispetto allo scorso mandato, del 20%. Perciò, ammesso che i costi della passata edizione del consiglio fossero corretti, occorrerà ricordare a qualcuno di aggiornarli, a beneficio della precisione dell'informazione.
Ringrazio comunque del richiamo, evidentemente rivolto a noi tutti, a non dilungarci eccessivamente e a non essere ripetitivi nei nostri interventi. Lo condivido, anche se il vero tema dei prossimi mesi sarà quello dell'efficacia dell'azione consiliare, e il parametrarla ai costi può essere un indicatore, ma non certo quello esclusivo. Il futuro ci giudicherà per come avremo saputo operare in favore della città.
Intanto, in tema di risparmio, preannuncio che già dal momento del suo insediamento del Presidente del consiglio, come consiglieri di maggioranza abbiamo dato un'indicazione affinché ai nostri posti l'acqua sia presente in brocca e non più in bottiglia. Ovviamente le considerazioni ambientali prevalgono sul modesto risparmio, ma crediamo che anche i piccoli segnali abbiano la loro importanza. Attendiamo perciò che, appena superate le difficoltà tecniche, si dia corso alla nostra richiesta e ne ringraziamo il Presidente.
E infine, a proposito di trasparenza: sono da qualche giorno pubblicati all'albo pretorio comunale i resoconti delle spese elettorali recenti. Una lettura che non caldeggio per la sua inesistente bellezza, ma che è comunque istruttiva. Non faccio perdere tempo al consiglio con le varie considerazioni che mi sono venute alla mente, e non ho intenzione di sindacare le scelte di nessuno né di polemizzare. Devo tuttavia rivolgere una richiesta di chiarimento alla consigliera Bordoli o al suo gruppo. Nell'unico resoconto pubblicato, a nome del candidato sindaco (a quanto pare, non vi è quello del partito che la sosteneva), accanto a stampe di giornali, media, ecc. non viene dichiarato neppure un euro per la stampa di manifesti e le affissioni, che peraltro ricordo particolarmente abbondanti. Ringrazio perciò chi saprà darmi un chiarimento su questa rendicontazione un poco inconsueta.

giovedì 21 giugno 2012

CoCoCo 2012-1: Replica alle polemiche sulla delibera di indirizzo in ordine alle nomine in enti e partecipate del Comune

Prima di arrivare ad una valutazione politica, vorrei soffermarmi su di un primo dato importante del nostro dibattito. Alcune delle osservazioni formulate, oltre che pertinenti nel merito, mettono in risalto la necessità di porre, specie per il futuro, particolare attenzione alla chiarezza e alla piena intelligibilità degli atti che formuliamo. A volte l'impiego di espressioni invalse nel linguaggio burocratico, o la volontà di condensare una quantità di concetti in un'unica frase, moltiplicando gli incisi, rischiano di generare ambiguità facilmente evitabili, con lo sforzo di utilizzare una lingua più piana e frasi più semplici. Abbiamo insomma, nel nostro piccolo, anche il compito di contrastare una pratica tanto diffusa nel nostro paese, al punto che uno dei principali responsabili ne è il parlamento nazionale, più volte redarguito per la scarsa qualità linguistica della formulazione normativa, con le conseguenti problematiche interpretative. Non sarà peraltro il caso del testo che stiamo discutendo, una volta che alcuni emendamenti migliorativi siano posti in atto, incluso quello elaborato dalla maggioranza sotto forma di “maxiemendamento”. Sia chiaro che ogni rilievo nulla deve togliere all'apprezzamento per l'iniziativa tenace e convinta, oltreché rapida, dell'assessore proponente, dalla quale traspare il forte impegno di natura etica proprio per sgomberare il campo dalle ambiguità legate al rapporto fiduciario dei nominati con il sindaco in carica.
Come ignorare, peraltro, che questo dibattito è stato preceduto da dichiarazioni prontamente raccolte dalla stampa, che ho sentito ancora riecheggiare in aula e che, devo confessare, mi hanno procurato non poca inquietudine? Ad ascoltarle mi è sembrato per un istante che la nostra città rischiasse una perniciosa calata di barbari, chissà, fors'anche di Cosacchi d'altri tempi, pronti a ghermire ogni poltrona di aziende partecipate e consimili, sfilandole maleducatamente di sotto agli attuali occupanti.
Nessuno degli insorti, naturalmente, si oppone completamente alla possibilità di un ricambio. Ma si scandalizza per la celerità dell'operazione, foriera di chissà quali ingiustizie, con la sua precipitazione.
Che fretta c'è? Ci si domanda. E la conclusione è semplice: sono le pratiche della vecchia politica. Mi spiace dover dissentire: lo spoils system (che tra l'altro è una pratica tutt'altro che scandalosa nei sistemi democratici evoluti, se sanno elaborare i necessari correttivi) non è proprio l'oggetto primario di questa nostra discussione, nella quale anzi sono affermati i principi di una politica lontana dalla spartizione partitica degli incarichi legati al settore pubblico. Chi ha letto il testo non se ne è davvero accorto?
Si denuncia a gran voce, anche se con qualche decennio di ritardo, l'”interferenza politica nella gestione delle aziende”: sarebbe una cosa davvero grave, anzi è cosa grave, dato che gli attuali consigli altro non fanno che esprimere, viste le logiche che hanno condotto alla loro nomina, proprio la più convinta e vorace interferenza politica. Chiaro che chi l'ha praticata finora non apprezzi (questa propriamente parlando si definisce ipocrisia, sia pure di natura politica, qualora non sia accompagnata da una severa autocritica), chiaro anche che possono essere state espresse nelle passate scelte anche delle competenze reali, ma il criterio era diverso e palese: quello dell'appartenenza, della fedeltà o della ricompensa.
Non è questo il classico utilizzo di due pesi e due misure: noi facciamo quel che ci pare, gli altri devono invece fare i bravi, se no li additiamo al pubblico disprezzo?
E d'altra parte, nel provvedimento in discussione non c'è nessun attacco ai partiti in quanto tali e alla loro funzione di rappresentanza; c'è piuttosto una chiara presa di distanza dalle pratiche deteriori di un recente passato, quello dell'occupazione e delle varie lottizzazioni.
Questa parola, tra l'altro, non la evoco io, ma una delle tante dichiarazioni rilasciate alla stampa: ci si accusa precisamente di questo, di stare procedendo ad una nuova lottizzazione! Al contrario, questa è, almeno in parte, una liberazione dalla lottizzazione sin qui pervicacemente praticata. La nostra proposta può lasciare basito solo chi ha condiviso in passato quest'ottica dell'occupazione manu militari di tutti i posti disponibili, e che ha poi provveduto furbescamente al rinnovo degli incarichi pochi giorni prima delle elezioni, a mandato ormai scaduto. Questo è equilibrio, equidistanza, considerazione dei meriti, rispetto di eventuali nuovi indirizzi amministrativi?
Da notare che la stessa argomentazione utilizzata dagli oppositori è stata formulata in termini che si ritorcono loro contro: “non si può fare di tutt'erba un fascio, penalizzando le professionalità che pure ci sono” viene detto. E chi lo nega? Ma il fatto che di queste professionalità il sindaco voglia e debba condurre una verifica accurata, perché dovrebbe apparire preoccupante, se non perché si teme che, alla prova dei fatti, molte non reggano all'esame, o appaiano troppo esplicitamente connotate dalla logica spartitoria che le ha prodotte? Quale senso politico avrebbe mai che il nuovo sindaco accettasse il “braccio destro” o la “costola” del precedente, ossia un elemento strettamente organico ad un progetto amministrativo di segno opposto?
Vogliamo magari consolarci che a Como non si sia raggiunto lo scandalo dell'Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia, il cui nuovo direttore vanta le competenze di un laureato in Scienze motorie a Brescia, e che lascia il sudato posto dirigente ministeriale al Miur (ivi chiamato dalla sua conterranea Maria Stella Gelmini), e la cui capo ufficio stampa ha un curriculum intessuto di attività che giudico irriferibili, la quale non nega di aver ottenuto il posto grazie alla “raccomandazione di un politico” e si descrive come persona “capace, sia nello scrivere che nello spogliarmi”? Vi lascio immaginare l'area politica di riferimento di questi personaggi ultrareferenziati. Ma per citare sempre l'intervista alla nostra esperta comunicatrice, “tanto questa è l'Italia”.
E poi consentitemi, quanto mi piacciono questi “tecnici” che si affidano a corpo morto alla politica per salire i gradini di una carriera appiattita sul potere in essere (a volte addirittura assecondando la logica del promoveatur ut amoveatur, degli scambi di poltrona e delle compensazioni), ma che poi, quando il vento cambia, sono pronti ad ipotizzare azioni legali per difendere il proprio posto sulla base di una supposta “terzietà” di cui mai hanno dato prova! Davvero comodo, scoprirsi indipendenti quando più conviene. Immagino sia questo, il “sapersi muovere” nel sottobosco della politica.
Infine: perché questa fretta? È stato chiarito a sufficienza che l'urgenza dell'iscrizione all'ordine del giorno è strettamente regolamentare: non si deve perciò a una nostra inesistente bramosia sfrenata di mettere le mani sulle poltrone. Ma in fondo un'urgenza c'è, ed è quella di ordine morale. Con la nostra decisione di stasera possiamo provare a lanciare un segnale di rinnovamento autentico alla città, e in special modo ai giovani, in particolare a quelli che sono ormai rassegnati ai meccanismi deteriori della vita pubblica, o malauguratamente sono entrati nell'ordine di idee che ci si avvicina alla politica per conquistarsi un posticino in un sottobosco, che le carriere si determinano attaccandosi ad un carrozzone, per via di conoscenze e raccomandazioni, e non di una professionalità riconosciuta e della valorizzazione del merito e delle competenze. Ecco, forse possiamo partire proprio da qui per vivere una politica da intendere un po' più come servizio, e un po' meno come autopromozione.