Albrecht Dürer, Navis Stultorum (in S. Brant, Narrenschiff - 1497)

lunedì 13 marzo 2017

CoCoCo 2017-1: Legittima difesa e speculazioni politiche

In questi giorni si parla molto, ed è comprensibile, della vicenda del ristoratore di Casaletto Lodigiano, Mario Cattaneo, che in una colluttazione ha sparato con un fucile, regolarmente detenuto, a un ladro che tentava di introdursi nel locale, chiuso a quell’ora, insieme ad altri tre complici. È verosimile che il fatto sia avvenuto in modo accidentale e che il responsabile dell'omicidio sia il primo ad essere sconvolto da conseguenze non previste nel momento in cui si dotava di un'arma per il sopralluogo. È comprensibile altresì la solidarietà degli amici e dei conoscenti.
Ma chi deve accertare la verità? La magistratura o la politica?
In un paese civile la questione non sarebbe nemmeno da porsi. Qualunque giudizio deve partire dall'accertamento rigoroso dei fatti. Se risultassero circostanze penalmente rilevanti si celebrerà un processo, altrimenti no. Questo per chiunque sia dotato di un minimo di cultura giuridica. Evidentemente però vi è un lato della politica, quello di gran lunga meno nobile, della speculazione sulle paure e sulle disgrazie altrui, che non si tira indietro neanche in questo caso.
«Il ristoratore che ha reagito alla rapina è indagato per omicidio volontario. Siamo in un mondo al contrario» ha scritto sul suo profilo Facebook il presidente della Regione Lombardia. Cosa vuol dire? Che non si devono fare indagini? Che tutte le volte che sembrano presentarsi le caratteristiche potenziali di una legittima difesa non bisogna fare alcun accertamento? O forse che è lecito prendere le armi e sparare ogni volta che ci si sente minacciati, legittimando così un clima da Far West? Il mondo al contrario non è forse quello in cui i politici fingono di dimenticare i più elementari fondamenti del nostro sistema giuridico?
Sappiamo tutti perché queste uscite, e altre ancora più rozze, si susseguano ogni volta che avviene un episodio simile. Non è solidarietà umana, è speculazione politica di bassa lega, nel tentativo di far apparire sempre più insicuro e violento un Paese che invece non lo è, statistiche alla mano. Facendo crescere un clima di contrapposizione utile solo a mediocri professionisti della politica che però non
sono solo innocui ciarlatani. Seminano odio, sobillano i deboli e i più sprovveduti, favorendo lo sviluppo di un clima di terrore che accomuna impropriamente i piccoli fatti quotidiani e i grandi scenari globali.
Bisogna dirlo, che questa subcultura ha un nome e una collocazione politica, alla faccia di coloro che sproloquiano sull'inesistenza di destra e sinistra, senza sapere quello che dicono. Questa che avanza non è forse tutta la Destra, ma è Destra allo stato puro. È una Destra che
peraltro sembra oggi avanzare in Occidente, sminuendo nei fatti i principi di tolleranza e di accoglienza su cui avevamo iniziato a costruire la nostra casa comune dopo il dramma del secondo conflitto mondiale. Una Destra che ha molto poco di liberale e promuove invece l'intolleranza a tutto campo, spesso nascondendosi dietro considerazioni ipocrite sulla nostra sicurezza minacciata e che non sarebbe adeguatamente tutelata. Una Destra che a livello mondiale mostra il suo volto inquietante e regressivo, anche nella cronaca recentissima. I muri minacciati e le dichiarazioni divisive, se non razziste, del nuovo presidente degli Stati Uniti d'America. O l'inaccettabile soppressione della separazione dei poteri e del sistema di controlli ed equilibri istituzionali voluto dal presidente Erdogan con una svolta autoritaria che gli darà ancora più poteri, una volta confermata da un imminente plebiscito.
È chiaro, tuttavia, che ogni gesto che mina e indebolisce la coesione dei progressisti, di chi si batte per la difesa dei diritti dell'uomo, oggettivamente
non fa che rafforzare questa destra e indebolire la tenuta dello stato democratico. Sono scenari storici che si sono già profilati in passato, pur in contesti radicalmente diversi e che auspichiamo irripetibili, ma che caricano di responsabilità le scelte politiche dell'oggi, soprattutto di chi ha veramente a cuore una democrazia inclusiva e tollerante.