Albrecht Dürer, Navis Stultorum (in S. Brant, Narrenschiff - 1497)

lunedì 27 dicembre 2010

La strategia del buco

Che banalità, lamentarsi ancora delle buche nelle strade di Como! Vero è che aumentano ogni giorno per numero ed estensione, ma è un discorso trito, già sentito: meglio lasciar perdere e farci l'abitudine. Cosa importa qualche piccolo disagio, a fronte dei grandi vantaggi che derivano dal lasciar andare le cose alle malora? Oltre a differenziare simpaticamente il territorio cittadino dalla vicina Svizzera, già ora, senza bisogno di impiantare dissuasori, si ottiene gratuitamente la limitazione della velocità in tutta l'area urbana. Se i dissesti aumenteranno, la gente rinuncerà a scendere in convalle per timore di sfasciare l'auto: ecco un forte incentivo all'uso dei mezzi pubblici. Inoltre si libereranno i parcheggi attualmente insufficienti e non ci sarà bisogno di costruire nuovi autosili ad ogni angolo di strada. Non si spendono soldi, non si aumentano le tasse: cosa si vuole di più? Non deprechiamo, perciò, il ritardo negli interventi o la scarsa qualità degli asfalti impiegati. Comprendiamo piuttosto che è in atto una saggia strategia amministrativa ed apprezziamola, anche se ci distrugge le sospensioni.

lunedì 20 dicembre 2010

CoCoCo8 - IV Commissione: la grande fuga

Oggi, alle ore 15, era stata convocata la IV Commissione consiliare per l'elezione del suo Presidente. Credo sia noto alla maggioranza dei Consiglieri presenti, come lo sarà alla cittadinanza domani, se la stampa vorrà darne notizia, l'esito sconcertante di tale convocazione: mentre i quattro consiglieri dell'opposizione si sono regolarmente presentati, gli altri non hanno ritenuto di mostrare il loro volto, tranne il consigliere Serrentino, che d'altronde aveva indetto la riunione in qualità di Commissario anziano. In tal modo l'incontro è stato vanificato, evidenziando, una volta di più, che l'interesse pubblico sembra non essere il pensiero dominante degli amministratori di Como.
La ragione che ci è stata fornita è il mancato accordo della maggioranza sul nome del Presidente da eleggere. Nella certezza di rappresentare in questo momento non solo il mio disappunto personale, ma anche quello di tutti i cittadini comaschi che non sono clientes dell'attuale sistema di governo che paralizza la città, voglio ricordare a tutti gli assenti che una simile motivazione è semplicemente ignobile, dal momento che:
1. era stata stabilita una data certa entro la quale poter trovare un accordo, se necessario;
2. la trasparenza del dibattito democratico rende la commissione il solo luogo deputato a formulare e discutere proposte in merito all'ordine del giorno della stessa; se poi volete trovarvi nelle segrete stanze, abbiate la decenza di farlo entro i tempi stabiliti;
3. un comportamento onesto imporrebbe di presentarsi ad ogni occasione di confronto forti delle proprie idee e valutazioni, escludendo la possibilità di nascondersi dietro rinvii alle calende greche, in questo caso subordinando l'ordinato funzionamento della commissione (già vacante da quasi due mesi) all'attribuzione di una poltroncina tutto sommato secondaria.
Trovo semplicemente indecoroso quanto è avvenuto. Qualcuno penserà che in questo modo evidenzio soltanto il mio analfabetismo politico, in quanto queste prassi, ed altre ancor più disdicevoli, sono comunemente accettate nel grande mercato in cui si è trasformata la politica italiana. Bene, rispondo che per una volta sono orgoglioso di questa mia ignoranza. Voglio ricordare ai signori consiglieri che essa è determinata dalla presenza di un fattore che nessuno di noi è autorizzato a trascurare: il dovere di rispettare gli impegni presi. Mancare ad una convocazione nei termini che ho illustrato è, né più né meno, mancare ad un proprio dovere. Pertanto chiedo formalmente al Presidente di questo Consiglio che in tutte le future occasioni ricordi ai convocati di ogni sorta di seduta che, nel momento in cui hanno accettato la designazione al ruolo pubblico che ricoprono, si sono assunti anche tutti gli impegni corrispondenti, e che la loro dignità consiste nel tenere fede a questi impegni.

giovedì 2 dicembre 2010

CoCoCo7 - Situazione degrado delle scuole in città

Alla luce di numerose segnalazioni, alcune delle quali hanno raggiunto le pagine degli organi di stampa e sono state anche oggetto di un'allarmata denuncia da parte della segreteria provinciale della Cgil Scuola questa settimana, intendo porre all'attenzione del Consiglio Comunale e degli Assessorati competenti la situazione in cui versano le scuole comasche, in particolare quelle materne ed elementari.
Se i tagli dei docenti e del personale ausiliario stanno incidendo per parte loro sulla qualità del servizio offerto, ma è il Governo, non il Comune ad avere in proposito responsabilità dirette, non altrettanto può dirsi per la decadenza delle strutture e l’inadeguatezza degli edifici.
Ci viene riferito che in varie palestre non si può giocare con la palla perché gli impianti non garantiscono sicurezza, che non di rado i bambini sono costretti a mangiare in due turni perché i locali per la mensa sono troppo piccoli per ospitare tutti, che gli infissi non solo sono vecchi, ma in molti casi anche pericolanti, che i muri attendono almeno una mano di vernice da anni, che i giardini e i cortili non ricevono la necessaria manutenzione, che i bagni sono ridotti in condizioni pietose e a volte inservibili. Non sarà certo la fotografia esatta di ogni singolo istituto, o almeno lo spero, ma le lamentele che provengono – soprattutto dalle famiglie comprensibilmente preoccupate – sono ormai troppo numerose per ritenere che si tratti di casi isolati.
Voglio sperare che tutti ci rendiamo conto di quanto la funzionalità e il decoro dell’ambiente rappresentino elementi fondamentali per l’apprendimento dei nostri figli. Una parte rilevante dell'educazione alla convivenza civile, al rispetto delle strutture, anche alla percezione del bello, la scuola li trasmette attraverso l'aspetto delle proprie aule, dei corridoi, dei servizi. Queste cose ovviamente hanno un costo: ma non è un costo accessorio, una vanità, un amore del superfluo. Queste, semmai, sono le caratteristiche precipue dei fuochi d'artificio nell'inaugurazione di un cantiere o di una mostra in cui un qualche politico vuole fare la ruota.
Vogliamo invece badare al sodo? Allora non possiamo permettere che la scuola statale comasca cada nel baratro dell’indifferenza e del degrado. Mantenere le cose come stanno è un doppio misfatto: tanto per i pericoli che si possono determinare, quanto perché, continuando così, si crea per i nostri istituti un eccellente biglietto da visita per indurre l'utenza a rivolgersi altrove, ovverosia alle strutture non statali che giustamente curano la propria immagine esteriore allo scopo di impressionare favorevolmente i potenziali clienti. Ma a noi è dato di amministrare la “cosa pubblica” in modo che possa rappresentare l'eccellenza del servizio, non il ripiego per chi non ha mezzi. Altrimenti è meglio che andiamo a casa.
Da ultimo, la settimana scorsa si è resa evidente la problematicità della struttura di Via Sinigaglia, ove i rappresentanti dei genitori sono arrivati al punto di minacciare di rivolgersi alla Procura della Repubblica per le numerose infiltrazioni d'acqua che determinano il distacco di parti anche rilevanti della controsoffittatura. Prendo atto che l'Assessore Scopelliti ha annunciato un'immediata ispezione, che ritengo abbia già avuto luogo, e chiedo di conoscerne gli esiti. Ma soprattutto chiedo che venga definita e poi realizzata una serie di impegni precisi, un quadro degli interventi che, da qui al termine del presente mandato amministrativo, si intendono realizzare nei diversi edifici scolastici permettendo alle scuole cittadine di funzionare in sicurezza e serenità. Ricordo che questa non è una concessione che il Comune può dare, quando valuta che le sue casse siano abbastanza piene (e ora, evidentemente, per un complesso di scelte errate, non lo sono): ma è un preciso diritto di studenti, genitori, e di quanti operano nella scuola, cui corrisponde un obbligo vincolante da parte dell'Amministrazione.

mercoledì 1 dicembre 2010

TeleLetizia

Il recente completamento del passaggio al digitale terrestre ci ha messo a disposizione una quantità di nuovi canali. Aumenterà anche la qualità dell'offerta? Qualche dubbio può sorgere assistendo alle trasmissioni di una rete che porta il nome di Milano 2015, con chiaro riferimento al prossimo Expo. Speriamo che non sia anche finanziata coi soldi di Expo, ossia con i nostri, perché i programmi cui ho assistito sono stupefacenti, a tratti esilaranti, ma alla fine lasciano addosso una certa tristezza. Quasi tutto ruota attorno alla figura del sindaco Moratti, comprensibilmente protesa a ravvivare un'immagine appannata con una strategia comunicativa di vecchio stampo. La si vede girare di qua e di là, stringendo mani e dicendo le consuete banalità dei politici quando recitano la parte di quelli che stanno vicino alla gente. Ho così potuto assistere all'incontro con i nonni della cascina San Paolo, ove la Moratti balla con loro e con grande spontaneità non si trattiene davanti al calciobalilla, segnando addirittura un goal. Davvero emozionante, almeno quanto il tenore dei dialoghi: buongiorno, buongiorno (ripetuto per lunghi minuti, in fondo è un reality), quale onore, come ti chiami, che bella sciura... un vero spasso! E i famosi “tempi televisivi” di cui tanto si parla?
Gli spettatori milanesi, che hanno potuto bearsi di questo spettacolo sin da luglio, riferiscono di aver assistito ad interviste “scomode” di giornalisti agguerriti: “ci dica, cosa lascerà a Milano dopo il suo mandato?” E poi: il sindaco sui mezzi pubblici, il sindaco nei cantieri di Paolo Sarpi, il sindaco che parla con una negoziante cinese, il sindaco in giro per la notte bianca dello shopping, il sindaco che aiuta un extracomunitario telefonando col suo cellulare ad un assessore e passandoglielo (!), il sindaco che parla di sicurezza, il sindaco che fa una gita in barca, che ride, che si indigna, che stringe le mani.
Come potrebbe una simile emittente restare sul mercato e raccogliere pubblicità? E infatti non le serve: la proprietà sarebbe di una onlus vicina al sindaco, presieduta da Franco Camera, da sempre uomo di fiducia della famiglia Moratti, che ha acquistato per un anno la possibilità di trasmettere su un canale di Telenova. Un anno. Giusto la durata della prossima campagna elettorale, anche se il neodirettore Roberto Poletti si meraviglia: “Molti giornalisti chiamano Milano 2015 “TeleLetizia” non so perché, dal momento che è una televisione che non è di proprietà del sindaco ma di un’associazione formata da imprenditori milanesi, alcuni dei quali vicini al sindaco”.
Una grande conquista della libertà di espressione, dunque: chissà che non suggerisca un nuovo stile comunicativo anche al sindaco di Como. Dopo la rinuncia agli incontri del martedì con la stampa, potrebbe magari inaugurare con un reality personale una nuova “operazione simpatia”.