Albrecht Dürer, Navis Stultorum (in S. Brant, Narrenschiff - 1497)

lunedì 20 dicembre 2010

CoCoCo8 - IV Commissione: la grande fuga

Oggi, alle ore 15, era stata convocata la IV Commissione consiliare per l'elezione del suo Presidente. Credo sia noto alla maggioranza dei Consiglieri presenti, come lo sarà alla cittadinanza domani, se la stampa vorrà darne notizia, l'esito sconcertante di tale convocazione: mentre i quattro consiglieri dell'opposizione si sono regolarmente presentati, gli altri non hanno ritenuto di mostrare il loro volto, tranne il consigliere Serrentino, che d'altronde aveva indetto la riunione in qualità di Commissario anziano. In tal modo l'incontro è stato vanificato, evidenziando, una volta di più, che l'interesse pubblico sembra non essere il pensiero dominante degli amministratori di Como.
La ragione che ci è stata fornita è il mancato accordo della maggioranza sul nome del Presidente da eleggere. Nella certezza di rappresentare in questo momento non solo il mio disappunto personale, ma anche quello di tutti i cittadini comaschi che non sono clientes dell'attuale sistema di governo che paralizza la città, voglio ricordare a tutti gli assenti che una simile motivazione è semplicemente ignobile, dal momento che:
1. era stata stabilita una data certa entro la quale poter trovare un accordo, se necessario;
2. la trasparenza del dibattito democratico rende la commissione il solo luogo deputato a formulare e discutere proposte in merito all'ordine del giorno della stessa; se poi volete trovarvi nelle segrete stanze, abbiate la decenza di farlo entro i tempi stabiliti;
3. un comportamento onesto imporrebbe di presentarsi ad ogni occasione di confronto forti delle proprie idee e valutazioni, escludendo la possibilità di nascondersi dietro rinvii alle calende greche, in questo caso subordinando l'ordinato funzionamento della commissione (già vacante da quasi due mesi) all'attribuzione di una poltroncina tutto sommato secondaria.
Trovo semplicemente indecoroso quanto è avvenuto. Qualcuno penserà che in questo modo evidenzio soltanto il mio analfabetismo politico, in quanto queste prassi, ed altre ancor più disdicevoli, sono comunemente accettate nel grande mercato in cui si è trasformata la politica italiana. Bene, rispondo che per una volta sono orgoglioso di questa mia ignoranza. Voglio ricordare ai signori consiglieri che essa è determinata dalla presenza di un fattore che nessuno di noi è autorizzato a trascurare: il dovere di rispettare gli impegni presi. Mancare ad una convocazione nei termini che ho illustrato è, né più né meno, mancare ad un proprio dovere. Pertanto chiedo formalmente al Presidente di questo Consiglio che in tutte le future occasioni ricordi ai convocati di ogni sorta di seduta che, nel momento in cui hanno accettato la designazione al ruolo pubblico che ricoprono, si sono assunti anche tutti gli impegni corrispondenti, e che la loro dignità consiste nel tenere fede a questi impegni.