
Albrecht Dürer, Navis Stultorum (in S. Brant, Narrenschiff - 1497)
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martedì 30 ottobre 2018
Como, la cattiva amministrazione che si dimostra anche inutile
RICAPITOLANDO.
1. Dati di fatto
L'amministrazione di centrodestra, secondo quanto dichiara oggi una consigliera di maggioranza:
- riduce la sicurezza a un mero fatto di polizia, senza capire la complessità del fenomeno
- nega strumenti che eliminano il disagio oltre il degrado
- finge di non vedere la possibilità di infiltrazioni malavitose
- è sorda alle competenze presenti nel consiglio comunale quando sottopongono i problemi
- toglie panchine e wifi per creare disagio agli stranieri (e ai comaschi no?)
- ha realizzato un autentico monumento allo spreco (Infopoint in affitto)
- emette ordinanze per il decoro natalizio assolutamente inutili
- le applica in maniera becera e ottiene con le stesse figuracce nazionali per la città
- sanifica il portico di San Francesco con modalità inutilmente vessatorie
- impedisce sistematicamente di attuare i lavori socialmente utili per i migranti che farebbero capire le vie di una possibile integrazione (non sia mai!)
- evita di trovare soluzioni al problema dei barboni, scaricando tutto il peso sulle associazioni di volontariato che si devono arrangiare
- nega una Commissione speciale su questi problemi (chiesta all'interno della maggioranza, non come provocazione dell'opposizione)
- nega la ricostituzione della Consulta dei servizi sociali.
2. Un parere personale
Da cittadini, dobbiamo ringraziare chi ha posto le questioni con questa evidenza palmare.
Sappiamo che ci sono molti altri segni di insensibilità sociale che vengono lanciati come "messaggi" per far capire che chi comanda lo fa a muso duro, evidenziando peraltro con un risibile "cattivismo" l'egemonia leghista sull'intera compagine.
Ma anche tutti gli altri temi centrali del rilancio della città sono trattati con una straordinaria e incomprensibile inerzia. Tutto è paralizzato. Il sindaco in sostanza continua a ripetere che non si aspettava una tale complessità.
Questa maggioranza ha così sancito il proprio completo fallimento politico, prima ancora che amministrativo.
Se ai Comaschi sta bene che per qualche anno ancora Como prosegua nel degrado di una mera funzione di "vetrina" della politica regressiva di un leghismo delle piccinerie, tutto OK.
Altrimenti, con un minimo di decenza, si prenda responsabilmente atto di questa inadeguatezza e ci si liberi da questo malgoverno.
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mercoledì 14 marzo 2018
Como: quale dialogo con chi non vuol sentire?
Ormai sono
innumerevoli i casi nei quali, rispetto all'amministrazione precedente,
si percepisce la profonda differenza di atteggiamento da parte di coloro
che si sono collocati con supponenza alla guida della città e che
respingono sistematicamente il dialogo. La consigliera Patrizia Lissi
ha appena subito un volgare attacco personale senza fondamento,
evidente dimostrazione del fastidio che provoca volendo approfondire le
ragioni delle manovre decise nel Palazzo senza confronto con i cittadini.
A parte la questione delle mense, con discutibile soluzione calata dall'alto, è di questi giorni la sconcertante decisione di respingere l'O.d.G. del cons. Gabriele Guarisco (PD), per risolvere il problema dei cittadini che vivono nella zona di Baraggia e che rimangono senza autobus. La maggioranza RESPINGE e poi, per bocca dell'ass. alla Mobilità e Trasporti Vincenzo Bella, dichiara: “La bocciatura dell’ordine del giorno non costituisce di certo un rigetto della proposta che è stata presentata", ecc. (???). Un'altra occasione di confronto costruttivo che viene perduta per arroganza. Ma approvare qualcosa proposto dall'opposizone, evidentemente, è peccato mortale per chi ha già la verità in tasca.
A parte la questione delle mense, con discutibile soluzione calata dall'alto, è di questi giorni la sconcertante decisione di respingere l'O.d.G. del cons. Gabriele Guarisco (PD), per risolvere il problema dei cittadini che vivono nella zona di Baraggia e che rimangono senza autobus. La maggioranza RESPINGE e poi, per bocca dell'ass. alla Mobilità e Trasporti Vincenzo Bella, dichiara: “La bocciatura dell’ordine del giorno non costituisce di certo un rigetto della proposta che è stata presentata", ecc. (???). Un'altra occasione di confronto costruttivo che viene perduta per arroganza. Ma approvare qualcosa proposto dall'opposizone, evidentemente, è peccato mortale per chi ha già la verità in tasca.
giovedì 8 marzo 2018
Como: amministrazione di centrodestra in stato confusionale
Leggo
oggi che Il Tribunale ha respinto il ricorso contro gli ex esponenti
della giunta di Palazzo Cernezzi e i tecnici indicati come possibili
responsabili dei problemi del viadotto dei Lavatoi.
Se è vero quel che viene riportato (fonte: ETV) che "non è possibile procedere contro ex assessori e dirigenti per i quali, eventuali responsabilità dovrebbero essere accertate dalla Corte dei Conti e non da un giudice ordinario", viene qualche dubbio sulla linearità e opportunità della condotta legale di un'Amministrazione che non saprebbe neppure dove indirizzare le istanze.
Inoltre il Tribunale ha condannato il Comune di Como anche a pagare 3.038 euro ciascuno alle controparti Gerosa, Molinari, Viola e Gilardoni per le spese legali.
Cioè più di 12.000 euro dei cittadini buttati per un'ipotesi oltretutto mal presentata. Chi ne risponde? In questo caso la Corte dei Conti non avrà nulla da osservare?
Come giustamente osserva Stefano Fanetti, "È l’ennesima riprova di un Comune in stato confusionale. La politica non sta riuscendo nel compito di mettere ordine". Sembra che debba anche mettere ordine nelle proprie idee: cosa un po' difficile, quando non si ha nessuna prospettiva di città e la linea finora mostrata sembra essere quella del tirare a campare, facendo il meno possibile per non scontentare nessuno e non attirarsi critiche.
Se è vero quel che viene riportato (fonte: ETV) che "non è possibile procedere contro ex assessori e dirigenti per i quali, eventuali responsabilità dovrebbero essere accertate dalla Corte dei Conti e non da un giudice ordinario", viene qualche dubbio sulla linearità e opportunità della condotta legale di un'Amministrazione che non saprebbe neppure dove indirizzare le istanze.
Inoltre il Tribunale ha condannato il Comune di Como anche a pagare 3.038 euro ciascuno alle controparti Gerosa, Molinari, Viola e Gilardoni per le spese legali.
Cioè più di 12.000 euro dei cittadini buttati per un'ipotesi oltretutto mal presentata. Chi ne risponde? In questo caso la Corte dei Conti non avrà nulla da osservare?
Come giustamente osserva Stefano Fanetti, "È l’ennesima riprova di un Comune in stato confusionale. La politica non sta riuscendo nel compito di mettere ordine". Sembra che debba anche mettere ordine nelle proprie idee: cosa un po' difficile, quando non si ha nessuna prospettiva di città e la linea finora mostrata sembra essere quella del tirare a campare, facendo il meno possibile per non scontentare nessuno e non attirarsi critiche.
giovedì 15 giugno 2017
Verantwortung
In
un ballottaggio elettorale, inevitabilmente, la scelta viene
polarizzata in modo da deludere una parte consistente
dell'elettorato, a partire da chi aveva puntato con convinzione su un
altro candidato rispetto ai due contendenti rimasti. È comprensibile
quindi la tentazione, per molti, di evitare il voto successivo in
nome di una maggiore coerenza, della distanza politica più o meno
marcata dai candidati, ecc. Quando addirittura non si scade
nell'appiattimento di tutte le posizioni, in parte evidenziata anche
dell'astensionismo del primo turno: "sono tutti uguali"
(se, bontà loro, non sono anche "tutti ladri" et
similia). Questa peraltro è una posizione rivelatrice; dato che
chi possiede un minimo di capacità logiche si accorge che
un'equivalenza assoluta è impossibile, l'astenersi da ogni
valutazione diventa solo una scorciatoia per evitare di trovarsi
coinvolti in qualcosa di lontano dalle proprie aspirazioni.
Ma
è davvero saggio non tener conto delle conseguenze delle
proprie scelte? Se le alternative non sono equivalenti, perché
astenersi, col rischio concreto di favorire qualcosa che, se
attentamente considerato, può risultare peggiore, a volte molto
peggiore? Naturalmente secondo una propria valutazione, del tutto
personale: ed è questo il punto. In nome di quale principio
dovrei rinunciare a valutare e quindi a scegliere di conseguenza? Non
finisco per abdicare ad una delle caratteristiche che più
profondamente mi qualificano come persona dotata di raziocinio?
Per
quanto ci possa trasmettere una sensazione di superiorità morale, la
non-scelta rischia di celare un autoinganno. Certo, votando per una
parte come "male minore" dovrei subire il peso di una
scelta sgradita; certo, dovrei farmi carico di qualcosa che condivido
solo in parte, o molto poco. Ma, posto che nulla mi vieta di essere
critico anche mentre faccio una scelta di voto lontana dai miei
ideali, riaffermo almeno l'intelligenza (in senso etimologico,
la comprensione adeguata) della negatività maggiore dell'alternativa
che escludo. Cosa c'è di più rispettoso della mia capacità di
intendere? Perché dovrei sentirmi sminuito dal saper valutare
consapevolmente le conseguenze del voto in un senso o nell'altro?
Proprio perché ho la certezza di non essere infallibile, non è
forse più prudente assumere una prospettiva di responsabilità per
il futuro della mia comunità?
La
lingua tedesca esprime col termine Verantwortung questa
situazione onerosa, di portare un peso che in senso figurato esprime
assieme consapevolezza e responsabilità. Pensare concretamente al
futuro, allora, valorizzare le istanze che anche solo parzialmente
sento più affini alle mie è perdere tempo, oppure investire in una
opzione che renderà meno insopportabile lo scenario politico dei
prossimi cinque anni? Non c'è speranza di vedere realizzato qualcosa
di buono, sia pure in modo incompleto? E soprattutto, di evitare
scelte pesantemente negative per l'idea di città che ho in mente? Le
istanze sociali contro l'individualismo, l'apertura alla mondialità
contro le chiusure particolaristiche: davvero tutto viene reso
equivalente con l'affermazione dell'uno o dell'altro dei contendenti?
In fondo sottrarsi alla responsabilità ora invocata (perché “non
c'è differenza”) non è forse un'affermazione, ancorché elaborata,
di indifferenza? Appunto, il non voler vedere le
alternative, che sempre permangono e mi interrogano, anche se
sono meno marcate, meno nette di quanto auspicherei.
Posso
anche non voler affrontare questa scelta, non portare questo peso: ma
il giudizio che esprimo, oltre che sui politici non sufficientemente
“belli e buoni”, non finisce per essere anche un giudizio sulla
mia forza e sulla mia capacità di interpretare gli eventi?
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giovedì 20 aprile 2017
Salvini a Como: contro il principio di realtà e contro la logica
È un esercizio
vano, analizzare le esternazioni di un politicante? Probabilmente sì.
Abituati come sono a farsi applaudire da masse acritiche, certi
personaggi girano il Paese proponendo slogan senza grande fondamento
nella realtà effettuale, ma capaci di suscitare emozioni utili a
condizionare le menti deboli. Quando però vengono a casa tua a
farlo, la grossolanità della cosa ti colpisce più direttamente,
anche se sai che è pura propaganda slegata dai fatti. Il capo della
Lega plana su Como per la campagna elettorale del “suo” candidato
sindaco. Più “suo” che dell’intero centrodestra, a giudicare
dall’attivismo confusionario ma chiassoso con cui la Lega cerca di
accreditarsi come una soluzione per la città, pur arrivando da
cinque anni di opposizione totalmente inconcludente, in pratica poco
più che schiamazzi contro le presunte “invasioni” straniere.
Salvini
ovviamente deve coprire le profonde debolezze progettuali della sua
fazione politica, e perciò parte all’attacco, con dei punti
davvero qualificanti (seguono citazioni testuali):
-
La città è tornata indietro invece di andare avanti […] la sicurezza è peggiorata in maniera impressionante […] sembra un quarto mondo.
-
Non voglio parlare degli altri (sic) ma certamente la scelta di un candidato che appare estraneo al mondo del centrosinistra sembra dire che questi partiti si vergognano di loro stessi.
-
Sanno di non aver fatto niente e arrivano questi pseudo imprenditori che saltellano da destra a sinistra e avendo i soldi pensano di convincere i comaschi a dimenticare gli ultimi cinque anni.
-
Nel 2012 siamo stati puniti giustamente, ma ne sono seguiti anni di niente
-
Abbiamo una squadra rinnovata al 99%, idee chiare e un candidato che tutti conoscono.
-
II fatto che non abbia un'esperienza politica può anche rivelarsi utile se, come sta avvenendo, è circondato da alcune persone che invece conoscono la realtà dell'amministrazione.
C’è una
sola frase vera tra le sei. L’avete trovata? È l’ultima:
infatti l’inesperienza politica non è necessariamente un male,
anzi può consentire un rinnovamento e una prospettiva di rilancio
per una realtà cittadina che deve affrontare i suoi tanti problemi,
sempre che sia accompagnato da una squadra esperta. Incidentalmente
l’affermazione è valida anche per il competitor del
centrosinistra, che a giudizio di chi scrive ha una visione assai più
interessante e lungimirante rispetto alla parte avversa, la quale
mira di fatto a una cosa sola (sempre Salvini dixit):
“riprendersi” la città, un termine che è rivelatore dello
spirito di servizio alla base del progetto.
Peccato però che
il punto 6 entri in rotta di collisione logica con il 5: Salvini
rivela qui la propria (prevedibile) inadeguatezza matematica, dato
che un rinnovamento al 99% dovrebbe eliminare in pratica la totalità
della vecchia classe dirigente della destra comasca. Questa, al
contrario, ha pilotato l’operazione di designazione del candidato
dall’alto, con accordi politici di vertice; inoltre molti suoi
esponenti già ammiccano dai manifesti elettorali e finiranno per
riempire anche le liste, dato che il voto di quell’area conta poco
sul coinvolgimento della “base” e molto invece sul patronaggio
politico. È prevedibile che l'effettiva capacità di accreditamento
nei confronti delle categorie sociali determinerà gli esiti del
confronto tra i due veri contendenti nella competizione comasca,
comprimari a parte; anche se la destra ha il problema di dover
fornire qualche concreta garanzia di rinnovamento, nel segno della
competenza, ed è qui che incontra reali problemi ad andare oltre il
mugugno. Sarà sufficiente, per chi ha condotto l'opposizione nel
modo più inconcludente (con l'unico esito di costringere il
consiglio comunale a sedute-fiume anche per l'approvazione dei
provvedimenti più semplici), convincere l'area moderata di possedere
le capacità millantate (ma già allora esaurite) nell'era-Bruni e
tragicamente risoltesi nelle voragini e nella paralisi della macchina
comunale che Lucini ha poi faticosamente cercato di rimettere in
moto?
Quanto agli altri
punti, si tratta né più né meno che di un consueto rosario di
falsità ed esagerazioni inanellate l'una sull’altra: alla
sconfitta elettorale sarebbero seguiti anni “di niente”
dell’amministrazione cittadina, cosa che i Comaschi sanno (e
vedono) non essere affatto vera. PGT, Trevitex, Villa Olmo, raccolta
differenziata, rete di sostegno sociale strenuamente difesa,
riqualificazione di aree importanti nel centro e in periferia,
promozione del turismo con numeri record, ecc. ecc. stanno a
dimostrarlo. Non c’è ovviamente peggior cieco di chi non vuol
vedere, e quindi riconosciamo inutile l’impresa di contrastare la
propaganda negativa con la quale del resto le destre europee cercano
sempre di influenzare l’opinione pubblica. Lasciamoli al loro
catastrofismo farlocco, senza ovviamente nasconderci le molte
questioni lasciate aperte dalla giunta uscente che andranno riportate
nell'agenda politica dei prossimi anni.
Se le capacità logiche e il rispetto della realtà latitano, la
finezza espressiva di questo piazzista del nulla invece merita un
minimo di considerazione. Risulta quasi divertente, e anche un po'
patetico, che un parlamentare europeo mai conosciuto per particolare
produttività, essendo invece totalmente impegnato a girare l’Italia
sputando sentenze contro gli avversari politici, dia dello “pseudo
imprenditore” a chi ha una non breve storia di successi
professionali, questa sì, in grado di certificare qualche capacità
che possa essere messa a servizio della città.
Che “coi soldi”
si possa far dimenticare qualcosa ai Comaschi è un'altra palese
assurdità, anche perché come detto non c'è nulla da nascondere sul
recente passato amministrativo, che andrebbe solo conosciuto meglio.
Tante realizzazioni (alcune non adeguatamente comunicate), qualche
errore e varie opere in corso richiedono di essere valutate per
quello che sono, non per le calunnie interessate di una parte.
Che i partiti del
centrosinistra, in particolare il Partito Democratico, debbano
vergognarsi di qualcosa è una vera e propria scemenza, da respingere
al mittente; che essi debbano riflettere su eventuali errori per
correggerli è senz'altro opportuno, ma tra questi non rientra certo
l'avere selezionato il proprio candidato con la partecipazione
popolare delle primarie, né la disponibilità al dialogo con tutte
le forze politiche europeiste, non xenofobe e antirazziste,
interessate a rilanciare la città nei prossimi dieci anni, e nemmeno
l'avere promosso la partecipazione di circa duecento cittadini nella
redazione del programma che è in corso in questi giorni.
Queste sono
differenze autentiche, da rivendicare e sulle quali invitare tutta la
cittadinanza a una riflessione e a una scelta ponderata: da un lato
c'è una politica intesa come partecipazione, aperta all'ascolto e
alla progettazione del futuro della città. Dall'altro, come Salvini
è venuto a insegnarci, soprattutto polemiche inconcludenti,
determinate dalla volontà di ricostruire meccanismi di potere logori
e antiquati, ispirati a visioni parziali e divisive e da un
“professionismo della paura” che sta producendo disastri
(autentici) per la convivenza civile in Europa. E Como è molto,
molto più avanzata di come una destra reazionaria (e, nonostante
qualche camuffamento, per nulla moderata) la vuole rappresentare.
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venerdì 9 dicembre 2016
Quello che manca... è la fantascienza
La gente, come ampiamente previsto, si riversa massicciamente nella
città di Como in un giorno di festa tradizionalmente dedicato a
passeggiate e acquisti prenatalizi.
La gente non è sprovveduta: non è la prima volta ma la centesima, e quindi sa bene che si ritroverà ad intasare le vie d'accesso al centro, se utilizza l'automobile. Che ci saranno ingorghi a prova di qualsivoglia vigile e semaforo, che i motori saranno a lungo accesi con ottimo contributo all'inquinamento cittadino, e che si passeranno decine di minuti in coda per trovare un parcheggio.
La gente è sovrana, e non è tenuta a usare strategie di buon senso. Può tranquillamente ignorare la possibilità di parcheggio fuori dalla convalle, con mezzo pubblico incluso a prezzi stracciati. Persino se ad invitare le persone a usufruirne sono, in modo lungimirante, le stesse associazioni dei commercianti.
Forse non sa, però, la gente, che si trova sempre qualche politico locale il quale, con toni rabbiosi e accusando di arroganza gli altri (ovviamente!) rivela che i problemi sono in realtà creati dall'amministrazione, la quale deve aver modificato l'orografia e la conformazione urbanistica nottetempo: prima c'erano a Como i grands boulevards, ora strette strade di ingresso. Inoltre l'assessore evidentemente è incapace di moltiplicare le superfici non costruite con opportune deformazioni ad hoc dello spazio-tempo, ed è sadicamente votata a progettare piani del traffico futuri, capaci però di determinare nefaste conseguenze retroattive sul presente. Roba che neppure H.G. Wells avrebbe osato immaginare: insomma, quello che manca, per i contestatori dell'ultima ora, non è la scienza, è proprio la fantascienza.
Sarà forse contenta, la gente, che qualcuno soffi sul fuoco delle polemiche elettorali. Di certo ne comprenderà tutta l'utilità.
Peccato che l'arma vincente non siano le sparate di chi presume di avere in tasca tutte le verità (è il suo mestiere, se fa il propagandista politico, ma la sua dubbia dialettica non incide sui flussi viabilistici, ammesso che li comprenda): è il semplice buon senso di lasciare altrove l'auto e di usare le alternative a disposizione. Cosa che la gente sa già. O no?
La gente non è sprovveduta: non è la prima volta ma la centesima, e quindi sa bene che si ritroverà ad intasare le vie d'accesso al centro, se utilizza l'automobile. Che ci saranno ingorghi a prova di qualsivoglia vigile e semaforo, che i motori saranno a lungo accesi con ottimo contributo all'inquinamento cittadino, e che si passeranno decine di minuti in coda per trovare un parcheggio.
La gente è sovrana, e non è tenuta a usare strategie di buon senso. Può tranquillamente ignorare la possibilità di parcheggio fuori dalla convalle, con mezzo pubblico incluso a prezzi stracciati. Persino se ad invitare le persone a usufruirne sono, in modo lungimirante, le stesse associazioni dei commercianti.
Forse non sa, però, la gente, che si trova sempre qualche politico locale il quale, con toni rabbiosi e accusando di arroganza gli altri (ovviamente!) rivela che i problemi sono in realtà creati dall'amministrazione, la quale deve aver modificato l'orografia e la conformazione urbanistica nottetempo: prima c'erano a Como i grands boulevards, ora strette strade di ingresso. Inoltre l'assessore evidentemente è incapace di moltiplicare le superfici non costruite con opportune deformazioni ad hoc dello spazio-tempo, ed è sadicamente votata a progettare piani del traffico futuri, capaci però di determinare nefaste conseguenze retroattive sul presente. Roba che neppure H.G. Wells avrebbe osato immaginare: insomma, quello che manca, per i contestatori dell'ultima ora, non è la scienza, è proprio la fantascienza.
Sarà forse contenta, la gente, che qualcuno soffi sul fuoco delle polemiche elettorali. Di certo ne comprenderà tutta l'utilità.
Peccato che l'arma vincente non siano le sparate di chi presume di avere in tasca tutte le verità (è il suo mestiere, se fa il propagandista politico, ma la sua dubbia dialettica non incide sui flussi viabilistici, ammesso che li comprenda): è il semplice buon senso di lasciare altrove l'auto e di usare le alternative a disposizione. Cosa che la gente sa già. O no?
lunedì 22 febbraio 2016
CoCoCo 2016-1: Sul Documento unico di programmazione del Comune di Como
Il documento oggetto
della nostra votazione è organico e ben redatto, com'è stato
ammesso nel corso di qualche intervento. È di per sé una smentita a
quanti dall'opposizione lamentano una
mancanza di visione.
Non manca la visione, forse è assente la “visionarietà”, la
volontà di stupire con effetti straordinari, che del resto le
condizioni concrete del nostro bilancio non consentirebbero; dunque
non è un libro dei sogni, ma la traduzione di una progettualità
seria e concreta.
Inoltre, ha dato modo
di ascoltare il consiglio e le proposte di integrazione, accolte in
buon numero; e anche così si smentisce quella comoda e pigra litania
della mancanza di ascolto e di confronto, che non vuol dire
accettazione passiva delle proposte, ma neppure rifiuto
pregiudiziale. In particolare, va dato atto che in molti casi i
pareri della giunta non si sono limitati ad una secca indicazione di
congruenza o meno con l'impianto generale del documento, ma hanno
confermato un atteggiamento di attenzione sia nel recepire proposte,
sia nel fornire ulteriori indicazioni che rendessero più
comprensibili i vari passaggi.
Il documento illustra
prospettive che possono essere criticate, ma che di certo sussistono
(non sono assenti) e sono in piena continuità con l'operato recente;
in effetti molte sono le realizzazioni in corso, e il documento è
anche l'attestazione del cammino fatto sin qui e della direzione che
si intraprende nell'immediato futuro. Tante, anche troppe in questo
dibattito sono state le critiche ingenerose, mosse da svegli e anche
da addormentati, ma la sostanza non cambia, poiché da anni sono a
senso unico: nulla va bene, nulla funziona, siete incapaci, andate a
casa… È una sistematica enfatizzazione delle difficoltà che si
incontrano, ma è comprensibile, nell'ottica dell'opposizione,
presentare gli eventuali intoppi dell'attività amministrativa come
degli insuccessi definitivi. Ma non è così, o comunque è un po'
presto per concluderlo. In una fase di passaggio vi sono infatti
traguardi divenuti più vicini, e altri purtroppo che si
allontanano. Il vostro giudizio non può essere considerato come
l'ultima parola, e non si è certo presentato come la sentenza di un
arbitro imparziale: si è infatti andati dal rilievo critico, che può
anche fungere da stimolo per migliorare l'azione di governo della
città, alla faziosità spinta e inconcludente, alla quale siamo del
resto abituati, e per la quale non può che esservi una sola
risposta: quella che, per un giudizio davvero equanime, la parola
passerà alla fine agli elettori.
Saranno loro a decidere
della competenza della giunta e a valutare quanto sarà stato fatto e
quanto rimarrà da fare. Gli stessi elettori potranno decidere come
giudicare la costante attenzione per le voci della spesa sociale,
l'impegno per la riqualificazione di aree cittadine, la ztl con le
sue ricadute sulla vivibilità degli spazi urbani, l'efficacia della
raccolta differenziata dei rifiuti, e tanti altri aspetti, tante cose
fatte e ancora da fare. Va tenuto in considerazione che molte delle
cose che in quest'aula vengono dipinte come fallimenti, non risultano
essere tali agli occhi di molti altri comaschi; e che alcune
dichiarazioni sulla totale incapacità di questa giunta sono
semplicemente fuori dal mondo: bike sharing, Villa Olmo, Trevitex,
PGT, ZTL, raccolta differenziata sono alcuni dei risultati
significativi che potranno non piacere a qualcuno, ma sono
altrettanti passi avanti per la città; per non dire dell'impresa di
tenere in piedi un bilancio nonostante i tagli enormi ai
trasferimenti che abbiamo dovuto subire, mantenendo una spesa sociale
di livello non inferiore e qualificata, in un momento di particolare
difficoltà per molti cittadini.
Perciò saranno i
cittadini e decideranno se concedere fiducia a chi non si è tirato
indietro di fronte a sfide terribilmente impegnative, o se preferire
chi mostra maggiore talento nelle chiacchiere vuote e ripetute,
nell'opposizione a prescindere, nell'invocare cavilli o magari nel
mimetizzarsi, per chi avesse condiviso la responsabilità del
dissesto che ci è stato lasciato in eredità.
Per il tempo che resta
alla conclusione del mandato, il presente documento vale perciò come
segno di un impegno che non è mai venuto meno e di una direzione che
ci sentiamo di sottoscrivere convintamente. Il voto è perciò
favorevole.
mercoledì 7 ottobre 2015
Un pedaggio assurdo per la mini-tangenziale: nocivo all'ambiente e all'interesse pubblico
Gli aumenti del pedaggio di Pedemontana, in vigore dal primo novembre, ufficializzati dalla società. e di fatto avallati dalla maggioranza che guida Regione Lombardia, con in testa la Lega, sembrano usciti da una favola scritta male. Come si possono accettare i pedaggi più alti d’Italia sulle tangenziali di Como e Varese e sul tratto autostradale Cassano Magnago – Lomazzo? Come dichiarano i consiglieri regionali del Pd Alfieri e Gaffuri "questi rincari disincentiveranno l’utilizzo dell’opera di cui, peraltro, non si sa ancora se verrà terminata. Rischia di essere una beffa per i lombardi”.
Una follia totale, che rende addirittura ridicoli i decisori regionali, bravi solo a rimangiarsi la parola. Ma poi, questi fini analisti del traffico pensano davvero che si genererà un flusso tale da giustificare le spese di costruzione (in massima parte sostenute col denaro nostro) e assicurare introiti non irrisori? O non faranno altro, com'è intuibile a tutti, che lasciare una situazione più o meno uguale ad oggi, con la massima parte delle auto che entra in città e vanifica tutta l'iniziativa? Senza presentare uno studio credibile sui flussi e sul rapporto tra costi (del pedaggio a questi livelli assurdi), effetti indotti e benefici (per la circolazione), chi prende decisioni sciagurate come queste mostra solo quanto gliene importi realmente del territorio, dell'ambiente e dei cittadini. Li sfido ad argomentare con numeri verificabili alla prova dei fatti (cioè dopo pochi mesi di utilizzo) la reale compatibilità dell'opera con gli interessi della cittadinanza e soprattutto con il buon senso. Altrimenti è chiaro che seguono altre logiche, altri interessi.
Anche a Como, come nella maggior parte del comuni coinvolti, verrà discussa e approvata una mozione che richiede un radicale ripensamento e la gratuità del passaggio con una razionale suddivisione dei costi sui percorsi autostradali adiacenti. È una proposta intelligente e realistica, per questo forse, sentendosi con le spalle al muro, ne hanno paura e fanno finta di niente. Ma se tutto un territorio si esprimerà in questi termini, come potrà la Regione contraddirne le indicazioni? Con quale faccia ci racconteranno che pensano all'interesse comune? Ci ripensino in fretta, finché sono in tempo. O perderanno ogni residua traccia di credibilità politica.
mercoledì 13 maggio 2015
CoCoCo 2015-4: Sul bilancio consuntivo 2015
Ho cercato qualche valida ragione per non votare questo bilancio.
In coscienza, non ne ho trovate e, salvo qualche legittimo spunto di critica, non ne ho neppure ravvisate nel dibattito in quest'aula. Parlo di ragioni valide e convincenti, naturalmente. Se bastasse lamentarsi delle cose non fatte, sorvolare sulla pluralità di interventi realizzati perché li si considera troppo piccoli per il proprio sguardo elevato, riprendere il lamento qualunquista sulla città che non cambia passo, allora saremmo a cavallo. Ma staremmo parlando d'altro, facendo cioè una lettura chiaramente alternativa a priori all'operato di questa amministrazione, e perciò ferma al gioco di ruolo che di fatto disconosce ogni elemento positivo di tale operato.
In sintesi, questo è un bilancio che:
- risente evidentemente di una serie di vincoli esterni che rendono difficile la gestione della spesa corrente;
- riesce però ad evitare la diminuzione dei servizi erogati;
- ha saputo gestire in modo attento la programmazione degli impegni e dei pagamenti sulla competenza;
- ha realizzato un completo monitoraggio dei pagamenti delle opere finanziate negli anni precedenti;
- ha operato in modo significativo la riduzione dell'indebitamento;
- ha avviato una percepibile diminuzione della spesa per il personale.
Tutto è migliorabile. Ma le critiche che ho sentito trascurano volutamente i passi fatti e le difficoltà strutturali. Ho però riconosciuto, in qualche intervento, intenti più costruttivi, quando individuano nel miglioramento dell'efficienza degli uffici il punto chiave sul quale operare, in una prospettiva strategica, per migliorare la qualità del servizio e contemporaneamente liberare risorse.
Dico chiaramente che la valutazione dell'operato degli uffici, non in sé, ma come viene espressa in questo documento, è un vero problema. Infatti l'indicazione della realizzazione percentuale degli obiettivi, è
1) solo debolmente significativa, perché non indica l'effettiva realizzazione di opere, ma solo dei vari segmenti in cui l'azione è suddivisa;
2) difficile da leggere per un profano, senza la contestuale e puntuale indicazione degli obiettivi stessi;
soprattutto 3) facile strumento per le strumentalizzazioni interessate di chi finge di non capire (e ci riesce benissimo), rendendo un discutibile servizio alla sua causa e, a mio giudizio, un pessimo servizio alla città. Ma appunto, è un sistema carente per come è concepito: va modificato in modo radicale, per diventare leggibile pienamente e nei termini corretti, ossia come indicatore di processo e non di risultato.
Così, forse, si contribuirà ad evidenziare l'impegno degli uffici e di una buona parte del personale, al quale dico: non smettete di credere che il vostro lavoro sia necessario e prezioso per la collettività; favorite il miglioramento dei processi; combattete il lassismo, se vi trovate confrontati con esso nell'esperienza quotidiana; non avversate i cambiamenti che vengono proposti per aumentare l'efficienza. La città ve ne sarà grata.
Al Sindaco e alla giunta, nel rinnovare una piena condivisione e fiducia nel loro operato, dico di non demoralizzarsi se una parte dell'opinione pubblica non riesce ancora a percepire l'impegno quotidiano e costante che profondete nel vostro lavoro. In primo luogo non è tutta la cittadinanza. Molti vedono con favore lo stile sobrio e serio con il quale ci si sta muovendo, da operai coscienziosi che operano con il cacciavite e non, come i più bravi a parole pretenderebbero, con la dinamite.
Le tantissime situazioni che si stanno affrontando, e cominciano a trovare una sistemazione visibile; il ripristino, ancora non ottimale ma tangibile, di varie parti della città;la fioritura di iniziative culturali, incoraggiate e messe in rete dall'amministrazione, sono alcuni dei segnali che danno a tanti di noi la netta percezione di vivere in una Como migliore, rispetto a qualche anno fa: non una città perfetta e senza problemi, ma una città che si è messa in cammino per risolverli, che respira più liberamente, che attua forme di partecipazione spontanea e organizzata, e che non si riconosce nel quadro a tinte fosche dipinto in quest'aula. Per questo vi esprimo anche la mia personale gratitudine di cittadino comasco, e vi incoraggio a voler credere ancora nei nostri progetti, a continuare in questo sforzo nonostante le enormi difficoltà. Grazie.
In coscienza, non ne ho trovate e, salvo qualche legittimo spunto di critica, non ne ho neppure ravvisate nel dibattito in quest'aula. Parlo di ragioni valide e convincenti, naturalmente. Se bastasse lamentarsi delle cose non fatte, sorvolare sulla pluralità di interventi realizzati perché li si considera troppo piccoli per il proprio sguardo elevato, riprendere il lamento qualunquista sulla città che non cambia passo, allora saremmo a cavallo. Ma staremmo parlando d'altro, facendo cioè una lettura chiaramente alternativa a priori all'operato di questa amministrazione, e perciò ferma al gioco di ruolo che di fatto disconosce ogni elemento positivo di tale operato.
In sintesi, questo è un bilancio che:
- risente evidentemente di una serie di vincoli esterni che rendono difficile la gestione della spesa corrente;
- riesce però ad evitare la diminuzione dei servizi erogati;
- ha saputo gestire in modo attento la programmazione degli impegni e dei pagamenti sulla competenza;
- ha realizzato un completo monitoraggio dei pagamenti delle opere finanziate negli anni precedenti;
- ha operato in modo significativo la riduzione dell'indebitamento;
- ha avviato una percepibile diminuzione della spesa per il personale.
Tutto è migliorabile. Ma le critiche che ho sentito trascurano volutamente i passi fatti e le difficoltà strutturali. Ho però riconosciuto, in qualche intervento, intenti più costruttivi, quando individuano nel miglioramento dell'efficienza degli uffici il punto chiave sul quale operare, in una prospettiva strategica, per migliorare la qualità del servizio e contemporaneamente liberare risorse.
Dico chiaramente che la valutazione dell'operato degli uffici, non in sé, ma come viene espressa in questo documento, è un vero problema. Infatti l'indicazione della realizzazione percentuale degli obiettivi, è
1) solo debolmente significativa, perché non indica l'effettiva realizzazione di opere, ma solo dei vari segmenti in cui l'azione è suddivisa;
2) difficile da leggere per un profano, senza la contestuale e puntuale indicazione degli obiettivi stessi;
soprattutto 3) facile strumento per le strumentalizzazioni interessate di chi finge di non capire (e ci riesce benissimo), rendendo un discutibile servizio alla sua causa e, a mio giudizio, un pessimo servizio alla città. Ma appunto, è un sistema carente per come è concepito: va modificato in modo radicale, per diventare leggibile pienamente e nei termini corretti, ossia come indicatore di processo e non di risultato.
Così, forse, si contribuirà ad evidenziare l'impegno degli uffici e di una buona parte del personale, al quale dico: non smettete di credere che il vostro lavoro sia necessario e prezioso per la collettività; favorite il miglioramento dei processi; combattete il lassismo, se vi trovate confrontati con esso nell'esperienza quotidiana; non avversate i cambiamenti che vengono proposti per aumentare l'efficienza. La città ve ne sarà grata.
Al Sindaco e alla giunta, nel rinnovare una piena condivisione e fiducia nel loro operato, dico di non demoralizzarsi se una parte dell'opinione pubblica non riesce ancora a percepire l'impegno quotidiano e costante che profondete nel vostro lavoro. In primo luogo non è tutta la cittadinanza. Molti vedono con favore lo stile sobrio e serio con il quale ci si sta muovendo, da operai coscienziosi che operano con il cacciavite e non, come i più bravi a parole pretenderebbero, con la dinamite.
Le tantissime situazioni che si stanno affrontando, e cominciano a trovare una sistemazione visibile; il ripristino, ancora non ottimale ma tangibile, di varie parti della città;la fioritura di iniziative culturali, incoraggiate e messe in rete dall'amministrazione, sono alcuni dei segnali che danno a tanti di noi la netta percezione di vivere in una Como migliore, rispetto a qualche anno fa: non una città perfetta e senza problemi, ma una città che si è messa in cammino per risolverli, che respira più liberamente, che attua forme di partecipazione spontanea e organizzata, e che non si riconosce nel quadro a tinte fosche dipinto in quest'aula. Per questo vi esprimo anche la mia personale gratitudine di cittadino comasco, e vi incoraggio a voler credere ancora nei nostri progetti, a continuare in questo sforzo nonostante le enormi difficoltà. Grazie.
domenica 10 maggio 2015
La politica che cambia le carte in tavola, che noia
Sconcertante. Così si potrebbe definire la lettura delle dichiarazioni
pubblicate venerdì 8 maggio sul “Corriere di Como” da parte di rappresentanti
dell’opposizione in merito all’area Ticosa. Nel teatrino della politica, non è
una novità: tecnicamente, si chiama “rivoltare la frittata” delle
responsabilità. Però le stupidaggini e le falsità sono sempre una mancanza di
rispetto nei confronti dei cittadini, e quindi tocca replicare alle accuse
ingiuste, infondate e strumentali.
In breve, si dice che “il PD” con “ricatti e ostruzionismo” ha fatto
crollare il valore dell’area. Qualcuno ignora che i prezzi variano nel tempo, e
che li fa il mercato, non le chiacchiere dei politicanti? Le fantasie
“ricattatorie” non sono fumo per mascherare l’incompetenza di chi governava
prima la città? E soprattutto, se il bene è “guasto” e privo in realtà di
valore a causa dell’amianto, la colpa è di chi lo sta rimettendo a posto,
oppure dell’incompetente che lo spacciava per buono e ha rifilato questa
ennesima rogna alla città?
Si propone una laurea honoris causa in economia.
Si aggiunge che bisognava fare “subito” un parcheggio a pagamento per
incassare, anziché spendere soldi per la bonifica. Peccato che le procedure, una
volta avviate, vadano completate, pena ulteriori sanzioni di cui la città non ha
bisogno. Oltretutto si sarebbe chiusa per sempre la porta alle prospettive di
riqualificazione dell’area a servizio della comunità, che ancora sembrano
aperte. Il parcheggio è l’ipotesi sensata, ma minimalista, che l’amministrazione
ha sempre avuto presente, ed è però un ripiego, che sancirebbe doppiamente la
dabbenaggine di chi avviò trionfalmente l’operazione Ticosa con fuochi
d’artificio e superficialità illimitata. Dovevate farlo allora, verrebbe da
dire, se era così semplice!
Si propone una laurea honoris causa in urbanistica.
Infine, sulle sempiterne accuse di “incapacità” all’amministrazione, è
comodo e falso affermare che si fosse assicurata, per le enormi magagne e lo
sfacelo che il centrodestra lasciò, una impossibile “soluzione immediata”.
Immediata, e costante, è stata però l’applicazione per affrontare i problemi e
costruire le soluzioni, anche se con le mani legate dai pesanti vincoli
normativi ereditati. I bilanci comunali, prosciugati dalle bonifiche, ne sanno
qualcosa. Grazie ancora, cari ex assessori!
Maghi e miracoli stanno da un’altra parte, e non dubitiamo che li vedremo
comparire a mazzi in campagna elettorale. L’amministrazione Lucini fa con
pazienza ogni sforzo, e lotta anche contro situazioni impreviste, per venire a
capo delle grandi ferite che altri hanno inferto a Como. Non abbiamo paura del
giudizio degli elettori, ma le persone sensate capiscono che i risultati, su
questi grandi temi, vanno valutati al termine del mandato. Per gli altri, più o
meno facinorosi, proponiamo una laurea honoris causa in futurologia.
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domenica 2 novembre 2014
Si può valutare l'utilità dei referendum locali o si infrange un dogma?
A volte sembra che la gente non ricordi bene.
C'è chi argomenta che "il centrosinistra" avrebbe in passato fatto ricorso all'arma del referendum, a Como, spesso e volentieri, quindi non può impedirlo ad altri. Ma le cose mi sembrano un poco diverse:
1) nessuno vuole impedire nulla, le regole sono chiare, se si raccolgono le firme su quesiti ammissibili, si voterà. Il voto non avrà nessun carattere vincolante, ma pazienza. Le operazioni non saranno proprio a costo zero; ma pazienza.
2) per amore di verità, dopo l'esperienza del 2000 (su temi peraltro effettivamente propositivi) il referendum del 2009 (con quesito sul Sant'Anna che tra l'altro si sovrapponeva alla delibera d'indirizzo consiliare) non venne proposto dal centrosinistra.
Fu in realtà una fuga in avanti solitaria di Paco, contro il parere di tutti gli altri, che poi si rassegnarono a dare una mano per la raccolta ed il voto tenuto anche conto della coincidenza con la tornata referendaria nazionale che consentiva l'abbattimento dei costi.
Io ricordo bene la certezza (in senso negativo, ahimé) che avevo in quei giorni: scegliere il referendum per promuovere temi anche importanti significava andare incontro al fallimento, eliminando al contempo altre possibilità di conseguire questi obiettivi. Cosa puntualmente verificatasi.
3) resta il fatto che siamo in democrazia. Si è liberi di promuovere tutti i referendum che si vuole, ma si dovebbe poter essere liberi di pensare che non sono strumenti efficaci, almeno in certi casi.
O se, in altro senso, certamente lo sono, è in quanto servono a ottenere un quarto d'ora di celebrità in più.
P.S.: per chi leggesse da un altro pianeta o da una dimensione parallela, il riferimento è a una consultazione cittadina per decidere... dove piazzare un monumento. Un tema, evidentemente, vitale.
C'è chi argomenta che "il centrosinistra" avrebbe in passato fatto ricorso all'arma del referendum, a Como, spesso e volentieri, quindi non può impedirlo ad altri. Ma le cose mi sembrano un poco diverse:
1) nessuno vuole impedire nulla, le regole sono chiare, se si raccolgono le firme su quesiti ammissibili, si voterà. Il voto non avrà nessun carattere vincolante, ma pazienza. Le operazioni non saranno proprio a costo zero; ma pazienza.
2) per amore di verità, dopo l'esperienza del 2000 (su temi peraltro effettivamente propositivi) il referendum del 2009 (con quesito sul Sant'Anna che tra l'altro si sovrapponeva alla delibera d'indirizzo consiliare) non venne proposto dal centrosinistra.
Fu in realtà una fuga in avanti solitaria di Paco, contro il parere di tutti gli altri, che poi si rassegnarono a dare una mano per la raccolta ed il voto tenuto anche conto della coincidenza con la tornata referendaria nazionale che consentiva l'abbattimento dei costi.
Io ricordo bene la certezza (in senso negativo, ahimé) che avevo in quei giorni: scegliere il referendum per promuovere temi anche importanti significava andare incontro al fallimento, eliminando al contempo altre possibilità di conseguire questi obiettivi. Cosa puntualmente verificatasi.
3) resta il fatto che siamo in democrazia. Si è liberi di promuovere tutti i referendum che si vuole, ma si dovebbe poter essere liberi di pensare che non sono strumenti efficaci, almeno in certi casi.
O se, in altro senso, certamente lo sono, è in quanto servono a ottenere un quarto d'ora di celebrità in più.
P.S.: per chi leggesse da un altro pianeta o da una dimensione parallela, il riferimento è a una consultazione cittadina per decidere... dove piazzare un monumento. Un tema, evidentemente, vitale.
martedì 15 aprile 2014
CoCoCo 2014-6: Regolamento sulla gestione del patrimonio immobiliare del Comune di Como
A mio modesto avviso, il regolamento in discussione appare un documento sostanzialmente adeguato, frutto di un lavoro proficuo degli uffici e dell'assessorato. Certo, alcune osservazioni e preoccupazioni sollevate nel dibattito avevano ragione di essere avanzate, presentando in prima istanza un certo fondamento e rappresentando un contributo ad approfondire la questione, ma mi pare che le chiarificazioni successivamente offerte in termini operativi e giuridici sanciscano la bontà sostanziale dello strumento di cui andiamo a dotarci – va sottolineato – per la prima volta, dopo decenni di latitanza in proposito, fornendo così un altro tassello di trasparenza e certezza normativa per l'azione amministrativa.
Nulla vieta ovviamente di formulare emendamenti che possano essere valutati per quello che il loro testo dice, consentendo quindi di soppesare in concreto la specificità delle proposte e non solo i dubbi generali, o le preoccupazioni di ipernormatività che possono forse entusiasmare alcuni, ma risultare eccessivamente macchinose per altri. Decida l'aula, non c'è alcuna preclusione a valutare.
Del resto, non c'è al mondo alcuna cosa che non possa adeguatamente essere complicata, certo sulla base delle migliori ragioni del mondo... Ma, ripeto, valutiamo concrete proposte di emendamento, piuttosto che generici richiami ad altri migliori regolamenti.
Stonano però fortemente altre critiche che si sono udite in quest’aula; a dire il vero, neppure critiche nel senso proprio, bensì insinuazioni, tra l’altro slegate da reali corrispondenze in un testo letto forse frettolosamente e con i paraocchi polemici cui siamo ormai abituati, anzi rassegnati.
Infatti, insinuare che il dispositivo in discussione sia congegnato allo scopo di generare favoritismi è davvero un'assurdità colossale, malevola e inopportuna. Si scontra con l’evidenza della lettera e con lo spirito che anima la giunta nel suo operare.
Per la prima volta nella storia dell’amministrazione comasca vengono stabiliti criteri articolati e con una precisa ratio per gestire questo patrimonio, e qualcuno formula accuse di aver congegnato possibili futuri arbitri e di aver stabilito una completa discrezionalità. Proprio non si riesce a vedere che, ove siano previsti limitati margini di manovra, questi arriverebbero solo dopo l’effettuazione di una gara che non avesse dato esiti soddisfacenti per gli scopi prefissi dall’amministrazione pubblica, quindi in un caso estremo ed improbabile con lo scopo evidente di tutelare e valorizzare per quanto possibile l'interesse collettivo (in pratica, cioè, evitare di svendere senza validi motivi).
E se lo stesso atteggiamento, quello di rivolgere insinuazioni, noi lo rivolgessimo non verso un ipotetico e incerto futuro, ma verso un passato ben documentato e certo, quello che ha visto la gestione più o meno recente di tali beni? Non vedremmo forse oscurità più o meno diffuse, grovigli difficilmente districabili, situazioni di fatto la cui ragione è ormai incomprensibile, morosità tutt'altro che episodiche (questo sì un danno certo ed evidente per il bene pubblico), ma lungamente ignorate, trascurate o comunque - a voler essere generosi - affrontate senza alcuna efficacia?
Noi non vogliamo procedere su questo binario, ma almeno si eviti di prestare a questa amministrazione presunti intenti ignobili che assolutamente non ha e che potranno semmai essere stati partoriti in altri luoghi, altri contesti, altre menti. Evitiamo, per favore, di determinare nei nostri dibattiti situazioni degne di figurare nelle migliori favole di Esopo o Fedro, ove spesso si predica bene ma si razzola davvero male.
Nulla vieta ovviamente di formulare emendamenti che possano essere valutati per quello che il loro testo dice, consentendo quindi di soppesare in concreto la specificità delle proposte e non solo i dubbi generali, o le preoccupazioni di ipernormatività che possono forse entusiasmare alcuni, ma risultare eccessivamente macchinose per altri. Decida l'aula, non c'è alcuna preclusione a valutare.
Del resto, non c'è al mondo alcuna cosa che non possa adeguatamente essere complicata, certo sulla base delle migliori ragioni del mondo... Ma, ripeto, valutiamo concrete proposte di emendamento, piuttosto che generici richiami ad altri migliori regolamenti.
Stonano però fortemente altre critiche che si sono udite in quest’aula; a dire il vero, neppure critiche nel senso proprio, bensì insinuazioni, tra l’altro slegate da reali corrispondenze in un testo letto forse frettolosamente e con i paraocchi polemici cui siamo ormai abituati, anzi rassegnati.
Infatti, insinuare che il dispositivo in discussione sia congegnato allo scopo di generare favoritismi è davvero un'assurdità colossale, malevola e inopportuna. Si scontra con l’evidenza della lettera e con lo spirito che anima la giunta nel suo operare.
Per la prima volta nella storia dell’amministrazione comasca vengono stabiliti criteri articolati e con una precisa ratio per gestire questo patrimonio, e qualcuno formula accuse di aver congegnato possibili futuri arbitri e di aver stabilito una completa discrezionalità. Proprio non si riesce a vedere che, ove siano previsti limitati margini di manovra, questi arriverebbero solo dopo l’effettuazione di una gara che non avesse dato esiti soddisfacenti per gli scopi prefissi dall’amministrazione pubblica, quindi in un caso estremo ed improbabile con lo scopo evidente di tutelare e valorizzare per quanto possibile l'interesse collettivo (in pratica, cioè, evitare di svendere senza validi motivi).
E se lo stesso atteggiamento, quello di rivolgere insinuazioni, noi lo rivolgessimo non verso un ipotetico e incerto futuro, ma verso un passato ben documentato e certo, quello che ha visto la gestione più o meno recente di tali beni? Non vedremmo forse oscurità più o meno diffuse, grovigli difficilmente districabili, situazioni di fatto la cui ragione è ormai incomprensibile, morosità tutt'altro che episodiche (questo sì un danno certo ed evidente per il bene pubblico), ma lungamente ignorate, trascurate o comunque - a voler essere generosi - affrontate senza alcuna efficacia?
Noi non vogliamo procedere su questo binario, ma almeno si eviti di prestare a questa amministrazione presunti intenti ignobili che assolutamente non ha e che potranno semmai essere stati partoriti in altri luoghi, altri contesti, altre menti. Evitiamo, per favore, di determinare nei nostri dibattiti situazioni degne di figurare nelle migliori favole di Esopo o Fedro, ove spesso si predica bene ma si razzola davvero male.
lunedì 10 febbraio 2014
CoCoCo 2014-1: Segnalazione di situazioni da risolvere
Anzitutto devo segnalare come davvero urgente la necessità di ripristinare l'illuminazione stradale in Via Borgovico, proprio in corrispondenza della scuola media statale “Ugo Foscolo”, da parecchi giorni non più funzionante. In effetti il pericolo che di viene a determinare per chi attraversa sulle strisce è concreto, poiché al mattino presto e all'imbrunire la zona d'ombra che si viene a creare rende veramente difficoltoso per gli automobilisiti notare se vi sia qualche pedone che di accinge ad attraversare dal lato della recinzione di Villa Saporiti, in parte oscurato anche dalle fronde delle piante. Chiedo pertanto di intervenire con un intervento immediato per il ripristino.
Vi è da fare anche un'annotazione tardiva sulla pulizia delle strade, in particolare riferita a vie d'accesso alla città come Via per Cernobbio e via per San Fermo, e anche tratti di via Nino Bixio. Molte le foglie cadute in autunno, ossia tre mesi fa, che ovviamente non sono più sulla sede stradale, e tuttavia giacciono ancora in buona quantità ai bordi della carreggiata, in parte macerate per effetto delle precipitazioni. Alla fine si disperderanno, magari contribuendo all'intasamento dei chiusini. Non credo tuttavia che nel mandato alle imprese incaricate sia prevista questa modalità di trattamento del fogliame, e chiedo all'assessore una verifica delle procedure con cui i lavori vengono condotti. Devo anche riferire, a onor del vero, le considerazioni positive recentissime di alcuni abitanti di Via Conciliazione, che hanno visto finalmente un lavoro abbastanza accurato di pulizia stradale.
Ho verificato inoltre solo due giorni fa che in Via dei Mulini, nel tratto finale prima della rampa in salita che dà sulla Napoleona, degli incivili hanno depositato quantità rilevanti di rifiuti, tra cui sanitari, perciò occorrerà predisporne la rimozione.
Infine, mi è stato riferito che qualche operatore di un'azienda fornitrice di energia elettrica nei giorni scorsi ha telefonato a privati utenti presentando l'ennesima offerta di trasferimento clientela, millantando tra l'altro che per una non ben precisata iniziativa del Comune di Como in collaborazione con l'Unione Europea la loro offerta diventerebbe ancor più vantaggiosa.
Naturalmente non risulta niente di tutto ciò agli atti. L'unica iniziativa in cui il Comune risulta coinvolto riguarda un bando per la fornitura di energia elettrica in bassa e media tensione tipologia altri usi e in bassa tensione per illuminazione pubblica – periodo 1.4.2014 – 31.3.2015 C.I.G 54648286B9 (Direttiva 2004/18/CE): un appalto che ha per oggetto la fornitura di energia per tutti i punti di prelievo in bassa e media tensione (tipologia altri usi) e in bassa tensione per illuminazione pubblica.
Poiché riferisco di conversazioni che alcune persone hanno avuto telefonicamente, senza dati ulteriori più precisi, mi limito ad esortare a una particolare attenzione se si verificassero episodi analoghi, perché queste forme di propaganda telefonica, che giocano volutamente su ambiguità e imprecisioni, nel momento in cui tirano in ballo il comune di Como, ne ledono comunque l'immagine agli occhi degli utenti.
Vi è da fare anche un'annotazione tardiva sulla pulizia delle strade, in particolare riferita a vie d'accesso alla città come Via per Cernobbio e via per San Fermo, e anche tratti di via Nino Bixio. Molte le foglie cadute in autunno, ossia tre mesi fa, che ovviamente non sono più sulla sede stradale, e tuttavia giacciono ancora in buona quantità ai bordi della carreggiata, in parte macerate per effetto delle precipitazioni. Alla fine si disperderanno, magari contribuendo all'intasamento dei chiusini. Non credo tuttavia che nel mandato alle imprese incaricate sia prevista questa modalità di trattamento del fogliame, e chiedo all'assessore una verifica delle procedure con cui i lavori vengono condotti. Devo anche riferire, a onor del vero, le considerazioni positive recentissime di alcuni abitanti di Via Conciliazione, che hanno visto finalmente un lavoro abbastanza accurato di pulizia stradale.
Ho verificato inoltre solo due giorni fa che in Via dei Mulini, nel tratto finale prima della rampa in salita che dà sulla Napoleona, degli incivili hanno depositato quantità rilevanti di rifiuti, tra cui sanitari, perciò occorrerà predisporne la rimozione.
Infine, mi è stato riferito che qualche operatore di un'azienda fornitrice di energia elettrica nei giorni scorsi ha telefonato a privati utenti presentando l'ennesima offerta di trasferimento clientela, millantando tra l'altro che per una non ben precisata iniziativa del Comune di Como in collaborazione con l'Unione Europea la loro offerta diventerebbe ancor più vantaggiosa.
Naturalmente non risulta niente di tutto ciò agli atti. L'unica iniziativa in cui il Comune risulta coinvolto riguarda un bando per la fornitura di energia elettrica in bassa e media tensione tipologia altri usi e in bassa tensione per illuminazione pubblica – periodo 1.4.2014 – 31.3.2015 C.I.G 54648286B9 (Direttiva 2004/18/CE): un appalto che ha per oggetto la fornitura di energia per tutti i punti di prelievo in bassa e media tensione (tipologia altri usi) e in bassa tensione per illuminazione pubblica.
Poiché riferisco di conversazioni che alcune persone hanno avuto telefonicamente, senza dati ulteriori più precisi, mi limito ad esortare a una particolare attenzione se si verificassero episodi analoghi, perché queste forme di propaganda telefonica, che giocano volutamente su ambiguità e imprecisioni, nel momento in cui tirano in ballo il comune di Como, ne ledono comunque l'immagine agli occhi degli utenti.
giovedì 12 dicembre 2013
CoCoCo 2013-15: Mobilità sostenibile e soluzioni a Como
A volte viene da pensare che uno dei difetti maggiori della politica nel nostro paese sia la cronica incapacità di progettare il futuro, guardando invece alle sole contingenze immediate e non preoccupandosi delle conseguenze a lungo termine delle decisioni (o più spesso delle non-decisioni, dell'assenza di riforme che pure sono urgenti). Questo mi sembra particolarmente vero nella progettazione degli interventi sul traffico, concepiti nel tempo più come palliativi che come azioni strutturali, risolvendosi ad intervenire quando i problemi si sono aggravati forse in modo irrimediabile, anziché cercare di prevenirli.
È perciò emblematico che la lotta all’inquinamento sia ben lungi dall’essere vinta. L’aumento vertiginoso degli sforamenti dei limiti di legge delle polveri sottili (PM10) ne è la conferma più classica e pericolosa: basta un inverno più secco del solito per mostrare la sostanziale inefficacia delle misure antismog predisposte da Regioni e Comuni. E tutti sappiamo che il PM10 provoca infiammazione delle vie aeree e che i pm 2,5 e 1, ossia le polveri ancora più sottili, passano nel circolo sanguigno e si distribuiscono nei vari organi causando reazioni infiammatorie più importanti. Il risultato è un aumento di asma, allergie, aritmie cardiache, infarti, trombosi.
L’organizzazione attuale dei trasporti, caratterizzata dall'assoluta predominanza del traffico su strada, con l’uso principalmente di automezzi privati, ha forti conseguenze negative generali, sul piano economico, sociale ed ambientale: congestione delle città, disagi e difficoltà per ciclisti e pedoni, rischi di incidenti, a cui sono connessi costi economici e sociali, insieme all'elevato inquinamento acustico ed atmosferico, al consumo di fonti energetiche non rinnovabili, alla sottrazione di suolo. Di fronte a queste evidenze, misuriamo però ogni giorno quanto siano efficaci gli inviti ai cittadini a lasciare l’auto a casa ed utilizzare i servizi pubblici. Purtroppo è sotto gli occhi di tutti che aspiriamo da un lato a una migliore qualità della vita, ma evitiamo dall'altro di assumere in modo serio i necessari impegni individuali e collettivi. Per quanto potremo continuare ad ignorare che la nostra mobilità è un sistema estremamente complesso, che influenza il funzionamento delle aree urbane e le condizioni di vita dei suoi abitanti ed ha una forte incidenza sulla qualità ambientale? Cosa fare concretamente, nel congestionato ambito urbano comasco?
Un'amministrazione cittadina non può risolvere magicamente questi problemi, ma è tenuta ad introdurre modelli di mobilità sostenibile, ispirati al principio dell’uso efficiente del territorio e delle risorse naturali e finalizzati a garantire il rispetto e l’integrità dell’ambiente. A Como, che è realtà particolarmente difficile anche per le particolarità topografiche e per una storica inerzia, questo deve comportare trasformazioni incisive, magari in forme graduali e soggette a revisione. Per essere realisti: i cambiamenti possono persino apparire lacunosi e parziali, perché soggetti a gravi vincoli di bilancio che non consentono grandi investimenti. Ma non possiamo sempre stare a guardare. Una politica che puntasse a perpetuare la situazione esistente sarebbe scellerata, ed è appunto ciò che la giunta mi sembra aver voluto scongiurare con le proposte sin qui avanzate.
Le ricette sono note: i sistemi più innovativi di mobilità contemplano il potenziamento del trasporto pubblico di merci e persone, utilizzando i sistemi meno inquinanti (es. trasporto su rotaia, autoveicoli a metano), sistemi di mobilità intermodale, aumentando la disponibilità di parcheggi-scambio nei quali è possibile lasciare la macchina per proseguire il tragitto mediante mezzi pubblici; servizi di car sharing (uso collettivo di un parco di autoveicoli, noleggiati a tempo); car pooling o uso collettivo dei mezzi privati, da parte di soggetti che devono compiere lo stesso tragitto; interventi di riqualificazione urbana; limitazione dei movimenti e della velocità dei veicoli; promozione della mobilità alternativa (ciclabile e pedonale) e di iniziative di educazione stradale e sensibilizzazione per indirizzare i cittadini ad un uso sempre più limitato del mezzo privato.
La mobilità sostenibile rappresenta un fattore di qualificazione sociale anche perché induce l’instaurarsi di processi virtuosi che portano alla riduzione del traffico e all’aumento della sicurezza stradale. Mobilità pedonale e mobilità ciclabile non sono per nulla disprezzabili, anche se presentano difficoltà. Non dovremmo perciò pensare a una valorizzazione del loro notevole potenziale per il miglioramento del sistema complessivo del traffico viaggiatori? Non è razionale il contributo a preservare l’ambiente e a promuovere un modello di vita più sano? Inoltre una mobilità “dolce” sostiene il turismo e contribuisce al risparmio nell’ambito della spesa, sia pubblica che privata, per i trasporti.
Davvero, mentre attendiamo innervositi in un incolonnamento, quando girovaghiamo a lungo per trovare un parcheggio (per nulla dire dei costi), non ci appare evidente il vantaggio comparativo di una camminata sulle distanze brevi? Non riusciamo a valutare, sia pure a grandi linee, l'elevato grado di efficacia economica dell'utilizzo del trasporto pubblico? Abbiamo proprio bisogno delle pubblicazioni mediche per comprendere i benefici che avrebbe un aumento percentuale della popolazione che svolge attività fisica nella vita quotidiana e nel tempo libero, con una diminuzione dei costi per le amministrazioni nel settore sanitario? Occorrono studi specialistici (che pure esistono) per dimostrare gli incentivi economici che una mobilità è in grado di fornire nel settore del tempo libero e del turismo? Penso a esempio ai concreti vantaggi in termini di immagine e di promozione che ha avuto Torino, legati al risalto che ha avuto sulla stampa nazionale per essere risultata la città più "eco-mobile".
Il lungo periodo ha dimostrato che, dove si libera la città dal traffico motorizzato privato si valorizzano gli spazi vitali cittadini. Spostarsi liberamente a piedi ed in bicicletta diventa possibile e piacevole. La prova è l'attuale centro storico di Como, pedonalizzato tra mille polemiche decenni or sono e dove ora, esattamente come in tutti gli altri analoghi casi in Europa, a nessuno verrebbe in mente di reintrodurre le automobili. I vantaggi sono infatti percepiti da tutti: strade e piazze possono essere recuperate ed adibite a zone di svago e di riposo, ma anche di attività commerciale.
È poi un caso che tutte le grandi città europee, e moltissimi centri di dimensioni paragonabili alle nostre, abbiano varato da ormai molti anni una politica della sosta e dei parcheggi, tutti a pagamento e con un tempo massimo di permanenza? L'esigenza di rendere più vivibili i centri urbani passa anche attraverso la leva del contingentamento dei parcheggi. Abbiamo cominciato a chiederci se destinare tutto questo spazio pubblico alle automobili sia ancora ecologicamente e socialmente sostenibile. Da qui la vera e propria inversione a U compiuta da tante amministrazioni, che dopo decenni di aumento dei posti auto ora li stanno diminuendo. Non basta infatti rendere più fluido il traffico sistemando ogni macchina nella sua casella: la rivoluzione delle principali città europee prevede anche una riduzione progressiva del numero assoluto dei parcheggi in città.
Alcune amministrazioni hanno scelto di abolire il tasso minimo di parcheggio per unità immobiliare sostituendolo con uno massimo, che a Zurigo e Stoccolma non supera 1 posto auto per appartamento. Parigi, che nei decenni passati aveva abbondato in garage, ora fa marcia indietro e vieta la realizzazione di nuovi parcheggi se le nuove edificazioni si trovano a meno di 500 metri da una fermata di mezzo pubblico. Con questa politica, negli ultimi dieci anni lungo le strade sono stati tolti 15.000 posti auto a favore delle 1.451 stazioni Velib (per 20.000 biciclette pubbliche), di spazio per motorini, car-sharing e pedoni. Il risultato di questo giro di vite è una diminuzione del 13% dei chilometri percorsi in auto dai parigini dal 2003 ad oggi. Ancora più incisiva Monaco, che ha pedonalizzato grandi parti del centro creando 120 parcheggi “Park-and-Ride” in prossimità delle stazioni ferroviarie. Inevitabilmente l'uso dell'auto negli ultimi dieci anni è sceso dal 42 al 36%, mentre il 29% degli spostamenti avviene a piedi, il 21% con i mezzi pubblici e il 14% in bicicletta.
Anche i parcheggi sotterranei, considerati fino agli anni settanta la soluzione della congestione urbana, sono ormai considerati problematici, poiché aumentano il traffico fungendo da nuovi attrattori. E in effetti sono sempre più rare le città che costruiscono autorimesse sotterranee in centro. A Breda, addirittura, hanno smantellato un parcheggio sotterraneo ricavato in un canale per rimettere l'acqua e restituirlo a barche e pescatori. Nella già citata Zurigo, per ogni posto creato sottoterra se ne toglie almeno uno in superficie.
Tornando a Como, infine, si dirà giustamente che una parte del traffico è ineliminabile, soprattutto per ragioni di lavoro dei pendolari che si recano in città: ma cosa deve fare un'amministrazione che segua con coerenza questi princìpi ispiratori, più che mettere a disposizione tariffe dedicate estremamente convenienti come quelle recentemente varate per l'interscambio? 300€ annui per parcheggio +Bus è un importo eccezionalmente conveniente (e diventano 150 per gli iscritti all'ente bilaterale del commercio e del turismo: potenzialmente migliaia di lavoratori in città), oltre alle convenzioni specifiche per dipendenti delle forze dell'ordine, che hanno esenzione per mezzi pubblici.
Non è ora di cambiare decisamente mentalità, pensando alla salute e alla qualità della vita nostra, e ancor più dei nostri figli? O siamo disposti a sacrificarle in nome di una dubbia comodità, quella che alla fine ci costringe a perpetui incolonnamenti?
È perciò emblematico che la lotta all’inquinamento sia ben lungi dall’essere vinta. L’aumento vertiginoso degli sforamenti dei limiti di legge delle polveri sottili (PM10) ne è la conferma più classica e pericolosa: basta un inverno più secco del solito per mostrare la sostanziale inefficacia delle misure antismog predisposte da Regioni e Comuni. E tutti sappiamo che il PM10 provoca infiammazione delle vie aeree e che i pm 2,5 e 1, ossia le polveri ancora più sottili, passano nel circolo sanguigno e si distribuiscono nei vari organi causando reazioni infiammatorie più importanti. Il risultato è un aumento di asma, allergie, aritmie cardiache, infarti, trombosi.
L’organizzazione attuale dei trasporti, caratterizzata dall'assoluta predominanza del traffico su strada, con l’uso principalmente di automezzi privati, ha forti conseguenze negative generali, sul piano economico, sociale ed ambientale: congestione delle città, disagi e difficoltà per ciclisti e pedoni, rischi di incidenti, a cui sono connessi costi economici e sociali, insieme all'elevato inquinamento acustico ed atmosferico, al consumo di fonti energetiche non rinnovabili, alla sottrazione di suolo. Di fronte a queste evidenze, misuriamo però ogni giorno quanto siano efficaci gli inviti ai cittadini a lasciare l’auto a casa ed utilizzare i servizi pubblici. Purtroppo è sotto gli occhi di tutti che aspiriamo da un lato a una migliore qualità della vita, ma evitiamo dall'altro di assumere in modo serio i necessari impegni individuali e collettivi. Per quanto potremo continuare ad ignorare che la nostra mobilità è un sistema estremamente complesso, che influenza il funzionamento delle aree urbane e le condizioni di vita dei suoi abitanti ed ha una forte incidenza sulla qualità ambientale? Cosa fare concretamente, nel congestionato ambito urbano comasco?
Un'amministrazione cittadina non può risolvere magicamente questi problemi, ma è tenuta ad introdurre modelli di mobilità sostenibile, ispirati al principio dell’uso efficiente del territorio e delle risorse naturali e finalizzati a garantire il rispetto e l’integrità dell’ambiente. A Como, che è realtà particolarmente difficile anche per le particolarità topografiche e per una storica inerzia, questo deve comportare trasformazioni incisive, magari in forme graduali e soggette a revisione. Per essere realisti: i cambiamenti possono persino apparire lacunosi e parziali, perché soggetti a gravi vincoli di bilancio che non consentono grandi investimenti. Ma non possiamo sempre stare a guardare. Una politica che puntasse a perpetuare la situazione esistente sarebbe scellerata, ed è appunto ciò che la giunta mi sembra aver voluto scongiurare con le proposte sin qui avanzate.
Le ricette sono note: i sistemi più innovativi di mobilità contemplano il potenziamento del trasporto pubblico di merci e persone, utilizzando i sistemi meno inquinanti (es. trasporto su rotaia, autoveicoli a metano), sistemi di mobilità intermodale, aumentando la disponibilità di parcheggi-scambio nei quali è possibile lasciare la macchina per proseguire il tragitto mediante mezzi pubblici; servizi di car sharing (uso collettivo di un parco di autoveicoli, noleggiati a tempo); car pooling o uso collettivo dei mezzi privati, da parte di soggetti che devono compiere lo stesso tragitto; interventi di riqualificazione urbana; limitazione dei movimenti e della velocità dei veicoli; promozione della mobilità alternativa (ciclabile e pedonale) e di iniziative di educazione stradale e sensibilizzazione per indirizzare i cittadini ad un uso sempre più limitato del mezzo privato.
La mobilità sostenibile rappresenta un fattore di qualificazione sociale anche perché induce l’instaurarsi di processi virtuosi che portano alla riduzione del traffico e all’aumento della sicurezza stradale. Mobilità pedonale e mobilità ciclabile non sono per nulla disprezzabili, anche se presentano difficoltà. Non dovremmo perciò pensare a una valorizzazione del loro notevole potenziale per il miglioramento del sistema complessivo del traffico viaggiatori? Non è razionale il contributo a preservare l’ambiente e a promuovere un modello di vita più sano? Inoltre una mobilità “dolce” sostiene il turismo e contribuisce al risparmio nell’ambito della spesa, sia pubblica che privata, per i trasporti.
Davvero, mentre attendiamo innervositi in un incolonnamento, quando girovaghiamo a lungo per trovare un parcheggio (per nulla dire dei costi), non ci appare evidente il vantaggio comparativo di una camminata sulle distanze brevi? Non riusciamo a valutare, sia pure a grandi linee, l'elevato grado di efficacia economica dell'utilizzo del trasporto pubblico? Abbiamo proprio bisogno delle pubblicazioni mediche per comprendere i benefici che avrebbe un aumento percentuale della popolazione che svolge attività fisica nella vita quotidiana e nel tempo libero, con una diminuzione dei costi per le amministrazioni nel settore sanitario? Occorrono studi specialistici (che pure esistono) per dimostrare gli incentivi economici che una mobilità è in grado di fornire nel settore del tempo libero e del turismo? Penso a esempio ai concreti vantaggi in termini di immagine e di promozione che ha avuto Torino, legati al risalto che ha avuto sulla stampa nazionale per essere risultata la città più "eco-mobile".
Il lungo periodo ha dimostrato che, dove si libera la città dal traffico motorizzato privato si valorizzano gli spazi vitali cittadini. Spostarsi liberamente a piedi ed in bicicletta diventa possibile e piacevole. La prova è l'attuale centro storico di Como, pedonalizzato tra mille polemiche decenni or sono e dove ora, esattamente come in tutti gli altri analoghi casi in Europa, a nessuno verrebbe in mente di reintrodurre le automobili. I vantaggi sono infatti percepiti da tutti: strade e piazze possono essere recuperate ed adibite a zone di svago e di riposo, ma anche di attività commerciale.
È poi un caso che tutte le grandi città europee, e moltissimi centri di dimensioni paragonabili alle nostre, abbiano varato da ormai molti anni una politica della sosta e dei parcheggi, tutti a pagamento e con un tempo massimo di permanenza? L'esigenza di rendere più vivibili i centri urbani passa anche attraverso la leva del contingentamento dei parcheggi. Abbiamo cominciato a chiederci se destinare tutto questo spazio pubblico alle automobili sia ancora ecologicamente e socialmente sostenibile. Da qui la vera e propria inversione a U compiuta da tante amministrazioni, che dopo decenni di aumento dei posti auto ora li stanno diminuendo. Non basta infatti rendere più fluido il traffico sistemando ogni macchina nella sua casella: la rivoluzione delle principali città europee prevede anche una riduzione progressiva del numero assoluto dei parcheggi in città.
Alcune amministrazioni hanno scelto di abolire il tasso minimo di parcheggio per unità immobiliare sostituendolo con uno massimo, che a Zurigo e Stoccolma non supera 1 posto auto per appartamento. Parigi, che nei decenni passati aveva abbondato in garage, ora fa marcia indietro e vieta la realizzazione di nuovi parcheggi se le nuove edificazioni si trovano a meno di 500 metri da una fermata di mezzo pubblico. Con questa politica, negli ultimi dieci anni lungo le strade sono stati tolti 15.000 posti auto a favore delle 1.451 stazioni Velib (per 20.000 biciclette pubbliche), di spazio per motorini, car-sharing e pedoni. Il risultato di questo giro di vite è una diminuzione del 13% dei chilometri percorsi in auto dai parigini dal 2003 ad oggi. Ancora più incisiva Monaco, che ha pedonalizzato grandi parti del centro creando 120 parcheggi “Park-and-Ride” in prossimità delle stazioni ferroviarie. Inevitabilmente l'uso dell'auto negli ultimi dieci anni è sceso dal 42 al 36%, mentre il 29% degli spostamenti avviene a piedi, il 21% con i mezzi pubblici e il 14% in bicicletta.
Anche i parcheggi sotterranei, considerati fino agli anni settanta la soluzione della congestione urbana, sono ormai considerati problematici, poiché aumentano il traffico fungendo da nuovi attrattori. E in effetti sono sempre più rare le città che costruiscono autorimesse sotterranee in centro. A Breda, addirittura, hanno smantellato un parcheggio sotterraneo ricavato in un canale per rimettere l'acqua e restituirlo a barche e pescatori. Nella già citata Zurigo, per ogni posto creato sottoterra se ne toglie almeno uno in superficie.
Tornando a Como, infine, si dirà giustamente che una parte del traffico è ineliminabile, soprattutto per ragioni di lavoro dei pendolari che si recano in città: ma cosa deve fare un'amministrazione che segua con coerenza questi princìpi ispiratori, più che mettere a disposizione tariffe dedicate estremamente convenienti come quelle recentemente varate per l'interscambio? 300€ annui per parcheggio +Bus è un importo eccezionalmente conveniente (e diventano 150 per gli iscritti all'ente bilaterale del commercio e del turismo: potenzialmente migliaia di lavoratori in città), oltre alle convenzioni specifiche per dipendenti delle forze dell'ordine, che hanno esenzione per mezzi pubblici.
Non è ora di cambiare decisamente mentalità, pensando alla salute e alla qualità della vita nostra, e ancor più dei nostri figli? O siamo disposti a sacrificarle in nome di una dubbia comodità, quella che alla fine ci costringe a perpetui incolonnamenti?
lunedì 27 maggio 2013
CoCoCo 2013-10: Operato della giunta e funzionamento degli uffici
Ritorno ancora sui lavori per l’attraversamento pedonale in via Bellinzona, di fronte a Villa Olmo: ad un passo dall’essere terminati, sono ormai da due mesi abbandonati, circondati dalle protezioni di cantiere, e tutto trasmettono fuorché un’immagine di efficienza. Da varie settimane avevo segnalato la questione all’assessorato (che ha dato anche pubbliche spiegazioni di ordine tecnico alla stampa), e giustamente è approdata all’aula anche nelle scorse preliminari. Non mi soffermo perciò sulla evidente necessità di procedere, ma vorrei prendere spunto da questa vistosa carenza, che va oltre la volontà e forse anche i poteri dell’assessore competente, per richiamare l’attenzione del Consiglio e soprattutto della Giunta sul fatto notorio che il nostro è un operato politico, i cui esiti concreti dipendono strettamente dall’efficienza degli uffici e dalla capacità di tradurre le deliberazioni in atti.
Va quindi ribadito con forza che il tema del funzionamento degli uffici risulta tutt’altro che secondario, anzi è centrale per “cambiare passo” a Como, secondo quanto ci siamo ripromessi nel nostro programma elettorale. Sappiamo per esperienza comune che, lungi dall’essere ottimale, esso presenta ampie differenziazioni a seconda dei settori. Che vi sono competenze eccellenti, ed altre meno; che, accanto a chi lavora con passione ed impegno, possono esservi situazioni di criticità. Anche il problema della carenza di organico, naturalmente, può accentuare talune disfunzioni.
In breve: pur sapendo che quella della riorganizzazione interna è una delle priorità nella quale gli assessorati si stanno impegnando, vorrei rimarcare che questa deve passare per la valutazione dei risultati effettivi, e soprattutto che il sistema di incentivazione non può più essere utilizzato come nel passato decennio, con livelli sistematicamente ancorati ai massimi al punto che, come si è letto il mese scorso, il ministero dell'Economia avrebbe richiesto al Comune la restituzione di quasi un milione di euro che sarebbe stato versato indebitamente ad alcuni dipendenti. È evidente che gli automatismi non sono in alcun caso un incoraggiamento ad una maggiore efficacia della prestazione, ma al contrario favoriscono inerzie, se non atteggiamenti di opposizione all’innovazione e alla qualità.
Gli assessori e il Sindaco sono in prima linea, “ci mettono la faccia” nei confronti della cittadinanza, come suol dirsi, e opportunamente devono essere giudicati per la direzione che hanno saputo imprimere all’attività amministrativa. Ma sarebbe intollerabile che i propositi venissero sistematicamente intralciati da passività e inefficienze.
Incoraggio e sollecito quindi la Giunta a fare un sistematico ricorso alla valutazione accurata dell’efficienza degli uffici in relazione ai progetti che stanno realizzando, operando se necessario gli ulteriori risparmi di cui il Comune ha bisogno anche e proprio laddove i risultati palesemente non siano raggiunti. Abbiamo tutti in mente quali valutazione e ricompense abbiano ricevuto in passato i costruttori del “Muro” – un vero scandalo! – perciò non aggiungo altro.
È un appello che faccio non solo e non tanto da sostenitore di questa maggioranza, quanto da cittadino che reclama il buon funzionamento della macchina amministrativa ed una qualità del servizio elevata, o almeno adeguata, che non nasce da sola, ma passa attraverso la responsabilità delle persone. Che il merito vada incentivato è un principio sacrosanto, ma che produce buoni frutti solamente se lo si fa funzionare anche nella direzione opposta.
Va quindi ribadito con forza che il tema del funzionamento degli uffici risulta tutt’altro che secondario, anzi è centrale per “cambiare passo” a Como, secondo quanto ci siamo ripromessi nel nostro programma elettorale. Sappiamo per esperienza comune che, lungi dall’essere ottimale, esso presenta ampie differenziazioni a seconda dei settori. Che vi sono competenze eccellenti, ed altre meno; che, accanto a chi lavora con passione ed impegno, possono esservi situazioni di criticità. Anche il problema della carenza di organico, naturalmente, può accentuare talune disfunzioni.
In breve: pur sapendo che quella della riorganizzazione interna è una delle priorità nella quale gli assessorati si stanno impegnando, vorrei rimarcare che questa deve passare per la valutazione dei risultati effettivi, e soprattutto che il sistema di incentivazione non può più essere utilizzato come nel passato decennio, con livelli sistematicamente ancorati ai massimi al punto che, come si è letto il mese scorso, il ministero dell'Economia avrebbe richiesto al Comune la restituzione di quasi un milione di euro che sarebbe stato versato indebitamente ad alcuni dipendenti. È evidente che gli automatismi non sono in alcun caso un incoraggiamento ad una maggiore efficacia della prestazione, ma al contrario favoriscono inerzie, se non atteggiamenti di opposizione all’innovazione e alla qualità.
Gli assessori e il Sindaco sono in prima linea, “ci mettono la faccia” nei confronti della cittadinanza, come suol dirsi, e opportunamente devono essere giudicati per la direzione che hanno saputo imprimere all’attività amministrativa. Ma sarebbe intollerabile che i propositi venissero sistematicamente intralciati da passività e inefficienze.
Incoraggio e sollecito quindi la Giunta a fare un sistematico ricorso alla valutazione accurata dell’efficienza degli uffici in relazione ai progetti che stanno realizzando, operando se necessario gli ulteriori risparmi di cui il Comune ha bisogno anche e proprio laddove i risultati palesemente non siano raggiunti. Abbiamo tutti in mente quali valutazione e ricompense abbiano ricevuto in passato i costruttori del “Muro” – un vero scandalo! – perciò non aggiungo altro.
È un appello che faccio non solo e non tanto da sostenitore di questa maggioranza, quanto da cittadino che reclama il buon funzionamento della macchina amministrativa ed una qualità del servizio elevata, o almeno adeguata, che non nasce da sola, ma passa attraverso la responsabilità delle persone. Che il merito vada incentivato è un principio sacrosanto, ma che produce buoni frutti solamente se lo si fa funzionare anche nella direzione opposta.
martedì 30 aprile 2013
CoCoCo 2013-8: Rispetto dell'ordinanza sui cani al guinzaglio
Devo riferire di varie segnalazioni, da parte di proprietari di cani che si recano a passeggio nelle vie cittadine, di come non sia infrequente imbattersi in soggetti che lasciano vagare liberamente il loro animale senza guinzaglio né museruola. Ciò determina situazioni di rischio non solo per le persone, ma per gli animali stessi, che potrebbero diventare vittime di reazioni difficilmente prevedibili.
Ricordo quanto disposto dall’ordinanza regionale 15 giugno 2000, n. 15394, la quale stabilisce tra l’altro “una più intensa attività di controllo del rispetto del Regolamento Polizia Veterinaria approvato con D.P.R. n. 320/54, della legge n. 281/91 «Legge quadro in materia di animali d`affezione e prevenzione del randagismo» e del Regolamento Locale di Igiene che all`Articolo 1.4.21 del regolamento tipo regionale, approvato con Delib.G.R. 28 marzo 1985, n. 49784 e Delib.G.R. 7 maggio 1985, n. 52097 prevede quanto segue:«A cura dei proprietari i cani circolanti per le vie o in altro luogo aperto al pubblico devono portare, se non condotti al guinzaglio, idonea museruola. Nei locali pubblici e nei pubblici mezzi di trasporto, i cani devono portare la museruola e devono essere tenuti al guinzaglio”, con le ovvie eccezioni per i cani da guida per ciechi e quelli in uso alle forze dell’ordine.
Mi permetto pertanto di sollecitare, tramite l’assessorato competente, un’attenzione ancora più puntuale anche da parte dei Vigili della nostra città verso questo fenomeno di inciviltà che sembra in aumento.
Non auspico certo di arrivare all’eccesso di comuni che costringono tutti i cani indistintamente a portare la museruola (lo giudico un vero e proprio errore), né voglio sollevare allarmi ingiustificati. Occorre però richiamare con decisione i cittadini più indisciplinati alla responsabilità che loro compete, se necessario elevando sanzioni ai trasgressori. Analogo richiamo vale naturalmente per la raccolta obbligatoria delle deiezioni dei propri amici animali, secondo quanto richiamato anche dal nostro Regolamento del verde pubblico e privato del 2010: la buona volontà e il rispetto delle regole praticata dall’ampia maggioranza dei proprietari non deve essere vanificata dalla maleducazione di pochi.
Ricordo quanto disposto dall’ordinanza regionale 15 giugno 2000, n. 15394, la quale stabilisce tra l’altro “una più intensa attività di controllo del rispetto del Regolamento Polizia Veterinaria approvato con D.P.R. n. 320/54, della legge n. 281/91 «Legge quadro in materia di animali d`affezione e prevenzione del randagismo» e del Regolamento Locale di Igiene che all`Articolo 1.4.21 del regolamento tipo regionale, approvato con Delib.G.R. 28 marzo 1985, n. 49784 e Delib.G.R. 7 maggio 1985, n. 52097 prevede quanto segue:«A cura dei proprietari i cani circolanti per le vie o in altro luogo aperto al pubblico devono portare, se non condotti al guinzaglio, idonea museruola. Nei locali pubblici e nei pubblici mezzi di trasporto, i cani devono portare la museruola e devono essere tenuti al guinzaglio”, con le ovvie eccezioni per i cani da guida per ciechi e quelli in uso alle forze dell’ordine.
Mi permetto pertanto di sollecitare, tramite l’assessorato competente, un’attenzione ancora più puntuale anche da parte dei Vigili della nostra città verso questo fenomeno di inciviltà che sembra in aumento.
Non auspico certo di arrivare all’eccesso di comuni che costringono tutti i cani indistintamente a portare la museruola (lo giudico un vero e proprio errore), né voglio sollevare allarmi ingiustificati. Occorre però richiamare con decisione i cittadini più indisciplinati alla responsabilità che loro compete, se necessario elevando sanzioni ai trasgressori. Analogo richiamo vale naturalmente per la raccolta obbligatoria delle deiezioni dei propri amici animali, secondo quanto richiamato anche dal nostro Regolamento del verde pubblico e privato del 2010: la buona volontà e il rispetto delle regole praticata dall’ampia maggioranza dei proprietari non deve essere vanificata dalla maleducazione di pochi.
mercoledì 17 aprile 2013
Locali "no slot" e impegno dei consumatori
Destano perplessità le dichiarazioni di alcuni esercenti che hanno fatto l’encomiabile scelta di non installare nei loro locali macchinette per il gioco d'azzardo. In sostanza, il Comune li avrebbe delusi non riconoscendo un contributo economico o fiscale a questo gesto di buona volontà. Mi sembra corretto precisare che, nella mozione da noi approvata lo scorso ottobre in consiglio comunale, non era però previsto alcun impegno dell’amministrazione in tal senso, sostenendo invece l’apposizione di un “marchio di qualità” utile a far riconoscere ai consumatori la natura “slot free” del locale. Dipendesse da me, vorrei che ogni incentivazione al contrasto alle dipendenze, da gioco o altro, venisse comunque favorita, anche al di là dei noti problemi di bilancio. Ma occorre rendersi conto delle implicazioni giuridiche di un provvedimento che volesse accordare condizioni di favore a esercenti "virtuosi", a scapito di altri, i quali a onor del vero non svolgono un’attività contraria alle disposizioni di legge, e che agirebbero a buon diritto contro la discriminazione.
Il terreno su cui la discussione va riportata è piuttosto quello della sensibilità sociale, dell’educazione familiare e, perché no, della tensione morale. In questo senso, chi agisce bene ha già in sé la propria ricompensa. So che non è un concetto che va per la maggiore, ma proviamo a pensare cosa avverebbe se tutti lo mettessimo in pratica.
Inoltre, come consumatori è piu che opportuno venire sensibilizzati all’importanza delle proprie scelte. Per questo l’appello a scegliere con consapevolezza e determinazione quei locali che esporranno la vetrofania “no slot”, piuttosto che altri, è un nostro contributo a rafforzare l’impegno di chi fa scelte coraggiose, meritevoli di essere gratificate. Sono piccoli segnali che aiutano molto a cambiare mentalità già da ora, e che in fondo possono anche avere un’incidenza economica. Mi auguro che col tempo si possa avere qualche sorpresa positiva a riguardo.
Il terreno su cui la discussione va riportata è piuttosto quello della sensibilità sociale, dell’educazione familiare e, perché no, della tensione morale. In questo senso, chi agisce bene ha già in sé la propria ricompensa. So che non è un concetto che va per la maggiore, ma proviamo a pensare cosa avverebbe se tutti lo mettessimo in pratica.
Inoltre, come consumatori è piu che opportuno venire sensibilizzati all’importanza delle proprie scelte. Per questo l’appello a scegliere con consapevolezza e determinazione quei locali che esporranno la vetrofania “no slot”, piuttosto che altri, è un nostro contributo a rafforzare l’impegno di chi fa scelte coraggiose, meritevoli di essere gratificate. Sono piccoli segnali che aiutano molto a cambiare mentalità già da ora, e che in fondo possono anche avere un’incidenza economica. Mi auguro che col tempo si possa avere qualche sorpresa positiva a riguardo.
lunedì 15 aprile 2013
CoCoCo 2013-7: Attraversamento pedonale a Villa Olmo
Avendo udito di contestazioni e polemiche riguardanti la costruzione di un attraversamento pedonale in via Bellinzona, nelle immediate vicinanze di Villa Olmo, vorrei puntualizzare che diverse di esse mi sembrano eccessive nei toni e nel merito.
Risiedo in zona, lo vedo tutti i giorni e ritengo di poter formulare qualche modesta osservazione, precisando che personalmente non ne avvertirei la necessità, e che ho sempre trovato pratico il sottopassaggio esistente.
Tuttavia esiste una vera necessità da parte dell'utenza anziana che si trova di fronte ad un reale disagio. Da anni i residenti presentavano richieste in proposito (mi pare si parlasse anche di una regolazione semaforica). Comunque è evidente che il sottopassaggio, per la presenza delle scale, non è per nulla conforme alla deambulazione di persone avanti negli anni, come pure di portatori di handicap: è purtroppo in sé una vera e propria barriera architettonica. Non sembrebbe tuttavia ragionevole un investimento ad hoc, di fronte ad un utilizzo complesso e future manutenzioni.
Va notato altresì che l'altro passaggio pedonale a raso, posto esattamente di fronte alla chiesa di S. Salvatore, è purtroppo caratterizzato dalla limitata visibilità per le autovetture, soprattutto provenienti dal Borgo Vico. Lì il rischio di incidenti non è basso, se gli autisti non prestano attenzione e non rispettano scrupolosamente le regole del traffico. Tra l'altro auspico che in conclusione degli attuali lavori vengano ivi riprisitinate le strisce pedonali ormai quasi del tutto cancellate.
Ad un'attenta osservazione, l'ingombro finale dello spartitraffico risulta contenuto. Certamente, una volta terminato il cantiere, il passaggio non costiturà una vera strettoia e il traffico non ne risentirà in modo particolare. Chi quotidianamente transita per via Borgovico sa bene che i rallentamenti avvengono per altre cause, in punti nevralgici posti più avanti (la scuola media, il piazzale S. Teresa) e in determinati orari.
Va senz'altro apprezzata la disponiblità di ASF a verificare la congruità dell'attuale dislocazione della fermata autobus. Segnalo però che la presenza del bar proprio sull'angolo con via Zamenhof induce automobilisti veramente indisciplinati a fermarsi in quel punto a tutte le ore del giorno in pieno divieto di sosta. Quelle auto sì, una volta terminata l'opera, determinerebbero una strettoia che a un tempo rallentebbe il passaggio del flusso veicolare produrrebbe traiettorie più rischiose. Occorrerà un po' di vigilanza aggiuntiva, che sono certo verrà opportunamente disposta.
Risiedo in zona, lo vedo tutti i giorni e ritengo di poter formulare qualche modesta osservazione, precisando che personalmente non ne avvertirei la necessità, e che ho sempre trovato pratico il sottopassaggio esistente.
Tuttavia esiste una vera necessità da parte dell'utenza anziana che si trova di fronte ad un reale disagio. Da anni i residenti presentavano richieste in proposito (mi pare si parlasse anche di una regolazione semaforica). Comunque è evidente che il sottopassaggio, per la presenza delle scale, non è per nulla conforme alla deambulazione di persone avanti negli anni, come pure di portatori di handicap: è purtroppo in sé una vera e propria barriera architettonica. Non sembrebbe tuttavia ragionevole un investimento ad hoc, di fronte ad un utilizzo complesso e future manutenzioni.
Va notato altresì che l'altro passaggio pedonale a raso, posto esattamente di fronte alla chiesa di S. Salvatore, è purtroppo caratterizzato dalla limitata visibilità per le autovetture, soprattutto provenienti dal Borgo Vico. Lì il rischio di incidenti non è basso, se gli autisti non prestano attenzione e non rispettano scrupolosamente le regole del traffico. Tra l'altro auspico che in conclusione degli attuali lavori vengano ivi riprisitinate le strisce pedonali ormai quasi del tutto cancellate.
Ad un'attenta osservazione, l'ingombro finale dello spartitraffico risulta contenuto. Certamente, una volta terminato il cantiere, il passaggio non costiturà una vera strettoia e il traffico non ne risentirà in modo particolare. Chi quotidianamente transita per via Borgovico sa bene che i rallentamenti avvengono per altre cause, in punti nevralgici posti più avanti (la scuola media, il piazzale S. Teresa) e in determinati orari.
Va senz'altro apprezzata la disponiblità di ASF a verificare la congruità dell'attuale dislocazione della fermata autobus. Segnalo però che la presenza del bar proprio sull'angolo con via Zamenhof induce automobilisti veramente indisciplinati a fermarsi in quel punto a tutte le ore del giorno in pieno divieto di sosta. Quelle auto sì, una volta terminata l'opera, determinerebbero una strettoia che a un tempo rallentebbe il passaggio del flusso veicolare produrrebbe traiettorie più rischiose. Occorrerà un po' di vigilanza aggiuntiva, che sono certo verrà opportunamente disposta.
lunedì 8 aprile 2013
CoCoCo 2013-6: Motivazioni (sconcertanti) di una sentenza
Il processo sul concorso truccato per un posto di agente della polizia locale a Como ha causato un grave discredito all'amministrazione comunale ed è stato viziato da un «paradosso»: a quanto pare, chi è venuto meno al dovere di mantenere il segreto a cui era tenuto, rivelando in anticipo le tracce d'esame, non è stato mai neppure imputato. I giudici di Como sono stati durissimi nel motivare la sentenza dello scorso gennaio, ora depositata e quindi accessibile alla valutazione dei cittadini di Como. Nella motivazione essi hanno dichiarato che un'inchiesta accidentata «ha sortito effetti paradossali, per i quali i soggetti a carico dei quali sono emersi indizi di reità come i primi e principali responsabili della fuga di notizie», ossia due assessori della passata amministrazione «non risultano imputati in questo processo», in quanto «si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, ineccepibile e insindacabile da un punto di vista processuale - scrive il Collegio - ma hanno così determinato una incolmabile zona d’ombra nell’accertamento della verità», tanto più grave in base «al ruolo da essi ricoperto di rappresentanti delle istituzioni che avrebbe forse richiesto una maggiore collaborazione e trasparenza».
Fin qui la citazione delle motivazioni.
Esprimo in questa sede tutto il mio sconcerto e la mia tristezza per la luce negativa che simili fatti gettano sulle istituzioni; inoltre non so se rassegnarmi o meno al fatto che in Italia chi viene coinvolto da queste situazioni, al di là degli aspetti formali e procedurali che saranno anche stati rispettati, non sappia o non voglia mai trarre le debite conseguenze politiche.
Fin qui la citazione delle motivazioni.
Esprimo in questa sede tutto il mio sconcerto e la mia tristezza per la luce negativa che simili fatti gettano sulle istituzioni; inoltre non so se rassegnarmi o meno al fatto che in Italia chi viene coinvolto da queste situazioni, al di là degli aspetti formali e procedurali che saranno anche stati rispettati, non sappia o non voglia mai trarre le debite conseguenze politiche.
giovedì 4 aprile 2013
CoCoCo 2013-5: Falsità sui mancati risparmi della giunta
Da un po' di tempo in qua si assiste ad un fenomeno curioso. Anche a Como le parole in libertà si associano sempre più frequentemente ai numeri in libertà. Entrambi rigorosamente sganciati da precisi riferimenti a dati di fatto, o meglio, ben disposti a deformare i fatti alla carlona, come viene viene.
È chiaro: in politica, e sul piano amministrativo, si presentano spesso fenomeni di complessa lettura che possono disorientare chi non vuole andare in profondità e non sente il bisogno di verificare, perché tanto ha già la verità in tasca. Stupisce magari che il sistema dell'informazione, logicamente pronto a raccogliere e rilanciare le polemiche, appaia in qualche caso disinteressato ai necessari controlli, o anche più banalmente, a chiedere lumi ai diretti interessati, e consenta di propalare autentiche fole, di cui il sindaco e la giunta sembrano essere i primi bersagli.
Vogliamo qualche esempio?
Si legge:
- che “non sono stati fatti risparmi sul personale” – e non è vero: dall’insediamento non è stato rinnovato il mandato legato alla precedente amministrazione di 8 segretarie di Sindaco e Assessori per complessivi € 242.000 annui; dei 3 dirigenti a mandato nella precedente amministrazione ne son stati sostituiti solo 2 con ulteriore risparmio di € 120.000; considerando minori costi sulla segreteria generale di €12.000. Si calcola perciò un risparmio annuo di € 374.000;
- che “la riorganizzazione del personale prevede 5 ulteriori aree dirigenziali con un maggior costo di € 25.000” – e non è vero: le aree definite dalla precedente amministrazione erano 8; con la riorganizzazione in corso diventeranno 5 o 6 (quindi non 13), con un risparmio di € 10-15.000.
Inoltre la precedente giunta, nel quinquennio 2007-2012, ha erogato ai nove dirigenti che sono andati in pensione “bonus” per complessivi € 968.000. Questa giunta ha deciso che non saranno più erogate buonuscite ai dirigenti che andranno in pensione durante questo mandato. È evidente come questa decisione si traduca in un ulteriore, consistente risparmio.
Non si tratta di limitare il legittimo diritto di critica, ma sarebbe saggio evitare, se possibile, di lanciare al vento accuse infondate. Quale sia il senso di responsabilità nei confronti della "casa comune" di simili sparate, lo giudicheranno i cittadini comaschi. Ho fiducia che sapranno distinguere tra le difficoltà oggettive dell' nell'interese della città in queste difficili condizioni - e i risultati potranno misurarsi solo nel medio termine - e le chiacchiere inconsitenti di chi si oppone "a prescindere".
È chiaro: in politica, e sul piano amministrativo, si presentano spesso fenomeni di complessa lettura che possono disorientare chi non vuole andare in profondità e non sente il bisogno di verificare, perché tanto ha già la verità in tasca. Stupisce magari che il sistema dell'informazione, logicamente pronto a raccogliere e rilanciare le polemiche, appaia in qualche caso disinteressato ai necessari controlli, o anche più banalmente, a chiedere lumi ai diretti interessati, e consenta di propalare autentiche fole, di cui il sindaco e la giunta sembrano essere i primi bersagli.
Vogliamo qualche esempio?
Si legge:
- che “non sono stati fatti risparmi sul personale” – e non è vero: dall’insediamento non è stato rinnovato il mandato legato alla precedente amministrazione di 8 segretarie di Sindaco e Assessori per complessivi € 242.000 annui; dei 3 dirigenti a mandato nella precedente amministrazione ne son stati sostituiti solo 2 con ulteriore risparmio di € 120.000; considerando minori costi sulla segreteria generale di €12.000. Si calcola perciò un risparmio annuo di € 374.000;
- che “la riorganizzazione del personale prevede 5 ulteriori aree dirigenziali con un maggior costo di € 25.000” – e non è vero: le aree definite dalla precedente amministrazione erano 8; con la riorganizzazione in corso diventeranno 5 o 6 (quindi non 13), con un risparmio di € 10-15.000.
Inoltre la precedente giunta, nel quinquennio 2007-2012, ha erogato ai nove dirigenti che sono andati in pensione “bonus” per complessivi € 968.000. Questa giunta ha deciso che non saranno più erogate buonuscite ai dirigenti che andranno in pensione durante questo mandato. È evidente come questa decisione si traduca in un ulteriore, consistente risparmio.
Non si tratta di limitare il legittimo diritto di critica, ma sarebbe saggio evitare, se possibile, di lanciare al vento accuse infondate. Quale sia il senso di responsabilità nei confronti della "casa comune" di simili sparate, lo giudicheranno i cittadini comaschi. Ho fiducia che sapranno distinguere tra le difficoltà oggettive dell' nell'interese della città in queste difficili condizioni - e i risultati potranno misurarsi solo nel medio termine - e le chiacchiere inconsitenti di chi si oppone "a prescindere".
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