Albrecht Dürer, Navis Stultorum (in S. Brant, Narrenschiff - 1497)

domenica 2 novembre 2014

Si può valutare l'utilità dei referendum locali o si infrange un dogma?

A volte sembra che la gente non ricordi bene.
C'è chi argomenta che "il centrosinistra" avrebbe in passato fatto ricorso all'arma del referendum, a Como, spesso e volentieri, quindi non può impedirlo ad altri. Ma le cose mi sembrano un poco diverse:
1) nessuno vuole impedire nulla, le regole sono chiare, se si raccolgono le firme su quesiti ammissibili, si voterà. Il voto non avrà nessun carattere vincolante, ma pazienza. Le operazioni non saranno proprio a costo zero; ma pazienza.
2) per amore di verità, dopo l'esperienza del 2000 (su temi peraltro effettivamente propositivi) il referendum del 2009 (con quesito sul Sant'Anna che tra l'altro si sovrapponeva alla delibera d'indirizzo consiliare) non venne proposto dal centrosinistra.
Fu in realtà una fuga in avanti solitaria di Paco, contro il parere di tutti gli altri, che poi si rassegnarono a dare una mano per la raccolta ed il voto tenuto anche conto della coincidenza con la tornata referendaria nazionale che consentiva l'abbattimento dei costi.
Io ricordo bene la certezza (in senso negativo, ahimé) che avevo in quei giorni: scegliere il referendum per promuovere temi anche importanti significava andare incontro al fallimento, eliminando al contempo altre possibilità di conseguire questi obiettivi. Cosa puntualmente verificatasi.
3) resta il fatto che siamo in democrazia. Si è liberi di promuovere tutti i referendum che si vuole, ma si dovebbe poter essere liberi di pensare che non sono strumenti efficaci, almeno in certi casi.
O se, in altro senso, certamente lo sono, è in quanto servono a ottenere un quarto d'ora di celebrità in più.
P.S.: per chi leggesse da un altro pianeta o da una dimensione parallela, il riferimento è a una consultazione cittadina per decidere... dove piazzare un monumento. Un tema, evidentemente, vitale.