Albrecht Dürer, Navis Stultorum (in S. Brant, Narrenschiff - 1497)

martedì 15 aprile 2014

CoCoCo 2014-6: Regolamento sulla gestione del patrimonio immobiliare del Comune di Como

A mio modesto avviso, il regolamento in discussione appare un documento sostanzialmente adeguato, frutto di un lavoro proficuo degli uffici e dell'assessorato. Certo, alcune osservazioni e preoccupazioni sollevate nel dibattito avevano ragione di essere avanzate, presentando in prima istanza un certo fondamento e rappresentando un contributo ad approfondire la questione, ma mi pare che le chiarificazioni successivamente offerte in termini operativi e giuridici sanciscano la bontà sostanziale dello strumento di cui andiamo a dotarci – va sottolineato – per la prima volta, dopo decenni di latitanza in proposito, fornendo così un altro tassello di trasparenza e certezza normativa per l'azione amministrativa.
Nulla vieta ovviamente di formulare emendamenti che possano essere valutati per quello che il loro testo dice, consentendo quindi di soppesare in concreto la specificità delle proposte e non solo i dubbi generali, o le preoccupazioni di ipernormatività che possono forse entusiasmare alcuni, ma risultare eccessivamente macchinose per altri. Decida l'aula, non c'è alcuna preclusione a valutare.
Del resto, non c'è al mondo alcuna cosa che non possa adeguatamente essere complicata, certo sulla base delle migliori ragioni del mondo... Ma, ripeto, valutiamo concrete proposte di emendamento, piuttosto che generici richiami ad altri migliori regolamenti.
Stonano però fortemente altre critiche che si sono udite in quest’aula; a dire il vero, neppure critiche nel senso proprio, bensì insinuazioni, tra l’altro slegate da reali corrispondenze in un testo letto forse frettolosamente e con i paraocchi polemici cui siamo ormai abituati, anzi rassegnati.
Infatti, insinuare che il dispositivo in discussione sia congegnato allo scopo di generare favoritismi è davvero un'assurdità colossale, malevola e inopportuna. Si scontra con l’evidenza della lettera e con lo spirito che anima la giunta nel suo operare.
Per la prima volta nella storia dell’amministrazione comasca vengono stabiliti criteri articolati e con una precisa ratio per gestire questo patrimonio, e qualcuno formula accuse di aver congegnato possibili futuri arbitri e di aver stabilito una completa discrezionalità. Proprio non si riesce a vedere che, ove siano previsti limitati margini di manovra, questi arriverebbero solo dopo l’effettuazione di una gara che non avesse dato esiti soddisfacenti per gli scopi prefissi dall’amministrazione pubblica, quindi in un caso estremo ed improbabile con lo scopo evidente di tutelare e valorizzare per quanto possibile l'interesse collettivo (in pratica, cioè, evitare di svendere senza validi motivi).
E se lo stesso atteggiamento, quello di rivolgere insinuazioni, noi lo rivolgessimo non verso un ipotetico e incerto futuro, ma verso un passato ben documentato e certo, quello che ha visto la gestione più o meno recente di tali beni? Non vedremmo forse oscurità più o meno diffuse, grovigli difficilmente districabili, situazioni di fatto la cui ragione è ormai incomprensibile, morosità tutt'altro che episodiche (questo sì un danno certo ed evidente per il bene pubblico), ma lungamente ignorate, trascurate o comunque - a voler essere generosi - affrontate senza alcuna efficacia?
Noi non vogliamo procedere su questo binario, ma almeno si eviti di prestare a questa amministrazione presunti intenti ignobili che assolutamente non ha e che potranno semmai essere stati partoriti in altri luoghi, altri contesti, altre menti. Evitiamo, per favore, di determinare nei nostri dibattiti situazioni degne di figurare nelle migliori favole di Esopo o Fedro, ove spesso si predica bene ma si razzola davvero male.