Albrecht Dürer, Navis Stultorum (in S. Brant, Narrenschiff - 1497)

lunedì 20 agosto 2012

Aumenti giustificati?

A volte si resta sconcertati dal modo che certe aziende hanno di affrontare la crisi. Si prenda ad esempio la revisione biennale con controllo dei fumi della caldaia domestica, di cui posso portare testimonianza diretta: nel 2008 l'importo richiesto era di 65 euro; nel 2010, è salito a 95; nel 2012, arriva a 135, senza ovviamente alcun intervento di riparazione. Risparmiamoci il calcolo dell'incremento percentuale e la dubbia soddisfazione di misurare l'enorme discrepanza con i vari tassi di inflazione attesa, percepita, misurata dagli enti preposti sulla base dei “panieri” più cervellotici.
La sensazione che si avverte, in questo come in altri casi, è che non pochi operatori, non appena ne abbiano la possibilità, tendono a scaricare totalmente aggravi, inefficienze e costi burocratici sul cliente. Soprattutto quando le lobbies sono potenti, ed ottengono legislazioni ad hoc che, per garantire la sicurezza dei tanti impianti casalinghi, prevedono costanti passaggi di specialisti, nuovi bolli e certificazioni, verifiche e revisioni con precisione degna degli apparecchi della NASA. Tutte cose sensate, che creano anche posti di lavoro e mantengono il fatturato aziendale. Ma il cittadino comune, vedendo da anni il proprio salario bloccato o diminuito, vecchie imposte che si aggravano e nuove tassazioni a sorpresa, per quanto giustificate dalla congiuntura internazionale e dall'imprevidenza dei governi “cicala” dei decenni passati, si chiederà pure dove andare a prendere i soldi, e dove si stia andando a finire.
Nessuno ha la sfera di cristallo. Ma siamo sicuri che tosare le pecore a ripetizione giovi alla loro salute? Sarà possibile procedere con questi ritmi ancora a lungo, o non si incentiveranno piuttosto fenomeni di insofferenza ed evasione verso obblighi sempre più complessi e stringenti, come già avviene nel caso dell'assicurazione RC auto? E, regina delle domande: dove stanno in tutto ciò i meccanismi di una sana concorrenza? Chi vigila su queste evidenti distorsioni? A quando un Parlamento che legiferi per smantellare davvero gli innumerevoli impianti corporativi che soffocano le possibilità di ripresa del nostro paese?