
Albrecht Dürer, Navis Stultorum (in S. Brant, Narrenschiff - 1497)
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martedì 30 ottobre 2018
Como, la cattiva amministrazione che si dimostra anche inutile
RICAPITOLANDO.
1. Dati di fatto
L'amministrazione di centrodestra, secondo quanto dichiara oggi una consigliera di maggioranza:
- riduce la sicurezza a un mero fatto di polizia, senza capire la complessità del fenomeno
- nega strumenti che eliminano il disagio oltre il degrado
- finge di non vedere la possibilità di infiltrazioni malavitose
- è sorda alle competenze presenti nel consiglio comunale quando sottopongono i problemi
- toglie panchine e wifi per creare disagio agli stranieri (e ai comaschi no?)
- ha realizzato un autentico monumento allo spreco (Infopoint in affitto)
- emette ordinanze per il decoro natalizio assolutamente inutili
- le applica in maniera becera e ottiene con le stesse figuracce nazionali per la città
- sanifica il portico di San Francesco con modalità inutilmente vessatorie
- impedisce sistematicamente di attuare i lavori socialmente utili per i migranti che farebbero capire le vie di una possibile integrazione (non sia mai!)
- evita di trovare soluzioni al problema dei barboni, scaricando tutto il peso sulle associazioni di volontariato che si devono arrangiare
- nega una Commissione speciale su questi problemi (chiesta all'interno della maggioranza, non come provocazione dell'opposizione)
- nega la ricostituzione della Consulta dei servizi sociali.
2. Un parere personale
Da cittadini, dobbiamo ringraziare chi ha posto le questioni con questa evidenza palmare.
Sappiamo che ci sono molti altri segni di insensibilità sociale che vengono lanciati come "messaggi" per far capire che chi comanda lo fa a muso duro, evidenziando peraltro con un risibile "cattivismo" l'egemonia leghista sull'intera compagine.
Ma anche tutti gli altri temi centrali del rilancio della città sono trattati con una straordinaria e incomprensibile inerzia. Tutto è paralizzato. Il sindaco in sostanza continua a ripetere che non si aspettava una tale complessità.
Questa maggioranza ha così sancito il proprio completo fallimento politico, prima ancora che amministrativo.
Se ai Comaschi sta bene che per qualche anno ancora Como prosegua nel degrado di una mera funzione di "vetrina" della politica regressiva di un leghismo delle piccinerie, tutto OK.
Altrimenti, con un minimo di decenza, si prenda responsabilmente atto di questa inadeguatezza e ci si liberi da questo malgoverno.
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mercoledì 14 marzo 2018
Como: quale dialogo con chi non vuol sentire?
Ormai sono
innumerevoli i casi nei quali, rispetto all'amministrazione precedente,
si percepisce la profonda differenza di atteggiamento da parte di coloro
che si sono collocati con supponenza alla guida della città e che
respingono sistematicamente il dialogo. La consigliera Patrizia Lissi
ha appena subito un volgare attacco personale senza fondamento,
evidente dimostrazione del fastidio che provoca volendo approfondire le
ragioni delle manovre decise nel Palazzo senza confronto con i cittadini.
A parte la questione delle mense, con discutibile soluzione calata dall'alto, è di questi giorni la sconcertante decisione di respingere l'O.d.G. del cons. Gabriele Guarisco (PD), per risolvere il problema dei cittadini che vivono nella zona di Baraggia e che rimangono senza autobus. La maggioranza RESPINGE e poi, per bocca dell'ass. alla Mobilità e Trasporti Vincenzo Bella, dichiara: “La bocciatura dell’ordine del giorno non costituisce di certo un rigetto della proposta che è stata presentata", ecc. (???). Un'altra occasione di confronto costruttivo che viene perduta per arroganza. Ma approvare qualcosa proposto dall'opposizone, evidentemente, è peccato mortale per chi ha già la verità in tasca.
A parte la questione delle mense, con discutibile soluzione calata dall'alto, è di questi giorni la sconcertante decisione di respingere l'O.d.G. del cons. Gabriele Guarisco (PD), per risolvere il problema dei cittadini che vivono nella zona di Baraggia e che rimangono senza autobus. La maggioranza RESPINGE e poi, per bocca dell'ass. alla Mobilità e Trasporti Vincenzo Bella, dichiara: “La bocciatura dell’ordine del giorno non costituisce di certo un rigetto della proposta che è stata presentata", ecc. (???). Un'altra occasione di confronto costruttivo che viene perduta per arroganza. Ma approvare qualcosa proposto dall'opposizone, evidentemente, è peccato mortale per chi ha già la verità in tasca.
giovedì 8 marzo 2018
Como: amministrazione di centrodestra in stato confusionale
Leggo
oggi che Il Tribunale ha respinto il ricorso contro gli ex esponenti
della giunta di Palazzo Cernezzi e i tecnici indicati come possibili
responsabili dei problemi del viadotto dei Lavatoi.
Se è vero quel che viene riportato (fonte: ETV) che "non è possibile procedere contro ex assessori e dirigenti per i quali, eventuali responsabilità dovrebbero essere accertate dalla Corte dei Conti e non da un giudice ordinario", viene qualche dubbio sulla linearità e opportunità della condotta legale di un'Amministrazione che non saprebbe neppure dove indirizzare le istanze.
Inoltre il Tribunale ha condannato il Comune di Como anche a pagare 3.038 euro ciascuno alle controparti Gerosa, Molinari, Viola e Gilardoni per le spese legali.
Cioè più di 12.000 euro dei cittadini buttati per un'ipotesi oltretutto mal presentata. Chi ne risponde? In questo caso la Corte dei Conti non avrà nulla da osservare?
Come giustamente osserva Stefano Fanetti, "È l’ennesima riprova di un Comune in stato confusionale. La politica non sta riuscendo nel compito di mettere ordine". Sembra che debba anche mettere ordine nelle proprie idee: cosa un po' difficile, quando non si ha nessuna prospettiva di città e la linea finora mostrata sembra essere quella del tirare a campare, facendo il meno possibile per non scontentare nessuno e non attirarsi critiche.
Se è vero quel che viene riportato (fonte: ETV) che "non è possibile procedere contro ex assessori e dirigenti per i quali, eventuali responsabilità dovrebbero essere accertate dalla Corte dei Conti e non da un giudice ordinario", viene qualche dubbio sulla linearità e opportunità della condotta legale di un'Amministrazione che non saprebbe neppure dove indirizzare le istanze.
Inoltre il Tribunale ha condannato il Comune di Como anche a pagare 3.038 euro ciascuno alle controparti Gerosa, Molinari, Viola e Gilardoni per le spese legali.
Cioè più di 12.000 euro dei cittadini buttati per un'ipotesi oltretutto mal presentata. Chi ne risponde? In questo caso la Corte dei Conti non avrà nulla da osservare?
Come giustamente osserva Stefano Fanetti, "È l’ennesima riprova di un Comune in stato confusionale. La politica non sta riuscendo nel compito di mettere ordine". Sembra che debba anche mettere ordine nelle proprie idee: cosa un po' difficile, quando non si ha nessuna prospettiva di città e la linea finora mostrata sembra essere quella del tirare a campare, facendo il meno possibile per non scontentare nessuno e non attirarsi critiche.
giovedì 1 marzo 2018
Como: ancora "forti" contro i più deboli
Il Sindaco di centrodestra di Como conferma la posizione oltranzista dell'assessora della Lega e nega l'accesso notturno alla stazione a quei senzatetto che, per i motivi più vari, rifiutano di recarsi presso le strutture predisposte.
Non è solo un posizione ottusamente burocratica, con un sottofondo implicito di cattiveria gratuita tanto apprezzato dai propagandisti di segno leghista. Esplicitamente, sul quotidiano locale, Landriscina si scaglia invece contro i "benpensanti", come se gli avessero proposto di affittare un hotel o di accoglierli in sala consiliare, anziché, semplicemente, di aprire per pochi giorni le porte della stazione.
Qui si manifesta proprio l'inadeguatezza a un ruolo, quello di Sindaco, che richiede di farsi interprete del sentire comune della città. Che non è quello di esporre a rischi inutili delle vite umane in questi giorni di freddo eccezionale.
Non tema, verranno ricordati, lui e l'assessora, anche per questi atteggiamenti tanto regressivi quanto inconcludenti.
Non è solo un posizione ottusamente burocratica, con un sottofondo implicito di cattiveria gratuita tanto apprezzato dai propagandisti di segno leghista. Esplicitamente, sul quotidiano locale, Landriscina si scaglia invece contro i "benpensanti", come se gli avessero proposto di affittare un hotel o di accoglierli in sala consiliare, anziché, semplicemente, di aprire per pochi giorni le porte della stazione.
Qui si manifesta proprio l'inadeguatezza a un ruolo, quello di Sindaco, che richiede di farsi interprete del sentire comune della città. Che non è quello di esporre a rischi inutili delle vite umane in questi giorni di freddo eccezionale.
Non tema, verranno ricordati, lui e l'assessora, anche per questi atteggiamenti tanto regressivi quanto inconcludenti.
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mercoledì 7 ottobre 2015
Un pedaggio assurdo per la mini-tangenziale: nocivo all'ambiente e all'interesse pubblico
Gli aumenti del pedaggio di Pedemontana, in vigore dal primo novembre, ufficializzati dalla società. e di fatto avallati dalla maggioranza che guida Regione Lombardia, con in testa la Lega, sembrano usciti da una favola scritta male. Come si possono accettare i pedaggi più alti d’Italia sulle tangenziali di Como e Varese e sul tratto autostradale Cassano Magnago – Lomazzo? Come dichiarano i consiglieri regionali del Pd Alfieri e Gaffuri "questi rincari disincentiveranno l’utilizzo dell’opera di cui, peraltro, non si sa ancora se verrà terminata. Rischia di essere una beffa per i lombardi”.
Una follia totale, che rende addirittura ridicoli i decisori regionali, bravi solo a rimangiarsi la parola. Ma poi, questi fini analisti del traffico pensano davvero che si genererà un flusso tale da giustificare le spese di costruzione (in massima parte sostenute col denaro nostro) e assicurare introiti non irrisori? O non faranno altro, com'è intuibile a tutti, che lasciare una situazione più o meno uguale ad oggi, con la massima parte delle auto che entra in città e vanifica tutta l'iniziativa? Senza presentare uno studio credibile sui flussi e sul rapporto tra costi (del pedaggio a questi livelli assurdi), effetti indotti e benefici (per la circolazione), chi prende decisioni sciagurate come queste mostra solo quanto gliene importi realmente del territorio, dell'ambiente e dei cittadini. Li sfido ad argomentare con numeri verificabili alla prova dei fatti (cioè dopo pochi mesi di utilizzo) la reale compatibilità dell'opera con gli interessi della cittadinanza e soprattutto con il buon senso. Altrimenti è chiaro che seguono altre logiche, altri interessi.
Anche a Como, come nella maggior parte del comuni coinvolti, verrà discussa e approvata una mozione che richiede un radicale ripensamento e la gratuità del passaggio con una razionale suddivisione dei costi sui percorsi autostradali adiacenti. È una proposta intelligente e realistica, per questo forse, sentendosi con le spalle al muro, ne hanno paura e fanno finta di niente. Ma se tutto un territorio si esprimerà in questi termini, come potrà la Regione contraddirne le indicazioni? Con quale faccia ci racconteranno che pensano all'interesse comune? Ci ripensino in fretta, finché sono in tempo. O perderanno ogni residua traccia di credibilità politica.
lunedì 13 febbraio 2012
CoCoCo49 - Nuovi consigli di amministrazione e "occupazione" dei posti
Vengo a sapere della recente pubblicazione del bando per la nomina dei nuovi rappresentanti del comune nei consigli di amministrazione di Acsm-Agam, Spt Holding e di altri consigli direttivi. Viene spontaneo chiedersi se vi sembri davvero una scelta opportuna, intelligente (in senso proprio: di “leggere” e comprendere la situazione concreta di questo periodo) quella della designazione dei membri dei consigli delle partecipate proprio quando il vostro mandato è agli sgoccioli. Oltretutto, proprio nel momento in cui si discute se il Comune sia legittimato a mantenere quote nelle società medesime, se sia opportuno e strategico rispetto ai suoi scopi statutari? O meglio, prima ancora di avere deliberato in proposito?
Forse mi sbaglio, ma non mi risulta sia in essere una stringente tempistica basata su obblighi di legge tassativi. Obblighi che comunque, in molti casi, vengono disinvoltamente prorogati con deboli motivazioni. E qui si investe oltretutto una questione spinosa, molto dibattuta nel Paese, quella del ruolo della politica in questo genere di operazioni.
L'unica motivazione che regge nel disporre nomine su basi di collegamento politico è che il Comune viene direttamente rappresentato nei vari enti sul piano decisionale, di indirizzo. Pertanto potreste sostenere che questi consiglieri, in quanto di nomina politica, devono godere di un rapporto fiduciario con la guida dell'amministrazione.
E allora perché li si dovrebbe designare proprio ora, che siete ormai “terminati”, più o meno metaforicamente; proprio da voi, che avete illustri precedenti di decisioni improvvide, prese proprio alla viglia di un appuntamento elettorale senza volersi confrontare con nessuno?
Certo è commovente vedere quanta fiducia deponete nella continuità della vostra guida; ma è un giudizio che non depone molto favorevolmente nella capacità dei comaschi di trarre le conseguenze da quanto vedono, o che postula una loro completa perdita del senso della realtà. Chissà se vi basterà una nuova sfilza di promesse elettorali a far dimenticare lo scempio che la città ha dovuto subire in questi anni?
È anche una questione di valutazioni, direte. Vediamo le cose in modo differente.
Non è soggettiva, però, l'impressione di occupazione spietata dei centri di potere che dareste, una volta di più, con questa azione poco equilibrata. Una prova di forza, tale da condizionare operativamente la giunta futura, qualora i designati si trovassero a dover rispondere ad un'amministrazione di segno politico diverso dall'attuale.
Vi invito pertanto a sospendere questa procedura politicamente azzardata, mantenendo in essere le candidature legittimamente presentate e prorogando però i tempi della decisione al futuro mandato. La vostra credibilità non ne risentirebbe, anzi. Cogliete l'occasione che vi si presenta.
Forse mi sbaglio, ma non mi risulta sia in essere una stringente tempistica basata su obblighi di legge tassativi. Obblighi che comunque, in molti casi, vengono disinvoltamente prorogati con deboli motivazioni. E qui si investe oltretutto una questione spinosa, molto dibattuta nel Paese, quella del ruolo della politica in questo genere di operazioni.
L'unica motivazione che regge nel disporre nomine su basi di collegamento politico è che il Comune viene direttamente rappresentato nei vari enti sul piano decisionale, di indirizzo. Pertanto potreste sostenere che questi consiglieri, in quanto di nomina politica, devono godere di un rapporto fiduciario con la guida dell'amministrazione.
E allora perché li si dovrebbe designare proprio ora, che siete ormai “terminati”, più o meno metaforicamente; proprio da voi, che avete illustri precedenti di decisioni improvvide, prese proprio alla viglia di un appuntamento elettorale senza volersi confrontare con nessuno?
Certo è commovente vedere quanta fiducia deponete nella continuità della vostra guida; ma è un giudizio che non depone molto favorevolmente nella capacità dei comaschi di trarre le conseguenze da quanto vedono, o che postula una loro completa perdita del senso della realtà. Chissà se vi basterà una nuova sfilza di promesse elettorali a far dimenticare lo scempio che la città ha dovuto subire in questi anni?
È anche una questione di valutazioni, direte. Vediamo le cose in modo differente.
Non è soggettiva, però, l'impressione di occupazione spietata dei centri di potere che dareste, una volta di più, con questa azione poco equilibrata. Una prova di forza, tale da condizionare operativamente la giunta futura, qualora i designati si trovassero a dover rispondere ad un'amministrazione di segno politico diverso dall'attuale.
Vi invito pertanto a sospendere questa procedura politicamente azzardata, mantenendo in essere le candidature legittimamente presentate e prorogando però i tempi della decisione al futuro mandato. La vostra credibilità non ne risentirebbe, anzi. Cogliete l'occasione che vi si presenta.
domenica 1 gennaio 2012
I Soloni della Padania
Che bella fine d'anno in Padania! Prima Calderoli minaccia il capo del governo, "dia le dimissioni, perché sennò la verranno a prendere a casa". Quindi Bossi insulta il capo dello stato coi toni razzisti che gli sono propri e che non ha mai rinnegato: "Terùn".
Bravi, bene: come al solito molti validi argomenti, rispetto assoluto degli altri, credibilità alla stelle. Provateci pure, a far dimenticare che negli ultimi dieci anni avete fatto solo chiacchiere e slogan (spesso volgari, sempre fasulli), non avete governato, in realtà, ma semplicemente occupato una caterva di poltrone, fino all'apoteosi della promozione regionale del vostro "Trota", e offrendo in cambio al paese la soluzione decisiva dei "ministeri a Monza".
Quanta miseria, morale e politica. Fino a quando gli sciocchi tollereranno, ameranno, seguiranno gli imbroglioni che li sfruttano? Alla dabbenaggine non c'è davvero mai fine?
[a domanda, preciso]:
Io (NB: uomo del nord, come un'altra maggioranza di nordici che non vota lega) mi limito a constatare due fatti abbastanza evidenti: 1-le promesse non mantenute dopo un decennio di governo; 2-un linguaggio politico quantomeno ripugnante, a tratti accostabile alle peggiori esperienze storiche del passato.
Non sono certo indifferente ai problemi del mio territorio, né agli abusi di una classe politica che per tanti anni, e spesso ancora oggi utilizza i problemi generali e quelli del Sud per costruirsi comode posizioni. Ma mi sembra evidente che tanti di quelli che inalberano i problemi del Nord si sono di fatto comportati in maniera speculare, e che, tranne qualche sporadica eccezione, si è promossa una quantità di personaggi inadeguati (e mi sento generoso). In compenso si è diffusa una mitologia antistorica e risibile, indegna di menti adulte, e uno spirito grettamente antisolidaristico, che è un reale veleno per le coscienze. Ma soprattutto la convinzione che le spiegazioni grossolane, le soluzioni semplicistiche siano adeguate ad affrontare la complessità dei problemi attuali, è il lascito più sconcertante che questa politica ha prodotto.
Ho troppo rispetto per il buonsenso e la concretezza delle persone che abitano i nostri paesi e le nostre città, per pensare che - dopo aver coltivato comprensibilmente la speranza che questa fosse la strada da percorrere in vista di un reale cambiamento - non sia iniziato un processo di ripensamento critico. Vedere in questi anni la creazione di una dinastia familiare in stile nordcoreano per la successione al Capo (il quale, molto democraticamente, "ha sempre ragione"), la totale sudditanza agli interessi processuali e affaristici di Berlusconi (che dieci anni prima Bossi definiva "mafioso") e la piena corresponsabilità nell'inazione politica del decennio peggio governato della storia repubblicana, secondo me sta facendo ricredere molti di coloro che, come qualcuno giustamente afferma, hanno seguito silenziosamente la bandiera verde, e che si sono visti proporre in cambio... "i ministeri a Monza".
Gli altri, quelli che amano gli elmi cornuti, le ampolle con l'acqua del dio Po, la chiusura dell'economia e i protezionismi (in un orizzonte globalizzato!), quando non gli insulti razzisti o peggio, possono continuare a illudersi finché campano, chi glielo impedisce?. Quello di cui sono sicuro è che non vedranno mai migliorare concretamente la loro esistenza ad opera di polticanti cialtroni. Spero solo che intanto il paese non perda troppo tempo, perché la nostra attuale alternativa non è la Padania. Ma la Grecia.
Bravi, bene: come al solito molti validi argomenti, rispetto assoluto degli altri, credibilità alla stelle. Provateci pure, a far dimenticare che negli ultimi dieci anni avete fatto solo chiacchiere e slogan (spesso volgari, sempre fasulli), non avete governato, in realtà, ma semplicemente occupato una caterva di poltrone, fino all'apoteosi della promozione regionale del vostro "Trota", e offrendo in cambio al paese la soluzione decisiva dei "ministeri a Monza".
Quanta miseria, morale e politica. Fino a quando gli sciocchi tollereranno, ameranno, seguiranno gli imbroglioni che li sfruttano? Alla dabbenaggine non c'è davvero mai fine?
[a domanda, preciso]:
Io (NB: uomo del nord, come un'altra maggioranza di nordici che non vota lega) mi limito a constatare due fatti abbastanza evidenti: 1-le promesse non mantenute dopo un decennio di governo; 2-un linguaggio politico quantomeno ripugnante, a tratti accostabile alle peggiori esperienze storiche del passato.
Non sono certo indifferente ai problemi del mio territorio, né agli abusi di una classe politica che per tanti anni, e spesso ancora oggi utilizza i problemi generali e quelli del Sud per costruirsi comode posizioni. Ma mi sembra evidente che tanti di quelli che inalberano i problemi del Nord si sono di fatto comportati in maniera speculare, e che, tranne qualche sporadica eccezione, si è promossa una quantità di personaggi inadeguati (e mi sento generoso). In compenso si è diffusa una mitologia antistorica e risibile, indegna di menti adulte, e uno spirito grettamente antisolidaristico, che è un reale veleno per le coscienze. Ma soprattutto la convinzione che le spiegazioni grossolane, le soluzioni semplicistiche siano adeguate ad affrontare la complessità dei problemi attuali, è il lascito più sconcertante che questa politica ha prodotto.
Ho troppo rispetto per il buonsenso e la concretezza delle persone che abitano i nostri paesi e le nostre città, per pensare che - dopo aver coltivato comprensibilmente la speranza che questa fosse la strada da percorrere in vista di un reale cambiamento - non sia iniziato un processo di ripensamento critico. Vedere in questi anni la creazione di una dinastia familiare in stile nordcoreano per la successione al Capo (il quale, molto democraticamente, "ha sempre ragione"), la totale sudditanza agli interessi processuali e affaristici di Berlusconi (che dieci anni prima Bossi definiva "mafioso") e la piena corresponsabilità nell'inazione politica del decennio peggio governato della storia repubblicana, secondo me sta facendo ricredere molti di coloro che, come qualcuno giustamente afferma, hanno seguito silenziosamente la bandiera verde, e che si sono visti proporre in cambio... "i ministeri a Monza".
Gli altri, quelli che amano gli elmi cornuti, le ampolle con l'acqua del dio Po, la chiusura dell'economia e i protezionismi (in un orizzonte globalizzato!), quando non gli insulti razzisti o peggio, possono continuare a illudersi finché campano, chi glielo impedisce?. Quello di cui sono sicuro è che non vedranno mai migliorare concretamente la loro esistenza ad opera di polticanti cialtroni. Spero solo che intanto il paese non perda troppo tempo, perché la nostra attuale alternativa non è la Padania. Ma la Grecia.
martedì 20 dicembre 2011
Dal Consiglio Comunale: siamo scappati, siamo penosi. Lui, no.
Titolo della notizia: "Maggioranza sotto, salta il villaggio dello sport di Muggiò". Ieri sera in aula è mancato il numero legale sulla delibera presentato dal sindaco Stefano Bruni (delega all’Urbanistica) per l’approvazione definitiva della cittadella dello sport a Muggiò. L'ennesima batosta di chi inanella un fallimento dopo l'altro.
Ma non basta, la disfatta di questa amministrazione sciagurata si converte in un capolavoro umoristico. Per l'ennesima volta la maggioranza non esiste, "davanti a delibere così importanti" e il sindaco Bruni cosa dichiara? Che la minoranza scappa, che è penosa. Merita davvero il titolo di Gran Barzellettiere. Dimettersi no, eh?
Ma non basta, la disfatta di questa amministrazione sciagurata si converte in un capolavoro umoristico. Per l'ennesima volta la maggioranza non esiste, "davanti a delibere così importanti" e il sindaco Bruni cosa dichiara? Che la minoranza scappa, che è penosa. Merita davvero il titolo di Gran Barzellettiere. Dimettersi no, eh?
lunedì 28 novembre 2011
CoCoCo43 - Intervento sulla variazione di assestamento generale al bilancio di previsione 2011
Di seguito alcune osservazioni sintetiche alle diverse voci, trascurando alcune riduzioni di minore entità ma certo non senza conseguenze:
1. Si tolgono cospicue risorse alla ristrutturazione del patrimonio abitativo. Sono forse quegli interventi che in commissione IV vengono periodicamente assicurati come imminenti? Si agevolail degrado, che oggi ci fa risparmiare qualche spicciolo e domani causa dissesti ben più onerosi e anzi, già da ora procura condizioni tutt'altro che decorose?
4. Incredibile ed inaccettabile il taglio di oltre 1.352.000 euro al capitolo istruzione. Si cancella di fatto ogni traccia di manutenzione straordinaria e di adeguamento tecnologico; si eliminano gli interventi sui giardini (il verde che ovviamente è un accessorio superfluo, nella città del cemento!),
ma soprattutto si cancellano i 149.000 euro previsti alla voce sicurezza, cioè ad adeguamenti che tutelano l'incolumità degli utenti. Una vera assurdità.
5. Si cancellano tutti gli interventi sui beni culturali: niente manutenzione per i monumenti (-250.000), le torri (- 110.000), Villa Olmo (-50.000), niente tecnologia per i musei (-80.000)
8. Terribile lo stato degli interventi sulla viabilità, ove si evidenzia (cosa già preannunciata nella vostra risposta alla mia interrogazione): meno 870.000 euro per gli asfalti e quasi altri 400.000 in meno per lavori e opere stradali. Come si ridurranno i nostri automezzi? Quanti incidenti evitabili si produrranno così? Non è questa una tassa occulta ma pesantissima che facciamo gravare sui cittadini?
9. Si penalizza infine pesantemente anche il territorio. Confidando evidentemente nella fortuna, sperando che in questi pochi mesi non accada nulla di grave, si decurta la voce dei dissesti idrogeologici di 150.000 euro. Togliere alle tombinature 500.000 euro vuol dire però avere molte strade trasformate in torrenti, con prevedibili danni alle abitazioni, in particolare per cantine, seminterrati e piani terra. Anche i 900.000 euro in meno sui giardini a lago cosa rappresentano, se non una pietra tombale sulla vocazione turistica della città?
Ho colto che molte di queste voci vengono riportate agli anni futuri. Peccato che quel bilancio non dipenderà più da voi. Quindi in pratica dichiarate “faremo mutui”, e cioè in realtà “faremo fare mutui ad altri” (o forse no, ma chiaramente che voi non siate più al governo per questa cattiva, insostenibile gestione è l'auspicio mio e quello di moltissimi cittadini comaschi). In ogni caso, è evidente che altro non state facendo, se non cercare di nascondere la polvere sotto i tappeti... futuri, solo che questi, purtroppo, non riescono a nascondere le magagne. Il fallimento di un'esperienza amministrativa troppo lunga e troppo costosa per la città.
1. Si tolgono cospicue risorse alla ristrutturazione del patrimonio abitativo. Sono forse quegli interventi che in commissione IV vengono periodicamente assicurati come imminenti? Si agevolail degrado, che oggi ci fa risparmiare qualche spicciolo e domani causa dissesti ben più onerosi e anzi, già da ora procura condizioni tutt'altro che decorose?
4. Incredibile ed inaccettabile il taglio di oltre 1.352.000 euro al capitolo istruzione. Si cancella di fatto ogni traccia di manutenzione straordinaria e di adeguamento tecnologico; si eliminano gli interventi sui giardini (il verde che ovviamente è un accessorio superfluo, nella città del cemento!),
ma soprattutto si cancellano i 149.000 euro previsti alla voce sicurezza, cioè ad adeguamenti che tutelano l'incolumità degli utenti. Una vera assurdità.
5. Si cancellano tutti gli interventi sui beni culturali: niente manutenzione per i monumenti (-250.000), le torri (- 110.000), Villa Olmo (-50.000), niente tecnologia per i musei (-80.000)
8. Terribile lo stato degli interventi sulla viabilità, ove si evidenzia (cosa già preannunciata nella vostra risposta alla mia interrogazione): meno 870.000 euro per gli asfalti e quasi altri 400.000 in meno per lavori e opere stradali. Come si ridurranno i nostri automezzi? Quanti incidenti evitabili si produrranno così? Non è questa una tassa occulta ma pesantissima che facciamo gravare sui cittadini?
9. Si penalizza infine pesantemente anche il territorio. Confidando evidentemente nella fortuna, sperando che in questi pochi mesi non accada nulla di grave, si decurta la voce dei dissesti idrogeologici di 150.000 euro. Togliere alle tombinature 500.000 euro vuol dire però avere molte strade trasformate in torrenti, con prevedibili danni alle abitazioni, in particolare per cantine, seminterrati e piani terra. Anche i 900.000 euro in meno sui giardini a lago cosa rappresentano, se non una pietra tombale sulla vocazione turistica della città?
Ho colto che molte di queste voci vengono riportate agli anni futuri. Peccato che quel bilancio non dipenderà più da voi. Quindi in pratica dichiarate “faremo mutui”, e cioè in realtà “faremo fare mutui ad altri” (o forse no, ma chiaramente che voi non siate più al governo per questa cattiva, insostenibile gestione è l'auspicio mio e quello di moltissimi cittadini comaschi). In ogni caso, è evidente che altro non state facendo, se non cercare di nascondere la polvere sotto i tappeti... futuri, solo che questi, purtroppo, non riescono a nascondere le magagne. Il fallimento di un'esperienza amministrativa troppo lunga e troppo costosa per la città.
lunedì 21 novembre 2011
CoCoCo42 - Mancato appalto dei rifiuti e mancato governo della città
Dal 19 al 27 novembre 2011, in tutta Europa si tiene la Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti, giunta quest’anno alla terza edizione. Solo in Italia, 900 tra enti della Pubblica Amministrazione, Associazioni, Imprese e Scuole hanno aderito, con l'intento di testimoniare che, nonostante tutto, c’è un Paese che funziona, per proporre uno stile di vita più attento ai consumi e all’ambiente, che non si ferma ai buoni propositi, ma chiede ai sottoscrittori azioni creative per migliorare la situazione, in particolare evitando gli sprechi e promuovendo il riciclaggio.
Non mi risulta che il Comune di Como abbia aderito, ed è un peccato. Ma è molto più grave che non si veda neppure traccia di quanto già deliberato, con le migliori intenzioni, tre anni fa. Allora, poco prima che scadesse l’appalto per la “raccolta rifiuti e pulizia strade” fu approvata all'unanimità una delibera d’indirizzo che istituiva la raccolta differenziata “spinta” in tutta la città e una migliore pulizia delle strade. E da allora che cosa è successo? Siamo ancora in una fase di proroga del vecchio contratto. Il Comune ha bandito due gare che sono entrambe fallite per la bassa qualità delle offerte rispetto alle richieste del capitolato.
Anche questa vicenda conferma una terribile coerenza: quella del disastro che avete imposto alla città. Per totale inefficienza. O siete vittime di una maledizione, campioni del mondo della sfortuna, visto che non va in porto nulla di quanto avete pomposamente annunciato. E ora persino le imprese vi evitano come la peste: nessuno vuole più assicurare le nostre strade, nessuno fa la raccolta differenziata secondo criteri moderni ed efficienti. Ovviamente non siamo così ingenui da pensare che questa situazione di inazione non porti un qualche tornaconto proprio a nessuno, anche se evidentemente è di danno alla città.
Purtroppo questa serie di inspiegabili coincidenze negative suscitano nella mente tante ipotesi; come minimo è sintomo di un'incapacità di proporzioni inaudite, per non pensare il peggio e cioè che le operazioni vanno in porto solo di fronte a presenze amiche o gradite, solo quando la cordata è costituita, quando i referenti trovano l'accordo sulle lottizzazioni ...
È sintomo dell'atteggiamento per cui le cose devono essere fatte come e quando lo dite voi, infischiandovene delle leggi elementari della logica. Lo ha ben detto il presidente di CSU Montini, quando ha annunciato che l'autosilo della Valmulini andrebbe abbattuto per risparmiare. Ha dimenticato forse di aggiungere che il vero abbattimento utile alla città sarebbe quello di questa giunta in agonia. La stessa giunta che ha deciso di spostare fuori città un ospedale adatto, e ne ha costruito un altro chiaramente sottodimensionato, perché così doveva essere, come le segrete stanze avevano deciso: ed è questo pressapochismo progettuale che in conseguenza ha fatto dell'autosilo la classica cattedrale nel deserto.
L'incapacità a governare, è vero, è anche il risultato della vostra divisione e sfilacciamento, macroscopici anche nella vicenda della Ca' d'Industria. È semplicemente assurdo questo continuo rinvio delle nomine: per colpa di Regione Lombardia, ci si dice. Ma chi diamine la governa questa Regione? Non siete forse dello stesso partito e della stessa corrente? Forse non vi parlate, vi tenete il broncio o vi fate dispetti? Perché non ci vengono dette apertamente le ragioni vere di questo inspiegabile ritardo? Gli interessi di chi sta servendo questa classe politica? Ce lo dica Formigoni, ce lo dica il sindaco, e la finiscano di prenderci in giro.
O magari se ne vada a casa questa giunta, subito, senza trincerarsi dietro un improbabile male che un commissariamento di poche settimane prima delle elezioni porterebbe a Como: peggio di così è impossibile fare. Un poco di dignità conclusiva: è chiedere troppo? Dimissioni, subito.
Non mi risulta che il Comune di Como abbia aderito, ed è un peccato. Ma è molto più grave che non si veda neppure traccia di quanto già deliberato, con le migliori intenzioni, tre anni fa. Allora, poco prima che scadesse l’appalto per la “raccolta rifiuti e pulizia strade” fu approvata all'unanimità una delibera d’indirizzo che istituiva la raccolta differenziata “spinta” in tutta la città e una migliore pulizia delle strade. E da allora che cosa è successo? Siamo ancora in una fase di proroga del vecchio contratto. Il Comune ha bandito due gare che sono entrambe fallite per la bassa qualità delle offerte rispetto alle richieste del capitolato.
Anche questa vicenda conferma una terribile coerenza: quella del disastro che avete imposto alla città. Per totale inefficienza. O siete vittime di una maledizione, campioni del mondo della sfortuna, visto che non va in porto nulla di quanto avete pomposamente annunciato. E ora persino le imprese vi evitano come la peste: nessuno vuole più assicurare le nostre strade, nessuno fa la raccolta differenziata secondo criteri moderni ed efficienti. Ovviamente non siamo così ingenui da pensare che questa situazione di inazione non porti un qualche tornaconto proprio a nessuno, anche se evidentemente è di danno alla città.
Purtroppo questa serie di inspiegabili coincidenze negative suscitano nella mente tante ipotesi; come minimo è sintomo di un'incapacità di proporzioni inaudite, per non pensare il peggio e cioè che le operazioni vanno in porto solo di fronte a presenze amiche o gradite, solo quando la cordata è costituita, quando i referenti trovano l'accordo sulle lottizzazioni ...
È sintomo dell'atteggiamento per cui le cose devono essere fatte come e quando lo dite voi, infischiandovene delle leggi elementari della logica. Lo ha ben detto il presidente di CSU Montini, quando ha annunciato che l'autosilo della Valmulini andrebbe abbattuto per risparmiare. Ha dimenticato forse di aggiungere che il vero abbattimento utile alla città sarebbe quello di questa giunta in agonia. La stessa giunta che ha deciso di spostare fuori città un ospedale adatto, e ne ha costruito un altro chiaramente sottodimensionato, perché così doveva essere, come le segrete stanze avevano deciso: ed è questo pressapochismo progettuale che in conseguenza ha fatto dell'autosilo la classica cattedrale nel deserto.
L'incapacità a governare, è vero, è anche il risultato della vostra divisione e sfilacciamento, macroscopici anche nella vicenda della Ca' d'Industria. È semplicemente assurdo questo continuo rinvio delle nomine: per colpa di Regione Lombardia, ci si dice. Ma chi diamine la governa questa Regione? Non siete forse dello stesso partito e della stessa corrente? Forse non vi parlate, vi tenete il broncio o vi fate dispetti? Perché non ci vengono dette apertamente le ragioni vere di questo inspiegabile ritardo? Gli interessi di chi sta servendo questa classe politica? Ce lo dica Formigoni, ce lo dica il sindaco, e la finiscano di prenderci in giro.
O magari se ne vada a casa questa giunta, subito, senza trincerarsi dietro un improbabile male che un commissariamento di poche settimane prima delle elezioni porterebbe a Como: peggio di così è impossibile fare. Un poco di dignità conclusiva: è chiedere troppo? Dimissioni, subito.
giovedì 27 ottobre 2011
CoCoCo40 - Resoconti del Consiglio e confusione delle responsabilità
I commenti alla scorsa seduta del Consiglio sono stati di varia natura, com'è ovvio. Quelli più efficaci e corretti colgono appieno il significato politico della mozione di sfiducia, che può piacere o meno, essere condivisa o no, addirittura essere posta in atto oppure no, come il sindaco, more solito, ha annunciato di voler fare. Ma qualcosa ha pur voluto dire, anzi molto.
Altri purtroppo hanno cercato di sminuire questo forte giudizio politico, che è anche una valutazione dell'operato e insieme un'esibizione della reale compattezza e della convinzione che sorreggono (si fa per dire) l'attuale maggioranza.
Questi ultimi anno purtroppo avuto gioco facile per le intemperanze di qualcuno, che possono aver trovato appiglio in atteggiamenti discutibili, ma non si giustificano mai in una sede come questa. Sono spettacoli ai quali purtroppo abbiamo dovuto abituarci e che non giovano purtroppo al decoro di quest'aula né all'immagine che la cittadinanza ne riceve.
Sarebbe però corretto che le valutazioni su quanto accade, nelle ricostruzioni offerte al pubblico, evitassero di coinvolgere il Consiglio in quanto tale, ossia tutti i consiglieri, che non hanno tutti lo stesso atteggiamento, non tutti affrontano le questioni con lo stesso “piglio”, diciamo così, non tutti si lasciano andare, non tutti usano lo stesso linguaggio, non tutti considerano l'aula allo stesso modo, non tutti attentano alla dignità dell'istituzione. Ed è un fatto evidente, niente affatto difficile da cogliere.
Non voglio certo dire che non si possa esprimere un giudizio sull'utilità o meno di certe sedute, sulla produttività stessa del Consiglio, sull'efficacia del lavoro complessivo, naturalmente anche sulle capacità dell'opposizione. Bisognerebbe però essere capaci di distinguere il giudizio politico, che andrebbe espresso chiaramente come tale, non come una sorta di resoconto obiettivo, dal resoconto altrettanto obiettivo di quanto accaduto, attribuendo perciò le responsabilità individuali a coloro cui competono. A ciascuno il suo: non una melassa nella quale gli atteggiamenti si confondono, una notte in cui tutti i gatti sono bigi – e così, alle prossime elezioni, tutti potranno presentarsi come nulla fosse, perché “mal comune mezzo gaudio”. Non è così, e bisogna dirlo.
A me ad esempio appare chiaro di chi sia la responsabilità della situazione quasi disperata, certamente disperante, nella quale versa la nostra città. Il Consiglio qui c'entra poco: magari avesse avuto la possibilità di intervenire in maniera determinante, o perlomeno di esercitare una forte e stabile funzione d'indirizzo. Ma anche questa funzione, lo sappiamo bene, può essere esercitata efficacemente solo se c'è una controparte disposta ad ascoltare.
Non c'è stata, in questi anni: e forse anche qui, in questo atteggiamento si trova la spiegazione di certi episodi comunque deprecabili, la radice di uno svuotamento di senso di tante sedute poco consone alla dignità della nostra funzione.
Altri purtroppo hanno cercato di sminuire questo forte giudizio politico, che è anche una valutazione dell'operato e insieme un'esibizione della reale compattezza e della convinzione che sorreggono (si fa per dire) l'attuale maggioranza.
Questi ultimi anno purtroppo avuto gioco facile per le intemperanze di qualcuno, che possono aver trovato appiglio in atteggiamenti discutibili, ma non si giustificano mai in una sede come questa. Sono spettacoli ai quali purtroppo abbiamo dovuto abituarci e che non giovano purtroppo al decoro di quest'aula né all'immagine che la cittadinanza ne riceve.
Sarebbe però corretto che le valutazioni su quanto accade, nelle ricostruzioni offerte al pubblico, evitassero di coinvolgere il Consiglio in quanto tale, ossia tutti i consiglieri, che non hanno tutti lo stesso atteggiamento, non tutti affrontano le questioni con lo stesso “piglio”, diciamo così, non tutti si lasciano andare, non tutti usano lo stesso linguaggio, non tutti considerano l'aula allo stesso modo, non tutti attentano alla dignità dell'istituzione. Ed è un fatto evidente, niente affatto difficile da cogliere.
Non voglio certo dire che non si possa esprimere un giudizio sull'utilità o meno di certe sedute, sulla produttività stessa del Consiglio, sull'efficacia del lavoro complessivo, naturalmente anche sulle capacità dell'opposizione. Bisognerebbe però essere capaci di distinguere il giudizio politico, che andrebbe espresso chiaramente come tale, non come una sorta di resoconto obiettivo, dal resoconto altrettanto obiettivo di quanto accaduto, attribuendo perciò le responsabilità individuali a coloro cui competono. A ciascuno il suo: non una melassa nella quale gli atteggiamenti si confondono, una notte in cui tutti i gatti sono bigi – e così, alle prossime elezioni, tutti potranno presentarsi come nulla fosse, perché “mal comune mezzo gaudio”. Non è così, e bisogna dirlo.
A me ad esempio appare chiaro di chi sia la responsabilità della situazione quasi disperata, certamente disperante, nella quale versa la nostra città. Il Consiglio qui c'entra poco: magari avesse avuto la possibilità di intervenire in maniera determinante, o perlomeno di esercitare una forte e stabile funzione d'indirizzo. Ma anche questa funzione, lo sappiamo bene, può essere esercitata efficacemente solo se c'è una controparte disposta ad ascoltare.
Non c'è stata, in questi anni: e forse anche qui, in questo atteggiamento si trova la spiegazione di certi episodi comunque deprecabili, la radice di uno svuotamento di senso di tante sedute poco consone alla dignità della nostra funzione.
lunedì 10 ottobre 2011
CoCoCo38 - Interpellanza sullo stato delle strade ed assicurazioni relative
È sotto gli occhi di tutti il riprovevole stato di manutenzione della rete viaria cittadina. Indipendentemente dalle giustificazioni addotte – “non ci sono soldi”: ma la scarsità di risorse da destinare al capitolo dipende comunque da scelte della Giunta nella ripartizione decisa in bilancio – si deve considerare che questa situazione non fa altro che scaricare sulla cittadinanza costi aggiuntivi ingenti, legati al maggior logorio prodotto su auto e moto dalle buche continue. Altro che “non mettere le mani nelle tasche dei cittadini”! Li si costringe a metterle loro, le mani al portafoglio, per provvedere alle riparazioni dei mezzi, che si rendono necessarie con frequenza innaturale.
Si determina poi un vistoso danno di immagine, specialmente avvertito da chiunque provenga dalla vicina Svizzera, il quale non ha bisogno neppure della segnaletica stradale per rendersi conto di essere arrivato a Como: glielo annuncia la sofferenza delle sospensioni. Altro che “città turistica”: questa è sì una località amena, ma con strutture viarie degradate a livello di terzo mondo. Ma soprattutto, ed è inaccettabile, si determina in tal modo un incremento sensibile degli incidenti e degli infortuni di varia entità a danno di pedoni, ciclisti, automobilisti.
Se si pensa così di risparmiare, ci si sbaglia di grosso! A sua volta, infatti, il Comune deve accollarsi gli oneri di risarcimento dei danni provocati dall’incuria, aumentando il numero dei contenziosi, dato che non tutte le richieste vengono accolte, ed è nella necessità di pagare anno dopo anno rilevanti premi assicurativi.
È perciò preoccupante che la compagnia assicuratrice che ha garantito sinora la copertura dei danni abbia manifestato la sua volontà di non procedere al rinnovo contrattuale per il prossimo anno, evidentemente valutando come eccessivo il rischio economico da assumere di fronte al degrado crescente delle strutture da assicurare; e la gravità del fatto è tanto maggiore, se si considera che la predetta compagnia non copriva in effetti tutta una serie di risarcimenti minori, rimasti a carico del Comune, avendo stabilito una franchigia pari ad euro 26.000.
“Seguite le vostre ambizioni”, recita proprio oggi la pubblicità di Chartis sui quotidiani economici. Tragica ironia, il fatto che quelle della Giunta di Como, verificate alla prova dei fatti, non siano neppure più reputate degne di supporto da una compagnia assicuratrice.
Il futuro è inquietante, in quanto è logico presumere che il degrado crescente non farà che aumentare gli oneri delle richieste di risarcimento.
Lo ribadiamo, la situazione descritta è anzitutto grave per l’oggettiva e sempre crescente incidenza sui futuri bilanci comunali. Ecco perché, con questa interpellanza, intendiamo costringervi a chiarire con assoluta urgenza quali interventi, quali provvedimenti immediati la Giunta Comunale voglia assumere per risanare in maniera funzionale e duratura tanto il manto stradale quanto i marciapiedi, onde prevenire il verificarsi di ulteriori incidenti e, insieme, quali misure intenda adottare la Giunta al fine di garantire una adeguata copertura assicurativa in merito.
Non potete rifiutarvi di dare risposte precise e di assumervi un un impegno che si traduca in fatti, non in chiacchiere o scuse. Manca poco alla fine del vostro mandato, che avreste dignitosamente dovuto concludere già da più di un anno, per offrire alla città una possibilità di ripresa. Non lo avete voluto, ed è una pesante responsabilità. Cercate almeno di provvedere a questa emergenza in modo decente. Non aggravate l’eredità già catastrofica che state lasciando.
testo dell'interpellanza:
I sottoscritti consiglieri
- premesso che
1. il disdicevole stato di manutenzione della rete viaria cittadina ha concorso a determinare, negli ultimi anni, un incremento sensibile degli incidenti e degli infortuni di varia entità a danno di pedoni, ciclisti, automobilisti e dei loro mezzi;
2. la compagnia assicuratrice Chartis, che ha garantito sinora la copertura dei danni, ha manifestato la sua volontà di non procedere al rinnovo contrattuale per il prossimo anno, evidentemente valutando come eccessivo il rischio economico da assumere di fronte al degrado crescente delle strutture da assicurare;
3. la gravità della situazione appare ancora più evidente qualora si consideri che la predetta compagnia non copriva in effetti i risarcimenti minori, avendo stabilito una franchigia pari ad euro 26.000, il che lascia presumere che sia prevedibile nel futuro un incremento delle richieste di risarcimento per importi ben superiori;
- ritenuto che
la situazione descritta prefiguri una oggettiva lesione del diritto alla sicurezza dei cittadini e, insieme, la prospettiva di domande di risarcimento sempre crescenti, a detrimento del bilancio comunale già in precarie condizioni,
- chiedono di conoscere
quali provvedimenti concreti intenda immediatamente assumere la Giunta per risanare in maniera funzionale e duratura tanto il manto stradale quanto i marciapiedi, onde prevenire il verificarsi di incidenti ai danni dei cittadini;
quali misure intenda adottare la Giunta Comunale al fine di garantire una adeguata copertura assicurativa in merito.
Si determina poi un vistoso danno di immagine, specialmente avvertito da chiunque provenga dalla vicina Svizzera, il quale non ha bisogno neppure della segnaletica stradale per rendersi conto di essere arrivato a Como: glielo annuncia la sofferenza delle sospensioni. Altro che “città turistica”: questa è sì una località amena, ma con strutture viarie degradate a livello di terzo mondo. Ma soprattutto, ed è inaccettabile, si determina in tal modo un incremento sensibile degli incidenti e degli infortuni di varia entità a danno di pedoni, ciclisti, automobilisti.
Se si pensa così di risparmiare, ci si sbaglia di grosso! A sua volta, infatti, il Comune deve accollarsi gli oneri di risarcimento dei danni provocati dall’incuria, aumentando il numero dei contenziosi, dato che non tutte le richieste vengono accolte, ed è nella necessità di pagare anno dopo anno rilevanti premi assicurativi.
È perciò preoccupante che la compagnia assicuratrice che ha garantito sinora la copertura dei danni abbia manifestato la sua volontà di non procedere al rinnovo contrattuale per il prossimo anno, evidentemente valutando come eccessivo il rischio economico da assumere di fronte al degrado crescente delle strutture da assicurare; e la gravità del fatto è tanto maggiore, se si considera che la predetta compagnia non copriva in effetti tutta una serie di risarcimenti minori, rimasti a carico del Comune, avendo stabilito una franchigia pari ad euro 26.000.
“Seguite le vostre ambizioni”, recita proprio oggi la pubblicità di Chartis sui quotidiani economici. Tragica ironia, il fatto che quelle della Giunta di Como, verificate alla prova dei fatti, non siano neppure più reputate degne di supporto da una compagnia assicuratrice.
Il futuro è inquietante, in quanto è logico presumere che il degrado crescente non farà che aumentare gli oneri delle richieste di risarcimento.
Lo ribadiamo, la situazione descritta è anzitutto grave per l’oggettiva e sempre crescente incidenza sui futuri bilanci comunali. Ecco perché, con questa interpellanza, intendiamo costringervi a chiarire con assoluta urgenza quali interventi, quali provvedimenti immediati la Giunta Comunale voglia assumere per risanare in maniera funzionale e duratura tanto il manto stradale quanto i marciapiedi, onde prevenire il verificarsi di ulteriori incidenti e, insieme, quali misure intenda adottare la Giunta al fine di garantire una adeguata copertura assicurativa in merito.
Non potete rifiutarvi di dare risposte precise e di assumervi un un impegno che si traduca in fatti, non in chiacchiere o scuse. Manca poco alla fine del vostro mandato, che avreste dignitosamente dovuto concludere già da più di un anno, per offrire alla città una possibilità di ripresa. Non lo avete voluto, ed è una pesante responsabilità. Cercate almeno di provvedere a questa emergenza in modo decente. Non aggravate l’eredità già catastrofica che state lasciando.
testo dell'interpellanza:
I sottoscritti consiglieri
- premesso che
1. il disdicevole stato di manutenzione della rete viaria cittadina ha concorso a determinare, negli ultimi anni, un incremento sensibile degli incidenti e degli infortuni di varia entità a danno di pedoni, ciclisti, automobilisti e dei loro mezzi;
2. la compagnia assicuratrice Chartis, che ha garantito sinora la copertura dei danni, ha manifestato la sua volontà di non procedere al rinnovo contrattuale per il prossimo anno, evidentemente valutando come eccessivo il rischio economico da assumere di fronte al degrado crescente delle strutture da assicurare;
3. la gravità della situazione appare ancora più evidente qualora si consideri che la predetta compagnia non copriva in effetti i risarcimenti minori, avendo stabilito una franchigia pari ad euro 26.000, il che lascia presumere che sia prevedibile nel futuro un incremento delle richieste di risarcimento per importi ben superiori;
- ritenuto che
la situazione descritta prefiguri una oggettiva lesione del diritto alla sicurezza dei cittadini e, insieme, la prospettiva di domande di risarcimento sempre crescenti, a detrimento del bilancio comunale già in precarie condizioni,
- chiedono di conoscere
quali provvedimenti concreti intenda immediatamente assumere la Giunta per risanare in maniera funzionale e duratura tanto il manto stradale quanto i marciapiedi, onde prevenire il verificarsi di incidenti ai danni dei cittadini;
quali misure intenda adottare la Giunta Comunale al fine di garantire una adeguata copertura assicurativa in merito.
martedì 27 settembre 2011
CoCoCo37 - Colpi di coda
La notizia di oggi - la possiamo ricavare dalla penna di uno dei più prolifici giornalisti cittadini - è a mio parere il varo, da parte della Giunta, del piano attuativo in via Torriani, quello bocciato dal Consiglio l'11 ottobre scorso ed ora approvato, sia pure con qualche limitazione, sfruttando ogni recesso consentito dal cosiddetto “piano sviluppo”.
Oltre all'altro intervento di via Castellini, già approvato anch'esso, apprendiamo poi delle altre vostre prossime “grandi manovre”: venerdì dovrete correre per approvarne altri sette, se non qualcuno in più, entro le scadenze consentite.
A parte l'avere letto vostre smentite preventive nelle settimane scorse (che questa situazione non si sarebbe verificata), ora puntualmente smentite dai fatti, nel vostro modo di procedere troviamo la perfetta conferma del metodo di governo che ha contrassegnato questi mandati, ossia il passare soddisfatti sopra la testa del fastidioso consiglio, di cui peraltro questa maggioranza stenta ad mantenere il controllo.
Correte, perciò, ad approvare altre volumetrie, utili senza dubbio a chi costruisce, molto meno probabilmente alla città. Correte a realizzare ulteriori spazi abitativi vuoti, montagne di invenduto, realizzando per certo un deprezzamento generalizzato del mercato immobiliare per eccesso di offerta per una città che non attira certo nuovi cittadini.
È giusto d'altronde che approfittiate delle ultime occasioni che avete per lasciare la vostra impronta sulla città futura. Probabilmente non nel segno dell'armonia e della qualità della vita, ma che importa?
Vediamo in questi mesi penosi il massimo responsabile del dissesto politico, culturale e morale nel nostro paese che si sta abbarbicando tenacemente alla gestione del potere fine a se stessa, o più ancora alla propria autoconservazione, del tutto incurante delle conseguenze per la collettività, del prestigio e della credibilità nazionale, ormai privo di direzione, e forse ulteriormente compiaciuto del fatto che con Sansone potranno perire anche molti Filistei, cioè noi. Così a Como, nel nostro piccolo, sembra emergere da questi piccoli atti la continuità di un metodo sciagurato e insensibile. Ancora una volta ignorate il dovere del confronto, modificando quanto già deliberato per assestare un ultimo colpo di coda ad una città che sotto la vostra gestione ha sempre più perso identità e bellezza, dopo avere aggravato con le carenze sempre più vistose nei servizi le condizioni di tutti e dopo avere contribuito al dissesto del bilancio con operazioni grandiose nelle intenzioni, che però non avete saputo gestire con la diligenza non dico dei grandi manager, ma neppure del buon padre di famiglia.
Oltre all'altro intervento di via Castellini, già approvato anch'esso, apprendiamo poi delle altre vostre prossime “grandi manovre”: venerdì dovrete correre per approvarne altri sette, se non qualcuno in più, entro le scadenze consentite.
A parte l'avere letto vostre smentite preventive nelle settimane scorse (che questa situazione non si sarebbe verificata), ora puntualmente smentite dai fatti, nel vostro modo di procedere troviamo la perfetta conferma del metodo di governo che ha contrassegnato questi mandati, ossia il passare soddisfatti sopra la testa del fastidioso consiglio, di cui peraltro questa maggioranza stenta ad mantenere il controllo.
Correte, perciò, ad approvare altre volumetrie, utili senza dubbio a chi costruisce, molto meno probabilmente alla città. Correte a realizzare ulteriori spazi abitativi vuoti, montagne di invenduto, realizzando per certo un deprezzamento generalizzato del mercato immobiliare per eccesso di offerta per una città che non attira certo nuovi cittadini.
È giusto d'altronde che approfittiate delle ultime occasioni che avete per lasciare la vostra impronta sulla città futura. Probabilmente non nel segno dell'armonia e della qualità della vita, ma che importa?
Vediamo in questi mesi penosi il massimo responsabile del dissesto politico, culturale e morale nel nostro paese che si sta abbarbicando tenacemente alla gestione del potere fine a se stessa, o più ancora alla propria autoconservazione, del tutto incurante delle conseguenze per la collettività, del prestigio e della credibilità nazionale, ormai privo di direzione, e forse ulteriormente compiaciuto del fatto che con Sansone potranno perire anche molti Filistei, cioè noi. Così a Como, nel nostro piccolo, sembra emergere da questi piccoli atti la continuità di un metodo sciagurato e insensibile. Ancora una volta ignorate il dovere del confronto, modificando quanto già deliberato per assestare un ultimo colpo di coda ad una città che sotto la vostra gestione ha sempre più perso identità e bellezza, dopo avere aggravato con le carenze sempre più vistose nei servizi le condizioni di tutti e dopo avere contribuito al dissesto del bilancio con operazioni grandiose nelle intenzioni, che però non avete saputo gestire con la diligenza non dico dei grandi manager, ma neppure del buon padre di famiglia.
lunedì 4 luglio 2011
CoCoCo34 - Sui cumuli di cariche dei consiglieri
La presenza dei consiglieri comunali nei vari CdA è questione di rilevanza giuridica, indubbiamente, ma è anche e soprattutto una questione di metodo: se si fosse convinti della bontà di questa procedura, la si dovrebbe istituzionalizzare, magari sostenendo che il Comune debba avervi un suo rappresentante diretto sempre o quasi sotto forma di consigliere: il che appare sommamente discutibile anche alla luce di quanto appena precisato da parte del vice Segretario generale. Argomentazioni solide in proposito non si riescono a vedere; non sembra un caso che alcuni degli interventi infastiditi della maggioranza altro non ripetano in sostanza che “è così perché così deve essere”, ossia “decidiamo noi a prescindere”.
Non si è realizzato un chiarimento introducendo nuove disposizioni all'interno dello Statuto consiliare, per cui mancano ulteriori riferimenti; ma è soprattutto è una questione di sensibilità politica, riassumibile in una domanda. Il mandato di consigliere comunale non è già sufficientemente impegnativo per non cumularsi con altri incarichi?
Non si tratta certo di questioni che abbiano a che fare con la simpatia o antipatia, né di un giudizio sulle capacità di coloro che occupano questi posti, ma di una riflessioni in termini di opportunità e sul significato generale dell'attività pilitca e sulle prerogative di chi la esercita. Il vostro atteggiamento è un chiaro segno della prassi debordante della politica, che tende a favorire l'“allineamento”, l'appartenenza alla scuderia, la spartizione correntizia dei posti, piccoli e grandi. A livelli superiori si moltiplicano gli esempi nefasti, su su per li rami, riproducendo spartizioni e lottizzazioni di cui evidentemente il malgoverno italiano non riesce proprio a fare a meno (e certo, sono sempre meno preoccupanti di quei settori grigi che periodicamente vengono ad essere scoperti dalla magistratura, su settori di faccendieri che condizionano le nomine e gli appalti grazie proprio alle connivenze politiche), ma è una magra consolazione.
Vogliamo una buona volta cambiare? È semplice: le nomine devono avere come criterio esclusivo la competenza e la non sovrapposizione degli incarichi a destra come a sinistra. I cumuli di poltrone sono simbolicamente significativi di una autoreferenzialità e in fondo di una carenza della politica, che non sa attingere ad ulteriori risorse della società civile.
Proprio per questo lo spirito di servizio rischia di non essere visibile anche quando fosse presente, soffocato dalla sensazione strabordante che la casta voglia occupare tutti gli interstizi, escludendo chi non è inserito o sottomesso. Si tratta di un segnale preoccupante e certamente avverso alla sensibilità generale.
Se foste accorti, leggendo il recente voto di Milano potreste trarre una grande lezione, ma sono certo che non riuscirete a farlo. I cittadini riescono a leggere, alla fine, la qualità di un'amministrazione. Qui, nonostante la promessa dell’Expo (non a caso caratterizzata dal poltronismo e dall'arroganza più sfacciati) gli elettori di centrodestra non si sono più identificati in questo sistema chiuso. Governare una città non è possibile senza la capacità di “governare consapevolmente” la dimensione simbolica delle azioni e degli accadimenti, la loro capacità di creare senso. Emerge in pieno l'errore di chi governare con logiche chiuse, che non si fanno carico di rappresentare il sentire diffuso.
E questo caso, se permettete, ne è l'ennesima, triste manifestazione, di cui dovete assumervi la responsabilità di fronte alla cittadinanza.
Non si è realizzato un chiarimento introducendo nuove disposizioni all'interno dello Statuto consiliare, per cui mancano ulteriori riferimenti; ma è soprattutto è una questione di sensibilità politica, riassumibile in una domanda. Il mandato di consigliere comunale non è già sufficientemente impegnativo per non cumularsi con altri incarichi?
Non si tratta certo di questioni che abbiano a che fare con la simpatia o antipatia, né di un giudizio sulle capacità di coloro che occupano questi posti, ma di una riflessioni in termini di opportunità e sul significato generale dell'attività pilitca e sulle prerogative di chi la esercita. Il vostro atteggiamento è un chiaro segno della prassi debordante della politica, che tende a favorire l'“allineamento”, l'appartenenza alla scuderia, la spartizione correntizia dei posti, piccoli e grandi. A livelli superiori si moltiplicano gli esempi nefasti, su su per li rami, riproducendo spartizioni e lottizzazioni di cui evidentemente il malgoverno italiano non riesce proprio a fare a meno (e certo, sono sempre meno preoccupanti di quei settori grigi che periodicamente vengono ad essere scoperti dalla magistratura, su settori di faccendieri che condizionano le nomine e gli appalti grazie proprio alle connivenze politiche), ma è una magra consolazione.
Vogliamo una buona volta cambiare? È semplice: le nomine devono avere come criterio esclusivo la competenza e la non sovrapposizione degli incarichi a destra come a sinistra. I cumuli di poltrone sono simbolicamente significativi di una autoreferenzialità e in fondo di una carenza della politica, che non sa attingere ad ulteriori risorse della società civile.
Proprio per questo lo spirito di servizio rischia di non essere visibile anche quando fosse presente, soffocato dalla sensazione strabordante che la casta voglia occupare tutti gli interstizi, escludendo chi non è inserito o sottomesso. Si tratta di un segnale preoccupante e certamente avverso alla sensibilità generale.
Se foste accorti, leggendo il recente voto di Milano potreste trarre una grande lezione, ma sono certo che non riuscirete a farlo. I cittadini riescono a leggere, alla fine, la qualità di un'amministrazione. Qui, nonostante la promessa dell’Expo (non a caso caratterizzata dal poltronismo e dall'arroganza più sfacciati) gli elettori di centrodestra non si sono più identificati in questo sistema chiuso. Governare una città non è possibile senza la capacità di “governare consapevolmente” la dimensione simbolica delle azioni e degli accadimenti, la loro capacità di creare senso. Emerge in pieno l'errore di chi governare con logiche chiuse, che non si fanno carico di rappresentare il sentire diffuso.
E questo caso, se permettete, ne è l'ennesima, triste manifestazione, di cui dovete assumervi la responsabilità di fronte alla cittadinanza.
sabato 2 luglio 2011
Lamentarsi o agire?
Sono sempre più frequenti le lettere e i discorsi che testimoniano la profonda insoddisfazione dei cittadini per l'amministrazione comasca, le cui cause sono sotto gli occhi di tutti. Non di rado, la conclusione si riassume in una previsione comprensibile, ma inquietante: la prossima volta, queste persone non si recheranno a votare.
In democrazia, un tale atteggiamento è certamente rispettabile. Ma è anche razionale? Se voglio dare una lezione a chi ha governato male, non posso farlo semplicemente disertando le urne: infatti, questo non gli impedirebbe affatto di essere rieletto e di continuare come prima. I mugugni, da soli, non gli saranno graditi, ma non producono alcuna conseguenza pratica sul suo operato.
Perché allora si dovrebbe rinunciare a priori a sperimentare un'alternativa? È ovvio che non ci siano garanzie totali di un buongoverno futuro semplicemente cambiando gli uomini, ma forse qualcuna in più rispetto a chi ha profondamente deluso. Come posso essere assolutamente sicuro che in città non vi siano altre energie, altre competenze, altri programmi, capaci magari di lavorare per un suo rilancio? Forse credendo ancora alla propaganda interessata di coloro che ho visto portare la città al degrado? Concedendo loro la possibilità di essere riconfermati al potere dai loro clienti e dalle loro “truppe cammellate”, anche se non più da me? Sarebbe proprio un bel modo di punirli per l'incapacità di cui hanno fatto mostra!
In democrazia, un tale atteggiamento è certamente rispettabile. Ma è anche razionale? Se voglio dare una lezione a chi ha governato male, non posso farlo semplicemente disertando le urne: infatti, questo non gli impedirebbe affatto di essere rieletto e di continuare come prima. I mugugni, da soli, non gli saranno graditi, ma non producono alcuna conseguenza pratica sul suo operato.
Perché allora si dovrebbe rinunciare a priori a sperimentare un'alternativa? È ovvio che non ci siano garanzie totali di un buongoverno futuro semplicemente cambiando gli uomini, ma forse qualcuna in più rispetto a chi ha profondamente deluso. Come posso essere assolutamente sicuro che in città non vi siano altre energie, altre competenze, altri programmi, capaci magari di lavorare per un suo rilancio? Forse credendo ancora alla propaganda interessata di coloro che ho visto portare la città al degrado? Concedendo loro la possibilità di essere riconfermati al potere dai loro clienti e dalle loro “truppe cammellate”, anche se non più da me? Sarebbe proprio un bel modo di punirli per l'incapacità di cui hanno fatto mostra!
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giovedì 16 giugno 2011
CoCoCo31 - Tutti in coda!
Preliminarmente, apprendo della richiesta di istituire in Comune un ufficio per i diritti degli animali con finanziamento regionale, e mi associo con convinzione, pregando il sindaco di legare il suo nome ad un provvedimento utile.
Quanto al tema principale del mio intervento: 1) La giornata di sabato scorso ha evidenziato ancora una volta come basti un acquazzone di particolare intensità per mandare in tilt il traffico in varie zone della città. In particolare, grazie al famigerato tratto subacqueo dello svincolo di Lazzago, a metà pomeriggio la fila si estendeva per chilometri quasi fino a San Fermo, come ho avuto modo di constatare personalmente. Varie repliche a inizio settimana, ad esempio lunedì pomeriggio.
2) L'evento è almeno servito a rendere ancora più chiaro che il divieto di transitare in discesa per via Risorgimento, dove con una decisione incomprensibile ai più avete voluto realizzare la più inutile delle corsie preferenziali per autobus, è un'autentica assurdità di cui i residenti si stanno ancora lamentando. Se il tratto fosse stato percorribile, in questa occasione di caos il traffico in direzione Como avrebbe avuto una via di sfogo, attenuandosi. E invece no.
3) Ringrazio il sindaco, poiché un mese fa ho presentato un'interrogazione relativa al ritardo dei lavori sul ponte per il km della conoscenza a Villa Olmo, e l'altro ieri mi è arrivata via mail la risposta, peraltro anticipata di qualche giorno attraverso i giornali.
Grazie quindi anche per la pronta comunicazione alla stampa, che è lo stesso canale attraverso il quale possiamo cominciare ad apprendere qualcosa sul PGT in largo anticipo rispetto alle sedi istituzionali. Forse sarà il caso di non presentarci più in Consiglio, ma di recarci direttamente in edicola?
4) E infine: proprio dai primi lacerti del Documento di piano del PGT veniamo a sapere che la città è chiaramente destinata ad espandersi. Vai coi piani attuativi! Sono cioè garantite tante nuove costruzioni – forse destinate ad essere abitate in futuro, certamente utili a rassicurare le lobbies oggi. Sembra chiaro, tra l'altro, che non si pensi affatto ad una riqualificazione a verde o a servizi di tante delle aree produttive dismesse, per migliorare significativamente la qualità della vita di quartieri già sottoposti a forte tensione abitativa.
Inoltre da tanta spensierata progettualità non sembra emergere un piano adatto a proporzionare la crescita prevista alla fluidità di una circolazione che è già al collasso. O meglio, le misure proposte sembrano prefigurare il consueto libro dei sogni, ossia provvedimenti costosissimi e tecnicamente impegnativi, localizzando oltretutto ulteriori nuovi parcheggi in pieno centro, destinati ovviamente ad attirare traffico, anziché allontanarlo. In ogni caso, più residenti, più auto, più traffico. Non è certamente con la ripetizione di schemi obsoleti, né tanto meno con le capacità da voi mostrate in questi anni che la città può sperare di risollevarsi. È veramente un peccato dover sprecare un anno prima di vedervi abbandonare il campo per sperare nell'avvio di una diversa idea di città. Nel frattempo... stiamo in coda.
Quanto al tema principale del mio intervento: 1) La giornata di sabato scorso ha evidenziato ancora una volta come basti un acquazzone di particolare intensità per mandare in tilt il traffico in varie zone della città. In particolare, grazie al famigerato tratto subacqueo dello svincolo di Lazzago, a metà pomeriggio la fila si estendeva per chilometri quasi fino a San Fermo, come ho avuto modo di constatare personalmente. Varie repliche a inizio settimana, ad esempio lunedì pomeriggio.
2) L'evento è almeno servito a rendere ancora più chiaro che il divieto di transitare in discesa per via Risorgimento, dove con una decisione incomprensibile ai più avete voluto realizzare la più inutile delle corsie preferenziali per autobus, è un'autentica assurdità di cui i residenti si stanno ancora lamentando. Se il tratto fosse stato percorribile, in questa occasione di caos il traffico in direzione Como avrebbe avuto una via di sfogo, attenuandosi. E invece no.
3) Ringrazio il sindaco, poiché un mese fa ho presentato un'interrogazione relativa al ritardo dei lavori sul ponte per il km della conoscenza a Villa Olmo, e l'altro ieri mi è arrivata via mail la risposta, peraltro anticipata di qualche giorno attraverso i giornali.
Grazie quindi anche per la pronta comunicazione alla stampa, che è lo stesso canale attraverso il quale possiamo cominciare ad apprendere qualcosa sul PGT in largo anticipo rispetto alle sedi istituzionali. Forse sarà il caso di non presentarci più in Consiglio, ma di recarci direttamente in edicola?
4) E infine: proprio dai primi lacerti del Documento di piano del PGT veniamo a sapere che la città è chiaramente destinata ad espandersi. Vai coi piani attuativi! Sono cioè garantite tante nuove costruzioni – forse destinate ad essere abitate in futuro, certamente utili a rassicurare le lobbies oggi. Sembra chiaro, tra l'altro, che non si pensi affatto ad una riqualificazione a verde o a servizi di tante delle aree produttive dismesse, per migliorare significativamente la qualità della vita di quartieri già sottoposti a forte tensione abitativa.
Inoltre da tanta spensierata progettualità non sembra emergere un piano adatto a proporzionare la crescita prevista alla fluidità di una circolazione che è già al collasso. O meglio, le misure proposte sembrano prefigurare il consueto libro dei sogni, ossia provvedimenti costosissimi e tecnicamente impegnativi, localizzando oltretutto ulteriori nuovi parcheggi in pieno centro, destinati ovviamente ad attirare traffico, anziché allontanarlo. In ogni caso, più residenti, più auto, più traffico. Non è certamente con la ripetizione di schemi obsoleti, né tanto meno con le capacità da voi mostrate in questi anni che la città può sperare di risollevarsi. È veramente un peccato dover sprecare un anno prima di vedervi abbandonare il campo per sperare nell'avvio di una diversa idea di città. Nel frattempo... stiamo in coda.
sabato 11 giugno 2011
Miracolo (ministeriale) a Milano
Finalmente i nostri problemi cominciano a risolversi. Era ora che l'alta politica partorisse una geniale soluzione a tutte le inefficienze italiane, semplice oltretutto: basta portare due ministeri a Milano, lontano da "Roma ladrona". Si realizzerà un evidente aumento della produttività, un'evidente gratificazione dell'orgoglio padano, e soprattutto un evidente risparmio dei costi. Dite che non è vero?
Ma l'impulso all'economia è garantito: infatti ogni sede pubblica richiede adeguata dignità, quindi posti di lavoro nell'edilizia per creare tanti nuovi palazzi governativi. A meno che, sull'esempio romano, non si preferisca prenderli in affitto a prezzi esorbitanti, beneficando imprenditori senz'altro meritevoli agli occhi di chi decide. Comunque, il denaro gira...
E si vuol negare la possibilità di distribuire nuovi posti di lavoro sui luoghi raggiunti da questa nuova manna? Dato che una parte dei dipendenti romani si accomoderebbe in qualche altro ufficio della Capitale, le strutture milanesi per funzionare dovranno operare indispensabili assunzioni. Il tutto, ne siamo sicuri, senza aggravi per i contribuenti. A chiacchiere: esattamente come è avvenuto negli scorsi decenni con la proliferazione di tante nuove province, che si vede bene quanto abbiano migliorato l'efficienza amministrativa. E infatti da decenni i governi promettono solennemente di abolirle, ovviamente guardandosi bene dal farlo per non provocare la rivolta di tanti professionisti della politica che non saprebbero altrimenti come impiegare il tempo.
A Como, possiamo verificare questa particolare modalità di gestione della cosa pubblica guardando il "Pirellino", il palazzo che la Regione Lombardia ci ha generosamente regalato (coi nostri soldi). Le attività fervono, gli uffici sono gremiti, ogni problema dei cittadini viene tempestivamente risolto presentandosi agli sportelli. Non è assolutamente un mero ufficio di rappresentanza e di distribuzione di prospetti, paragonabile a quello che la stessa regione ha aperto a Bruxelles.
Ma a noi comaschi è altrettanto indispensabile. Dite che non è vero?
Ma l'impulso all'economia è garantito: infatti ogni sede pubblica richiede adeguata dignità, quindi posti di lavoro nell'edilizia per creare tanti nuovi palazzi governativi. A meno che, sull'esempio romano, non si preferisca prenderli in affitto a prezzi esorbitanti, beneficando imprenditori senz'altro meritevoli agli occhi di chi decide. Comunque, il denaro gira...
E si vuol negare la possibilità di distribuire nuovi posti di lavoro sui luoghi raggiunti da questa nuova manna? Dato che una parte dei dipendenti romani si accomoderebbe in qualche altro ufficio della Capitale, le strutture milanesi per funzionare dovranno operare indispensabili assunzioni. Il tutto, ne siamo sicuri, senza aggravi per i contribuenti. A chiacchiere: esattamente come è avvenuto negli scorsi decenni con la proliferazione di tante nuove province, che si vede bene quanto abbiano migliorato l'efficienza amministrativa. E infatti da decenni i governi promettono solennemente di abolirle, ovviamente guardandosi bene dal farlo per non provocare la rivolta di tanti professionisti della politica che non saprebbero altrimenti come impiegare il tempo.
A Como, possiamo verificare questa particolare modalità di gestione della cosa pubblica guardando il "Pirellino", il palazzo che la Regione Lombardia ci ha generosamente regalato (coi nostri soldi). Le attività fervono, gli uffici sono gremiti, ogni problema dei cittadini viene tempestivamente risolto presentandosi agli sportelli. Non è assolutamente un mero ufficio di rappresentanza e di distribuzione di prospetti, paragonabile a quello che la stessa regione ha aperto a Bruxelles.
Ma a noi comaschi è altrettanto indispensabile. Dite che non è vero?
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lunedì 30 maggio 2011
CoCoCo29 - Comportamenti in aula e vandalismo sulla targa dedicata a Falcone
“Senza un giornale non si tiene unita una comunità”: sono parole di un grande scrittore, avvocato e giornalista, e insieme del più grande politico che il XX secolo abbia conosciuto, il Mahatma Gandhi. Ci ricordano insieme l'importanza e la delicatezza di una professione indispensabile allo sviluppo della collettività, naturalmente in proporzione alla coerenza deontologica che vi si esercita: non è un caso, che la censura sull'informazione sia ritenuta incompatibile con gli ordinamenti democratici in tutti i paesi avanzati.
Tanti, ormai troppi episodi di intolleranza si sono verificati di recente nell'aula del Consiglio Comunale, sia tra i consiglieri, sia nei confronti della stampa. Non si può più rinviare una seria riflessione sui comportamenti che ciascuno assume, ricordando che il rispetto delle persone e delle istituzioni non può mai venire meno per effetto del dissenso sulle posizioni di merito e sui giudizi politici. Questa non è una componente accessoria dell'impegno che ci siamo assunti con il nostro mandato rappresentativo, ma un obbligo morale fondamentale. Offendere la dignità delle persone – quali che siano i motivi – comporta inevitabilmente un'offesa dell'istituzione, ed altresì una diminuzione della nostra stessa dignità, che va stigmatizzata ora, di fronte a una serie di fatti incresciosi, e che va evitata in futuro con il massimo impegno.
Fermiamoci, finché siamo in tempo. Tratteniamo le intemperanze e le manifestazioni plateali di insofferenza, consapevoli che questo dovrebbe essere il luogo in cui dare il meglio, e non il peggio di noi stessi. Cerchiamo magari minore visibilità, per concentrarci sull'essenziale: il molto lavoro da fare per evitare il declino della città. Non dico, purtroppo, per rilanciarla, poiché è evidente che non potrà essere questa amministrazione a farlo.
E a proposito del ferimento della dignità umana, il grave episodio avvenuto con lo sfregio della targa dedicata a Giovanni Falcone posta nei giardini a lago, lo scorso 23 maggio, ritengo meriti una presa di posizione ufficiale anche da parte del Consiglio Comunale, dopo quella di tante altre autorità che sono tempestivamente intervenute. Chiedo che possiamo esprimere il profondo dolore per l'accaduto, e insieme la totale condanna dell'episodio ignobile, con questo mio intervento o anche in altre forme, se Lei presidente lo ritenesse opportuno, in modo tale da ricordare, assieme a quello di Giovanni Falcone, anche il sacrificio di tanti magistrati che hanno dato la vita per difendere lo stato dall'aggressione della criminalità.
Tanti, ormai troppi episodi di intolleranza si sono verificati di recente nell'aula del Consiglio Comunale, sia tra i consiglieri, sia nei confronti della stampa. Non si può più rinviare una seria riflessione sui comportamenti che ciascuno assume, ricordando che il rispetto delle persone e delle istituzioni non può mai venire meno per effetto del dissenso sulle posizioni di merito e sui giudizi politici. Questa non è una componente accessoria dell'impegno che ci siamo assunti con il nostro mandato rappresentativo, ma un obbligo morale fondamentale. Offendere la dignità delle persone – quali che siano i motivi – comporta inevitabilmente un'offesa dell'istituzione, ed altresì una diminuzione della nostra stessa dignità, che va stigmatizzata ora, di fronte a una serie di fatti incresciosi, e che va evitata in futuro con il massimo impegno.
Fermiamoci, finché siamo in tempo. Tratteniamo le intemperanze e le manifestazioni plateali di insofferenza, consapevoli che questo dovrebbe essere il luogo in cui dare il meglio, e non il peggio di noi stessi. Cerchiamo magari minore visibilità, per concentrarci sull'essenziale: il molto lavoro da fare per evitare il declino della città. Non dico, purtroppo, per rilanciarla, poiché è evidente che non potrà essere questa amministrazione a farlo.
E a proposito del ferimento della dignità umana, il grave episodio avvenuto con lo sfregio della targa dedicata a Giovanni Falcone posta nei giardini a lago, lo scorso 23 maggio, ritengo meriti una presa di posizione ufficiale anche da parte del Consiglio Comunale, dopo quella di tante altre autorità che sono tempestivamente intervenute. Chiedo che possiamo esprimere il profondo dolore per l'accaduto, e insieme la totale condanna dell'episodio ignobile, con questo mio intervento o anche in altre forme, se Lei presidente lo ritenesse opportuno, in modo tale da ricordare, assieme a quello di Giovanni Falcone, anche il sacrificio di tanti magistrati che hanno dato la vita per difendere lo stato dall'aggressione della criminalità.
giovedì 19 maggio 2011
CoCoCo28 - “Io speriamo che me la cavo”
Intendo formulare una breve riflessione sul fatto che nella discussione del bilancio non sia stato approvato neppure un ordine del giorno fra quelli proposti in tema di finalizzazione dei proventi dell'edilizia residenziale comunale alla manutenzione degli edifici stessi. Sono stati respinti senza che sia stata avanzata neppure una ragione, un'obiezione, un'alternativa programmatica, in modo da rendere comprensibile l'atteggiamento di questa – sia pur ridottissima – maggioranza.
Evidentemente la linea è già stabilita a priori: sono arrivati i tagli, perciò proviamo a cavarcela vendendo i beni di famiglia piano piano. “Io speriamo che me la cavo”, appunto. Quanto a quelli che seguiranno, non stiamo a preoccuparcene, si arrangeranno come potranno.
Non si tratta in questo caso di una politica liberale di dismissioni mirate, quanto del sintomo di un atteggiamento incapace di guardare al futuro, e perciò miope, ma anche che non fa nulla per togliersi di dosso le perplessità che inevitabilmente genera.
Miope: perché ciò che viene alienato, evidentemente, non tornerà indietro. È chiaro dove condurrebbe una politica del genere, se portata alle estreme conseguenze. Con quale coscienza la si persegue?
Non si pone in essere un'etica della convinzione, evidentemente. Se ci si basasse su ragioni ideali, di principio, non si potrebbe evitare di destinare i proventi di un'attività a forte componente sociale, com'è quella dell'edilizia gestita dal Comune, reinvestendoli nella manutenzione e in una migliore qualificazione del patrimonio stesso.
Né, tanto meno, si segue un'etica della responsabilità, in quanto non ci si preoccupa affatto di quanto lasciamo ai cittadini della Como di domani, o, più semplicemente, alla prossima amministrazione. E quando non ce ne sarà più, come si potrà andare avanti? E le conseguenze sulla possibilità per chi ha pochi mezzi di abitare decorosamente?
Ma si alimenta purtroppo anche una sgradevole sensazione, insistendo sulle alienazioni con la motivazione di finanziare una manutenzione le cui risorse potrebbero essere integralmente fornite dagli affitti attuali. Tanta insistenza sulle cessioni può far sorgere il dubbio che esse siano, in sé, un obiettivo. Cui prodest? A favore di chi tanta determinazione? Materia, forse, per un'inchiesta di giornalismo investigativo: dove vanno a finire alcune parti del patrimonio immobiliare già ceduto e da cedere?
Evidentemente la linea è già stabilita a priori: sono arrivati i tagli, perciò proviamo a cavarcela vendendo i beni di famiglia piano piano. “Io speriamo che me la cavo”, appunto. Quanto a quelli che seguiranno, non stiamo a preoccuparcene, si arrangeranno come potranno.
Non si tratta in questo caso di una politica liberale di dismissioni mirate, quanto del sintomo di un atteggiamento incapace di guardare al futuro, e perciò miope, ma anche che non fa nulla per togliersi di dosso le perplessità che inevitabilmente genera.
Miope: perché ciò che viene alienato, evidentemente, non tornerà indietro. È chiaro dove condurrebbe una politica del genere, se portata alle estreme conseguenze. Con quale coscienza la si persegue?
Non si pone in essere un'etica della convinzione, evidentemente. Se ci si basasse su ragioni ideali, di principio, non si potrebbe evitare di destinare i proventi di un'attività a forte componente sociale, com'è quella dell'edilizia gestita dal Comune, reinvestendoli nella manutenzione e in una migliore qualificazione del patrimonio stesso.
Né, tanto meno, si segue un'etica della responsabilità, in quanto non ci si preoccupa affatto di quanto lasciamo ai cittadini della Como di domani, o, più semplicemente, alla prossima amministrazione. E quando non ce ne sarà più, come si potrà andare avanti? E le conseguenze sulla possibilità per chi ha pochi mezzi di abitare decorosamente?
Ma si alimenta purtroppo anche una sgradevole sensazione, insistendo sulle alienazioni con la motivazione di finanziare una manutenzione le cui risorse potrebbero essere integralmente fornite dagli affitti attuali. Tanta insistenza sulle cessioni può far sorgere il dubbio che esse siano, in sé, un obiettivo. Cui prodest? A favore di chi tanta determinazione? Materia, forse, per un'inchiesta di giornalismo investigativo: dove vanno a finire alcune parti del patrimonio immobiliare già ceduto e da cedere?
lunedì 2 maggio 2011
CoCoCo22 - Celebriamo l'amministrazione
Dobbiamo dare atto che l'approvazione dell'emendamento Bottone nella scorsa serata si è tradotto in un successo politico per il modus operandi seguito in tutti questi anni dall'assessore Gaddi. Mano libera e carta bianca in tema di mostre, dunque, senza organismi di supporto e di controllo. Dobbiamo sportivamente prenderne atto, se possibile dando il giusto risalto all'evento. Mi chiedo perciò: quale migliore occasione per intervenire sull'aiuola della rotonda di Lazzago, ove attualmente campeggia il capolavoro che attualmente qualifica la nostra città agli occhi dei visitatori come “capitale della birra”, e che pochi giorni or sono ha sollevato tante discussioni sull'opportunità di mantenerlo? Esprimo perciò con l'occasione una vicinanza congiunta agli assessori Gaddi e Peverelli. Al primo mi accomuna il giudizio negativo dal punto di vista estetico e simbolico sull'enorme alambicco, che prima verrà rimosso, meglio sarà; al secondo la proposta, riportata da un quotidiano «di mettere sulla rotonda di Lazzago un busto in bronzo dell'assessore Gaddi, in scala uno a cento». Spero tuttavia che la proporzione sia stata riferita male. Una riproduzione uno a cento del nostro assessore, per quanto gli ammiratori lo possano giudicare, appunto, statuario, risulterebbe praticamente invisibile in tale collocazione. Se invece si intendeva “cento a uno”, la proposta ha una sua logica, garbatamente allusiva alla virtù della modestia coltivata dal personaggio effigiato; inoltre, una volta realizzata, potrà rivaleggiare con il Colosso di Rodi per il titolo di ottava, o nona, o decima “meraviglia del mondo” e richiamerà senz'altro a Como un flusso turistico pari a quello delle mostre, quantomeno raddoppiando l'indotto che sentiamo ancora in questi giorni dichiarare mirabolante e provvidenziale, vera panacea ai mali che affliggono l'economia lariana. Perciò, buon lavoro!
Seconda notazione, più breve, a proposito dell'illuminazione di via per San Fermo, risalendo da piazzale Ceresio. È da molti mesi in condizioni di semi abbandono, con lampioni che vanno via via spegnendosi: ne sono rimasti attivi solo tre nel tratto iniziale e altri tre dopo circa duecento metri, all'altezza delle abitazioni. Forse è un segno della lotta silenziosamente condotta dalla Giunta contro l'inquinamento luminoso, come tanti dei casi puntualmente riportati dal consigliere Molteni? Siccome sembra che l'andazzo recente di questa amministrazione sia invece quello di lasciare andare le cose per il loro corso, sollecito almeno un intervento urgente ed immediato per... spegnerli tutti. Almeno otterrete un risparmio di energia, oltre ad un'uniformità apprezzabile e giustificata dal fatto che le autovetture sono tutte dotate di fari abbaglianti: facciamoglieli usare. Sarà un ulteriore, efficace esempio di come in questa città si “mantengano i servizi senza aumentare le tasse”.
Seconda notazione, più breve, a proposito dell'illuminazione di via per San Fermo, risalendo da piazzale Ceresio. È da molti mesi in condizioni di semi abbandono, con lampioni che vanno via via spegnendosi: ne sono rimasti attivi solo tre nel tratto iniziale e altri tre dopo circa duecento metri, all'altezza delle abitazioni. Forse è un segno della lotta silenziosamente condotta dalla Giunta contro l'inquinamento luminoso, come tanti dei casi puntualmente riportati dal consigliere Molteni? Siccome sembra che l'andazzo recente di questa amministrazione sia invece quello di lasciare andare le cose per il loro corso, sollecito almeno un intervento urgente ed immediato per... spegnerli tutti. Almeno otterrete un risparmio di energia, oltre ad un'uniformità apprezzabile e giustificata dal fatto che le autovetture sono tutte dotate di fari abbaglianti: facciamoglieli usare. Sarà un ulteriore, efficace esempio di come in questa città si “mantengano i servizi senza aumentare le tasse”.
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