Albrecht Dürer, Navis Stultorum (in S. Brant, Narrenschiff - 1497)

sabato 2 luglio 2011

Lamentarsi o agire?

Sono sempre più frequenti le lettere e i discorsi che testimoniano la profonda insoddisfazione dei cittadini per l'amministrazione comasca, le cui cause sono sotto gli occhi di tutti. Non di rado, la conclusione si riassume in una previsione comprensibile, ma inquietante: la prossima volta, queste persone non si recheranno a votare.
In democrazia, un tale atteggiamento è certamente rispettabile. Ma è anche razionale? Se voglio dare una lezione a chi ha governato male, non posso farlo semplicemente disertando le urne: infatti, questo non gli impedirebbe affatto di essere rieletto e di continuare come prima. I mugugni, da soli, non gli saranno graditi, ma non producono alcuna conseguenza pratica sul suo operato.
Perché allora si dovrebbe rinunciare a priori a sperimentare un'alternativa? È ovvio che non ci siano garanzie totali di un buongoverno futuro semplicemente cambiando gli uomini, ma forse qualcuna in più rispetto a chi ha profondamente deluso. Come posso essere assolutamente sicuro che in città non vi siano altre energie, altre competenze, altri programmi, capaci magari di lavorare per un suo rilancio? Forse credendo ancora alla propaganda interessata di coloro che ho visto portare la città al degrado? Concedendo loro la possibilità di essere riconfermati al potere dai loro clienti e dalle loro “truppe cammellate”, anche se non più da me? Sarebbe proprio un bel modo di punirli per l'incapacità di cui hanno fatto mostra!