Albrecht Dürer, Navis Stultorum (in S. Brant, Narrenschiff - 1497)

lunedì 4 luglio 2011

CoCoCo34 - Sui cumuli di cariche dei consiglieri

La presenza dei consiglieri comunali nei vari CdA è questione di rilevanza giuridica, indubbiamente, ma è anche e soprattutto una questione di metodo: se si fosse convinti della bontà di questa procedura, la si dovrebbe istituzionalizzare, magari sostenendo che il Comune debba avervi un suo rappresentante diretto sempre o quasi sotto forma di consigliere: il che appare sommamente discutibile anche alla luce di quanto appena precisato da parte del vice Segretario generale. Argomentazioni solide in proposito non si riescono a vedere; non sembra un caso che alcuni degli interventi infastiditi della maggioranza altro non ripetano in sostanza che “è così perché così deve essere”, ossia “decidiamo noi a prescindere”.
Non si è realizzato un chiarimento introducendo nuove disposizioni all'interno dello Statuto consiliare, per cui mancano ulteriori riferimenti; ma è soprattutto è una questione di sensibilità politica, riassumibile in una domanda. Il mandato di consigliere comunale non è già sufficientemente impegnativo per non cumularsi con altri incarichi?
Non si tratta certo di questioni che abbiano a che fare con la simpatia o antipatia, né di un giudizio sulle capacità di coloro che occupano questi posti, ma di una riflessioni in termini di opportunità e sul significato generale dell'attività pilitca e sulle prerogative di chi la esercita. Il vostro atteggiamento è un chiaro segno della prassi debordante della politica, che tende a favorire l'“allineamento”, l'appartenenza alla scuderia, la spartizione correntizia dei posti, piccoli e grandi. A livelli superiori si moltiplicano gli esempi nefasti, su su per li rami, riproducendo spartizioni e lottizzazioni di cui evidentemente il malgoverno italiano non riesce proprio a fare a meno (e certo, sono sempre meno preoccupanti di quei settori grigi che periodicamente vengono ad essere scoperti dalla magistratura, su settori di faccendieri che condizionano le nomine e gli appalti grazie proprio alle connivenze politiche), ma è una magra consolazione.
Vogliamo una buona volta cambiare? È semplice: le nomine devono avere come criterio esclusivo la competenza e la non sovrapposizione degli incarichi a destra come a sinistra. I cumuli di poltrone sono simbolicamente significativi di una autoreferenzialità e in fondo di una carenza della politica, che non sa attingere ad ulteriori risorse della società civile.
Proprio per questo lo spirito di servizio rischia di non essere visibile anche quando fosse presente, soffocato dalla sensazione strabordante che la casta voglia occupare tutti gli interstizi, escludendo chi non è inserito o sottomesso. Si tratta di un segnale preoccupante e certamente avverso alla sensibilità generale.
Se foste accorti, leggendo il recente voto di Milano potreste trarre una grande lezione, ma sono certo che non riuscirete a farlo. I cittadini riescono a leggere, alla fine, la qualità di un'amministrazione. Qui, nonostante la promessa dell’Expo (non a caso caratterizzata dal poltronismo e dall'arroganza più sfacciati) gli elettori di centrodestra non si sono più identificati in questo sistema chiuso. Governare una città non è possibile senza la capacità di “governare consapevolmente” la dimensione simbolica delle azioni e degli accadimenti, la loro capacità di creare senso. Emerge in pieno l'errore di chi governare con logiche chiuse, che non si fanno carico di rappresentare il sentire diffuso.
E questo caso, se permettete, ne è l'ennesima, triste manifestazione, di cui dovete assumervi la responsabilità di fronte alla cittadinanza.