Albrecht Dürer, Navis Stultorum (in S. Brant, Narrenschiff - 1497)

giovedì 27 ottobre 2011

CoCoCo40 - Resoconti del Consiglio e confusione delle responsabilità

I commenti alla scorsa seduta del Consiglio sono stati di varia natura, com'è ovvio. Quelli più efficaci e corretti colgono appieno il significato politico della mozione di sfiducia, che può piacere o meno, essere condivisa o no, addirittura essere posta in atto oppure no, come il sindaco, more solito, ha annunciato di voler fare. Ma qualcosa ha pur voluto dire, anzi molto.
Altri purtroppo hanno cercato di sminuire questo forte giudizio politico, che è anche una valutazione dell'operato e insieme un'esibizione della reale compattezza e della convinzione che sorreggono (si fa per dire) l'attuale maggioranza.
Questi ultimi anno purtroppo avuto gioco facile per le intemperanze di qualcuno, che possono aver trovato appiglio in atteggiamenti discutibili, ma non si giustificano mai in una sede come questa. Sono spettacoli ai quali purtroppo abbiamo dovuto abituarci e che non giovano purtroppo al decoro di quest'aula né all'immagine che la cittadinanza ne riceve.
Sarebbe però corretto che le valutazioni su quanto accade, nelle ricostruzioni offerte al pubblico, evitassero di coinvolgere il Consiglio in quanto tale, ossia tutti i consiglieri, che non hanno tutti lo stesso atteggiamento, non tutti affrontano le questioni con lo stesso “piglio”, diciamo così, non tutti si lasciano andare, non tutti usano lo stesso linguaggio, non tutti considerano l'aula allo stesso modo, non tutti attentano alla dignità dell'istituzione. Ed è un fatto evidente, niente affatto difficile da cogliere.
Non voglio certo dire che non si possa esprimere un giudizio sull'utilità o meno di certe sedute, sulla produttività stessa del Consiglio, sull'efficacia del lavoro complessivo, naturalmente anche sulle capacità dell'opposizione. Bisognerebbe però essere capaci di distinguere il giudizio politico, che andrebbe espresso chiaramente come tale, non come una sorta di resoconto obiettivo, dal resoconto altrettanto obiettivo di quanto accaduto, attribuendo perciò le responsabilità individuali a coloro cui competono. A ciascuno il suo: non una melassa nella quale gli atteggiamenti si confondono, una notte in cui tutti i gatti sono bigi – e così, alle prossime elezioni, tutti potranno presentarsi come nulla fosse, perché “mal comune mezzo gaudio”. Non è così, e bisogna dirlo.
A me ad esempio appare chiaro di chi sia la responsabilità della situazione quasi disperata, certamente disperante, nella quale versa la nostra città. Il Consiglio qui c'entra poco: magari avesse avuto la possibilità di intervenire in maniera determinante, o perlomeno di esercitare una forte e stabile funzione d'indirizzo. Ma anche questa funzione, lo sappiamo bene, può essere esercitata efficacemente solo se c'è una controparte disposta ad ascoltare.
Non c'è stata, in questi anni: e forse anche qui, in questo atteggiamento si trova la spiegazione di certi episodi comunque deprecabili, la radice di uno svuotamento di senso di tante sedute poco consone alla dignità della nostra funzione.