Albrecht Dürer, Navis Stultorum (in S. Brant, Narrenschiff - 1497)

martedì 8 novembre 2011

Colpi di stato

In questi giorni convulsi, in cui se ne sentono davvero di tutti i colori, prende la parola anche un alto esponente del governo per dichiarare che l'ipotesi di una maggioranza allargata o di un governo tecnico equivale “a un colpo di stato”. Parere rispettabilissimo, ma da quale pulpito viene questa predica? Non c'è stata forse, in questo sciagurato ventennio, una forza politica che ha di volta in volta minacciato la secessione attentando all'unità del Paese, evocato torme di Bergamaschi armati pronti a colpire lo stato, esibito metaforici proiettili pronti per certi magistrati, affermato che con il tricolore ci si pulisce non diremo cosa, e cento altre volgarità come proprio peculiare armamentario dialettico? Politici, peraltro, tanto ribelli da sottomettersi sempre agli interessi particolari di chi ha governato senza mantenere alcuna delle roboanti promesse elettorali, e però ha impinguato enormemente i propri patrimoni e le proprie posizioni dominanti, alla faccia dei ceti medi e popolari?
E non dobbiamo proprio a questo esimio politico la più immonda legge elettorale della storia repubblicana, che promuove in parlamento i servi più fedeli dei capi di partito? Ora si arriva persino a negare la crisi, con la più classica faccia di tolla, perché la gente va ancora al ristorante e in vacanza. Ma come pensare di uscirne, con personaggi di tale qualità, incapaci di realizzare le necessarie riforme, impopolari e troppo impegnative per la loro limitata visione, gente che sinora ha solo cercato di restare a galla considerando i cittadini dei creduli babbei?