Albrecht Dürer, Navis Stultorum (in S. Brant, Narrenschiff - 1497)
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venerdì 20 gennaio 2012

Affissioni abusive? Col plauso del PD...

Eccola qui, l'ennesima sanatoria per le affissioni abusive dei partiti politici contenuta in un emendamento al decreto Milleproroghe, firmato dai due relatori (Gianclaudio Bressa del Pd e Gioacchino Alfano del Pdl) e approvato ieri dalle commissioni Bilancio e Affari costituzionali della Camera. Ancora una volta si fissa a mille euro «per ogni anno e per provincia» la tassa da pagare per estinguere le violazioni commesse fino al 29 febbraio 2012.
Ho detto e scritto che provvedimenti come questo sono un abominio già quando erano promossi dalla Lega col Pdl, ma una qualche firma del PD si trova sempre. È una grande tristezza vedere che stavolta Bressa si aggiunge a questa accolita di irresponsabili arroganti, che esalta e premia - oggettivamente - l'illegalità, l'abuso, la prepotenza. Ci dica, Bressa, quando alle prossime elezioni i boss spendaccioni del centrodestra locale o i volenterosi attacchini padani copriranno i nostri manifesti del PD, esibendo così la loro profonda coscienza democratica come hanno già fatto cento volte (ho le foto), chi dovremo ringraziare? Verrà lei a staccarli uno per uno? E si rendono conto, i responsabili della comunicazione dei partiti, di quale immagine "onesta" si trasmette ai cittadini?

mercoledì 11 maggio 2011

CoCoCo25 - Affissioni abusive (questa volta) a Prestino

Transitando a Prestino sulla via per San Fermo, è ormai possibile vedere installati i tabelloni per la pubblicità elettorale. Ma per quali elezioni? Mi sono chiesto di primo acchito. Poi mi sono rimproverato, considerando che i Referendum di Giugno sono stati ampiamente illustrati, pubblicizzati, spiegati alla popolazione da un governo provvidente, educatore, sollecito che l'esercizio dei diritti e doveri democratici avvenga nella massima informazione.
Comunque non è della campagna referendaria che intendo parlare, bensì del fatto che quei tabelloni cui accennavo, appena posti, erano comprensibilmente intonsi, tranne che per una primizia: l'ennesima affissione selvaggia e contro la legge, di cui ho raccolto le prove fotografiche sul mio cellulare.
Si tratta di quattro manifesti a sfondo giallo con la scritta “Vota Lega Nord - Bossi” posti a sandwich tra altri due riportanti una scritta “stop immigrati”. Tutti comprendiamo facilmente l'assoluta incongruità di queste comunicazioni, pur chiare, immediate, dirette ed inneggianti a buoni sentimenti. E soprattutto la loro totale illegalità. Dichiarassero pur anche “ama il prossimo tuo come te stesso”, nondimeno sarebbero manifesti apposti illegittimamente.
Per questo rivolgo un appello al Sindaco e all'assessorato competente, perché provvedano immediatamente a decretarne la rimozione e a comminare le relative sanzioni. Consapevole peraltro che i partiti, oltre a praticare disinvoltamente l'illegalità in proposito, si sono poi sempre inventati opportuni condoni ad hoc, per sgravare le proprie casse dalle conseguenze di atti incivili ed antidemocratici, e caricare nel contempo quelle degli enti pubblici preposti a ristabilire la legalità.
Non è la prima volta che succede a Como, anzi si è sviluppato negli anni un andazzo preoccupante, quasi che occupare la maggiore superficie possibile degli spazi altrui sia una meritoria prova di forza, l'indice di un più ampio controllo del territorio, ricordando quasi le pratiche di quegli animali selvatici che “marcano” l'ambito che considerano proprio con vari segnali che non è qui opportuno descrivere.
Dato però che stiamo parlando di esseri dotati di ragione, e quindi educabili, rivolgo altresì un appello ai politici della Lega presenti (come avrei fatto se si fosse trattato di qualsiasi altro partito), che so essere persone corrette, affinché si adoperino per istruire i militanti più focosi al rispetto della legge e della correttezza democratica a proposito di spazi pubblici, evitando il ripetersi di simili comportamenti.
Altrimenti sarà difficile pretendere che i cittadini, in tutti gli altri spazi pubblici di cui usufruiscono, non si comportino talvolta in maniera del tutto incivile e giustamente meritevole della deplorazione degli amministratori che si sforzano di mantenerli in ordine.

martedì 22 febbraio 2011

Un Parlamento che condona, promuove, incoraggia gli abusi

Con l'avvallo della Lega e del Pdl (Casoli) e, ancor più vergognosamente per me, del PD (Gasbarri) è stato approvato in Senato l'emendamento 2366 al famigerato "Milleproroghe", che esenta i partiti dal pagamento integrale delle multe per le innumerevoli affissioni abusive della campagna elettorale del marzo 2010, ossia quelle dei prepotenti che occupano spazi non destinati a loro.
Non sono noccioline: tra sanzioni per manifesti abusivi e spese di defissione i Comuni ci rimettono ogni volta da 80 a 100 milioni, ed essendo ormai il sesto condono nell'arco della "seconda repubblica", vi è chi calcola che dal 1994 questa furberia sia arrivata a costarci addirittura un miliardo e duecentomila euro. Infatti con questo andazzo le multe non rientrano mai, mentre le spese per ripulire i muri vanno comunque sostenute dalle amministrazioni locali.
C'è un termine per definire tutto questo?
È difficile evitare il turpiloquio, quando coloro che siedono in Parlamento per stabilire le regole sono i primi ad escogitare sistemi per aggirarle, incoraggiando i farabutti a nuovi abusi in occasione anche di future elezioni.
Comunque credo che sia appropriato parlare in questo caso di una profonda, inescusabile disonestà, la quale rende indegni i sostenitori di questo emendamento di occupare con onore il loro posto.
Ma, francamente, non sono anche un po' cretini, questi politici che pontificano contro il qualunquismo delle critiche generiche nei confronti della casta e poi non perdono occasione per offrire loro un fondamento più che adeguato? Con quale faccia vengano poi a chiederci il voto (faccia che appunto campeggia sui manifesti, abusivi e non), è un mistero. O meglio, è fin troppo chiaro: contano sul fatto che cittadini disattenti o rassegnati, ma anche conniventi o affascinati dalla sfacciataggine dei pataccari, li confermino sulle loro beneamate poltrone, dimostrando così che la prova elettorale, pur producendo risultati pienamente legittimi, non è affatto un test di intelligenza.

mercoledì 25 febbraio 2009

Dal Parlamento: prepotenti graziati, cioè premiati

Ancora una volta constato con tristezza come il Parlamento possa mutarsi in un luogo dove della legge si fa scempio. Tutti i luoghi comuni sull'arroganza della “casta” vengono puntualmente confermati grazie ad un emendamento al decreto legge “milleproroghe” con cui i partiti politici si sono graziati quattro anni di multe per i manifesti abusivi di propaganda politica. È uno dei più imponenti condoni che si sono concessi: in cambio di soli 1.000 euro all'anno per ogni provincia, vengono cancellate le innumerevoli multe che essi hanno collezionato dal 2005 ad oggi, e che in massima parte si sono ben guardati dal pagare. Decine, se non centinaia di migliaia di euro che non arriveranno mai più nelle casse già provate di ogni singolo Comune, costretto per giunta a dimostrare di essere “virtuoso” (non tutti si chiamano Roma o Catania, e possono beneficiare di amicizie particolari...). Non lo dico io, lo afferma il servizio bilancio della Camera: quel condono mette a rischio il patto di stabilità dei comuni dal prossimo anno.
Ma noi contribuenti, intanto, avevamo sostenuto di volta in volta le spese per la rimozione dei faccioni e dei simboli abusivi! Voglio perciò esprimere pubblicamente la mia gratitudine al senatore ex An, ora Pdl, Domenico Benedetti Valentini, il quale ha preparato il condono quadriennale sostenuto dai suoi tre compagni di partito (due ex An, Mugnai e Nespoli, uno ex Forza Italia, Andrea Pastore), nonché al senatore Pd, Mauro Maria Marino, già funzionario della Regione Piemonte, che proprio non poteva lasciarsi sfuggire l'occasione di evidenziare che la pratica della disonestà istituzionalizzata trova ampio consenso fra gli opposti schieramenti. Per lui un “bravo” particolare, vorrei proporlo come candidato al Nobel dell'opposizione costruttiva. Grazie infine a costoro per l'esempio educativo, che non mancherò di sottoporre ai miei allievi, illustrando ai futuri cittadini il concetto che “il reato non paga”. Grazie a nome dei contribuenti tutti, i quali penseranno con soddisfazione che le tasse non calano, è vero, ma almeno è per una buona causa: quella delle casse dei partiti.