Albrecht Dürer, Navis Stultorum (in S. Brant, Narrenschiff - 1497)

lunedì 12 dicembre 2011

CoCoCo46 - Censura preventiva alla Circoscrizione 3

Già sul notiziario comunale del 2 dicembre 2011 questa Amministrazione pubblicizzava l'incontro: “Profughi: quali prospettive? La situazione degli immigrati dalla Libia, tra presente e futuro” annunciato per lunedì 12 dicembre alle 20.45 nella sede della Circoscrizione 3(via Varesina 1) a Camerlata.
Previsti gli interventi di Corrado Conforto Galli Capo Gabinetto Prefettura di Como, Franca Gualdoni Responsabile Servizi Sociali e Politiche Educative Comune di Como, Roberto Bernasconi Direttore Caritas Diocesi di Como, Marco Servettini Coordinatore Profughi Acli – Caritas, Luigi Capiaghi Responsabile Centro di Accoglienza di Prestino, Luciana Spalla Responsabile CRI Profughi MiniHotel Baradello, Piero Camporini Coordinatore Corsi di Lingua Italiana, Don Giusto della Valle Parroco di Rebbio. Moderatore: Marco Gatti, giornalista de Il Settimanale della Diocesi.
Ora, incredibilmente, veniamo ad apprendere di una lettera del 9 dicembre, con la quale l’Ufficio di Presidenza della circoscrizione diffida dall’iniziativa gli organizzatori per presunte “gravi difformità organizzative”.
A leggere l'elenco delle motivazioni si rimane seriamente perplessi. Alcune forse potrebbero indicare qualche piccola dimenticanza o un minimo difetto di comunicazione tra le parti, facilmente sanabile tra persone civili. Ma quando si vede rimproverata una “mancata comunicazione sull’organizzazione dell’evento in generale” ci si chiede: e come può allora il notiziario comunale annunciarlo con dieci giorni di anticipo? Se si rimprovera la “mancata condivisione della scelta dei relatori”, si crede forse di avere un'investitura divina oppure poteri dittatoriali per sindacare l'esercizio della libertà di parola in questa città? Si crede davvero che gli inviti ai relatori non siano validi poiché “senza il benestare della Circoscrizione”?
Ammesso e non concesso che i reclami avanzati dall'ufficio di presidenza abbiano qualche fondamento, ci si chiede perché allora non si sia cercato un chiarimento preventivo, senza arrivare al fatto compiuto della minaccia di annullamento. E la risposta difficilmente può essere diversa da: “siamo in campagna elettorale”. Battiamo ogni grancassa che ci capita a tiro, per far comprendere bene chi sono i paladini dell'intolleranza e del rifiuto. Dei profughi non si vuole neppure sentire parlare. Ma perché? Per dare un messaggio simbolico, per innalzarsi a riferimento per la parte più gretta della cittadinanza, o anche per la più ingenua e spaventata dai “professionisti della paura”, che ancora una volta si apprestano a lucrare montando casi inesistenti o gonfiando problemi facilmente risolvibili col buon senso.
Questa è una politica di infima lega, che disonora la nostra città, e dalla quale noi ci dissociamo fermamente. Non a caso in questi stessi giorni i “barbari” dichiarano spavaldamente di essere tornati per urlare in modo scomposto contro l'Europa, contro gli stranieri e anche contro il nuovo governo. Voglia il cielo che una buona volta queste pantomime squallide cessino di produrre consenso al ribasso, e che la politica cominci a lavorare con autentico senso di responsabilità sui problemi. A cominciare dalla conoscenza degli stessi, per la quale incontri come quello di cui si minaccia la soppressione sono invece i benvenuti.