
Albrecht Dürer, Navis Stultorum (in S. Brant, Narrenschiff - 1497)
giovedì 23 aprile 2009
Il risparmio energetico è per gli altri. Noi siamo più furbi
Poteva il nostro sensibilissimo governo di centrodestra restare inerte dinanzi alla "giornata della terra"? Certo che no! Infatti nella Commissione Industria del Senato è appena stato approvato un emendamento della maggioranza che toglie il divieto di commercializzare dal 2010 elettrodomestici di classe energetica inferiore alla classe A e dal 2011 di lampadine ad incandescenza: quello varato dal precedente governo Prodi. Di energia in Italia ce n'è da sprecare, evidentemente, e poi tra breve (giorni o al massimo settimane) produrremo energia nucleare pulitissima, economicissima, sicurissima...
Il provvedimento anti-ecologico viene preso proprio mentre è in corso il vertice del G8 Ambiente di Siracusa. Mentre in Europa, e con Obama anche in Usa, si è finalmente capito che le tecnologie verdi e l'efficienza energetica sono il più opportuno strumento anticrisi, per rilanciare le nostre economie, il centrodestra italiano (che già si è messo in evidenza agli occhi del mondo approvando in Senato un'assurda mozione negazionista sui cambiamenti climatici in cui si affermava tra l'altro che il riscaldamento globale non esiste), prosegue con la sua passione per le misure di retroguardia, mentre su di un altro fronte cerca a più riprese di consentire una caccia sempre meno controllata, anche a vantaggio delle lobby produttrici di armi.
Sono operanti forti interessi economici degli "amici", certamente, ma anche un vecchio riflesso condizionato a pensare con fastidio a tutte le preoccupazioni ambientali, derubricate evidentemente nella categoria "lacci e lacciuoli".
Oltre ad infischiarsene bellamente del pianeta che lasceremo ai nostri figli, questi ultimi geniali provvedimenti penalizzano proprio l'industria italiana, che in particolare nel settore degli elettrodomestici è all'avanguardia nei modelli ad alta efficienza: il divieto a vendere lavatrici, lavastoviglie e frigoriferi di vecchia generazione rappresenterebbe infatti per le nostre imprese un oggettivo vantaggio competitivo.
Il provvedimento anti-ecologico viene preso proprio mentre è in corso il vertice del G8 Ambiente di Siracusa. Mentre in Europa, e con Obama anche in Usa, si è finalmente capito che le tecnologie verdi e l'efficienza energetica sono il più opportuno strumento anticrisi, per rilanciare le nostre economie, il centrodestra italiano (che già si è messo in evidenza agli occhi del mondo approvando in Senato un'assurda mozione negazionista sui cambiamenti climatici in cui si affermava tra l'altro che il riscaldamento globale non esiste), prosegue con la sua passione per le misure di retroguardia, mentre su di un altro fronte cerca a più riprese di consentire una caccia sempre meno controllata, anche a vantaggio delle lobby produttrici di armi.
Sono operanti forti interessi economici degli "amici", certamente, ma anche un vecchio riflesso condizionato a pensare con fastidio a tutte le preoccupazioni ambientali, derubricate evidentemente nella categoria "lacci e lacciuoli".
Oltre ad infischiarsene bellamente del pianeta che lasceremo ai nostri figli, questi ultimi geniali provvedimenti penalizzano proprio l'industria italiana, che in particolare nel settore degli elettrodomestici è all'avanguardia nei modelli ad alta efficienza: il divieto a vendere lavatrici, lavastoviglie e frigoriferi di vecchia generazione rappresenterebbe infatti per le nostre imprese un oggettivo vantaggio competitivo.
mercoledì 15 aprile 2009
Calderoli colpisce ancora
Onore all'estensore primo della legge-porcata in materia elettorale, il ministro Calderoli (non è un ossimoro, è la nostra realtà politica...) che si erge a difensore della democrazia minacciata... dal referendum. Salta agli occhi di tutti che, se un referendum non garba a lui, ipso facto è cosa antidemocratica.
Come afferma il giurista Giovanni Guzzetta, ''La sua sedicente interpretazione costituzionale circa l'illegittimita' dell'abbinamento del referendum alle elezioni del 7 giugno non meriterebbe nemmeno un commento, se provenisse da uno studente di giurisprudenza: basterebbe bocciarlo. Purtroppo proviene da un ministro, il quale ignora il fatto che non esista alcun diritto alla segretezza dell'astensione, essendo l'astensione un fatto pubblico, di cui e' data notizia nei registri elettorali".
La realtà è che questo referendum non va tanto posto a carico di coloro che hanno redatto e proposto i quesiti, ma soprattutto va celebrato tenendo conto degli oltre 821 mila cittadini che l'hanno firmato e di tutti i cittadini, che hanno e devono avere il diritto di esprimere il proprio voto in proposito, senza i sotterfugi e gli sgambetti che vorrebbe imporre loro Calderoli, facendo ritornare gli elettori più volte alle urne nel giro di pochi giorni. Bell'esempio, quello dei politici che esortano a non andare a votare, a boicottare questa o quella consultazione. Soprattutto è un autogol clamoroso quello della "Lega sprecona", secondo la quale potremmo permetterci di buttare quasi 400 mila euro dalla finestra per compiacere lorsignori, diventati evidentemente, con l'abitudine al potere, molto più "romani" e membri della "casta" di quanto non farebbe loro piacere ammettere.
Come afferma il giurista Giovanni Guzzetta, ''La sua sedicente interpretazione costituzionale circa l'illegittimita' dell'abbinamento del referendum alle elezioni del 7 giugno non meriterebbe nemmeno un commento, se provenisse da uno studente di giurisprudenza: basterebbe bocciarlo. Purtroppo proviene da un ministro, il quale ignora il fatto che non esista alcun diritto alla segretezza dell'astensione, essendo l'astensione un fatto pubblico, di cui e' data notizia nei registri elettorali".
La realtà è che questo referendum non va tanto posto a carico di coloro che hanno redatto e proposto i quesiti, ma soprattutto va celebrato tenendo conto degli oltre 821 mila cittadini che l'hanno firmato e di tutti i cittadini, che hanno e devono avere il diritto di esprimere il proprio voto in proposito, senza i sotterfugi e gli sgambetti che vorrebbe imporre loro Calderoli, facendo ritornare gli elettori più volte alle urne nel giro di pochi giorni. Bell'esempio, quello dei politici che esortano a non andare a votare, a boicottare questa o quella consultazione. Soprattutto è un autogol clamoroso quello della "Lega sprecona", secondo la quale potremmo permetterci di buttare quasi 400 mila euro dalla finestra per compiacere lorsignori, diventati evidentemente, con l'abitudine al potere, molto più "romani" e membri della "casta" di quanto non farebbe loro piacere ammettere.
sabato 4 aprile 2009
Evviva il protagonismo
Bisogna riconoscerlo: Berlusconi ha vinto un'altra volta. Se non già sul piano dei risultati elettorali, su quello del metodo. È noto che egli intende presentarsi capolista in molti, forse tutti i collegi alle elezioni europee, pur nella certezza di non poter svolgere il mandato nel parlamento dell'Unione neppure per un giorno. Il principio, che agli ingenui come il sottoscritto appare incontestabile, per cui candidarsi in questo modo equivale ad una distorsione del sistema democratico, ad una presa in giro degli elettori (si tratti di candidati di destra o di sinistra) è però contestato anche da due paladini dell'antiberlusconismo, che mostrano di essere fin troppo simili all'oggetto delle loro reprimende.
Di Pietro e Vendola, certi come sono di non poter passare a Strasburgo o a Bruxelles più di un week-end turistico, non per questo si astengono dall'annunciare a loro volta la propria candidatura, prima ancora di formulare programmi o scelte strategiche. A leggere le motivazioni di Vendola, poi, c'è da restare di stucco: questi esalta la “personalizzazione” e l'”americanizzazione” della politica ed afferma che “il tema delle incompatibilità non può pregiudicare le prerogative della politica”, che le contestazioni sono “incomprensibili” e che lui è uscito dalla sua vecchia casa comunista proprio “per non rimanere prigioniero di un mondo in consunzione”.
Bel rinnovamento, non c'è che dire. Se questi marpioni della politica, di sinistra e di destra, non hanno la decenza di capire la portata della questione e di agire di conseguenza, significa che si permettono tranquillamente di considerare l'elettore un imbecille, beninteso nel senso letterale di “debole di comprendonio”. Saremo capaci noi cittadini, tramite l'esercizio consapevole della nostra scelta, di dimostrare con i fatti di non essere così malridotti?
Di Pietro e Vendola, certi come sono di non poter passare a Strasburgo o a Bruxelles più di un week-end turistico, non per questo si astengono dall'annunciare a loro volta la propria candidatura, prima ancora di formulare programmi o scelte strategiche. A leggere le motivazioni di Vendola, poi, c'è da restare di stucco: questi esalta la “personalizzazione” e l'”americanizzazione” della politica ed afferma che “il tema delle incompatibilità non può pregiudicare le prerogative della politica”, che le contestazioni sono “incomprensibili” e che lui è uscito dalla sua vecchia casa comunista proprio “per non rimanere prigioniero di un mondo in consunzione”.
Bel rinnovamento, non c'è che dire. Se questi marpioni della politica, di sinistra e di destra, non hanno la decenza di capire la portata della questione e di agire di conseguenza, significa che si permettono tranquillamente di considerare l'elettore un imbecille, beninteso nel senso letterale di “debole di comprendonio”. Saremo capaci noi cittadini, tramite l'esercizio consapevole della nostra scelta, di dimostrare con i fatti di non essere così malridotti?
venerdì 3 aprile 2009
Le metamorfosi che, ormai, non fanno notizia
Interessante sul piano del metodo giornalistico, il resoconto della giornata politica di ieri su vari TG. A commentare la sentenza della Consulta in merito alla legge sulla fecondazione assistita, infatti, intervenivano vari portavoce, confermando lo schieramento a tutti noto. Il fatto è che, a seguire, partivano le dichiarazioni dell'ineffabile Capezzone sulla politica economica del governo, praticamente perfetta nell'affrontare la crisi, ecc. ecc.
Possibile che nessuno dei cronisti politici avesse la curiosità di intervistare l'ex-radicale sull'altro tema? La curiosità per quanto avrebbe potuto dire mi sembrerebbe estrema, se proprio non tale da ribaltare l'audience. Oppure il nostro non gradisce più i temi su cui si scaldava tanto solo pochi mesi fa?
Se il tema e i soggetti non fossero in ultima analisi futili, proporrei una ricerca su internet in proposito, o meglio ancora di leggere il suo florilegio antiberlusconiano pubblicato al link http://www.nntp.it/newsgroups-politica/1557496-quello-che-capezzone-pensava-di-silvio-berlusconi.html
Possibile che nessuno dei cronisti politici avesse la curiosità di intervistare l'ex-radicale sull'altro tema? La curiosità per quanto avrebbe potuto dire mi sembrerebbe estrema, se proprio non tale da ribaltare l'audience. Oppure il nostro non gradisce più i temi su cui si scaldava tanto solo pochi mesi fa?
Se il tema e i soggetti non fossero in ultima analisi futili, proporrei una ricerca su internet in proposito, o meglio ancora di leggere il suo florilegio antiberlusconiano pubblicato al link http://www.nntp.it/newsgroups-politica/1557496-quello-che-capezzone-pensava-di-silvio-berlusconi.html
martedì 31 marzo 2009
Raccontatene un'altra...
La commissione urbanistica di Palazzo Cernezzi, con il voto favorevole dei soli commissari di maggioranza, ha approvato il Piano integrato d’intervento per la riqualificazione del quartiere ex Ticosa a opera di Multi Development, la società che ha vinto la gara per i lavori. Il PII dovrebbe approdare in consiglio comunale per il via libera definitivo pochi giorni dopo l’approvazione del bilancio, la cui discussione, secondo calendario, dovrebbe iniziare giovedì.
A parte le questioni dell'aumento esponenziale delle altezze edificabili, Mario Lucini ha fatto notare che secondo quanto contenuto a pagina 15 del preliminare di compra-vendita “Multi era tenuta a rinnovare la fideiussione antro 30 giorni dalla scadenza, in caso contrario i 3 milioni sarebbero potuti essere richiesti dal Comune come acconto, e Multi avrebbe dovuto comunque rinnovare la fideiussione». Insomma, Palazzo Cernezzi avrebbe potuto già incamerare 3 milioni di euro da investire in opere pubbliche senza aspettare l’esito della compravendita. Il dirigente del settore Urbanistico, Roberto Laria, ha spiegato che «il Comune non si è accorto che la fideiussione stava scadendo». Insomma, 3 milioni sfumati.
Di fronte ad una simile dichiarazione si può solo commentare: «ma chi ci può credere?». Certo, tutto può essere, se per voi esistono ancora le fate, i puffi, il gatto mammone...
A parte le questioni dell'aumento esponenziale delle altezze edificabili, Mario Lucini ha fatto notare che secondo quanto contenuto a pagina 15 del preliminare di compra-vendita “Multi era tenuta a rinnovare la fideiussione antro 30 giorni dalla scadenza, in caso contrario i 3 milioni sarebbero potuti essere richiesti dal Comune come acconto, e Multi avrebbe dovuto comunque rinnovare la fideiussione». Insomma, Palazzo Cernezzi avrebbe potuto già incamerare 3 milioni di euro da investire in opere pubbliche senza aspettare l’esito della compravendita. Il dirigente del settore Urbanistico, Roberto Laria, ha spiegato che «il Comune non si è accorto che la fideiussione stava scadendo». Insomma, 3 milioni sfumati.
Di fronte ad una simile dichiarazione si può solo commentare: «ma chi ci può credere?». Certo, tutto può essere, se per voi esistono ancora le fate, i puffi, il gatto mammone...
venerdì 27 marzo 2009
L'incompreso vincente
Luciano Violante, in un'odierna intervista al Corriere, ricorda la completa sottovalutazione del "fenomeno" Berlusconi da parte dei dirigenti Pds che ironizzavano: «Chi è questo? Cosa vuole? Come si permette di irrompere nella nostra politica in modo così sgrammaticato? [...] Non capimmo che cominciava una nuova era [...] Pensando: e che un partito si fonda così?. [...] Ci credevamo poco. Mentre lui tesseva alleanze, stringeva patti con la Lega, con la destra... noi ironizzavamo». E quando, il 26 gennaio del 1994, Berlusconi registrò il suo primo messaggio televisivo, mettendo una calza da donna davanti all’obiettivo della telecamera per garantirsi così un effetto visivo più fascinoso? «Pensammo fosse una roba poco seria. E sbagliammo. Perché lui, invece, aveva già intuito come la nuova società italiana stesse cambiando e, alla verità del merito, tipica della nostra storia comunista, si stesse sovrapponendo la verità della forma».
Sin qui il ricordo, e l'onesta ammissione alla luce, tardiva, dei fatti. La realtà più profonda è però un'altra: nessuno osava ammettere che in Italia un guitto capace, un ciarlatano convinto, purché abbia un'ambizione smodata, è veramente in grado di rivoluzionare la vita politica. Non è la prima volta nella storia del paese. E Montanelli si è purtroppo rivelato un illuso, profetizzando che una sola dose di Berlusconi sarebbe valsa ad immunizzare gli Italiani per sempre. Al contrario, se lo sono fatto piacere e si identificano in lui.
Il triste motivo? È che costui non stenta a trovare compagni, sostenitori e financo adoratori, purché abbiano da trarne un vantaggio. È lo spirito caudatario. Da noi non si usa dire: «Ma no, in fondo sono una persona seria, ho una mia dignità, a questa farsa non mi presto». Bensì: «Cosa me ne viene?». Così si costruisce la storia patria...
Sin qui il ricordo, e l'onesta ammissione alla luce, tardiva, dei fatti. La realtà più profonda è però un'altra: nessuno osava ammettere che in Italia un guitto capace, un ciarlatano convinto, purché abbia un'ambizione smodata, è veramente in grado di rivoluzionare la vita politica. Non è la prima volta nella storia del paese. E Montanelli si è purtroppo rivelato un illuso, profetizzando che una sola dose di Berlusconi sarebbe valsa ad immunizzare gli Italiani per sempre. Al contrario, se lo sono fatto piacere e si identificano in lui.
Il triste motivo? È che costui non stenta a trovare compagni, sostenitori e financo adoratori, purché abbiano da trarne un vantaggio. È lo spirito caudatario. Da noi non si usa dire: «Ma no, in fondo sono una persona seria, ho una mia dignità, a questa farsa non mi presto». Bensì: «Cosa me ne viene?». Così si costruisce la storia patria...
lunedì 23 marzo 2009
La voce del padrone, come sempre
Aldo Grasso segue con puntualità sul "Corriere" la difficile situazione dell'informazione televisiva: dati alla mano, l'opposizione è sempre più relegata nell'angolo, e il PD si vede rappresentato solo dal segretario Franceschini (con spazi comunque ridotti). I fatti parlano da soli, ed è confermata la tendenza inquietante alla sottomissione alla logica del "più forte" (meglio sarebbe parlare, nel contesto illustrato ieri sera da Report, di prepotente). Resta solo di sentire il solito pontificatore che da sinistra ci spiega che no, il controllo della televisione non influisce sui flussi elettorali e sulla determinazione del consenso. Chiaro, se l'opposizione non è credibile non sarà capace di spostare i voti, ma quando è sistematicamente silenziata, oppure zittita stizzosamente da giganti della comunicazione politica tipo Bonaiuti, Bocchino e Capezzone, cosa volete che pensi l'italiano medio, preso dai pensieri e dalle difficoltà quotidiane, e magari bramoso di distrarsi con l'altra spazzatura televisiva? Ascolta quieto la voce del padrone: che altro?
La classifica dei tempi di parola - dice Grasso - è impietosa. "Sulla prima posizione non c'è notizia (un uomo solo al comando): persino quando era all'opposizione, Silvio Berlusconi la occupava saldamente. Nell'ultimo mese il presidente del Consiglio «occupa» quasi due ore «di parola» nei sette notiziari, in edizione meridiana e serale. Secondo è Franceschini, ma con meno di un'ora. Nel mese precedente, Veltroni varcava la soglia dell'ora. [...] Franceschini a parte, il Pd quasi non esiste nei tg; nelle prime posizioni ci sono Sacconi, Fini, il presidente Napolitano, Schifani, Gasparri, Capezzone, Tremonti, Casini, il Papa, Maroni, Di Pietro. [...] c'è grande differenza fra i tg Rai e Mediaset. Sui notiziari Rai il segretario Pd supera di qualche minuto il presidente del Consiglio. Ma nei tg Mediaset Franceschini scivola al 150 posto." Come volevasi dimostrare: nessuno ai TG ruba lo stipendio, si esegue puntualmente quanto richiesto, "siamo qui per questo".
La classifica dei tempi di parola - dice Grasso - è impietosa. "Sulla prima posizione non c'è notizia (un uomo solo al comando): persino quando era all'opposizione, Silvio Berlusconi la occupava saldamente. Nell'ultimo mese il presidente del Consiglio «occupa» quasi due ore «di parola» nei sette notiziari, in edizione meridiana e serale. Secondo è Franceschini, ma con meno di un'ora. Nel mese precedente, Veltroni varcava la soglia dell'ora. [...] Franceschini a parte, il Pd quasi non esiste nei tg; nelle prime posizioni ci sono Sacconi, Fini, il presidente Napolitano, Schifani, Gasparri, Capezzone, Tremonti, Casini, il Papa, Maroni, Di Pietro. [...] c'è grande differenza fra i tg Rai e Mediaset. Sui notiziari Rai il segretario Pd supera di qualche minuto il presidente del Consiglio. Ma nei tg Mediaset Franceschini scivola al 150 posto." Come volevasi dimostrare: nessuno ai TG ruba lo stipendio, si esegue puntualmente quanto richiesto, "siamo qui per questo".
giovedì 19 marzo 2009
Restauri scolastici a Como
Finalmente in tanti rivolgono l'attenzione alle condizioni, assai spesso precarie, in cui versano i nostri edifici scolastici, i quali in fondo sono la vera cartina di tornasole che consente di valutare in modo visibile la cura e gli investimenti che i vari governi hanno dedicato alla scuola italiana, al di là degli infiniti proclami. Ben venga, dunque, che anche a Como l'assessore provinciale parli di "meno feste" (tanto utili a catturare l'attenzione elettorale, peraltro, e mai risparmiate in questi anni) e più interventi a breve termine per almeno un terzo degli istituti: sperando, è il caso di dire, che lo stato centrale invii risorse bastanti almeno a questi primi interventi.
Sulla base di quanto ho quotidianamente sott'occhio, però, mi permetto di rivolgere un'esortazione energica a chi di dovere: in primo luogo, attenzione agli appalti faciloni che richiedono un accurato vaglio delle garanzie fornite, e non solo dei prezzi al ribasso; e soprattutto, imponete l'obbligo di una verifica finale della qualità effettiva dei lavori e dei materiali utilizzati. Che senso ha rinnovare porte e finestre, tanto per fare un esempio, se già a partire dall'anno scolastico successivo una gran parte di esse risulta inservibile, danneggiata non tanto da un accanimento vandalico, bensì dall'uso ordinario di un luogo pubblico a forte affluenza? Perché le vernici si scrostano o i tubi perdono, in tempi non certamente biblici, ma già poco dopo il termine dei lavori? Perché certe aule "nuove" hanno un'acustica tale da renderle quasi inservibili per l'attività didattica?
Certo, le strutture portanti saranno rimesse in sicurezza, ma l'impressione generale dopo alcuni interventi è che il presunto risparmio, ammesso e non concesso che vi sia stato, finisca per creare situazioni non molto diverse da quelle che si sarebbero dovute sanare.
Esprimo perciò l'auspicio che, per questi prossimi interventi, si realizzi una vigilanza migliore di quanto non si è fatto finora, evitando di dissipare queste risorse dei contribuenti, tanto più preziose in tempo di crisi.
Sulla base di quanto ho quotidianamente sott'occhio, però, mi permetto di rivolgere un'esortazione energica a chi di dovere: in primo luogo, attenzione agli appalti faciloni che richiedono un accurato vaglio delle garanzie fornite, e non solo dei prezzi al ribasso; e soprattutto, imponete l'obbligo di una verifica finale della qualità effettiva dei lavori e dei materiali utilizzati. Che senso ha rinnovare porte e finestre, tanto per fare un esempio, se già a partire dall'anno scolastico successivo una gran parte di esse risulta inservibile, danneggiata non tanto da un accanimento vandalico, bensì dall'uso ordinario di un luogo pubblico a forte affluenza? Perché le vernici si scrostano o i tubi perdono, in tempi non certamente biblici, ma già poco dopo il termine dei lavori? Perché certe aule "nuove" hanno un'acustica tale da renderle quasi inservibili per l'attività didattica?
Certo, le strutture portanti saranno rimesse in sicurezza, ma l'impressione generale dopo alcuni interventi è che il presunto risparmio, ammesso e non concesso che vi sia stato, finisca per creare situazioni non molto diverse da quelle che si sarebbero dovute sanare.
Esprimo perciò l'auspicio che, per questi prossimi interventi, si realizzi una vigilanza migliore di quanto non si è fatto finora, evitando di dissipare queste risorse dei contribuenti, tanto più preziose in tempo di crisi.
mercoledì 4 marzo 2009
La natura? Da violentare per legge...
I praticanti la caccia sono scesi da 1.574.873 nel 1985 a 765.504 nel 2009. Una buona notizia sul piano della civiltà e sensibilità ambientale, sembrerebbe. Ma le lobby non stanno a guardare: spinte dai più nobili e disinteressati motivi attivano i loro strumenti all'interno del Parlamento. Al Senato è in discussione la proposta di modifica di legge del parlamentare del Popolo della Libertà, Franco Orsi, in materia di caccia. Questi politici "amano e difendono la vita", perciò... tentano giustamente di smantellare la legge 157/1992, l’unica legge (neppur troppo rigorosa) che tutela direttamente la fauna selvatica nel nostro Paese.
L'elenco dei cambiamenti peggiorativi è impressionante, tanto più se si considera che negli anni si sono succedute le messe in mora dell'Italia da parte della Commissione Europea, nonché le condanne della Corte di Giustizia Europea per le manifeste inadempienze del nostro paese nei confronti delle disposzioni comunitarie. Qui si rema contro ancor più sfacciatamente che in passato. Nella nuova proposta infatti:
- scompare l’interesse della comunità nazionale e internazionale per la tutela della fauna;
- scompare la definizione di specie superprotette: animali come il Lupo, l’Orso, le aquile, i fenicotteri, i cigni, le cicogne e tanti altri, in Italia non godranno più delle particolari protezioni previste dalla normativa comunitaria e internazionale;
- si apre la caccia lungo le rotte di migrazione: un fatto che arrecherà grande disturbo e incentiverà il bracconaggio, in aree molto importanti per il delicatissimo viaggio e la sosta degli uccelli migratori;
- si attua la totale liberalizzazione dei richiami vivi con la possibilità di detenerne e utilizzarne un numero illimitato;
- viene mortificata la ricerca scientifica: l’autorità scientifica di riferimento per lo Stato (l’Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica, oggi ISPRA)
- rischia di essere completamente sostituta da istituti regionali che rilasceranno pareri su materie di rilevanza nazionale e comunitaria;
- la creazione di istituti regionali renderà potenzialmente impossibile effettuare studi, ricerche e individuazione di standard uniformi sul territorio nazionale; si apre la caccia nei parchi a specie non cacciabili: la formulazione del Testo Orsi rende possibile la caccia in deroga (cioè la caccia alle specie non cacciabili) addirittura nei Parchi e nelle altre aree protette;
- saranno punite le regioni che proteggono oltre il 30% del territorio regionale: chi protegge "troppa" natura sarà punito (!);
- è prevista la licenza di caccia a 16 anni; viene liberalizzato lo sterminio di lupi, orsi, cervi, cani e gatti vaganti: i sindaci assumono poteri di autorizzare interventi di abbattimenti e eradicazione degli animali, in barba alle più elementari norme europee;
- viene consentito emanare leggi regionali per cacciare specie non cacciabili;
- viene consentito cacciare con neve e ghiaccio: in momenti di grandi difficoltà per gli animali a reperire cibo, rifugio, calore;
- vi sarà un ritorno all’utilizzo degli uccelli come zimbelli;
- viene ridotta la vigilanza venatoria: le guardie ecologiche e zoofile non potranno più svolgere vigilanza nonostante l’Italia sia il Paese con il tasso di bracconaggio più alto d’Europa;
- viene cancellato l’Ente Nazionale Protezione Animali dal Comitato tecnico nazionale: le associazioni ambientaliste presenti nel Comitato sulla 157 saranno ridotte da quattro a tre. L’ENPA, storica associazione animalista italiana, viene del tutto estromessa.
Si perde anche la voglia di commentare simili nefandezze, così tipiche di un andazzo italico: arraffo e distruggo quel che c'è, finché ce n'è, e tanti saluti ai fessi che verranno poi.
È possibile far sentire la propria voce aderendo ad una delle varie inziative sorte in questi giorni (la documentazione più completa su http://www.olambientalista.it/ddlprocaccia.htm )
L'elenco dei cambiamenti peggiorativi è impressionante, tanto più se si considera che negli anni si sono succedute le messe in mora dell'Italia da parte della Commissione Europea, nonché le condanne della Corte di Giustizia Europea per le manifeste inadempienze del nostro paese nei confronti delle disposzioni comunitarie. Qui si rema contro ancor più sfacciatamente che in passato. Nella nuova proposta infatti:
- scompare l’interesse della comunità nazionale e internazionale per la tutela della fauna;
- scompare la definizione di specie superprotette: animali come il Lupo, l’Orso, le aquile, i fenicotteri, i cigni, le cicogne e tanti altri, in Italia non godranno più delle particolari protezioni previste dalla normativa comunitaria e internazionale;
- si apre la caccia lungo le rotte di migrazione: un fatto che arrecherà grande disturbo e incentiverà il bracconaggio, in aree molto importanti per il delicatissimo viaggio e la sosta degli uccelli migratori;
- si attua la totale liberalizzazione dei richiami vivi con la possibilità di detenerne e utilizzarne un numero illimitato;
- viene mortificata la ricerca scientifica: l’autorità scientifica di riferimento per lo Stato (l’Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica, oggi ISPRA)
- rischia di essere completamente sostituta da istituti regionali che rilasceranno pareri su materie di rilevanza nazionale e comunitaria;
- la creazione di istituti regionali renderà potenzialmente impossibile effettuare studi, ricerche e individuazione di standard uniformi sul territorio nazionale; si apre la caccia nei parchi a specie non cacciabili: la formulazione del Testo Orsi rende possibile la caccia in deroga (cioè la caccia alle specie non cacciabili) addirittura nei Parchi e nelle altre aree protette;
- saranno punite le regioni che proteggono oltre il 30% del territorio regionale: chi protegge "troppa" natura sarà punito (!);
- è prevista la licenza di caccia a 16 anni; viene liberalizzato lo sterminio di lupi, orsi, cervi, cani e gatti vaganti: i sindaci assumono poteri di autorizzare interventi di abbattimenti e eradicazione degli animali, in barba alle più elementari norme europee;
- viene consentito emanare leggi regionali per cacciare specie non cacciabili;
- viene consentito cacciare con neve e ghiaccio: in momenti di grandi difficoltà per gli animali a reperire cibo, rifugio, calore;
- vi sarà un ritorno all’utilizzo degli uccelli come zimbelli;
- viene ridotta la vigilanza venatoria: le guardie ecologiche e zoofile non potranno più svolgere vigilanza nonostante l’Italia sia il Paese con il tasso di bracconaggio più alto d’Europa;
- viene cancellato l’Ente Nazionale Protezione Animali dal Comitato tecnico nazionale: le associazioni ambientaliste presenti nel Comitato sulla 157 saranno ridotte da quattro a tre. L’ENPA, storica associazione animalista italiana, viene del tutto estromessa.
Si perde anche la voglia di commentare simili nefandezze, così tipiche di un andazzo italico: arraffo e distruggo quel che c'è, finché ce n'è, e tanti saluti ai fessi che verranno poi.
È possibile far sentire la propria voce aderendo ad una delle varie inziative sorte in questi giorni (la documentazione più completa su http://www.olambientalista.it/ddlprocaccia.htm )
lunedì 2 marzo 2009
Patrocini a Como: no a Colombo, ma sì... a Scientology!
Sorpresa, ma non troppo. Leggiamo dalla “Provincia” che “La giunta comunale ha deciso di negare il patrocinio a un convegno sulla legalità organizzato dall’Ufficio scolastico provinciale che vede tra gli invitati l’ex magistrato Gherardo Colombo. Il motivo? Secondo l’esecutivo di Palazzo Cernezzi manca un contraddittorio e in questo modo l’iniziativa risulta schierata in modo evidente dalla parte del centrosinistra. Inutile dire che le polemiche hanno tenuto banco per tutta la giornata. Il convegno bocciato dalla giunta (in primis dall’assessore Roberto Rallo, avvocato, che è stato tra i più critici) è in programma per il 9 marzo nell’auditorium del polo comasco del Politecnico e rientra nelle iniziative promosse in occasione della «Giornata della legalità». Tra i relatori, come riporta la locandina dell’evento, figurano Gherardo Colombo, il prefetto Sante Frantellizzi, il questore Massimo Mazza, il comandante provinciale dei Carabinieri Luciano Guglielmi e quello della Guardia di Finanza Rodolfo Mecarelli, oltre al provveditore Benedetto Scaglione e all’assessore provinciale all’Istruzione Achille Mojoli.”
Tre sole osservazioni in proposito.
1) Motivazione tra le più surreali, quella del mancato contraddittorio: si vorrebbe forse contrapporre, ai sostenitori della legalità, qualche paladino della visione opposta, ossia della ILLEGALITA’?
2) Si giudica forse Colombo rappresentante di qualche schieramento di sinistra in campagna elettorale? Lo si dichiari e se ne forniscano le prove (mission impossible, in questo caso, che porrebbe solo in luce la propria malafede).
3) Si vuole far capire che agli amministratori del Comune di Como viene l’orticaria solo a sentir parlare di legalità, viste le tante inchieste in corso, oltre alle ripetute pratiche “ai confini della legalità”? Questo è il punto: ci sono riusciti benissimo.
Infine, un termine di paragone: nessuna obiezione invece è stata posta dallo stesso Comune (assessori Gaddi e Veronelli) per il patrocinio della mostra di Scientology “Psichiatria: un viaggio senza ritorno” in San Francesco a febbraio. Cioè si è dato un appoggio a scatola chiusa, professandosi poi ignoranti della cosa (complimenti!), ad un palese tentativo di strumentalizzare la malattia mentale, tirando in ballo i bambini, per cooptare adepti. Ma non si parlava di legalità, quindi ...tutto a posto.
Tre sole osservazioni in proposito.
1) Motivazione tra le più surreali, quella del mancato contraddittorio: si vorrebbe forse contrapporre, ai sostenitori della legalità, qualche paladino della visione opposta, ossia della ILLEGALITA’?
2) Si giudica forse Colombo rappresentante di qualche schieramento di sinistra in campagna elettorale? Lo si dichiari e se ne forniscano le prove (mission impossible, in questo caso, che porrebbe solo in luce la propria malafede).
3) Si vuole far capire che agli amministratori del Comune di Como viene l’orticaria solo a sentir parlare di legalità, viste le tante inchieste in corso, oltre alle ripetute pratiche “ai confini della legalità”? Questo è il punto: ci sono riusciti benissimo.
Infine, un termine di paragone: nessuna obiezione invece è stata posta dallo stesso Comune (assessori Gaddi e Veronelli) per il patrocinio della mostra di Scientology “Psichiatria: un viaggio senza ritorno” in San Francesco a febbraio. Cioè si è dato un appoggio a scatola chiusa, professandosi poi ignoranti della cosa (complimenti!), ad un palese tentativo di strumentalizzare la malattia mentale, tirando in ballo i bambini, per cooptare adepti. Ma non si parlava di legalità, quindi ...tutto a posto.
mercoledì 25 febbraio 2009
Dal Parlamento: prepotenti graziati, cioè premiati
Ancora una volta constato con tristezza come il Parlamento possa mutarsi in un luogo dove della legge si fa scempio. Tutti i luoghi comuni sull'arroganza della “casta” vengono puntualmente confermati grazie ad un emendamento al decreto legge “milleproroghe” con cui i partiti politici si sono graziati quattro anni di multe per i manifesti abusivi di propaganda politica. È uno dei più imponenti condoni che si sono concessi: in cambio di soli 1.000 euro all'anno per ogni provincia, vengono cancellate le innumerevoli multe che essi hanno collezionato dal 2005 ad oggi, e che in massima parte si sono ben guardati dal pagare. Decine, se non centinaia di migliaia di euro che non arriveranno mai più nelle casse già provate di ogni singolo Comune, costretto per giunta a dimostrare di essere “virtuoso” (non tutti si chiamano Roma o Catania, e possono beneficiare di amicizie particolari...). Non lo dico io, lo afferma il servizio bilancio della Camera: quel condono mette a rischio il patto di stabilità dei comuni dal prossimo anno.
Ma noi contribuenti, intanto, avevamo sostenuto di volta in volta le spese per la rimozione dei faccioni e dei simboli abusivi! Voglio perciò esprimere pubblicamente la mia gratitudine al senatore ex An, ora Pdl, Domenico Benedetti Valentini, il quale ha preparato il condono quadriennale sostenuto dai suoi tre compagni di partito (due ex An, Mugnai e Nespoli, uno ex Forza Italia, Andrea Pastore), nonché al senatore Pd, Mauro Maria Marino, già funzionario della Regione Piemonte, che proprio non poteva lasciarsi sfuggire l'occasione di evidenziare che la pratica della disonestà istituzionalizzata trova ampio consenso fra gli opposti schieramenti. Per lui un “bravo” particolare, vorrei proporlo come candidato al Nobel dell'opposizione costruttiva. Grazie infine a costoro per l'esempio educativo, che non mancherò di sottoporre ai miei allievi, illustrando ai futuri cittadini il concetto che “il reato non paga”. Grazie a nome dei contribuenti tutti, i quali penseranno con soddisfazione che le tasse non calano, è vero, ma almeno è per una buona causa: quella delle casse dei partiti.
Ma noi contribuenti, intanto, avevamo sostenuto di volta in volta le spese per la rimozione dei faccioni e dei simboli abusivi! Voglio perciò esprimere pubblicamente la mia gratitudine al senatore ex An, ora Pdl, Domenico Benedetti Valentini, il quale ha preparato il condono quadriennale sostenuto dai suoi tre compagni di partito (due ex An, Mugnai e Nespoli, uno ex Forza Italia, Andrea Pastore), nonché al senatore Pd, Mauro Maria Marino, già funzionario della Regione Piemonte, che proprio non poteva lasciarsi sfuggire l'occasione di evidenziare che la pratica della disonestà istituzionalizzata trova ampio consenso fra gli opposti schieramenti. Per lui un “bravo” particolare, vorrei proporlo come candidato al Nobel dell'opposizione costruttiva. Grazie infine a costoro per l'esempio educativo, che non mancherò di sottoporre ai miei allievi, illustrando ai futuri cittadini il concetto che “il reato non paga”. Grazie a nome dei contribuenti tutti, i quali penseranno con soddisfazione che le tasse non calano, è vero, ma almeno è per una buona causa: quella delle casse dei partiti.
venerdì 20 febbraio 2009
Astrazioni
"Un'idea, un concetto, un'idea / finché resta un'idea è soltanto un'astrazione / se potessi mangiare un'idea / avrei fatto la mia rivoluzione". Così Giorgio Gaber. Così la triste (non solo per me) vicenda del PD.
Non basta credere nella bontà di un progetto, l'ho imparato a mie spese. I progetti camminano sulle gambe delle persone, e molti, troppi hanno rivelato una tragica insufficienza. Non certo per mancanza di intelligenza o di esperienza, ma per assenza di umiltà, di solidarietà, di condivisione: non parlo dei termini evocati nei discorsi, ma delle prassi costantemente e colpevolmente replicate. D'altra parte, si raccoglie quello che si è seminato.
Vari - certo - gli errori di Veltroni, ma nessuno al suo posto avrebbe potuto realizzare qualcosa di vitale, per non dire efficace, con questa compagnia di strateghi e maghi della politica, tutti orgogliosamente compresi nel loro ruolo e indifferenti alle operazioni di cura e di accoglienza del nuovo nato. L'importante era assicurare la propria sopravvivenza politica.
Grandiosi poi i regolamenti astratti, altisonanti ed iperuranici, le rigidità ridicole e razziste della parità di genere imposta con il bilancino del farmacista e l'arroganza di una lobby sempliciona (quanti fantasmi di sesso femminile in questi mesi, almeno in ambito locale!), le assemblee oceaniche che si convocano per acclamare - non certo per dibattere e costruire insieme - e che fanno da contraltare alla quasi completa assenza di luoghi e di occasioni di confronto ad ogni livello, ma soprattutto nella "base"?
E, infine, il "popolo": non sono più sicuro che le primarie (ottime perché democratiche, ma comunque strumento delicato) siano un'opportunità che "noi" sappiamo davvero usare per crescere. Io le ho viste impiegate più per fomentare divisioni, per rivendicare superiorità politiche o morali, per schierarsi e dividersi senza più sapersi ricomporre, per sentenziare in maniera oppositiva o comunque sospettosa anche a mesi di distanza. Forse ciascuno è troppo abituato ad aver ragione, per poter comprendere le ragioni degli altri suoi compagni di avventura e lasciarsene fecondare, per abituarsi a pensare in maniera più aperta e autenticamente "laica".
Non sostengo che "l'avevo detto". Ho continuato a sperare anche dopo le esperienze più sgradevoli e sfiducianti. Ma quanto più temevo, i peggiori presagi, li ho visti realizzarsi giorno dopo giorno sotto i miei occhi fino ad oggi.
Parole di speranza? In un'altra occasione, forse...
Non basta credere nella bontà di un progetto, l'ho imparato a mie spese. I progetti camminano sulle gambe delle persone, e molti, troppi hanno rivelato una tragica insufficienza. Non certo per mancanza di intelligenza o di esperienza, ma per assenza di umiltà, di solidarietà, di condivisione: non parlo dei termini evocati nei discorsi, ma delle prassi costantemente e colpevolmente replicate. D'altra parte, si raccoglie quello che si è seminato.
Vari - certo - gli errori di Veltroni, ma nessuno al suo posto avrebbe potuto realizzare qualcosa di vitale, per non dire efficace, con questa compagnia di strateghi e maghi della politica, tutti orgogliosamente compresi nel loro ruolo e indifferenti alle operazioni di cura e di accoglienza del nuovo nato. L'importante era assicurare la propria sopravvivenza politica.
Grandiosi poi i regolamenti astratti, altisonanti ed iperuranici, le rigidità ridicole e razziste della parità di genere imposta con il bilancino del farmacista e l'arroganza di una lobby sempliciona (quanti fantasmi di sesso femminile in questi mesi, almeno in ambito locale!), le assemblee oceaniche che si convocano per acclamare - non certo per dibattere e costruire insieme - e che fanno da contraltare alla quasi completa assenza di luoghi e di occasioni di confronto ad ogni livello, ma soprattutto nella "base"?
E, infine, il "popolo": non sono più sicuro che le primarie (ottime perché democratiche, ma comunque strumento delicato) siano un'opportunità che "noi" sappiamo davvero usare per crescere. Io le ho viste impiegate più per fomentare divisioni, per rivendicare superiorità politiche o morali, per schierarsi e dividersi senza più sapersi ricomporre, per sentenziare in maniera oppositiva o comunque sospettosa anche a mesi di distanza. Forse ciascuno è troppo abituato ad aver ragione, per poter comprendere le ragioni degli altri suoi compagni di avventura e lasciarsene fecondare, per abituarsi a pensare in maniera più aperta e autenticamente "laica".
Non sostengo che "l'avevo detto". Ho continuato a sperare anche dopo le esperienze più sgradevoli e sfiducianti. Ma quanto più temevo, i peggiori presagi, li ho visti realizzarsi giorno dopo giorno sotto i miei occhi fino ad oggi.
Parole di speranza? In un'altra occasione, forse...
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