Albrecht Dürer, Navis Stultorum (in S. Brant, Narrenschiff - 1497)

lunedì 23 marzo 2009

La voce del padrone, come sempre

Aldo Grasso segue con puntualità sul "Corriere" la difficile situazione dell'informazione televisiva: dati alla mano, l'opposizione è sempre più relegata nell'angolo, e il PD si vede rappresentato solo dal segretario Franceschini (con spazi comunque ridotti). I fatti parlano da soli, ed è confermata la tendenza inquietante alla sottomissione alla logica del "più forte" (meglio sarebbe parlare, nel contesto illustrato ieri sera da Report, di prepotente). Resta solo di sentire il solito pontificatore che da sinistra ci spiega che no, il controllo della televisione non influisce sui flussi elettorali e sulla determinazione del consenso. Chiaro, se l'opposizione non è credibile non sarà capace di spostare i voti, ma quando è sistematicamente silenziata, oppure zittita stizzosamente da giganti della comunicazione politica tipo Bonaiuti, Bocchino e Capezzone, cosa volete che pensi l'italiano medio, preso dai pensieri e dalle difficoltà quotidiane, e magari bramoso di distrarsi con l'altra spazzatura televisiva? Ascolta quieto la voce del padrone: che altro?

La classifica dei tempi di parola - dice Grasso - è impietosa. "Sulla prima posizione non c'è notizia (un uomo solo al comando): persino quando era all'opposizione, Silvio Berlusconi la occupava saldamente. Nell'ultimo mese il presidente del Consiglio «occupa» quasi due ore «di parola» nei sette notiziari, in edizione meridiana e serale. Secondo è Franceschini, ma con meno di un'ora. Nel mese precedente, Veltroni varcava la soglia dell'ora. [...] Franceschini a parte, il Pd quasi non esiste nei tg; nelle prime posizioni ci sono Sacconi, Fini, il presidente Napolitano, Schifani, Gasparri, Capezzone, Tremonti, Casini, il Papa, Maroni, Di Pietro. [...] c'è grande differen­za fra i tg Rai e Mediaset. Sui notiziari Rai il segretario Pd supera di qualche minuto il presidente del Consiglio. Ma nei tg Mediaset Franceschini scivola al 150 posto." Come volevasi dimostrare: nessuno ai TG ruba lo stipendio, si esegue puntualmente quanto richiesto, "siamo qui per questo".