Albrecht Dürer, Navis Stultorum (in S. Brant, Narrenschiff - 1497)

sabato 4 aprile 2009

Evviva il protagonismo

Bisogna riconoscerlo: Berlusconi ha vinto un'altra volta. Se non già sul piano dei risultati elettorali, su quello del metodo. È noto che egli intende presentarsi capolista in molti, forse tutti i collegi alle elezioni europee, pur nella certezza di non poter svolgere il mandato nel parlamento dell'Unione neppure per un giorno. Il principio, che agli ingenui come il sottoscritto appare incontestabile, per cui candidarsi in questo modo equivale ad una distorsione del sistema democratico, ad una presa in giro degli elettori (si tratti di candidati di destra o di sinistra) è però contestato anche da due paladini dell'antiberlusconismo, che mostrano di essere fin troppo simili all'oggetto delle loro reprimende.
Di Pietro e Vendola, certi come sono di non poter passare a Strasburgo o a Bruxelles più di un week-end turistico, non per questo si astengono dall'annunciare a loro volta la propria candidatura, prima ancora di formulare programmi o scelte strategiche. A leggere le motivazioni di Vendola, poi, c'è da restare di stucco: questi esalta la “personalizzazione” e l'”americanizzazione” della politica ed afferma che “il tema delle incompatibilità non può pregiudicare le prerogative della politica”, che le contestazioni sono “incomprensibili” e che lui è uscito dalla sua vecchia casa comunista proprio “per non rimanere prigioniero di un mondo in consunzione”.
Bel rinnovamento, non c'è che dire. Se questi marpioni della politica, di sinistra e di destra, non hanno la decenza di capire la portata della questione e di agire di conseguenza, significa che si permettono tranquillamente di considerare l'elettore un imbecille, beninteso nel senso letterale di “debole di comprendonio”. Saremo capaci noi cittadini, tramite l'esercizio consapevole della nostra scelta, di dimostrare con i fatti di non essere così malridotti?