
Albrecht Dürer, Navis Stultorum (in S. Brant, Narrenschiff - 1497)
mercoledì 28 marzo 2012
Personalismi di qua e di là
Pietro Vierchowod protesta, dopo la recente presentazione della lista civica a sostegno di Mario Lucini: «perchè chi ha perso le primarie si sente in dovere di fare una personale lista in appoggio al candidato ufficiale? Non sarebbe meglio che questi signori facessero la campagna elettorale per il proprio candidato, senza cercare consensi personali? La risposta si trova nel fatto che questi candidati cercano solo di far valere il proprio potere in sede di nomine in Consiglio Comunale. [...] i cittadini si renderanno conto del gioco che stanno facendo questi signori, vecchi nomi della vecchia politica che hanno rovinato Como».
Sarà anche così. Però: perché altre forze vive della città, ma con un seguito prevedibilmente modesto, sentono il bisogno di fare la propria lista personale, senza aver avviato per tempo un percorso di confronto e di condivisione sulle cose da fare, dando per scontato che "questi signori" sono tutti "vecchi" senza neppure essersi fermati a parlare? Neppure io sono particolarmente entusiasta del proliferare di liste, specie dopo un processo che aveva una sua chiara logica, come le primarie, e difatti mi candido nella lista PD, per quanto personalmente mi costi. Tuttavia la democrazia è anche e soprattutto questo: cittadini liberi che fanno le loro scelte in base alla loro coscienza (almeno per alcuni è così) e si sottopongono al giudizio di un elettorato libero. Per evitare di confondere quest'ultimo, sarebbe forse stato bene che tutti i soggetti (ripeto, tutti) avessero saputo avviare un percorso di semplificazione e di integrazione mettendo da parte il vero male di questi anni: i personalismi, l'incapacità di ascoltarsi. Se così non è stato, necessariamente la parola passa alle urne. Buona fortuna a tutti quelli che hanno davvero a cuore il bene della città.
Sarà anche così. Però: perché altre forze vive della città, ma con un seguito prevedibilmente modesto, sentono il bisogno di fare la propria lista personale, senza aver avviato per tempo un percorso di confronto e di condivisione sulle cose da fare, dando per scontato che "questi signori" sono tutti "vecchi" senza neppure essersi fermati a parlare? Neppure io sono particolarmente entusiasta del proliferare di liste, specie dopo un processo che aveva una sua chiara logica, come le primarie, e difatti mi candido nella lista PD, per quanto personalmente mi costi. Tuttavia la democrazia è anche e soprattutto questo: cittadini liberi che fanno le loro scelte in base alla loro coscienza (almeno per alcuni è così) e si sottopongono al giudizio di un elettorato libero. Per evitare di confondere quest'ultimo, sarebbe forse stato bene che tutti i soggetti (ripeto, tutti) avessero saputo avviare un percorso di semplificazione e di integrazione mettendo da parte il vero male di questi anni: i personalismi, l'incapacità di ascoltarsi. Se così non è stato, necessariamente la parola passa alle urne. Buona fortuna a tutti quelli che hanno davvero a cuore il bene della città.
martedì 20 marzo 2012
CoCoCo51 - Mancato invio rendicontazione
In data 19 dicembre inoltravo agli uffici, via posta elettronica, una richiesta di dati che apparentemente non presentava problematiche di sorta, e che sembra invece essere diventata una vera odissea cernezziana. Vi diletterò dunque per un minuto raccontandovela, affinché ciascuno possa trarne le debite conclusioni.
Chiedevo allora di poter conoscere l'importo degli introiti che il Comune incamera annualmente dall'attività dei mercati cittadini (coperto, mercerie, quartieri) e delle somme eventualmente spese per lavori di manutenzione.
Sono rimasto senza risposte per un paio di mesi, pur avendo inoltrato al dott. Fumagalli un paio di solleciti, sempre via email. Stavo per deporre ogni speranza, quando ecco, il medesimo si è rivolto a me di persona durante l'ultima seduta della IV commissione, assicurandomi cortesemente che i dati richiesti erano praticamente pronti e mi sarebbero stati recapitati entro fine settimana.
Indovinate il seguito? Di settimane ne sono passate alcune, senza traccia della documentazione. All'ennesimo sollecito mi veniva risposto che era questione di un paio di giorni. Nessun esito. Un incontro nel corridoio, ieri sera, posticipava la consegna di “una mezz'ora”.
Al momento in cui parlo non ho ancora ricevuto nulla. Nulla. Nulla nella posta elettronica, nulla nella casella; ammetto di non aver controllato l'arrivo di eventuali piccioni viaggiatori.
Neanche avessi chiesto uno studio sinottico sui livelli di vendita di ciascun articolo, tipologia per tipologia, con serie storiche dalla fondazione dei mercati ad oggi.
È chiaro che, alla conclusione di questo mandato, non posso fare a meno di interrogarmi sulle ragioni di questo atteggiamento. Forse sarebbe anche il caso di rivendicare maggiore rispetto non per la mia modesta persona, bensì per il ruolo che ricopro. In ogni caso, vorrei sottolineare che, se io ricevessi una richiesta di informazioni, soprattutto se fossi istituzionalmente tenuto a fornirle, mi guarderei bene dal dare formali e reiterate assicurazioni, qualora non fossi in grado di adempiere alle promesse. Ma mi rendo conto di vivere in un altro mondo rispetto a quello dell'amministrazione cittadina.
So che sono stato davvero ingeneroso. Infatti avrei potuto aspettare fino a domani sera, prima di elevare questa protesta. Dopo tante settimane, un giorno in più o in meno, magari l'ultimo...
O forse è meglio prenderla come un auspicio. La previsione, forte di un assoluta certezza da parte del diretto interessato, che la prossima amministrazione sarà quella che io auspico, e addirittura che mi si potrà vedere in consiglio tra qualche mese e consegnarmi i dati allora. Se così fosse, pur indispettito da come si è svolta la vicenda, ringrazio dell'augurio. Vorrei avere la sua stessa incrollabile fiducia...
Chiedevo allora di poter conoscere l'importo degli introiti che il Comune incamera annualmente dall'attività dei mercati cittadini (coperto, mercerie, quartieri) e delle somme eventualmente spese per lavori di manutenzione.
Sono rimasto senza risposte per un paio di mesi, pur avendo inoltrato al dott. Fumagalli un paio di solleciti, sempre via email. Stavo per deporre ogni speranza, quando ecco, il medesimo si è rivolto a me di persona durante l'ultima seduta della IV commissione, assicurandomi cortesemente che i dati richiesti erano praticamente pronti e mi sarebbero stati recapitati entro fine settimana.
Indovinate il seguito? Di settimane ne sono passate alcune, senza traccia della documentazione. All'ennesimo sollecito mi veniva risposto che era questione di un paio di giorni. Nessun esito. Un incontro nel corridoio, ieri sera, posticipava la consegna di “una mezz'ora”.
Al momento in cui parlo non ho ancora ricevuto nulla. Nulla. Nulla nella posta elettronica, nulla nella casella; ammetto di non aver controllato l'arrivo di eventuali piccioni viaggiatori.
Neanche avessi chiesto uno studio sinottico sui livelli di vendita di ciascun articolo, tipologia per tipologia, con serie storiche dalla fondazione dei mercati ad oggi.
È chiaro che, alla conclusione di questo mandato, non posso fare a meno di interrogarmi sulle ragioni di questo atteggiamento. Forse sarebbe anche il caso di rivendicare maggiore rispetto non per la mia modesta persona, bensì per il ruolo che ricopro. In ogni caso, vorrei sottolineare che, se io ricevessi una richiesta di informazioni, soprattutto se fossi istituzionalmente tenuto a fornirle, mi guarderei bene dal dare formali e reiterate assicurazioni, qualora non fossi in grado di adempiere alle promesse. Ma mi rendo conto di vivere in un altro mondo rispetto a quello dell'amministrazione cittadina.
So che sono stato davvero ingeneroso. Infatti avrei potuto aspettare fino a domani sera, prima di elevare questa protesta. Dopo tante settimane, un giorno in più o in meno, magari l'ultimo...
O forse è meglio prenderla come un auspicio. La previsione, forte di un assoluta certezza da parte del diretto interessato, che la prossima amministrazione sarà quella che io auspico, e addirittura che mi si potrà vedere in consiglio tra qualche mese e consegnarmi i dati allora. Se così fosse, pur indispettito da come si è svolta la vicenda, ringrazio dell'augurio. Vorrei avere la sua stessa incrollabile fiducia...
lunedì 19 marzo 2012
Como non crederà alle panzane [?]
«Mосква слезам не верит» («Mosca non crede alle lacrime»). Il famoso detto russo viene alla mente leggendo il resoconto fatto da un quotidiano locale della serata di presentazione dei lavori per il programma del centosinistra. La prevedibilissima delusione è sintetizzata nel titolo: “La Como luciniana che bandisce sogni e colpi di scena”.
Eh, già. Niente fuochi d'artificio. Forse, di fronte ad una realtà durissima, che l'opposizione denunciava e preannunciava da anni (ma allora era tacciata di disfattismo), comincerà una buona volta una nuova era per la città? «Como non crede alle balle», potrebbe ormai essere il nuovo slogan.
Eh, già. Niente fuochi d'artificio. Forse, di fronte ad una realtà durissima, che l'opposizione denunciava e preannunciava da anni (ma allora era tacciata di disfattismo), comincerà una buona volta una nuova era per la città? «Como non crede alle balle», potrebbe ormai essere il nuovo slogan.
martedì 6 marzo 2012
Lo sguardo (imparziale) sul futuro
E finalmente sappiamo cosa succederà dopo le elezioni di maggio. Lo immagina oggi il direttore della Provincia, "Con lo scenario tutt'altro che lunare di un'eventuale giunta Lucini immobilizzata tra ordini del giorno a favore dei No Tav, appelli per il ritiro immediato dall'Afghanistan o grandi evoluzioni sintattiche sulle criticità del concetto di accoglienza nelle società post-industriali mentre il resto della città continua beatamente ad andare a fondo."
Giudizio generoso e carico di speranza, grazie! Ricordiamo a tutti che il giornale ha solennemente dichiarato che "non si schiera con nessuno". Semmai, CONTRO qualcuno.
Poi sono gli intellettuali di sinistra a essere dei "so-tutto-io"...
Giudizio generoso e carico di speranza, grazie! Ricordiamo a tutti che il giornale ha solennemente dichiarato che "non si schiera con nessuno". Semmai, CONTRO qualcuno.
Poi sono gli intellettuali di sinistra a essere dei "so-tutto-io"...
lunedì 5 marzo 2012
I primi della classe
Se il PdL sceglie il suo candidato a Sindaco di Como tramite le primarie, non possiamo che rallegrarci. È un'iniezione di democrazia i cui benefici effetti non mancheranno sicuramente di proiettarsi anche nelle relazioni interne al partito. Se le procedure di voto sono state improntate alla massima correttezza, col supporto di un apposito software, veniamo ulteriormente confortati: il desiderio di trasparenza nella politica è anche una delle nostre maggiori aspirazioni. Infine, è del tutto legittima, e insindacabile, la decisione di circoscrivere la partecipazione ai soli residenti maggiorenni italiani.
Ma un minimo di signorilità non avrebbe dovuto sconsigliare ai vari portavoce di ribadire ad ogni piè sospinto la “profonda differenza” nei confronti delle recenti primarie del centrosinistra, quasi che consentire il voto ai sedicenni e ai residenti stranieri in regola fosse un terrificante abuso? Di quale “legalità” turbata andavano mai cianciando quei signori, quasi ignorassero che ogni libera associazione può fornirsi, al proprio interno, delle regole che ritiene più opportune? Credono per caso, sminuendo l'esercizio della democrazia in casa d'altri, di far meglio risaltare la loro recentissima scoperta? O sono preoccupati del giudizio di un elettorato sempre meno sonnacchioso nei confronti dei risultati di un'amministrazione ormai rinnegata da tutti, compresi gli eredi diretti?
Ma un minimo di signorilità non avrebbe dovuto sconsigliare ai vari portavoce di ribadire ad ogni piè sospinto la “profonda differenza” nei confronti delle recenti primarie del centrosinistra, quasi che consentire il voto ai sedicenni e ai residenti stranieri in regola fosse un terrificante abuso? Di quale “legalità” turbata andavano mai cianciando quei signori, quasi ignorassero che ogni libera associazione può fornirsi, al proprio interno, delle regole che ritiene più opportune? Credono per caso, sminuendo l'esercizio della democrazia in casa d'altri, di far meglio risaltare la loro recentissima scoperta? O sono preoccupati del giudizio di un elettorato sempre meno sonnacchioso nei confronti dei risultati di un'amministrazione ormai rinnegata da tutti, compresi gli eredi diretti?
lunedì 20 febbraio 2012
CoCoCo50 - Costruzioni inutili, consumo del territorio e PGT
Repetita iuvant, recita un antico adagio. Prendo solo un minuto per ribadire un concetto che ho espresso più volte, nelle sedute di questo Consiglio. E lo faccio con le parole di un esperto, il dirigente provinciale del settore Territorio, che valuta la scelta del PGT in dirittura d'arrivo, riguardo alla costruzione di ulteriori unità abitative, del tutto "illogica, irrazionale e immotivata".
Se fosse correttamente riportata dai giornali, la vostra replica che il PGT opera un rigoroso contenimento del consumo di suolo e ridimensiona volumetrie esistenti, non apparirebbe in sé molto credibile. Ma quel che è peggio, è che non viene considerato in misura minimamente adeguata il fabbisogno di edilizia sociale o convenzionata, sempre secondo la relazione del dott. Cosenza, che riprende anche i dati di una recente ricerca del Dipartimento Architettura e Pianificazione del Politecnico di Milano, commissionata dalla CISL.
Oltre a non presentare alcuna capacità di visione in ordine allo sviluppo della città, questa disattenzione nei confronti dell'housing sociale è tanto più controproducente, quando si considerano le migliaia di abitazioni costruite in questi anni e rimaste invendute nella nostra città.
Urge correre ai ripari, cambiare rotta.
Ma non sembra proprio che questa amministrazione sia in grado di cambiare prospettiva. Perciò, non lasciate ai comaschi altra scelta che cambiare in toto l'amministrazione. Dico l'amministrazione, naturalmente, non solo qualche faccia. O neppure quella, ma solo l'etichetta, come sembra che il centrodestra sia intenzionato a fare, tramite primarie che l'on. Butti si affanna a dire che "non si possono paragonare a quelle del centrosinistra".
Premesso che le primarie, seriamente condotte, sono sempre un esercizio di democrazia e in quanto tali vanno accolte con favore, mi dichiaro d'accordo con lui: non mi sognerei mai di proporre un paragone tanto inappropriato...
Se fosse correttamente riportata dai giornali, la vostra replica che il PGT opera un rigoroso contenimento del consumo di suolo e ridimensiona volumetrie esistenti, non apparirebbe in sé molto credibile. Ma quel che è peggio, è che non viene considerato in misura minimamente adeguata il fabbisogno di edilizia sociale o convenzionata, sempre secondo la relazione del dott. Cosenza, che riprende anche i dati di una recente ricerca del Dipartimento Architettura e Pianificazione del Politecnico di Milano, commissionata dalla CISL.
Oltre a non presentare alcuna capacità di visione in ordine allo sviluppo della città, questa disattenzione nei confronti dell'housing sociale è tanto più controproducente, quando si considerano le migliaia di abitazioni costruite in questi anni e rimaste invendute nella nostra città.
Urge correre ai ripari, cambiare rotta.
Ma non sembra proprio che questa amministrazione sia in grado di cambiare prospettiva. Perciò, non lasciate ai comaschi altra scelta che cambiare in toto l'amministrazione. Dico l'amministrazione, naturalmente, non solo qualche faccia. O neppure quella, ma solo l'etichetta, come sembra che il centrodestra sia intenzionato a fare, tramite primarie che l'on. Butti si affanna a dire che "non si possono paragonare a quelle del centrosinistra".
Premesso che le primarie, seriamente condotte, sono sempre un esercizio di democrazia e in quanto tali vanno accolte con favore, mi dichiaro d'accordo con lui: non mi sognerei mai di proporre un paragone tanto inappropriato...
martedì 14 febbraio 2012
Como: guardare al futuro
C'è un punto in particolare, nella lettera di Gianstefano Buzzi recentemente ospitata dalla “Provincia”, che è da accogliere e condividere in pieno, e cioè il richiamo al senso di responsabilità individuale e collettiva necessario a salvare la città da una decadenza senza prospettive.
Quello che più importa è il futuro e la capacità di attivare le migliori energie sui temi dello sviluppo, non c'è dubbio. E il fatto che appaiano sulla scena tante ipotesi di liste più o meno “civiche” è anche il segnale di un possibile slancio di partecipazione diffusa, di una volontà di cambiare che è condivisa dalla maggior parte dei Comaschi. Con un rischio, lo dico subito: quello di produrre frammentazione, di disperdere energie o addirittura di contrapporre in modo poco produttivo le esperienze e le capacità di molti, scimmiottando a volte i lati peggiori della politica nazionale: gazzarre, cortine fumogene, esaltazione di problemi minuti oltre la loro reale portata, ideologie tirate in ballo a sproposito, eccetera. Purtroppo le campagne elettorali rischiano di accentuare aspetti deteriori della legittima competizione, e di vanificare gli appelli alla collaborazione tra quanti sono sinceramente animati dal desiderio di fare qualcosa di buono per la loro comunità, pur provenendo magari da prospettive differenti. E dovrebbe essere l'impegno di tutti i candidati quello di condurre il confronto sempre sul piano della proposta, mai della rissa.
Sinceramente mi auguro che ci possa essere la capacità di tutti i soggetti, oltre che di mettersi in gioco, anche di voler trovare un modo di confrontarsi che possa vicendevolmente arricchire le proposte, e porre le basi di una possibile sinergia futura, senza necessariamente annullare le differenze. Giustamente è stato detto che il futuro Consiglio comunale non dovrà avere una natura frammentaria, non ridursi a teatro di quei personalismi piccoli e grandi i quali hanno sin qui nuociuto gravemente alla politica comasca, e che dovrà recuperare un alto profilo istituzionale. Aggiungo che l'Amministrazione dovrà esprimere visibilmente e nei fatti – non solo a parole – una capacità di relazione costante con tutte le forze sane e attive della città, con le esigenze primarie dei cittadini e con un associazionismo che è tra noi ancora vitale e propositivo.
Le energie a Como ci sono, e in tanti, ogni giorno, ne facciamo esperienza. Ma occorre sapere non respingerle e non mortificarle. Per questo la via maestra per costruire relazioni, non solo tra partiti ed esperienze civiche, ma con tutte le componenti della città è rappresentata dell'ascolto, dalla disponibilità all'incontro, ad accogliere il punto di vista dell'altro per confrontarlo con le proprie visioni e per elaborare progetti quanto più possibile condivisi.
Personalmente, ritengo un segnale incoraggiante il fatto che Mario Lucini, avendo iniziato per tempo un cammino di proposta alla città, non intenda tirarsi indietro di fronte al confronto con nessuno. Ed il confronto tra le decine e decine di persone che stanno partecipando ai gruppi di lavoro sul programma mi sembra il segno di un metodo di partecipazione che si potrà non condividere, ma è almeno più genuino e più significativo di molte ricette calate dall'alto.
Sono certo che una simile disponibilità non potrà se non favorire l'incontro tra le forze economiche, professionali, sociali e culturali della nostra città. Sempre che si tratti non di “alleanze strategiche”, ma di una condivisione di percorsi. Di rivolgere lo sguardo alle soluzioni, e non alle poltrone.
Quello che più importa è il futuro e la capacità di attivare le migliori energie sui temi dello sviluppo, non c'è dubbio. E il fatto che appaiano sulla scena tante ipotesi di liste più o meno “civiche” è anche il segnale di un possibile slancio di partecipazione diffusa, di una volontà di cambiare che è condivisa dalla maggior parte dei Comaschi. Con un rischio, lo dico subito: quello di produrre frammentazione, di disperdere energie o addirittura di contrapporre in modo poco produttivo le esperienze e le capacità di molti, scimmiottando a volte i lati peggiori della politica nazionale: gazzarre, cortine fumogene, esaltazione di problemi minuti oltre la loro reale portata, ideologie tirate in ballo a sproposito, eccetera. Purtroppo le campagne elettorali rischiano di accentuare aspetti deteriori della legittima competizione, e di vanificare gli appelli alla collaborazione tra quanti sono sinceramente animati dal desiderio di fare qualcosa di buono per la loro comunità, pur provenendo magari da prospettive differenti. E dovrebbe essere l'impegno di tutti i candidati quello di condurre il confronto sempre sul piano della proposta, mai della rissa.
Sinceramente mi auguro che ci possa essere la capacità di tutti i soggetti, oltre che di mettersi in gioco, anche di voler trovare un modo di confrontarsi che possa vicendevolmente arricchire le proposte, e porre le basi di una possibile sinergia futura, senza necessariamente annullare le differenze. Giustamente è stato detto che il futuro Consiglio comunale non dovrà avere una natura frammentaria, non ridursi a teatro di quei personalismi piccoli e grandi i quali hanno sin qui nuociuto gravemente alla politica comasca, e che dovrà recuperare un alto profilo istituzionale. Aggiungo che l'Amministrazione dovrà esprimere visibilmente e nei fatti – non solo a parole – una capacità di relazione costante con tutte le forze sane e attive della città, con le esigenze primarie dei cittadini e con un associazionismo che è tra noi ancora vitale e propositivo.
Le energie a Como ci sono, e in tanti, ogni giorno, ne facciamo esperienza. Ma occorre sapere non respingerle e non mortificarle. Per questo la via maestra per costruire relazioni, non solo tra partiti ed esperienze civiche, ma con tutte le componenti della città è rappresentata dell'ascolto, dalla disponibilità all'incontro, ad accogliere il punto di vista dell'altro per confrontarlo con le proprie visioni e per elaborare progetti quanto più possibile condivisi.
Personalmente, ritengo un segnale incoraggiante il fatto che Mario Lucini, avendo iniziato per tempo un cammino di proposta alla città, non intenda tirarsi indietro di fronte al confronto con nessuno. Ed il confronto tra le decine e decine di persone che stanno partecipando ai gruppi di lavoro sul programma mi sembra il segno di un metodo di partecipazione che si potrà non condividere, ma è almeno più genuino e più significativo di molte ricette calate dall'alto.
Sono certo che una simile disponibilità non potrà se non favorire l'incontro tra le forze economiche, professionali, sociali e culturali della nostra città. Sempre che si tratti non di “alleanze strategiche”, ma di una condivisione di percorsi. Di rivolgere lo sguardo alle soluzioni, e non alle poltrone.
lunedì 13 febbraio 2012
CoCoCo49 - Nuovi consigli di amministrazione e "occupazione" dei posti
Vengo a sapere della recente pubblicazione del bando per la nomina dei nuovi rappresentanti del comune nei consigli di amministrazione di Acsm-Agam, Spt Holding e di altri consigli direttivi. Viene spontaneo chiedersi se vi sembri davvero una scelta opportuna, intelligente (in senso proprio: di “leggere” e comprendere la situazione concreta di questo periodo) quella della designazione dei membri dei consigli delle partecipate proprio quando il vostro mandato è agli sgoccioli. Oltretutto, proprio nel momento in cui si discute se il Comune sia legittimato a mantenere quote nelle società medesime, se sia opportuno e strategico rispetto ai suoi scopi statutari? O meglio, prima ancora di avere deliberato in proposito?
Forse mi sbaglio, ma non mi risulta sia in essere una stringente tempistica basata su obblighi di legge tassativi. Obblighi che comunque, in molti casi, vengono disinvoltamente prorogati con deboli motivazioni. E qui si investe oltretutto una questione spinosa, molto dibattuta nel Paese, quella del ruolo della politica in questo genere di operazioni.
L'unica motivazione che regge nel disporre nomine su basi di collegamento politico è che il Comune viene direttamente rappresentato nei vari enti sul piano decisionale, di indirizzo. Pertanto potreste sostenere che questi consiglieri, in quanto di nomina politica, devono godere di un rapporto fiduciario con la guida dell'amministrazione.
E allora perché li si dovrebbe designare proprio ora, che siete ormai “terminati”, più o meno metaforicamente; proprio da voi, che avete illustri precedenti di decisioni improvvide, prese proprio alla viglia di un appuntamento elettorale senza volersi confrontare con nessuno?
Certo è commovente vedere quanta fiducia deponete nella continuità della vostra guida; ma è un giudizio che non depone molto favorevolmente nella capacità dei comaschi di trarre le conseguenze da quanto vedono, o che postula una loro completa perdita del senso della realtà. Chissà se vi basterà una nuova sfilza di promesse elettorali a far dimenticare lo scempio che la città ha dovuto subire in questi anni?
È anche una questione di valutazioni, direte. Vediamo le cose in modo differente.
Non è soggettiva, però, l'impressione di occupazione spietata dei centri di potere che dareste, una volta di più, con questa azione poco equilibrata. Una prova di forza, tale da condizionare operativamente la giunta futura, qualora i designati si trovassero a dover rispondere ad un'amministrazione di segno politico diverso dall'attuale.
Vi invito pertanto a sospendere questa procedura politicamente azzardata, mantenendo in essere le candidature legittimamente presentate e prorogando però i tempi della decisione al futuro mandato. La vostra credibilità non ne risentirebbe, anzi. Cogliete l'occasione che vi si presenta.
Forse mi sbaglio, ma non mi risulta sia in essere una stringente tempistica basata su obblighi di legge tassativi. Obblighi che comunque, in molti casi, vengono disinvoltamente prorogati con deboli motivazioni. E qui si investe oltretutto una questione spinosa, molto dibattuta nel Paese, quella del ruolo della politica in questo genere di operazioni.
L'unica motivazione che regge nel disporre nomine su basi di collegamento politico è che il Comune viene direttamente rappresentato nei vari enti sul piano decisionale, di indirizzo. Pertanto potreste sostenere che questi consiglieri, in quanto di nomina politica, devono godere di un rapporto fiduciario con la guida dell'amministrazione.
E allora perché li si dovrebbe designare proprio ora, che siete ormai “terminati”, più o meno metaforicamente; proprio da voi, che avete illustri precedenti di decisioni improvvide, prese proprio alla viglia di un appuntamento elettorale senza volersi confrontare con nessuno?
Certo è commovente vedere quanta fiducia deponete nella continuità della vostra guida; ma è un giudizio che non depone molto favorevolmente nella capacità dei comaschi di trarre le conseguenze da quanto vedono, o che postula una loro completa perdita del senso della realtà. Chissà se vi basterà una nuova sfilza di promesse elettorali a far dimenticare lo scempio che la città ha dovuto subire in questi anni?
È anche una questione di valutazioni, direte. Vediamo le cose in modo differente.
Non è soggettiva, però, l'impressione di occupazione spietata dei centri di potere che dareste, una volta di più, con questa azione poco equilibrata. Una prova di forza, tale da condizionare operativamente la giunta futura, qualora i designati si trovassero a dover rispondere ad un'amministrazione di segno politico diverso dall'attuale.
Vi invito pertanto a sospendere questa procedura politicamente azzardata, mantenendo in essere le candidature legittimamente presentate e prorogando però i tempi della decisione al futuro mandato. La vostra credibilità non ne risentirebbe, anzi. Cogliete l'occasione che vi si presenta.
giovedì 26 gennaio 2012
CoCoCo48 - Vergognoso attacco al Presidente della Repubblica
Intervengo brevemente per esprimere il mio sconcerto di fronte alle dichiarazioni che un amministratore locale, il sindaco di un paese del bresciano, si è permesso di rivolgere al Capo dello Stato, attaccandolo con una tale mancanza di decoro umano e soprattutto istituzionale, da venirne completamente squalificato.
Già responsabile di atti discutibili, ha inteso reagire ad una legittima scelta del Presidente, che evidentemente intendeva sottolineare l'importanza del riconoscimento della dignità della persona umana in tutte le condizioni, affermando che “Gli adrensi si devono vergognare di avere un presidente della Repubblica che ha dato questa onorificenza”, e ancora, “Le onorificenze, quando sono assegnate a cani e porci, fanno divenire ingiustamente porci o cani anche chi le ha meritate”.
A parte la sintassi non proprio lineare, è vistosa la volontà di offendere, non certo di ragionare sui contenuti, ed eventualmente presentare un punto di vista alternativo, come la democrazia consente.
Non si tratta qui della libertà di valutare, ed eventualmente criticare, gli atti di una personalità politica, sia pure di quella interpretata con supremo senso della responsabilità del proprio ruolo dal Presidente Napolitano; qui si tratta semplicemente dell'espressione scomposta di toni e di forme inaccettabili per la loro violenza e volgarità, che squalificano peraltro solo chi li utilizza.
Riflette però un costume che troppi politici ormai praticano, una degenerazione costante che imbarbarisce la discussione politica e la degrada ad alterco di personaggi biasimevoli, dei quali è meglio smettere di parlare. È ora di finirla!
Sono perciò certo, nel condannare con la massima fermezza questo episodio increscioso, che offende assieme alla massima autorità politica anche tutti noi, nella nostra qualità di amministratori e di cittadini della Repubblica Italiana, sensibili ai principi di solidarietà richiamati dal dettato costituzionale, di interpretare il sentimento anche di tutti gli altri consiglieri. Esprimo insieme piena solidarietà al Capo dello Stato per questa aggressione che, sebbene la forma in cui è stata espressa non giunga all'offesa fisica, non risulta meno grave, soprattutto considerando da dove proviene.
Già responsabile di atti discutibili, ha inteso reagire ad una legittima scelta del Presidente, che evidentemente intendeva sottolineare l'importanza del riconoscimento della dignità della persona umana in tutte le condizioni, affermando che “Gli adrensi si devono vergognare di avere un presidente della Repubblica che ha dato questa onorificenza”, e ancora, “Le onorificenze, quando sono assegnate a cani e porci, fanno divenire ingiustamente porci o cani anche chi le ha meritate”.
A parte la sintassi non proprio lineare, è vistosa la volontà di offendere, non certo di ragionare sui contenuti, ed eventualmente presentare un punto di vista alternativo, come la democrazia consente.
Non si tratta qui della libertà di valutare, ed eventualmente criticare, gli atti di una personalità politica, sia pure di quella interpretata con supremo senso della responsabilità del proprio ruolo dal Presidente Napolitano; qui si tratta semplicemente dell'espressione scomposta di toni e di forme inaccettabili per la loro violenza e volgarità, che squalificano peraltro solo chi li utilizza.
Riflette però un costume che troppi politici ormai praticano, una degenerazione costante che imbarbarisce la discussione politica e la degrada ad alterco di personaggi biasimevoli, dei quali è meglio smettere di parlare. È ora di finirla!
Sono perciò certo, nel condannare con la massima fermezza questo episodio increscioso, che offende assieme alla massima autorità politica anche tutti noi, nella nostra qualità di amministratori e di cittadini della Repubblica Italiana, sensibili ai principi di solidarietà richiamati dal dettato costituzionale, di interpretare il sentimento anche di tutti gli altri consiglieri. Esprimo insieme piena solidarietà al Capo dello Stato per questa aggressione che, sebbene la forma in cui è stata espressa non giunga all'offesa fisica, non risulta meno grave, soprattutto considerando da dove proviene.
venerdì 20 gennaio 2012
Affissioni abusive? Col plauso del PD...
Eccola qui, l'ennesima sanatoria per le affissioni abusive dei partiti politici contenuta in un emendamento al decreto Milleproroghe, firmato dai due relatori (Gianclaudio Bressa del Pd e Gioacchino Alfano del Pdl) e approvato ieri dalle commissioni Bilancio e Affari costituzionali della Camera. Ancora una volta si fissa a mille euro «per ogni anno e per provincia» la tassa da pagare per estinguere le violazioni commesse fino al 29 febbraio 2012.
Ho detto e scritto che provvedimenti come questo sono un abominio già quando erano promossi dalla Lega col Pdl, ma una qualche firma del PD si trova sempre. È una grande tristezza vedere che stavolta Bressa si aggiunge a questa accolita di irresponsabili arroganti, che esalta e premia - oggettivamente - l'illegalità, l'abuso, la prepotenza. Ci dica, Bressa, quando alle prossime elezioni i boss spendaccioni del centrodestra locale o i volenterosi attacchini padani copriranno i nostri manifesti del PD, esibendo così la loro profonda coscienza democratica come hanno già fatto cento volte (ho le foto), chi dovremo ringraziare? Verrà lei a staccarli uno per uno? E si rendono conto, i responsabili della comunicazione dei partiti, di quale immagine "onesta" si trasmette ai cittadini?
Ho detto e scritto che provvedimenti come questo sono un abominio già quando erano promossi dalla Lega col Pdl, ma una qualche firma del PD si trova sempre. È una grande tristezza vedere che stavolta Bressa si aggiunge a questa accolita di irresponsabili arroganti, che esalta e premia - oggettivamente - l'illegalità, l'abuso, la prepotenza. Ci dica, Bressa, quando alle prossime elezioni i boss spendaccioni del centrodestra locale o i volenterosi attacchini padani copriranno i nostri manifesti del PD, esibendo così la loro profonda coscienza democratica come hanno già fatto cento volte (ho le foto), chi dovremo ringraziare? Verrà lei a staccarli uno per uno? E si rendono conto, i responsabili della comunicazione dei partiti, di quale immagine "onesta" si trasmette ai cittadini?
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giovedì 19 gennaio 2012
CoCoCo47 - Approvata la mozione per la cittadinanza onoraria al Premio Nobel per la Pace Liu Xiaobo
Ecco il testo della mozione approvata dal Consiglio Comunale:
IL CONSIGLIO COMUNALE
PREMESSO CHE
- Nello Statuto del Comune di Como figurano tra gli obiettivi fondamentali il pieno sviluppo della persona umana e la reale partecipazione di tutti i cittadini all'organizzazione politica, sociale ed economica, per assicurare effettivi diritti di uguaglianza e libertà (art. 2), al punto che nel suo stemma è inserita la parola "Libertas" (art. 7);
- Una lunga tradizione di atti ed impegni ha fatto di Como una "città di pace", dedita a promuovere questo valore irrinunciabile, e in particolare a favorire la comprensione tra i popoli;
- Il premio Nobel per la pace 2010 è stato attribuito a Liu Xiaobo, "per la sua lunga battaglia non violenta a favore della democrazia e della pace" e dei diritti umani fondamentali in Cina.
CONSIDERATO CHE
- Da oltre due decenni, Liu Xiaobo è uno dei portavoce più rappresentativi della battaglia per l'applicazione dei diritti umani fondamentali in Cina. Infatti partecipò alle proteste e allo sciopero della fame degli studenti di Piazza Tienanmen nel 1989; fu uno degli autori e promotori di "Carta 08", il manifesto di tali diritti che è stato pubblicato in Cina il 10 dicembre 2008, in occasione del sessantesimo anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti umani, costantemente appellandosi al diritto alla libertà di espressione affermato nella costituzione cinese;
- Detenuto dalla fine del 2008, Liu Xiaobo è stato condannato il 25 dicembre 2009 a undici anni di prigione e a due anni di privazione dei diritti politici per "aver incitato alla sovversione contro lo Stato", nonostante il suo impegno sia sempre stato caratterizzato da un atteggiamento rigorosamente propositivo, non violento ed orientato al bene del suo paese, e si trova attualmente rinchiuso nella prigione di Jinzhou, provincia del Liaoning;
- La moglie di Liu Xiaobo, Liu Xia, dopo aver visitato il marito in carcere è stata riaccompagnata a Pechino, dove è ora soggetta a un provvedimento immotivato di arresti domiciliari, secondo una pratica comune per i coniugi dei difensori dei diritti umani, come rileva Amnesty International: infatti lo stesso è accaduto a Yuan Weijing e a Zeng Jinyan, mogli dei due noti difensori dei diritti umani Chen Guangcheng e Hu Jia.
EVIDENZIATO CHE
- Secondo le parole di Liu Xiaobo, "in termini di effetti oggettivi, è più pericoloso chiudere la bocca alle persone che bloccare il corso di un fiume. Le alte mura di una prigione non possono trattenere la libertà di espressione. Un regime non può fondare la propria legittimità sulla soppressione delle diverse opinioni politiche, né può mantenere una pace e una stabilità durevoli attraverso la censura. Perché i problemi che provengono dalla canna di una penna possono essere risolti solo dalla canna di una penna; quando si usa la canna di un fucile per risolverli, si può solo creare lo scempio dei diritti umani".
IMPEGNA IL SINDACO E LA GIUNTA
- ad attivarsi per concedere a Liu Xiaobo la cittadinanza onoraria di Como;
- ad attivarsi per richiedere in tutte le sedi competenti la liberazione del Nobel cinese e della moglie.
IL CONSIGLIO COMUNALE
PREMESSO CHE
- Nello Statuto del Comune di Como figurano tra gli obiettivi fondamentali il pieno sviluppo della persona umana e la reale partecipazione di tutti i cittadini all'organizzazione politica, sociale ed economica, per assicurare effettivi diritti di uguaglianza e libertà (art. 2), al punto che nel suo stemma è inserita la parola "Libertas" (art. 7);
- Una lunga tradizione di atti ed impegni ha fatto di Como una "città di pace", dedita a promuovere questo valore irrinunciabile, e in particolare a favorire la comprensione tra i popoli;
- Il premio Nobel per la pace 2010 è stato attribuito a Liu Xiaobo, "per la sua lunga battaglia non violenta a favore della democrazia e della pace" e dei diritti umani fondamentali in Cina.
CONSIDERATO CHE
- Da oltre due decenni, Liu Xiaobo è uno dei portavoce più rappresentativi della battaglia per l'applicazione dei diritti umani fondamentali in Cina. Infatti partecipò alle proteste e allo sciopero della fame degli studenti di Piazza Tienanmen nel 1989; fu uno degli autori e promotori di "Carta 08", il manifesto di tali diritti che è stato pubblicato in Cina il 10 dicembre 2008, in occasione del sessantesimo anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti umani, costantemente appellandosi al diritto alla libertà di espressione affermato nella costituzione cinese;
- Detenuto dalla fine del 2008, Liu Xiaobo è stato condannato il 25 dicembre 2009 a undici anni di prigione e a due anni di privazione dei diritti politici per "aver incitato alla sovversione contro lo Stato", nonostante il suo impegno sia sempre stato caratterizzato da un atteggiamento rigorosamente propositivo, non violento ed orientato al bene del suo paese, e si trova attualmente rinchiuso nella prigione di Jinzhou, provincia del Liaoning;
- La moglie di Liu Xiaobo, Liu Xia, dopo aver visitato il marito in carcere è stata riaccompagnata a Pechino, dove è ora soggetta a un provvedimento immotivato di arresti domiciliari, secondo una pratica comune per i coniugi dei difensori dei diritti umani, come rileva Amnesty International: infatti lo stesso è accaduto a Yuan Weijing e a Zeng Jinyan, mogli dei due noti difensori dei diritti umani Chen Guangcheng e Hu Jia.
EVIDENZIATO CHE
- Secondo le parole di Liu Xiaobo, "in termini di effetti oggettivi, è più pericoloso chiudere la bocca alle persone che bloccare il corso di un fiume. Le alte mura di una prigione non possono trattenere la libertà di espressione. Un regime non può fondare la propria legittimità sulla soppressione delle diverse opinioni politiche, né può mantenere una pace e una stabilità durevoli attraverso la censura. Perché i problemi che provengono dalla canna di una penna possono essere risolti solo dalla canna di una penna; quando si usa la canna di un fucile per risolverli, si può solo creare lo scempio dei diritti umani".
IMPEGNA IL SINDACO E LA GIUNTA
- ad attivarsi per concedere a Liu Xiaobo la cittadinanza onoraria di Como;
- ad attivarsi per richiedere in tutte le sedi competenti la liberazione del Nobel cinese e della moglie.
domenica 1 gennaio 2012
I Soloni della Padania
Che bella fine d'anno in Padania! Prima Calderoli minaccia il capo del governo, "dia le dimissioni, perché sennò la verranno a prendere a casa". Quindi Bossi insulta il capo dello stato coi toni razzisti che gli sono propri e che non ha mai rinnegato: "Terùn".
Bravi, bene: come al solito molti validi argomenti, rispetto assoluto degli altri, credibilità alla stelle. Provateci pure, a far dimenticare che negli ultimi dieci anni avete fatto solo chiacchiere e slogan (spesso volgari, sempre fasulli), non avete governato, in realtà, ma semplicemente occupato una caterva di poltrone, fino all'apoteosi della promozione regionale del vostro "Trota", e offrendo in cambio al paese la soluzione decisiva dei "ministeri a Monza".
Quanta miseria, morale e politica. Fino a quando gli sciocchi tollereranno, ameranno, seguiranno gli imbroglioni che li sfruttano? Alla dabbenaggine non c'è davvero mai fine?
[a domanda, preciso]:
Io (NB: uomo del nord, come un'altra maggioranza di nordici che non vota lega) mi limito a constatare due fatti abbastanza evidenti: 1-le promesse non mantenute dopo un decennio di governo; 2-un linguaggio politico quantomeno ripugnante, a tratti accostabile alle peggiori esperienze storiche del passato.
Non sono certo indifferente ai problemi del mio territorio, né agli abusi di una classe politica che per tanti anni, e spesso ancora oggi utilizza i problemi generali e quelli del Sud per costruirsi comode posizioni. Ma mi sembra evidente che tanti di quelli che inalberano i problemi del Nord si sono di fatto comportati in maniera speculare, e che, tranne qualche sporadica eccezione, si è promossa una quantità di personaggi inadeguati (e mi sento generoso). In compenso si è diffusa una mitologia antistorica e risibile, indegna di menti adulte, e uno spirito grettamente antisolidaristico, che è un reale veleno per le coscienze. Ma soprattutto la convinzione che le spiegazioni grossolane, le soluzioni semplicistiche siano adeguate ad affrontare la complessità dei problemi attuali, è il lascito più sconcertante che questa politica ha prodotto.
Ho troppo rispetto per il buonsenso e la concretezza delle persone che abitano i nostri paesi e le nostre città, per pensare che - dopo aver coltivato comprensibilmente la speranza che questa fosse la strada da percorrere in vista di un reale cambiamento - non sia iniziato un processo di ripensamento critico. Vedere in questi anni la creazione di una dinastia familiare in stile nordcoreano per la successione al Capo (il quale, molto democraticamente, "ha sempre ragione"), la totale sudditanza agli interessi processuali e affaristici di Berlusconi (che dieci anni prima Bossi definiva "mafioso") e la piena corresponsabilità nell'inazione politica del decennio peggio governato della storia repubblicana, secondo me sta facendo ricredere molti di coloro che, come qualcuno giustamente afferma, hanno seguito silenziosamente la bandiera verde, e che si sono visti proporre in cambio... "i ministeri a Monza".
Gli altri, quelli che amano gli elmi cornuti, le ampolle con l'acqua del dio Po, la chiusura dell'economia e i protezionismi (in un orizzonte globalizzato!), quando non gli insulti razzisti o peggio, possono continuare a illudersi finché campano, chi glielo impedisce?. Quello di cui sono sicuro è che non vedranno mai migliorare concretamente la loro esistenza ad opera di polticanti cialtroni. Spero solo che intanto il paese non perda troppo tempo, perché la nostra attuale alternativa non è la Padania. Ma la Grecia.
Bravi, bene: come al solito molti validi argomenti, rispetto assoluto degli altri, credibilità alla stelle. Provateci pure, a far dimenticare che negli ultimi dieci anni avete fatto solo chiacchiere e slogan (spesso volgari, sempre fasulli), non avete governato, in realtà, ma semplicemente occupato una caterva di poltrone, fino all'apoteosi della promozione regionale del vostro "Trota", e offrendo in cambio al paese la soluzione decisiva dei "ministeri a Monza".
Quanta miseria, morale e politica. Fino a quando gli sciocchi tollereranno, ameranno, seguiranno gli imbroglioni che li sfruttano? Alla dabbenaggine non c'è davvero mai fine?
[a domanda, preciso]:
Io (NB: uomo del nord, come un'altra maggioranza di nordici che non vota lega) mi limito a constatare due fatti abbastanza evidenti: 1-le promesse non mantenute dopo un decennio di governo; 2-un linguaggio politico quantomeno ripugnante, a tratti accostabile alle peggiori esperienze storiche del passato.
Non sono certo indifferente ai problemi del mio territorio, né agli abusi di una classe politica che per tanti anni, e spesso ancora oggi utilizza i problemi generali e quelli del Sud per costruirsi comode posizioni. Ma mi sembra evidente che tanti di quelli che inalberano i problemi del Nord si sono di fatto comportati in maniera speculare, e che, tranne qualche sporadica eccezione, si è promossa una quantità di personaggi inadeguati (e mi sento generoso). In compenso si è diffusa una mitologia antistorica e risibile, indegna di menti adulte, e uno spirito grettamente antisolidaristico, che è un reale veleno per le coscienze. Ma soprattutto la convinzione che le spiegazioni grossolane, le soluzioni semplicistiche siano adeguate ad affrontare la complessità dei problemi attuali, è il lascito più sconcertante che questa politica ha prodotto.
Ho troppo rispetto per il buonsenso e la concretezza delle persone che abitano i nostri paesi e le nostre città, per pensare che - dopo aver coltivato comprensibilmente la speranza che questa fosse la strada da percorrere in vista di un reale cambiamento - non sia iniziato un processo di ripensamento critico. Vedere in questi anni la creazione di una dinastia familiare in stile nordcoreano per la successione al Capo (il quale, molto democraticamente, "ha sempre ragione"), la totale sudditanza agli interessi processuali e affaristici di Berlusconi (che dieci anni prima Bossi definiva "mafioso") e la piena corresponsabilità nell'inazione politica del decennio peggio governato della storia repubblicana, secondo me sta facendo ricredere molti di coloro che, come qualcuno giustamente afferma, hanno seguito silenziosamente la bandiera verde, e che si sono visti proporre in cambio... "i ministeri a Monza".
Gli altri, quelli che amano gli elmi cornuti, le ampolle con l'acqua del dio Po, la chiusura dell'economia e i protezionismi (in un orizzonte globalizzato!), quando non gli insulti razzisti o peggio, possono continuare a illudersi finché campano, chi glielo impedisce?. Quello di cui sono sicuro è che non vedranno mai migliorare concretamente la loro esistenza ad opera di polticanti cialtroni. Spero solo che intanto il paese non perda troppo tempo, perché la nostra attuale alternativa non è la Padania. Ma la Grecia.
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