Albrecht Dürer, Navis Stultorum (in S. Brant, Narrenschiff - 1497)

martedì 29 luglio 2008

Neolingua

Non nuovo ad acrobazie verbali, in questi giorni Berlusconi sfodera dal cilindro la dichiarazione che la sua è una “vera politica di sinistra”.
Questo avviene in contemporanea ad una manovra economica tanto popolare da contenere un emendamento che mira a introdurre la precarizzazione a vita di varie categorie di lavoratori e una norma che abolisce le pensioni minime per chi non abbia versato contributi per almeno 10 anni: correndo precipitosamente ai ripari, ci viene detto che riguarderà solo gli extracomunitari, ma intanto non è stata scritta così.
Si vara peraltro una Robin Hood Tax che inciderà sensibilmente su azionisti e consumatori (petrolieri e banchieri hanno una lunga tradizione nello scaricare verso il basso i loro aggravi, e solo le anime belle credono diversamente) per 5 miliardi di euro, a fronte dei quali si dispone un'elemosina di ben (!) 200 milioni per gli anziani indigenti con la Social Card.
Si grida che il nemico è alle porte istituendo l'ennesima “emergenza clandestini” generale, considerata dalla gran parte degli osservatori e dalla Chiesa come semplice fumo negli occhi. Si aboliscono sistemi di controllo dell'evasione fiscale introdotti da pochi mesi, terminata cioè la fase di assestamento e di iniziale disagio. Si prepara lo straordinario “pacco” Alitalia, con più licenziamenti, minori investimenti, minori dimensioni, minore competitività e ampie zone oscure rispetto alla dileggiata proposta di Air France (si legga Gianni Dragoni sul Sole-24 Ore del 25 luglio, p. 24).
Tutto questo, apprendiamo, è una politica “di sinistra”.
Dato che stravolgimenti lessicali di questa portata, come ci insegna Orwell, sono caratteristici delle dittature totalitarie – niente, ne siamo certi, è più lontano dallo spirito dell'attuale condottiero di un'Italia felicemente rinnovata – sarebbe bene che egli si attenesse a distinzioni più convenzionali e anche più precise. Non si vergogni, non abbia paura di affermare che segue politiche di destra: dopotutto, più o meno consapevolmente, gli elettori lo hanno votato per questo.
O forse voleva alludere al fatto che questo governo muove i suoi primi passi aumentando la pressione fiscale (cosa ammessa persino dallo schieratissimo Giornale). Dunque più tasse per tutti, pardòn, per alcuni, quella non esigua quantità di persone che non ha modo di evadere o di rivalersi su altri. In questo, diamogliene atto, il traguardo della politica di sinistra da lui tanto ambìto, il buon Berlusconi lo può considerare raggiunto.