Albrecht Dürer, Navis Stultorum (in S. Brant, Narrenschiff - 1497)

domenica 24 aprile 2011

Una poltrona non basta?

Ogni volta, si spera che il tasso di malcostume della politica italiana diminuisca almeno di un poco. E invece no. Anche alle prossime amministrative assisteremo al fenomeno delle candidature ad incarichi multipli, le quali, se non in linea di diritto, sono sicuramente incompatibili con il rispetto del buon senso e dell'intelligenza dell'elettorato. Come potrebbe un presidente del consiglio in carica garantire che trascorrerà, da eletto, qualche minuto almeno nel consiglio comunale al quale sfacciatamente si propone? E se lo fa nel capoluogo della nostra regione, dicendoci addirittura che si tratta di “un onore per la città e per la Lombardia intera”, i milanesi dovrebbero sentirsi presi in giro in misura maggiore o minore rispetto agli altri cittadini italiani? Il fatto che egli si sia presentato ubiquamente già innumerevoli volte, senza mai mantenere le promesse, non lo squalifica abbastanza? E gli elettori votano un candidato in base alla sua presunta capacità di lavorare per la comunità che lo sceglie, oppure in base alla simpatia, ai metri di manifesti, al numero di altre poltrone occupate, ai miti di cui si circonda?
Evidentemente, le prove elettorali sono sempre più diventate un (costoso) test sugli standard minimi di intelligenza del cittadino italiano, il quale, se non capisce un'incongruenza tanto gigantesca, è veramente pronto a bersi ogni sorta di fandonie. Forse è la condizione ideale per ogni dominatore di pecoroni, ma è altresì un preoccupante segnale di allarme per ogni democrazia sana.
Non consola che anche qualche altra parte politica presenti tipi disinvolti, come l’attuale consigliere regionale Cevenini a Bologna che, per quanto conosciuto come persona seria, figura tuttavia come capolista al Comune e non avverte il bisogno di annunciare un'opzione per l'una o l'altra poltrona. Senza rendersi conto che, in questi casi, mal comune non è certamente mezzo gaudio.