Albrecht Dürer, Navis Stultorum (in S. Brant, Narrenschiff - 1497)

lunedì 7 marzo 2011

CoCoCo 15 - Commemorazione di Shahbaz Bhatti

Shahbaz Bhatti, Ministro per le minoranze religiose del Pakistan, cattolico, è stato ucciso pochi giorni or sono a Islamabad. Un commando armato gli ha sparato mentre viaggiava in auto vicino al mercato di un quartiere residenziale della capitale: aveva 35 anni ed era stato appena confermato nell’incarico dopo un rimpasto del governo, in cui era l’unico ministro cristiano, nonostante le pressioni dei gruppi fondamentalisti islamici.
È la seconda vittima in due mesi della battaglia per riformare la legge sulla blasfemia, che comporta la pena di morte. Il 4 gennaio era stato ucciso da un uomo della sua scorta il governatore del Punjab, Salmaan Taseer, battutosi anche lui per la modifica di una legge che pur non avendo finora portato ad esecuzioni capitali è usata come arma di pressione sulle minoranze religiose.
Bhatti era presidente dell'Apma (All Pakistan Minorities Alliance), un'organizzazione rappresentativa delle comunità emarginate e delle minoranze religiose del Pakistan, che opera su vari fronti in sostegno dei bisognosi, dei poveri, dei perseguitati. Negli ultimi mesi era stato minacciato di morte anche per essersi battuto per la grazia ad Asia Bibi, la donna cristiana condannata a morte nel giugno 2009 proprio in base a quella legge e attualmente in attesa del processo d’appello davanti alla Corte di Lahore. Bhatti aveva dichiarato di recente: “Ringrazio Dio per avermi dato questa opportunità di continuare la mia lotta per le minoranze oppresse del Pakistan: i cristiani e le altre minoranze sono cittadini del Pakistan e hanno gli stessi diritti di qualsiasi altro cittadini perché i nostri padri hanno sacrificato la loro vita per il Paese. So che potrei essere assassinato se continuerò la mia battaglia, ma non ho paura”. Durante la sua visita al Pontefice nello scorso settembre egli aveva dato testimonianza del suo impegno per la pacifica convivenza fra le comunità religiose del paese. Come afferma nel suo testamento spirituale, “se tali sforzi continueranno sono convinto che riusciremo a vincere i cuori e le menti degli estremisti. Le genti non si odieranno, non uccideranno nel nome della religione, ma si ameranno le une le altre, porteranno armonia, coltiveranno la pace e la comprensione in questa regione”. Chiedo che il Consiglio commemori questa luminosa figura con un minuto di silenzio, anche perché tutti si rendano conto dell'urgenza drammatica della difesa della libertà religiosa e dei cristiani oggetto di violenza e persecuzione in varie parti del mondo.