
Albrecht Dürer, Navis Stultorum (in S. Brant, Narrenschiff - 1497)
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martedì 9 gennaio 2018
L'Euro come cartina di tornasole della malafede politica?
Il cosiddetto "candidato premier" - sì, è un titolo, anche se da operetta - dei M5S ci informa oggi che l’Euro, la moneta causa di tutti i mali dell'Italia, sulla quale lui e tanti altri demagoghi giuravano di voler chiamare il popolo al referendum, si può tenere.
Ma guarda. Non ci dicono che hanno cambiato opinione sull'argomento, il che equivarrebbe ad ammettere che prima sostenevano una tesi palesemente stupida e dannosa e si sono ricreduti. No, è solo che ora non è più "il momento per l’Italia di uscire dall’Euro perché l’asse franco-tedesco non è più così forte". Invece prima era sensato? Ci ritenete tutti idioti? Forse sì, vista la penosa figura di quell'altra parlamentare che pochi giorni or sono indiceva, nelle sue intenzioni, il referendum sull'abolizione della moneta comunitaria, per poi rifiutarsi di dire come avrebbe votato (perché "il voto è segreto", come no?).
Mi chiedo come una cialtronaggine così piramidale possa essere ancora presa sul serio da qualcuno. Soprattutto provenendo da un ex-movimento ormai normalizzatosi a partito, ma nel modo peggiore, dato che viene di fatto diretto da un vertice autoritario e privatistico che nessuno ha eletto dal basso, in termini mai visti nei decenni della storia della nostra democrazia. Altro che l'eguaglianza e la trasparenza invocate alle origini, ormai è evidente che siamo di fronte a una grossolana rappresentazione non priva di ambiguità potenzialmente pericolose. Una presa in giro da parte di qualunquisti che ogni volta rincorrono quelli che pensano essere gli umori del momento (vedi il dietrofront sullo ius soli) e che - per ora, con una comunicazione particolarmente mirata e grazie a una pletora di intervistatori acritici - tentano di mascherare una vistosa e diffusa incapacità.
Di ragionare, prima ancora che di governare.
lunedì 26 novembre 2012
Chi strepita contro la Nave dei folli?
"Le secondarie, terziarie, nullarie del pdmenoelle di questa domenica di novembre 2012, data che verrà ricordata come l'ennesimo giorno dei morti della Seconda Repubblica, sono una rappresentazione senza contenuti, un'auto celebrazione di comparse, un grottesco viaggio nella pazzia, come nell'opera satirica medioevale la "Nave dei Folli" di Sebastian Brant...". Così - riprendendo anche la bella immagine tardoquattrocentesca che campeggia in testa a questa pagina - furoreggia nel suo blog un Beppe Grillo ancor più livoroso e tonitruante del solito, visibilmente preoccupato di sminuire in tutti i modi il significato delle primarie del centrosinistra. Se c'è un dato che balza agli occhi, infatti, è la massiccia partecipazione popolare, ancor più significativa in un momento di disaffezione verso la politica e in particolare verso i partiti (i quali hanno fatto molto per meritarsela). Queste sarebbero dunque "primarie dei folli [...] un bromuro sociale, un calmante, servono a dare al popolo l'illusione di decidere, a pagamento (partecipare costa due euro), il premier che salverà l'Italia dal baratro".
Non esistendo da noi il premierato, non esisterebbe di conseguenza neppure il candidato premier. Quindi, saremmo tutti degli illusi.
Già, e invece sarà intelligente chi pensasse seriamente che la coalizione che fa le primarie poi non candiderà a presidente del futuro governo la persona indicata dal voto? È vero che né i comici né i politici devono dimostrare capacità logiche straordinarie, ma argomenti tanto deboli è insolito ritrovarli. Che non ci sia la garanzia o l'automatismo della vittoria elettorale alle politiche è un'ovvietà, che il Presidente della Repubblica darà l'incarico considerando l'effettivo risultato delle urne, pure. Ma che gli elettori di centrosinistra abbiano la possibilità di una scelta democratica che non è stata sinora consentita ai simpatizzanti di altri partiti è un dato di fatto. Che vale a mettere in mostra con più evidenza le ambiguità di movimenti comandati da “capi” inclini alla scomunica, che non tollerano dissensi e stabiliscono i criteri di purezza politica in relazione alla sudditanza.
Un po' di compassione, comunque, a Grillo la si può concedere. A furia di agitare le piazze, si era già convinto di avere il monopolio completo del "popolo". E di poterlo magari teleguidare.
A parte i suggerimenti sull'uso del bromuro, forse a questo tribuno un po' sguaiato farebbe bene ripassare con più calma le regole della democrazia. È vero, “uno vale uno”. Ma se un cittadino non segue i vari "vaffa..." e gli isterismi che pure la politica va suscitando, forse perché sa tenere i nervi saldi e sa pensare con la sua testa, merita rispetto. Non una sequela di insulti da ciarlatani.
Non esistendo da noi il premierato, non esisterebbe di conseguenza neppure il candidato premier. Quindi, saremmo tutti degli illusi.
Già, e invece sarà intelligente chi pensasse seriamente che la coalizione che fa le primarie poi non candiderà a presidente del futuro governo la persona indicata dal voto? È vero che né i comici né i politici devono dimostrare capacità logiche straordinarie, ma argomenti tanto deboli è insolito ritrovarli. Che non ci sia la garanzia o l'automatismo della vittoria elettorale alle politiche è un'ovvietà, che il Presidente della Repubblica darà l'incarico considerando l'effettivo risultato delle urne, pure. Ma che gli elettori di centrosinistra abbiano la possibilità di una scelta democratica che non è stata sinora consentita ai simpatizzanti di altri partiti è un dato di fatto. Che vale a mettere in mostra con più evidenza le ambiguità di movimenti comandati da “capi” inclini alla scomunica, che non tollerano dissensi e stabiliscono i criteri di purezza politica in relazione alla sudditanza.
Un po' di compassione, comunque, a Grillo la si può concedere. A furia di agitare le piazze, si era già convinto di avere il monopolio completo del "popolo". E di poterlo magari teleguidare.
A parte i suggerimenti sull'uso del bromuro, forse a questo tribuno un po' sguaiato farebbe bene ripassare con più calma le regole della democrazia. È vero, “uno vale uno”. Ma se un cittadino non segue i vari "vaffa..." e gli isterismi che pure la politica va suscitando, forse perché sa tenere i nervi saldi e sa pensare con la sua testa, merita rispetto. Non una sequela di insulti da ciarlatani.
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