Albrecht Dürer, Navis Stultorum (in S. Brant, Narrenschiff - 1497)

lunedì 26 novembre 2012

Chi strepita contro la Nave dei folli?

"Le secondarie, terziarie, nullarie del pdmenoelle di questa domenica di novembre 2012, data che verrà ricordata come l'ennesimo giorno dei morti della Seconda Repubblica, sono una rappresentazione senza contenuti, un'auto celebrazione di comparse, un grottesco viaggio nella pazzia, come nell'opera satirica medioevale la "Nave dei Folli" di Sebastian Brant...". Così - riprendendo anche la bella immagine tardoquattrocentesca che campeggia in testa a questa pagina - furoreggia nel suo blog un Beppe Grillo ancor più livoroso e tonitruante del solito, visibilmente preoccupato di sminuire in tutti i modi il significato delle primarie del centrosinistra. Se c'è un dato che balza agli occhi, infatti, è la massiccia partecipazione popolare, ancor più significativa in un momento di disaffezione verso la politica e in particolare verso i partiti (i quali hanno fatto molto per meritarsela). Queste sarebbero dunque "primarie dei folli [...] un bromuro sociale, un calmante, servono a dare al popolo l'illusione di decidere, a pagamento (partecipare costa due euro), il premier che salverà l'Italia dal baratro".
Non esistendo da noi il premierato, non esisterebbe di conseguenza neppure il candidato premier. Quindi, saremmo tutti degli illusi.
Già, e invece sarà intelligente chi pensasse seriamente che la coalizione che fa le primarie poi non candiderà a presidente del futuro governo la persona indicata dal voto? È vero che né i comici né i politici devono dimostrare capacità logiche straordinarie, ma argomenti tanto deboli è insolito ritrovarli. Che non ci sia la garanzia o l'automatismo della vittoria elettorale alle politiche è un'ovvietà, che il Presidente della Repubblica darà l'incarico considerando l'effettivo risultato delle urne, pure. Ma che gli elettori di centrosinistra abbiano la possibilità di una scelta democratica che non è stata sinora consentita ai simpatizzanti di altri partiti è un dato di fatto. Che vale a mettere in mostra con più evidenza le ambiguità di movimenti comandati da “capi” inclini alla scomunica, che non tollerano dissensi e stabiliscono i criteri di purezza politica in relazione alla sudditanza.
Un po' di compassione, comunque, a Grillo la si può concedere. A furia di agitare le piazze, si era già convinto di avere il monopolio completo del "popolo". E di poterlo magari teleguidare.
A parte i suggerimenti sull'uso del bromuro, forse a questo tribuno un po' sguaiato farebbe bene ripassare con più calma le regole della democrazia. È vero, “uno vale uno”. Ma se un cittadino non segue i vari "vaffa..." e gli isterismi che pure la politica va suscitando, forse perché sa tenere i nervi saldi e sa pensare con la sua testa, merita rispetto. Non una sequela di insulti da ciarlatani.