Albrecht Dürer, Navis Stultorum (in S. Brant, Narrenschiff - 1497)

lunedì 17 febbraio 2014

CoCoCo 2014-2: A quando la revisione del regolamento consiliare?

Una breve considerazione su un episodio verificatosi in aula lunedì scorso, e prontamente ripreso in un articolo di giornale con tanto di foto a corredo. Accade infatti che, a volte, anche i consiglieri più attivi si lascino vincere da un colpo di sonno, o almeno così sembra. Occasionalmente capita pure al sottoscritto di fare fatica a tenere gli occhi aperti, perciò tutta la mia solidarietà a chi si trovasse eventualmente nelle stesse condizioni. Tuttavia io proporrei un'altra interpretazione: più che delle conseguenze della stanchezza, si potrebbe trattare di un istante di concentrazione particolarmente intensa, in cui gli occhi si chiudono per meglio cogliere e valutare, senza ulteriori distrazioni, le considerazioni proposte nel dibattito dell'aula, che sappiamo bene non essere né poche né stringate, e aleggiano come una sinfonia di ispirate riflessioni, tutte certamente degne di essere, per così dire, assaporate.
In realtà l'interpretazione della stampa tenderebbe a ricondurre simili episodi all'esagerazione degli interventi (troppi e troppo lunghi), caratteristica in particolare dell'infaticabile opposizione. In effetti, dato che sento più volte ripetere gli stessi argomenti nel corso della stessa seduta, mi verrebbe di dare ragione a questa tesi. Più perplessità mi desta il rilievo che la colpa maggiore sarebbe invece della maggioranza che non porta in aula delibere su temi davvero importanti e lascia perciò spazio a mozioni poco più che simboliche. Sarà pur vero, però mi chiedo cosa dovrebbe fare la giunta quando deve approvare provvedimenti come quello di cui riprenderemo la discussione stasera. Non credo proprio che giuridicamente possa infischiarsene del Consiglio comunale e licenziare questi provvedimenti per conto proprio, perciò sta a noi tutti consiglieri evitare di dilatare le discussioni oltre misura, per quanto affascinante possa risultare il suono della nostra voce. Comunque mi dichiaro disposto ad ammettere che la colpa di ogni disfunzione in questo consiglio sia della maggioranza, ora e sempre, in quanto mentre ci riflettevo sono intervenute a fugare ogni mio dubbio le immortali parole del Poeta:

Se lavori, ti tirano le pietre.
Non fai niente e ti tirano le pietre.
Qualunque cosa fai capire tu non puoi
se è bene o male quello che tu fai.


Al di là dell'ironia, ritengo che l'episodio valga a richiamarci la necessità e l'urgenza di provvedere in tempi celeri alla conclusione del lavoro di revisione del regolamento consiliare, che si era iniziato nello scorso mandato ed era giunto a un passo dalla conclusione. Mi appello dunque a Lei, signor Presidente, perché disponga quanto prima la convocazione di una commissione in proposito e le fissi anche tempi contingentati per arrivare ad una proposta conclusiva che ci consenta di essere assai più efficienti di quanto non sia stato sinora. Seguendo l'esempio dei consigli delle città capoluogo a noi vicine, che, senza alcuna magia particolare, di norma riescono a trattare all'incirca dal doppio al triplo degli argomenti che passano in quest'aula.