Albrecht Dürer, Navis Stultorum (in S. Brant, Narrenschiff - 1497)

martedì 8 febbraio 2011

Fine triste e inconsapevole

L'imperatore Carlo V, pochi anni prima di morire, constatato il sostanziale fallimento del suo grandioso progetto di unificare l'Europa cristiana sotto il proprio scettro, diede prova di grande saggezza abdicando e ritirandosi nel monastero di San Jeronimo di Yuste nell'Estremadura, ove praticò la meditazione per prepararsi all'imminente passaggio alla vita eterna. C'è da scommettere che non tutti gli anziani potenti di oggi saprebbero seguire un simile modello, ma qualcuno potrebbe forse trarre ispirazione da esso, cercando di concludere la propria vita in maniera più decorosa e salutare di come non abbia mostrato di saperla trascorrere. Un tempo era naturale che l'approssimarsi della fine spingesse gli uomini ad accentuare la riflessione sul loro destino ultimo, cercando di porre rimedio, quando possibile, agli errori commessi. Oggi sembra più diffusa l'esibizione di un vitalismo sguaiato e tanto più triste, quanto più cerca di distogliere dall'immagine della morte e, con ciò, dalla possibilità di un perfezionamento spirituale, proiettando la persona nello squallore di comportamenti patetici e umilianti, se non palesemente indegni.
Quanto più difficile dev'essere allora la condizione di chi è circondato da uno stuolo di adulatori plaudenti, che lo incoraggiano a perseverare nella dissolutezza, o addirittura da procacciatori interessati di quelli che Pascal definiva i “piaceri impestati”. Sono scelte e fatti privati, per carità. Ma non si troverà mai nessuno che voglia veramente bene a questi sventurati soggetti? Nessuno sarà in grado di esortarli ad un atto di ravvedimento, se non di aperto pentimento, a cambiare rotta in modo significativo? Neanche uno dei tanti sedicenti liberali richiamerà le considerazioni di J. S. Mill sulla libertà dell'esistenza, la quale consiste nel dominare le proprie passioni, non certo nell'esserne dominati? Non ci potrà essere un consigliere onesto, un teologo illuminato, un uomo capace di un atto di vera carità, che osi disturbare il potente con un discorso poco gradito alle sue orecchie intorpidite, che non tema di essere tacciato di fastidioso moralismo dai parassiti che alimentano i vizi del padrone?