mercoledì 10 febbraio 2010
Tagliatori di... nastri
Come non essere d'accordo con la recente presa di posizione di Confartigianato a Varese, che in occasione dell'inaugurazione dei lavori della Pedemontana, ha chiesto maggiore sobrietà e risparmio del denaro pubblico, specie in tempi di crisi economica? Naturalmente l'appello è rimasto del tutto inascoltato: lo show di Cassano Magnago è costato 300 mila euro, anche se solo in parte usciti dalle tasche dei contribuenti. C'è sempre qualcuno che invoca ragioni di immagine, di marketing, di opportunità: ma è arduo credere che la vera ragione non sia la campagna elettorale alle porte.
Si è già scatenata, infatti, la consueta frenesia per il taglio di nastri che, a ben vedere, è il più chiaro indice della serietà di chi ci governa. Si inaugura il possibile e l’impossibile: poco importa se l’opera è incompleta o se ha già subito una, o più, inaugurazioni precedenti. Ad esempio, si è appena inaugurato il tunnel ferroviario di Castellanza, dove la stazione non è ancora stata costruita, oltre al nuovo palazzo della Regione e all'ospedale di Legnano (il sesto nastro “sanitario” tagliato in meno di un mese), anch'essi tuttavia non ancora operativi. Parossistica poi, per il governatore uscente, la giornata del 7 febbraio, con cinque interventi sotto i riflettori dei media in sole otto ore, incluso il trasporto a braccia, tanto commovente quanto superfluo, di una sventurata bambina di Haiti giù dall'aereo che la portava in Italia per cure.
E un simile superman ha ancora la straordinaria modestia di definirsi “uno di noi” sui manifesti giganti che già tappezzano le città? Ma chi di noi ha, come lui, il dono della quasi ubiquità? Chi di noi dispone di svariate centinaia di migliaia, anzi milioni di euro pubblici all'anno per il proprio, personale ufficio stampa? Chi pubblicizza il proprio sito elettorale “radioformigoni” su carta intestata e con affrancatura della Regione? Chi perciò oserebbe competere con questo iperpresenzialista, che oltretutto, bontà sua, non ha ancora formalmente inaugurato la campagna elettorale? La vera domanda da porsi, naturalmente, dovrebbe essere un'altra: chi di noi è sicuro che festeggiamenti, rinfreschi, gadget, spettacolini e pergamene celebrative non costino nulla ai contribuenti lombardi? E questo stile, non è forse un preludio a futuri sprechi di risorse volti a rafforzare il proprio potere, una volta ritornati in sella?
Poveri artigiani varesini, con la loro inascoltata proposta di una moratoria che imponga uno "stop" a qualsiasi inaugurazione o evento tre mesi prima di ogni elezione. Con grande buon senso, chiedono alla politica un minimo di serietà e la correttezza di non presentare infrastrutture ordinarie come se fossero un miracolo. Ma c'è da dubitare seriamente che i professionisti delle apparenze e degli annunci vogliano raccogliere l'appello. E gli elettori? Continueranno a privilegiare imbonitori e illusionisti o sapranno finalmente valutare tanta disinvoltura come merita?
Si è già scatenata, infatti, la consueta frenesia per il taglio di nastri che, a ben vedere, è il più chiaro indice della serietà di chi ci governa. Si inaugura il possibile e l’impossibile: poco importa se l’opera è incompleta o se ha già subito una, o più, inaugurazioni precedenti. Ad esempio, si è appena inaugurato il tunnel ferroviario di Castellanza, dove la stazione non è ancora stata costruita, oltre al nuovo palazzo della Regione e all'ospedale di Legnano (il sesto nastro “sanitario” tagliato in meno di un mese), anch'essi tuttavia non ancora operativi. Parossistica poi, per il governatore uscente, la giornata del 7 febbraio, con cinque interventi sotto i riflettori dei media in sole otto ore, incluso il trasporto a braccia, tanto commovente quanto superfluo, di una sventurata bambina di Haiti giù dall'aereo che la portava in Italia per cure.
E un simile superman ha ancora la straordinaria modestia di definirsi “uno di noi” sui manifesti giganti che già tappezzano le città? Ma chi di noi ha, come lui, il dono della quasi ubiquità? Chi di noi dispone di svariate centinaia di migliaia, anzi milioni di euro pubblici all'anno per il proprio, personale ufficio stampa? Chi pubblicizza il proprio sito elettorale “radioformigoni” su carta intestata e con affrancatura della Regione? Chi perciò oserebbe competere con questo iperpresenzialista, che oltretutto, bontà sua, non ha ancora formalmente inaugurato la campagna elettorale? La vera domanda da porsi, naturalmente, dovrebbe essere un'altra: chi di noi è sicuro che festeggiamenti, rinfreschi, gadget, spettacolini e pergamene celebrative non costino nulla ai contribuenti lombardi? E questo stile, non è forse un preludio a futuri sprechi di risorse volti a rafforzare il proprio potere, una volta ritornati in sella?
Poveri artigiani varesini, con la loro inascoltata proposta di una moratoria che imponga uno "stop" a qualsiasi inaugurazione o evento tre mesi prima di ogni elezione. Con grande buon senso, chiedono alla politica un minimo di serietà e la correttezza di non presentare infrastrutture ordinarie come se fossero un miracolo. Ma c'è da dubitare seriamente che i professionisti delle apparenze e degli annunci vogliano raccogliere l'appello. E gli elettori? Continueranno a privilegiare imbonitori e illusionisti o sapranno finalmente valutare tanta disinvoltura come merita?