Albrecht Dürer, Navis Stultorum (in S. Brant, Narrenschiff - 1497)

giovedì 8 agosto 2013

Pensioni dorate, di certo meritate...

Ritorna con frequenza il tema delle "pensioni d'oro" di supermanager pubblici e privati: centomila persone che arrivano a percepire anche 90.000 euro al mese, con un esborso complessivo per lo Stato di oltre 13 miliardi annui (cfr. http://www.corriere.it/economia/13_agosto_08/pensioni-oro-90mila-euro-mese-baccaro_ec49b994-ffec-11e2-b484-e2fa3432c794.shtml)
Non si imporrebbe, per decenza, un contributo di solidarietà?
Ma no, ci racconteranno le consuete fandonie che "hanno versato i contributi" (sì, ma in che proporzione?), del "merito" (probabile, ma solo per alcuni: e poi, perché non vediamo premi Nobel in prima fila?), del "mercato" (l'idea di mettere regole o un tetto è ovviamente un orripilante rigurgito comunista, viva la libertà di intortare gli sciocchi).
La realtà è purtroppo che si vive rincorrendo il privilegio, cercando di ottenerlo a spese del sistema pubblico, o dei risparmiatori fregati, o grazie a connivenze legislative indegne di un paese civile. Del resto vale anche per gli stipendi, non solo per le pensioni, e assai spesso senza neppure produrre profitti proporzionati.
"Chi ama il denaro non si sazia di denaro, e chi ama le ricchezze non ne trae profitto. Anche questo è vanità" (Qoelet, 5, 10). Infatti, anche provandoci, non riusciremo a portarci tutto questo denaro nella tomba...