Albrecht Dürer, Navis Stultorum (in S. Brant, Narrenschiff - 1497)

martedì 23 settembre 2008

Visita fiscale!


Mio malgrado, sono entrato a far parte del sospettabile mondo degli assenti dal lavoro, per la rottura improvvisa dei freni della bicicletta, lungo una ripida discesa, che mi ha costretto ad un volo scomposto e allo schianto contro una cancellata. Poteva andare peggio: niente di rotto, solo ammaccature e qualche ferita che reca un minimo pregiudizio al mio bel visino. Ringrazio l’efficienza del pronto soccorso del S. Anna che mi ha ricucito in modo sapiente. Fine del bollettino medico, ed inizio di quello burocratico.
Da animale domestico quale sono, non mi è pesato dover restare segregato in casa per una settimana, come prevedono gli inflessibili orari del ministro Brunetta, per restare a disposizione dei controlli. Avendo una famiglia, ho chi provvede alle necessità fondamentali di approvvigionamento, e sono comunque pronto ad affrontare ogni rinuncia. Ma so che non tutti hanno questa fortuna: trasgrediranno a loro rischio, evidentemente.
Non desta sconcerto, anzi è logico e doveroso, sottoporsi alla visita di controllo. Inconcepibile, invece, è che il medico ad essa preposto, quando si presenta, chieda di poter vedere il certificato del medico curante. Non senza fondamento, dal suo punto di vista, ammesso che il suo compito sia quello di "confermare" le diagnosi altrui e non di prendersi la responsabilità di formularne di proprie: peccato però che la legge imponga di trasmetterlo al datore di lavoro e all’INPS entro il quinto giorno di assenza (due, secondo altre versioni). Quindi nel mio caso, da bravo scolaretto, era già stato puntualmente inoltrato. Avendo io la documentazione del pronto soccorso, non ci sono poi stati problemi. Ma la procedura lascia molto a desiderare.
Qualcuno ha forse avvertito il lavoratore di fare una fotocopia? Forse il ministro presume che il primo pensiero di un infortunato sia di acquistare per corrispondenza una macchina fotocopiatrice, dato che certamente non potrebbe assentarsi per andare in cartoleria nell’orario di apertura? E non basterebbe, in questa Italia soffocata dalla burocrazia, modificare il predetto certificato con una ulteriore parte a ricalco, che il lavoratore possa trattenere? Insomma, fatte le nuove regole, ci si accorge come al solito che qualcosa viene dimenticato. Il lupo perde il pelo, ma non il vizio.
Il calo delle assenze nella pubblica amministrazione non è certo un male (al di là dei discutibili criteri di lettura dei dati), ma le trascuratezze delle nuove procedure non sembrano in verità sinonimo di una ritrovata efficienza.