Albrecht Dürer, Navis Stultorum (in S. Brant, Narrenschiff - 1497)

martedì 10 luglio 2012

Il diavolo nei dettagli

Ho visitato con piacere, a Villa Olmo, la mostra sulla dinastia Brueghel, nella quale l'efficacia dell'allestimento si coniuga con la qualità delle opere esposte. A parte qualche irrilevante dettaglio nell'illuminazione, credo la si possa considerare pienamente riuscita sotto tutti i punti di vista. I curatori meritano i complimenti della città. È proprio vero, tuttavia, che il diavolo si nasconde nei dettagli. Mentre ammiravo due “Danze nuziali” dalla grande immediatezza espressiva, l'occhio mi è caduto sul pannello posto fra di esse. L'encomiabile tentativo di contestualizzare il genere pittorico si poggia sulla menzione di due libri: la “Nave dei folli” di Sebastian Brant e l'“Utopia” di... Erasmo da Rotterdam! Una svista madornale: come tutti sanno, la paternità di quest'ultimo testo è del suo insigne amico, l'umanista e politico Tommaso Moro. Sulle prime non credevo ai miei occhi, quasi che stessi leggendo l'attribuzione della “Gioconda” a Raffaello o Mantegna.
È peraltro verosimile che si volesse citare, in modo più pertinente, l'altrettanto celebre capolavoro erasmiano, “Elogio della follia”. Desta comunque un po' di perplessità che un simile errore sia rimasto in bella vista tutti questi mesi, senza che si sia provveduto ad una tempestiva correzione e, ritengo, suscitando qualche divertito pensiero in più di un visitatore. In fondo, una conferma della tesi che un certo grado di pazzia guidi, in una maniera o nell'altra, tutte le azioni umane. O che l'alto tenore “alcolico” evocato nelle due scene dipinte possa aver giocato un brutto scherzo all'estensore della nota?