Albrecht Dürer, Navis Stultorum (in S. Brant, Narrenschiff - 1497)

sabato 14 agosto 2010

Cani da guardia

Come non gioire? Anche i quotidiani che conducono un'azione di attacco frontale alle imprese immobiliari del presidente della Camera, rivendicano un ruolo istituzionale di “cane da guardia” per la stampa, oltretutto sottolineando nella loro azione di non voler “mollare la presa”.
Fanno benissimo, se riportano elementi veri. C'è un solo neo: un cane da guardia onesto, a difesa di una proprietà onesta, latra e difende contro ogni minaccia, vera o presunta, per tutelare la dimora. Non è selettivo, non agisce “a orologeria”, preso com'è nell'adempimento della missione.
La casa da difendere, nella metafora di origine anglosassone, è evidentemente il diritto del pubblico di conoscere sempre i fatti, massime per quanto riguarda i politici che ne richiedono la fiducia, spesso presentandosi diversi da quello che sono veramente. Idealmente, un'informazione onesta non serve gli interessi di parte, non deve soggiacere a un padrone o un padrino, massime se si tratta di un politico rivale dai trascorsi ancor meno specchiati. Attaccherebbe, sui temi scottanti, anche altre mariolerie: che so, quelle di un pluriprosciolto per decorrenza dei termini, di un mandante di corruttori con sentenze passate in giudicato, di un procacciatore di ville e tenute pagate una frazione del loro valore reale...
Certo, nulla impedisce a questo padrone di circondarsi di pitbull addestrati a sbranare gli avversari, attaccando a comando. Sempre di cani si tratta. Ma non ci si venga a dire che questi rientrano nella nobile categoria dei “cani da guardia”.