
Albrecht Dürer, Navis Stultorum (in S. Brant, Narrenschiff - 1497)
martedì 16 gennaio 2018
Una pagina nera nella storia del Consiglio comunale di Como
Ieri sera, a Como,
è stata respinta da tutti i consiglieri comunali di maggioranza (con la
sola astensione del sindaco) la mozione che esprimeva, a nome della
cittadinanza, riprovazione e condanna per l’incursione skinhead del
novembre scorso che ha portato la città all'attenzione nazionale.
Un voto semplicemente inqualificabile, ma non senza motivazioni.
La logica è semplice, e va molto al di là del rifiuto del dialogo con le opposizioni, alle quali si sarebbero potuti tranquillamente proporre emendamenti per modificare la forma di qualche frase.
Votando NO a scatola chiusa invece si esprime la NON riprovazione a chi contraddice "i principi di solidarietà, non violenza, antirazzismo e antifascismo" richiamati nella mozione.
Diciamo che chi - in politica, nelle istituzioni, non al bar - manda segnali di questo tipo non è un ingenuo, ma vuole esprimere "messaggi" precisi a destinatari precisi. E non certo nel senso della garanzia della libertà di espressione. Se invece crede sia possibile lavarsene le mani nella maniera espressa dal voto di ieri, è anche inadeguato a una funzione di rappresentanza pubblica. Questa posizione, peggio che ambigua, è una vergogna ulteriore per la città, che già ha subito e subisce intimidazioni e aggressioni di stampo fascista.
La prossima volta che qualcuno di quei votanti volesse qualificarsi come liberale, spero compaia il fantasma di Totò a commentare con una sonora pernacchia.
Un voto semplicemente inqualificabile, ma non senza motivazioni.
La logica è semplice, e va molto al di là del rifiuto del dialogo con le opposizioni, alle quali si sarebbero potuti tranquillamente proporre emendamenti per modificare la forma di qualche frase.
Votando NO a scatola chiusa invece si esprime la NON riprovazione a chi contraddice "i principi di solidarietà, non violenza, antirazzismo e antifascismo" richiamati nella mozione.
Diciamo che chi - in politica, nelle istituzioni, non al bar - manda segnali di questo tipo non è un ingenuo, ma vuole esprimere "messaggi" precisi a destinatari precisi. E non certo nel senso della garanzia della libertà di espressione. Se invece crede sia possibile lavarsene le mani nella maniera espressa dal voto di ieri, è anche inadeguato a una funzione di rappresentanza pubblica. Questa posizione, peggio che ambigua, è una vergogna ulteriore per la città, che già ha subito e subisce intimidazioni e aggressioni di stampo fascista.
La prossima volta che qualcuno di quei votanti volesse qualificarsi come liberale, spero compaia il fantasma di Totò a commentare con una sonora pernacchia.