“Quando il gioco si fa duro”, questo il titolo del progetto, ha ottenuto un finanziamento dalla Regione di 50mila euro (quando non si occupa di smembrare il lago...) e ha visto appunto il Comune di Como quale capofila di svariati partner istituzionali, a cominciare dalla Asl e diversi altri comuni. L'azione è stata coordinata dall'Assessore Magni e dal dottor Patrignani, dirigente del settore Servizi Scolastici, Politiche Giovanili e Partecipazione, e si è attuata tramite il coinvolgimento di una rete molto ampia e qualificata di soggetti pubblici e privati che hanno messo a disposizione tempo e competenze.
giovedì 21 luglio 2016
CoCoCo 2016-2: Azioni di contrasto al gioco d'azzardo patologico
Il
Comune di Como ha realizzato nel corso dell'ultimo anno una
importante serie di iniziative per prevenire e contrastare le forme
di dipendenza dal gioco d’azzardo, con una campagna che ha preso il
via a settembre 2015, e ha visto un significativo esito ieri, con un
seminario conclusivo sulla tematica.
“Quando il gioco si fa duro”, questo il titolo del progetto, ha ottenuto un finanziamento dalla Regione di 50mila euro (quando non si occupa di smembrare il lago...) e ha visto appunto il Comune di Como quale capofila di svariati partner istituzionali, a cominciare dalla Asl e diversi altri comuni. L'azione è stata coordinata dall'Assessore Magni e dal dottor Patrignani, dirigente del settore Servizi Scolastici, Politiche Giovanili e Partecipazione, e si è attuata tramite il coinvolgimento di una rete molto ampia e qualificata di soggetti pubblici e privati che hanno messo a disposizione tempo e competenze.
“Quando il gioco si fa duro”, questo il titolo del progetto, ha ottenuto un finanziamento dalla Regione di 50mila euro (quando non si occupa di smembrare il lago...) e ha visto appunto il Comune di Como quale capofila di svariati partner istituzionali, a cominciare dalla Asl e diversi altri comuni. L'azione è stata coordinata dall'Assessore Magni e dal dottor Patrignani, dirigente del settore Servizi Scolastici, Politiche Giovanili e Partecipazione, e si è attuata tramite il coinvolgimento di una rete molto ampia e qualificata di soggetti pubblici e privati che hanno messo a disposizione tempo e competenze.
Molti
gli interventi di formazione per docenti, studenti ed operatori di
Polizia Locale e Polizia Stradale, di informazione/comunicazione per
tutta la popolazione e per target specifici (con
conferenze-spettacolo), di ascolto e orientamento, di stimolo nei
confronti degli esercenti a non installare o dismettere le
apparecchiature per il gioco d’azzardo. Cito solo alcune tappe. Si
è partiti il 26 ottobre con la conferenza-spettacolo “Fate il
nostro gioco”, intervento formativo dedicato alle scuole
secondarie; a maggio 2016 l’Università
Popolare di Como ha ospitato un incontro rivolto alla popolazione,
nel quadro delle iniziative
dedicate alla promozione sociale e nell’ambito del progetto; il
convegno “Il gioco d’azzardo patologico in Provincia di Como”,
svoltosi il 10 giugno scorso ha riunito i 5 progetti attivi sul
territorio provinciale, Si è anche prodotto un opuscolo che contiene
alcuni dati, spunti di riflessione e soprattutto riferimenti
operativi utili a fornire un primo aiuto a chi rimanesse vittima
della dipendenza da gioco d'azzardo.
Do
brevemente conto di quanto si è presentato nell'interessante
incontro di ieri, che ha spaziato dal quadro di riferimento storico e
giuridico a livello nazionale, alla presentazione della mappatura
realizzata sul territorio comasco la quale, unitamente alla
geolocalizzazione che si è completata, potrà consentire una più
efficace azione di controllo della regolarità di quanto avviene.
Non
mi diffondo sui dati dell'ambito provinciale, ma limitandoci alla
città di Como, sono stati rilevati in città 128 esercizi, di cui 17
dedicati alle macchine da gioco, 74 bar, 2 tabaccherie, 28
bar-tabaccherie, 6 centri scommesse. Censite 557 slot machines e 103
videolotterie. In pratica, una macchina ogni 590 abitanti in città
(cifra molto più alta nel complesso del territorio in ragione della
minore densità abitativa: una ogni 124 abitanti!). Segnalo anche il
fatto che circa la metà degli esercizi sono situati in prossimità
di quelli che sono classificati come luoghi sensibili (le normative
di contenimento regionali pare possano diventare operative solo dal
2022, al termine delle attuali concessioni, ma già c'è chi briga
per ottenere una sospensiva), e anche il fatto che sono stati
rilevati anche alcuni profili di illegalità, con la presenza di più
di tre slot nella sala principale.
Molto
lavoro rimane da fare su tanti diversi livelli, ma va dato atto che
si è partiti in modo serio e determinato, con l'apporto di tante
valide professionalità. Il mio personale auspicio è che si
rafforzino le competenze di controllo e di filtro ad opera dei
comuni, il che richiederebbe un cambiamento legislativo tanto
coraggioso, quanto pienamente consapevole delle ricadute drammatiche
che il fenomeno assume sia sul piano sociale e delle relazioni, sia
su quello economico e legale.
Comunque,
durante il convegno del mese scorso è stato realizzato un workshop
tematico dedicato al “ruolo dei Comuni: quadro normativo,
esperienze di rete e buone prassi”, nel quale l’esperto Avv.
Mambrini ha presentato una bozza di ordinanza - tipo per la
limitazione degli orari di esercizio dell'attività di sala gioco e
degli orari di utilizzo degli apparecchi di intrattenimento e svago
con vincite in denaro, collocati in altre tipologie di esercizi.
Il
documento progettuale prevedeva di elaborare “con
modalità partecipative, che coinvolgeranno gli esercenti, le loro
rappresentanze e gli amministratori locali, [….] un’ordinanza –
tipo per la regolamentazione dell’orario di esercizio delle sale
giochi, compiendo un bilanciamento tra esigenze di liberalizzazione,
di tutela della salute, della quiete e del decoro dei luoghi”
Le
buone prassi già adottate, e gli studi condotti anche in riferimento
alla giurisprudenza che si è andata via via consolidando in materia,
portano a ritenere ormai confermate le linee guida di un a simile
ordinanza, che interpreti in modo adeguato il combinato disposto di
norme nazionali e regionali.
Auspico
quindi che, con il pieno coinvolgimento di tutte le parti
interessate, a cominciare dalle associazioni di categoria e dagli
operatori sociali, la bozza alla quale gli uffici stanno con alacrità
lavorando possa compiere i necessari passaggi e vedere l'approvazione
in tempi brevi. Per tutto l'impegno profuso va anche il
ringraziamento personale del sottoscritto e credo anche dell'intero
consiglio, che nell'ottobre 2012 diede mandato alla giunta di
lavorare in tale direzione con l'approvazione della mozione da me
allora sottoposta all'aula.