Albrecht Dürer, Navis Stultorum (in S. Brant, Narrenschiff - 1497)

giovedì 21 luglio 2016

CoCoCo 2016-2: Azioni di contrasto al gioco d'azzardo patologico


Il Comune di Como ha realizzato nel corso dell'ultimo anno una importante serie di iniziative per prevenire e contrastare le forme di dipendenza dal gioco d’azzardo, con una campagna che ha preso il via a settembre 2015, e ha visto un significativo esito ieri, con un seminario conclusivo sulla tematica.
“Quando il gioco si fa duro”, questo il titolo del progetto, ha ottenuto un finanziamento dalla Regione di 50mila euro (quando non si occupa di smembrare il lago...) e ha visto appunto il Comune di Como quale capofila di svariati partner istituzionali, a cominciare dalla Asl e diversi altri comuni. L'azione è stata coordinata dall'Assessore Magni e dal dottor Patrignani, dirigente del settore Servizi Scolastici, Politiche Giovanili e Partecipazione, e si è attuata tramite il coinvolgimento di una rete molto ampia e qualificata di soggetti pubblici e privati che hanno messo a disposizione tempo e competenze.
Molti gli interventi di formazione per docenti, studenti ed operatori di Polizia Locale e Polizia Stradale, di informazione/comunicazione per tutta la popolazione e per target specifici (con conferenze-spettacolo), di ascolto e orientamento, di stimolo nei confronti degli esercenti a non installare o dismettere le apparecchiature per il gioco d’azzardo. Cito solo alcune tappe. Si è partiti il 26 ottobre con la conferenza-spettacolo “Fate il nostro gioco”, intervento formativo dedicato alle scuole secondarie; a maggio 2016 lUniversità Popolare di Como ha ospitato un incontro rivolto alla popolazione, nel quadro delle iniziative dedicate alla promozione sociale e nell’ambito del progetto; il convegno “Il gioco d’azzardo patologico in Provincia di Como”, svoltosi il 10 giugno scorso ha riunito i 5 progetti attivi sul territorio provinciale, Si è anche prodotto un opuscolo che contiene alcuni dati, spunti di riflessione e soprattutto riferimenti operativi utili a fornire un primo aiuto a chi rimanesse vittima della dipendenza da gioco d'azzardo.
Do brevemente conto di quanto si è presentato nell'interessante incontro di ieri, che ha spaziato dal quadro di riferimento storico e giuridico a livello nazionale, alla presentazione della mappatura realizzata sul territorio comasco la quale, unitamente alla geolocalizzazione che si è completata, potrà consentire una più efficace azione di controllo della regolarità di quanto avviene.
Non mi diffondo sui dati dell'ambito provinciale, ma limitandoci alla città di Como, sono stati rilevati in città 128 esercizi, di cui 17 dedicati alle macchine da gioco, 74 bar, 2 tabaccherie, 28 bar-tabaccherie, 6 centri scommesse. Censite 557 slot machines e 103 videolotterie. In pratica, una macchina ogni 590 abitanti in città (cifra molto più alta nel complesso del territorio in ragione della minore densità abitativa: una ogni 124 abitanti!). Segnalo anche il fatto che circa la metà degli esercizi sono situati in prossimità di quelli che sono classificati come luoghi sensibili (le normative di contenimento regionali pare possano diventare operative solo dal 2022, al termine delle attuali concessioni, ma già c'è chi briga per ottenere una sospensiva), e anche il fatto che sono stati rilevati anche alcuni profili di illegalità, con la presenza di più di tre slot nella sala principale.
Molto lavoro rimane da fare su tanti diversi livelli, ma va dato atto che si è partiti in modo serio e determinato, con l'apporto di tante valide professionalità. Il mio personale auspicio è che si rafforzino le competenze di controllo e di filtro ad opera dei comuni, il che richiederebbe un cambiamento legislativo tanto coraggioso, quanto pienamente consapevole delle ricadute drammatiche che il fenomeno assume sia sul piano sociale e delle relazioni, sia su quello economico e legale.
Comunque, durante il convegno del mese scorso è stato realizzato un workshop tematico dedicato al “ruolo dei Comuni: quadro normativo, esperienze di rete e buone prassi”, nel quale l’esperto Avv. Mambrini ha presentato una bozza di ordinanza - tipo per la limitazione degli orari di esercizio dell'attività di sala gioco e degli orari di utilizzo degli apparecchi di intrattenimento e svago con vincite in denaro, collocati in altre tipologie di esercizi.
Il documento progettuale prevedeva di elaborare con modalità partecipative, che coinvolgeranno gli esercenti, le loro rappresentanze e gli amministratori locali, [….] un’ordinanza – tipo per la regolamentazione dell’orario di esercizio delle sale giochi, compiendo un bilanciamento tra esigenze di liberalizzazione, di tutela della salute, della quiete e del decoro dei luoghi”
Le buone prassi già adottate, e gli studi condotti anche in riferimento alla giurisprudenza che si è andata via via consolidando in materia, portano a ritenere ormai confermate le linee guida di un a simile ordinanza, che interpreti in modo adeguato il combinato disposto di norme nazionali e regionali.
Auspico quindi che, con il pieno coinvolgimento di tutte le parti interessate, a cominciare dalle associazioni di categoria e dagli operatori sociali, la bozza alla quale gli uffici stanno con alacrità lavorando possa compiere i necessari passaggi e vedere l'approvazione in tempi brevi. Per tutto l'impegno profuso va anche il ringraziamento personale del sottoscritto e credo anche dell'intero consiglio, che nell'ottobre 2012 diede mandato alla giunta di lavorare in tale direzione con l'approvazione della mozione da me allora sottoposta all'aula.